2. Don't worry. [-6]

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Ore 06,15
Non ho dormito un cazzo stanotte.
Devo prepararmi e affrontare tutti, dir loro che me ne andrò, che si scorderanno di me e che tra un paio di mesi neanche si ricorderanno il mio nome. Non ho paura dell'oblio ma non mi dispiacerebbe se mi chiamassero di tanto in tanto, anche solo per sapere come sto o come mi trovo in quella nuova città.
Sembra strano ma non penso alla mia ragazza, non penso che molto probabilmente dovrò lasciarla. Forse non me ne frega più. Forse non ho mai voluto stare con lei.
Mille domande si susseguono nella mia mente.
Avrei voglia di partire immediatamente senza salutare nessuno ma non posso.

«Dai Harry, è ora di svegliarsi, devi andare a scuola».

Le parole irritanti di mia madre mi fecero sobbalzare dal letto e in un secondo fui pronto per andare a scuola.

«Beh, non fai colazione?»

«No, non c'ho voglia. Ci vediamo oggi»
"Mantieni la calma" il mio subconscio sembrava tranquillo e volevo che lo restassi anche io.

Ore 07,53
«Ehi Amore, mi accompagni a lezione?»
Ho cercato di evitarla, di non salutarla, di scappare dai suoi sguardi ma mi ha trovato, dovevo dirle cosa stava succedendo.
«Si, prima però ti dovrei parlare» la voce tremava dalla paura. E se si fosse arrabbiata?

«No adesso no, devo andare a lezione, scusami, ci vediamo dopo»

"Non irritarti, ci parlerai dopo" la vocina interiore si fece viva un ennesima volta.

Ore 12,56
Finalmente questa giornata stava per finire, mancano sei giorni e dopo me ne andrò da questo inferno.
«Harry, sei sveglio? Sta per suonare, muoviti!» La voce della mia compagna di banco mi svegliò dai pensieri. Mancavano quattro minuti dal suono della campanella e dovevo assolutamente parlare con Sarah.

Ore 13,05
Usciti da scuola me la ritrovai inaspettatamente davanti.
«Dai amore sputa il rospo, dimmi cosa c'è» Ecco, era giunto il momento. Dovevo dirglielo. Stava aspettando una risposta.

«Vedi Sarah..io me ne devo andare, fra sei giorni»
Non era stato poi così tanto difficile.

Si mise a ridere come un'idiota.
«Dai fai il serio per favore, non ho voglia di scherzare»
Perché non mi credeva? Avevo la faccia di uno che prende per il culo la gente?
«Non sto scherzando Sarah. Non sono mai stato più serio di così. I miei hanno difficoltà economiche e hanno deciso di trasferirsi in un'altra città»
Beh, la sua reazione non fu delle migliori. Se ne andò senza rispondermi, senza una parola, ed io mi sentì così distrutto.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora