96. LXXXVII Chapter

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«Lavora con te?» parcheggia l'auto davanti scuola, controlla gli specchietti retrovisori e spegne l'auto «Intendo..Eric?»
«No, assolutamente no» rispondo in tono indifferente, è arrabbiato e da una parte posso anche capirlo, ma dall'altra non può vigilare costantemente sulla mia vita, sono grande ormai.
«Eravamo amici una volta, è stato il primo che conobbi qui» spiega.
«E dopo?..»
«E dopo niente, stai facendo tardi, scendi» gli mando un occhiataccia e salto giù dall'auto, sono infastidito dal suo comportamento, non può prendersela così tanto per niente.
Mi dirigo nel portone principale e scorgo Niall tra la folla, non mi va di urlare, ci vedremo sicuramente in classe più tardi.
Controllo l'orario delle materie e mi accorgo di avere letteratura, il prof aveva detto che avremo parlato di un argomento interessante, chissà cosa riguarda.
Entro in aula impacciato e vado a sedermi nello stesso banco, Kristy è gia seduta ma sembra non prestarmi molta attenzione, con un cenno del capo mi saluta ed io ricambio.

«Buongiorno ragazzi» dopo qualche minuto entra il giovane professore con un aria un po' svampita, gli occhiali che porta gli danno un aria intellettuale abbastanza affascinante.
Apre la cartella nera e prende dei depliant tutti colorati, ce ne sono di rosa, gialli e blu.
«La prossima settimana siete tenuti a partecipare a quest'evento» avvisa mentre li consegna uno ad uno «È obbligatorio in quanto metterò il voto» quando finisce ritorna in cattedra e si siede.
«Ognuno di voi dovrà dire una sorta di proprio pensiero basandosi su fatti personali se ne avete» incomincio a leggere il foglio, in grande il titolo "Movimento LGBT", faranno una specie di manifestazione che si svolge nelle città più grandi d'Europa e del mondo, e vengono anche a Londra.
«E se non abbiamo nulla da dire?» interviene uno in fondo alla classe, la mia mente incomincia a pensare alle possibili cose che potrei dire ma non me ne viene in mente neanche una, ci saranno così tante persone che non riuscirò a spiaccicare parola.
«Se non avete nulla da dire probabilmente non siete umani» risponde ridendo il professore.
«Non pensate neanche minimamente di mancare» aggiunge poi.

Quando la lezione finisce Niall è gia davanti alla porta.
«Matematica!» annuncia con euforia.
«Come stai?» mi chiede poi, sono ancora scosso dalla prima ora di lezione, non posso credere che dovrò parlare davanti a migliaia di persone, insomma non lo farei se non fossi obbligato, non è per me.
«Bene» rispondo pensando a tutt'altro  «Tu?» chiedo infine, non voglio sembrare maleducato.

* * *

Le ultime tre ore sono state annullate per un'assemblea di istituto improvvisa dove si è parlato dei continui problemi della scuola: la mancanza di carta igienica nei bagni, il cibo della mensa immangiabile e i troppi compiti per chi è all'ultimo anno.

Quando la campanella della fine delle lezioni suona tutti camminano frettolosamente verso l'uscita ed io vengo avvolto tra la confusione.

«Ciao» quando riesco ad uscire vedo subito la macchina di Louis e lo raggiungo all'instante.
«Ciao»
«Come è andata oggi?» chiedo cercando di smaltire la tensione.
«Come ogni giorno, a te?»
«Bene, oggi non ho neanche un compito da fare» dico contento.
«Perfetto» dice «perché ora non andremo a casa»

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora