121. CXXI Chapter

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Alzo gli occhi verso il cielo e rimango immobile.
«Eric» quasi sussurro, non credevo di incontrarlo di nuovo, sono sbalordito e contento allo stesso momento. «Come stai?» chiedo interessato.
«Bene, mi sei mancato Harry» ammette «Mi sono mancate le nostre passeggiate all'alba» mi sorride, sembra contento di vedermi. «Beh che ci fai qui?» mi chiede incuriosito.
«Un set fotografico. A dir la verità non ho idea di cosa sia esattamente» rido, sono agitato.
«In merito a..?» chiede divertito.
«Ad un intervista che feci tempo fa, non so se ricordi» rispondo pacatamente, mi sta venendo sonno e avrei bisogno di dormire un po'.
«Certo che ricordo Harry, ti accompagnai io quella volta!» si siede in parte a me ed emette un respiro, un lungo respiro.
«Penso che andrò a riposare ora, è stato piacevole averti rivisto» mi alzo dalla panchina dandogli le spalle.
«Sai, sono cambiate parecchie cose da quando te ne sei andato» quella frase mi fece rabbrividire, mi girai di scatto e lo fissai incessantemente in attesa che continuasse.
«In che senso?» quasi borbotto. Non ho idea di cosa possa essere successo dall'ultima volta che sono stato qui. Ho paura.
«Come posso dirlo..» si ferma a pensare «è diventato tutto più calmo, come il sole dopo la tempesta» continuo a non capire e rimango li, pietrificato.
«Louis non lo vedo quasi più, esce solo per andare a lavoro. E la ragazza, quella che stava con lui, non c'è più» sbatto ripetutamente le palpebre come se fosse un sogno. Ho sentito bene? Beth non c'era più?
Chissà Louis come stava, chissà quali altre bugie avrà dovuto dire al suo capo, chissà come sta Helen e se lavora ancora li.
«Ad ogni modo se hai piacere di venirmi a salutare durante la tua permanenza sai dove abito» mi sorride e si alza dalla panchina. Ora siamo entrambi in piedi. «ha fatto piacere anche a me rivederti» lo saluto con la mano e mi dirigo tutto infreddolito verso l'hotel.

*** *** ***

La luce del sole filtra tra le tende, sembra una bella giornata. Mi volto verso il comodino e guardo l'ora. Sono le dieci del mattino. Guardo se Jake sta ancora dormendo ma non c'è, è scomparso.
Nel frattempo mi siedo nel bordo del letto e sento il getto della doccia andare. Sarà Jake, si starà facendo un bagno.
Mi vesto e mi metto le scarpe, voglio andare a mangiare qualcosa ma devo aspettare Jake, non voglio andare da solo.
«Ne hai per tanto?» chiedo urlando a ridosso della porta.
«No. Puoi entrare se vuoi» chiude il getto d'acqua e lo sento ridacchiare.
«Penso ne farò a meno» prendo il portafoglio e lo infilo nelle tasche dei miei jeans neri. Ho deciso di mettermi una camicia bordeaux, mi sta larga ma penso mi stia bene comunque. Noto che i miei capelli stanno diventando lunghi ma non so se tagliarli, magari sto meglio così.
Smetto di guardarmi allo specchio quando Jake esce dal bagno, ha solo i boxer addosso e arrossisco nel vederlo.
«Stai così bene, Harry!» mi scruta dalla testa ai piedi e si morde le labbra.
«Dai vestiti, ho fame!!» esclamo, non ho intenzione di starmene qui un minuto in più.
«Va bene va bene» si arrende.

Usciamo dalla camera e ci dirigiamo all'uscita dell'hotel. Metto gli occhiali da sole e mi passo la mano tra i capelli per sistemarli. Ora dovrebbero essere più in ordine.
Non c'è molto caldo ma con questa camicia sto bene, non ho freddo e non sto sudando.
La sera prima avevo visto un bel bar all'angolo di un incrocio, potremo andare li.
«Vieni, seguimi» dico a Jake che si sta guardando intorno. Sembro io la prima volta che vidi Londra, ero così felice, così euforico.

Camminiamo per una decina di minuti prima di arrivare.
«Eccoci qua» dico con già l'acquolina in bocca.
«Beh entriamo, no?» Jake apre la porta d'entrata e ci sediamo mei primi tavoli liberi che troviamo. È così grande questo posto, ci saranno un centinaio di posti e sopra c'è una piccola saletta riservata. Il bancone dei dolci è lunghissimo, è difficile scegliere perciò decido di affidarmi al menù. Sfogliando decido di prendere un omelette con bacon, un classico insomma.

*** *** ***

Quando usciamo è già ora di pranzo, non so che fare così mi viene in mente Eric, magari è a casa e potrei farlo conoscere a Jake.
«Che ne dici se andiamo da un mio amico?» propongo come se già mi aspettassi un no. Mi guarda incerto.
«Perché vuoi andare?» mi chiede.
«Non so che fare Jake, non ho voglia ne di camminare troppo ne di starmene in hotel» sbuffo.
«E va bene, ma non voglio starci troppo» non è troppo contento ma mi fa piacere che abbia detto di si.

Chiamo il primo taxi che vedo, saliamo e gli do l'indirizzo del palazzo.
«Come fai a sapere l'indirizzo?» mi chiede Jake.
«Abitavo li con Louis, ovviamente in un appartamento diverso. È un grande palazzo diciamo» mi guarda quasi preoccupato ma non ci faccio caso, d'altronde cosa può accadere?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 25, 2018 ⏰

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