«Dovremmo essere arrivati» faccio un lungo respiro e la macchina di Eric parcheggia nell'unico posto vuoto a fianco all'edificio.
«Vuoi che venga con te?» chiede, sembra di gran lunga più preoccupato di me.
«Come vuoi, se hai da fare posso ritornarmene in taxi» sorrido imbarazzato, ho la pancia in subbuglio.
«Allora verrò, non sono mai stato nel backstage di un intervista» chiude lo sportello dell'auto e si avvicina all'entrata «Sarà divertente!» ride.
«Già..."divertente"» dico corrugando la fronte.
«Dai, non sarà poi così male!» mi incita.
Entriamo nel lussuoso palazzo, la reception domina il primo piano e una decina di ragazze sono alle prese con i computer, una leggera musica di sottofondo mi fa tranquillizzare ma il pensiero di essere venuto qui senza il permesso di Louis mi fa agitare ancora di più.
«Avete bisogno?» una donna bionda e ben truccata si sfila gli occhiali e ci guarda come se non avesse mai visto un essere umano.
«Lui è Harry Styles, dovrebbe far parte di un intervista» per mia fortuna è Eric a rispondere, non riesco minimamente a parlare, è così frustante.
La stessa donna prende la cornetta del telefono e digita un numero di due cifre, in seguito mette giù e ci indica la strada «undicesimo piano, ultima porta a sinistra prego»
Ci dirigiamo verso l'ascensore e una volta dentro Eric preme il pulsante, spero sia veloce, in questo momento mi sento vulnerabile e ogni posto troppo piccolo mi mette in agitazione.
«Stai tranquillo ok?» siamo appena al terzo piano, quanto ci metterà ancora?
«Harry» in un attimo le sue braccia mi avvolgono completamente, ci metto un po' per capire che mi sta abbracciando «Andrà tutto bene, stai tranquillo» quando si stacca rimango pietrificato, non va affatto bene, no no, ora si che Louis si arrabbierà, insomma, non doveva abbracciarmi, mi ammazzerà.
«Scusa» si sistema la giacca «È solo che ti vedo così turbato» ammette «Non so che fare per farti sentire meglio» Louis lo saprebbe benissimo, mi farebbe dimenticare ogni paura che ho in questo momento.
Non so come ma ci riesce sempre.Arrivati all'undicesimo piano l'ascensore si apre e davanti a noi si estende un immenso salotto, è vuoto e dalle vetrate si riesce a vedere il panorama, la bellissima Londra.
«Vieni!» Eric mi prende la mano e mi obbliga di andarlo a vedere, sembra una buona idea ma vorrei finire questa cavolo di intervista il prima possibile e ritornare a casa.
La mano di Eric un po' mi infastidisce ma non ci faccio molto caso, alla fine siamo amici, è normale avere un po' di confidenza.
«Wow» non ho parole per esprimere quello che sto vedendo, sembra di essere in una di quelle attrazioni turistiche, è bellissimo, stupendo.
«Ora stai meglio?»
«Si, penso di si» sorrido stupefatto.
«Anche il mio appartamento è piuttosto in alto, puoi venire quando vuoi! Posso giurarti che è rilassante»
«Harry Styles?» un uomo di mezza età, capelli sul grigio scuro e piuttosto alto esce dalla porta.
«Si, sono io» quasi balbetto ma ce la faccio.
«Ultima porta. Entri pure» indica il corridoio e mi da cenno di andare, mi incammino seguito da Eric ed entro senza pensarci due volte.«Si va in onda tra venti minuti!» un uomo seduto su una specie di sedia simile a quella che usano i registi urla a squarciagola e tutti annuiscono. Il posto è grandissimo, decine di persone camminano frettolosamente ed io non so dove andare.
«Tu sei?» l'uomo si avvicina, mi mette un po' di soggezione ma sono stufo di fare il pappa molla. Schiena in fuori e testa alta Harry. Ce la puoi fare.
«Harry Styles, mi hanno chiamato..»
«Ah si si, muoviti, vai a prepararti» non so dove dirigermi e il suo tono di voce non mi aiuta affatto, vedo delle ragazze alle prese con i capelli, decido di andare da loro.«Oh vieni vieni» la ragazza più vecchia e esperta mi prende e mi fa sedere davanti ad un enorme specchio, le luci intorno mettono in risalto il mio viso ed io preferisco guardare altrove.
Mentre la ragazza sistema la mia chioma folta vedo Eric parlare amichevolmente con uno della troupe, forse si conoscono già, non è il posto adatto per fare nuove amicizie.
«Finito! Dio stai benissimo!» mi guardo ma non noto molta differenza.
«Grazie» rispondo impacciato.
«Vai pure di la» mi indica la zona delle riprese, un giornalista è già seduto nella poltrona, quando mi vede mi fa cenno di raggiungerlo.«Siediti pure» deve essere l'uomo che mi ha chiamato, è abbastanza frettoloso. «Ecco quello che faremo» prende un foglio dal tavolino affianco «Ti presenteremo brevemente, cercherai di essere più simpatico possibile e poi ti farò qualche domanda riguardante ciò che hai detto alla manifestazione» dice velocemente «È tutto chiaro, si?»
Sgrano gli occhi facendo un breve riassunto su ciò che ha detto, finiremo presto, ce la farò «Si si certo» rispondo «Ehm posso farti una domanda?» chiedo.
«Si dimmi» sta ripassando in fretta e furia il copione e le domande che penso mi farà, non ascolterà nemmeno quello che gli chiederò.
«Verrà trasmesso in tv?» sono agitato, molto agitato.
«Eh? Certo che verrà trasmesso in tv!»
Non ho neanche il tempo di pregare il signore che Louis non accenda la tv che il "regista" urla l'inizio delle riprese.
«3...2...1..» tutti sono alle prese con il proprio lavoro, i cameraman inquadrano il giornalista e tutti ascoltano con attenzione ciò che dice. Non si accettano sbagli.«Siamo qui in diretta con un ospite speciale, qui in città si è sentito parlare di lui e noi abbiamo deciso di invitarlo qui con noi» il mio cuore sta scoppiando, è la fine, la mia rovina.
«Harry Styles!» urla, devo sorridere, devo fare il simpatico «Allora come stai?»
«Beh..in questo periodo sto studiando quindi potrebbe andare meglio» faccio una smorfia per vivacizzare la "conversazione".
«Non sembri un tipo da città così grandi, da quanto abiti qui?» sembra di stare in un interrogatorio, dovevamo parlare delle mie opinioni e di ciò che pensavo delle unioni omosessuali.
«Da uno o due mesi. Londra è una bella città» rispondo sorridendo.
«Sono d'accordo. Beh allora parliamo un po' della manifestazione tenutasi la scorsa settimana qui in città» finalmente «Come ti è sembrata?»
«Penso sia stata un ottima iniziativa da parte del comune, il governo oramai pensa solo al benessere monetario, non ci si occupa più della vera felicità» sono abbastanza sicuro di quello che dico, non ho problemi a dire queste cose, so che molti la pensano come me.
«Cos'hai da dirci riguardo al tuo discorso?»
«Che sono ancora della stessa idea, era una manifestazione per far valere gli eguali diritti tra omosessuali e eterosessuali, tutti meritano di vivere serenamente senza discriminazioni»
«Hai parlato anche di unioni»
«Si, per stessi diritti intendo specialmente questo! Andiamo...siamo nel 2016, è ora di fare un passo avanti!»
«A te questo cambierebbe qualcosa?»
«In che senso?» non capisco la domanda.
«Se alla fine di tutto si decidesse di non dare gli eguali diritti, tu ne saresti penalizzato? In fatto di matrimoni a te cambierebbe qualcosa?»
«Se le tue intenzioni sono chiedermi se sono gay puoi farlo senza usare giri di parole» mi scappa una risata e in seguito persino il regista si mette a ridere, spesso giudichiamo certe domande complicate quando il più delle volte non lo sono affatto. «Ad ogni modo, si, sono gay» ricordo quando capii di esserlo, non lo volevo dire a nessuno, volevo rimanesse un segreto, pensavo che questa rivelazione mi rovinasse la poca reputazione che avevo. E invece eccomi qua, sto parlando della mia omosessualità davanti a milioni di persone e non ne sono affatto imbarazzato.
«Ti ringrazio per il tempo dedicatoci, spero con tutto il cuore che le tue preghiere si avverino» il cameraman ora ha spostato la telecamera sul giornalista per darmi tempo di andarmene, mi affretto ad uscire ed Eric mi segue con le lacrime agli occhi.
«Mi hai spiazzato lo sai?» si confida «Insomma sei il primo che è riuscito a dire le cose come stanno» dice «Ti ammiro Harry, ti ammiro così tanto»
Non so cosa dire, ho solo detto quello che pensavo, quello che il mondo aveva bisogno di sentire, odio i mezzi termini e ho preferito dirlo a tutto d'un fiato sia qui che alla manifestazione.
«Beh ecco...sono solo stufo di questa disuguaglianza, non se la merita nessuno»
Si asciuga la lacrima e ci dirigiamo verso l'ascensore.
«È stato bello venire qui» dice.
«Ti ringrazio per avermi accompagnato» non so cosa avrei fatto senza di lui.
Quando le porte si aprono entriamo e Eric schiaccia il pulsante del primo piano. Ormai fuori c'è buio e dalle vetrate non si vede nient'altro che luci.
«So che dovrei resistere e che è sopratutto sbagliato, nei tuoi confronti e anche nei suoi..» non capisco, i suoi occhi mi guardano come se volessero mangiarmi «Ti prego perdonami» sento le sue labbra sulle mie, il loro sapore entra sveltamente e vorrei staccarmi ma non posso, sono attaccato al muro e non riesco a muovermi, spero di arrivare giu il prima possibile, spero si stacchi in fretta, odio tutto questo, lui non mi piace in questo senso, lui è un mio amico, non può farmi queste cose. È egoista, solo egoista, ora dovrò vedermela con Louis, non riuscirò nemmeno a guardarlo negli occhi, non passerà momento in cui non mi senta in colpa. Ha rovinato tutto, Eric ha rovinato tutto.
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Obsession || Larry Stylinson
FanfictionSiamo in una società dove il giudizio degli altri conta più di quello nostro. Siamo in una società dove l'omosessualità è considerata un reato. Siamo in una società di tradizionalisti contrari ai cambiamenti. Sono convinta che il vero amore esista i...