Acciglio gli occhi, dove sono?
Mi guardo intorno, ci sono fili ovunque, tutti si fermano sul mio polso, nel mio braccio, uno addirittura nell'indice. La luce fuori è così fastidiosa che non riesco a tenere gli occhi aperti per tanto tempo.
Cosa è successo?
Il mio sguardo cade su degli occhi marroni, tristi e pieni di lacrime.
«Harry, tesoro» corrugo le sopracciglia, in camera c'è solo mia madre, ho l'impressione che manchi qualcuno, qualcuno di cui presto sentirò la mancanza.
«Harry» mi chiama per attirare la mia attenzione. Sono qui, sto bene.
«Finalmente ti sei svegliato amore mio» finalmente? Dei vaghi ricordi rimbombano nella mia mente, uno sparo, il rumore della barella, i medici che parlano. È tutto confuso.
«Quanto..» voglio chiedergli quanto tempo è passato da quando l'ambulanza mi ha portato qua ma non ci riesco, sembra che la mia bocca non sia più abituata a parlare, come se avesse dimenticato l'intero lessico.
«Tre mesi» ha ancora le lacrime agli occhi.
«Sei rimasto in coma dopo l'incidente, è passato così tanto tempo».
Tre mesi in ospedale, in coma. L'ago che perfora la mia pelle incomincia a farmi male. Voglio uscire. Subito.«Vado a chiamare l'infermiera» dice asciugandosi il viso con un fazzoletto di stoffa.
Mi chiedo per quanto ancora devo rimanere qui, ora sto bene, molto bene.Pochi istanti dopo arriva una donna bionda e molto alta, sfoggia un sorriso rassicurante e viene verso di me.
«Ti sei svegliato, stai bene?» chiede con voce tranquilla mentre aspetta una risposta.
Accenno un si perché la mia bocca non è ancora pronta per parlare. Quando finirà questa tortura?
«Ti porto da mangiare, chiamo il dottore intanto» esce calzante fuori dalla porta.«Chiamo tuo padre, sarà felice di sapere che ti sei svegliato» dice entusiasta.
«Cosa mi è successo?» cerco di farmi capire nonostante le mie parole siano incomprensibili e balbettanti.
«Gli ho inviato un messaggio, non risponde alla chiamata» dice, sembra non faccia caso alla mia domanda. «Qualcuno ti ha sparato Harry, la polizia è da mesi che va avanti nelle ricerche ma sono pochi gli indizi»
Alzo un sopracciglio, non ricordo nessun particolare. Potrei dare una mano se solo mi ricordassi qualcosa, qualche particolare, la sua faccia. Costringo il mio cervello a pensare ma è inutile, non esce niente.Entra il dottore preceduto dall'infermiera con un piatto di minestra. Che l'inferno abbia inizio.
«Sig.Styles, come si sente?» mi chiede prendendomi il polso, cerco di rispondere.
«B-bene» la bocca si sta piano piano abituando a parlare, nonostante esca un balbettio continuo.
«Ecco tieni, mangia tutto. Ritorno tra una quindicina di minuti, faremo degli esami per controllare il tutto» mi appoggia il piatto nelle gambe e mi invita a prendere il cucchiaio.Escono entrambi e rimaniamo io e mia madre.
Manca lui.
«Louis» sarà preoccupato, devo dirgli che sto bene, deve saperlo «dov'è?» chiedo guardando fisso mia madre.«Non c'è, Harry» dice abbassando lo sguardo e tenendomi la mano «Se n'è andato».
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Obsession || Larry Stylinson
FanfictionSiamo in una società dove il giudizio degli altri conta più di quello nostro. Siamo in una società dove l'omosessualità è considerata un reato. Siamo in una società di tradizionalisti contrari ai cambiamenti. Sono convinta che il vero amore esista i...