Fuori pioveva a dirotto, la temperatura era per l'ennesimo giorno ancora più bassa di quello precedente e ci mancava poco che calasse dal cielo una tempesta di quelle potenti e distruttive. Il vento sembrava essere una donna in preda a delle isteriche urla ed i tuoni, degli uomini intenti a rispondere loro; quando era bambina, suo padre, se fuori c'erano tempeste e temporali, le diceva sempre di non aver paura poiché quei suoni che sentiva non provenivano da nessun altro posto se non dalle case degli angeli, che, intenti a fare le pulizie, si ritrovavano a spostare mobili molto pesanti dei quali il suono rimbombava sulla terra. La pioggia erano i loro panni, stesi ad asciugare che gocciolavano dalle nuvole e quelle urla, quelle delle vento, erano le loro lavatrici, ormai vecchie che facevano rumori strani solo perché non funzionavano bene. Gesù non pagava bene i suoi addetti ai lavori.
Lauren aveva smesso di avere paura dei temporali cosí, con le storie di suo padre che quando la vedeva terrorizzata se la portava nel lettone ed inventava quelle buffe scenette fino a quando non si addormentava.
Lei aveva fatto lo stesso con Chris, gli aveva insegnato a vedere i temporali nello stesso modo con cui suo padre li faceva vedere a lei, e non vi era stata soddisfazione più grande per la corvina, riuscire a far smettere suo fratello di avere paura di qualcosa.
Ma nonostante questo, i temporali continuavano a non piacerle, continuavano a portarle malinconia nel cuore e cupore sul volto, non era mai riuscita a vederli come qualcosa di positivo, o romantico addirittura, come lo erano per molti; per Lauren i temporali erano il ricordo di qualcosa che nella sua vita lei avrebbe voluto non accadesse mai e qualcosa che desiderava rimuovere, ma che ormai si era incastonato in lei come un minerale in una roccia. Suo padre le ripeteva sempre di non avere paura di loro, che loro erano solo il riflesso della vita degli angeli ma lei ormai negli angeli aveva smesso di crederci ed anche se le parole di Mike continuavano a rimbombarle in testa, non gli dava più la stessa valenza.
-" È libero questo posto ? "-
I pensieri di Lauren vennero interrotti da quella voce, a lei leggermente familiare, che le fece anche distogliere lo sguardo da fuori dalla finestra; la corvina osservava la pioggia, il suo andare a bagnare i vetri ed i tettucci delle auto, osservava il moto del vento, intento quasi a distruggere i rami dei grandi cipressi che circondavano la scuola ed osservava le foglie che svolazzavano nell'aria come se in questa stessero danzando. Era autunno ma tutto fuori, dava l'apparenza fosse inverno, se già a settembre il tempo era in quel modo, chissà come sarebbe stato a dicembre.
La corvina si voltò, sicura, che dietro quella voce ci fosse una ragazza dai capelli neri, i tatuaggi sulle braccia, i piercing sul volto e gli occhi contornati dall''eye-liner nero, ma si stupì quando al posto di Giorgia vide un'altra persona, un'altra ragazza che però, della prima ne possedeva dei tratti e delle caratteristiche.
Scosse la testa un secondo davanti a lei, sembrava Giorgia ma era chiaro non lo fosse, era leggermente più alta ed i suoi capelli poco più chiari, i tatuaggi non erano gli stessi ed invece che solo il taglio al sopracciglio ed il septum al naso, questa aveva anche un piercing a destra del labbro inferiore, ma erano tutte uguali in quella scuola ?
-" Ehm, scusa ma credo ci sia un'altra ragazza seduta qui "- le rispose indicando il posto accanto al suo. Erano quasi le otto e parte dei suoi compagni di classe erano già seduti ai propri posti, Giorgia però non c'era, o almeno lei non la vedeva, e la sua sedia era libera. Forse non era venuta a scuola.
-" Intendi lei ? "- La ragazza davanti a Lauren le indicò un punto dall'altra parte della classe, esattamente l'ultimo banco della fila centrale e fu li che Lauren vide la sua compagna di banco, quella vera, quella che il giorno prima si era presentata a lei proprio in quel modo.

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IF YOU LET ME
FanfictionLauren aveva smesso di vivere da tanto tempo, la sua esistenza si era ridotta ad essere pura ed estrema sopravvivenza; non aveva più idea di cosa significasse essere qualcuno, lui le aveva tolto ogni cosa e lei credeva che ormai persino di amare no...