74. LXV Chapter

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Le mie gambe tremano, cessano sulla terra bagnata, sto gelando e le sue parole sono così difficili da comprendere, non riesco a credere che sia qui, non è uno di quei sogni che ogni notte devo affrontare, non è niente di tutto ciò, questa è la realtà, lui è qui veramente.
Sento i suoi passi, si sta avvicinando, il mio cuore è sempre più vivo, come il primo giorno d'estate dopo mesi di inverno, è tutto così surreale.
Non riesco a guardarlo negli occhi, non ci riesco, non so perché, ma lo sento, sento il suo respiro forte e così vicino da sentirne l'odore, la sua mano tocca la mia guancia, è così calda, così confortevole. È qui, davanti a me, perché continuo a non crederci?
«E me ne sono andato, si, ma per il tuo bene. Non avrei permesso a nessun altro di farti del male, perché non lo avresti meritato, sei così bello Haz, nessuno dovrà più toccarti» le lacrime continuano a scendermi interrottamente, vorrei prenderlo a schiaffi per avermi lasciato qui da solo, vorrei urlargli addosso per avermi folgorato dal dolore ma lo ringrazierei per essere di nuovo qui, lo ringrazierei per non essersi dimenticato di me.
«Ma sono tornato, sono arrivato fin qui per te, non starai male di nuovo, è una promessa Harry» vorrei guardarlo, fissare i suoi occhi per il resto dei miei giorni, abbracciarlo così forte da lasciargli i segni, ma non ho forze, i muscoli non rispondono ai miei comandi.
«Fatti portare in macchina, sei esausto» in un secondo le sue braccia avvolgono la mia schiena e mi sollevano da terra, sento il mio corpo fluttuare nell'aria, nessuno ora mi farà più del male, c'è lui, lui mi proteggerà.
«Il mio piccolo e fragile Haz»

                                     * * *

Le luci del sole non ci mettono molto a svegliarmi, apro gli occhi e mi guardo intorno, sono a letto, nel nostro letto. I ricordi della sera prima riaffiorano, il mio cuore accelera i battiti, è possibile che mi faccia sempre questo effetto? Che non sia cambiato niente rispetto a mesi fa?
Sembra passata un eternità dall'ultima volta che l'ho visto.
Le sue parole mi hanno fatto aprire gli occhi, non è stata colpa sua se è dovuto andarsene, voleva solo il mio bene.
Mi alzo ciondolando, vado in bagno e mi do una rinfrescata al viso, ho una brutta cera ma sto bene ora che lui è qui.
Scendo le scale verso la cucina, c'è un foglietto appeso al mobile, mi dice che è andato a prendere la macchina, l'ho lasciata in quel bosco ieri sera perché sono tornato a casa con la sua. Spero che mia madre non si arrabbi.
Apro il frigorifero per cercare qualcosa da mangiare ma suona il campanello di casa, mi avvicino alla porta e scosto la tenda.
È Jake, apro la porta mostrando un finto sorriso «Che fai, non mi apri?» dice ridendo, per lui sembra non essere cambiato niente.
Premo il pulsante del cancello ed entra in casa salutandomi con un abbraccio:
«Stai bene? Ti vedo in forma» sorride
«Si grazie, come mai sei qui?» chiedo cercando di non essere troppo curioso ed evasivo.
«Avevo voglia di vederti» afferma «Hai dormito sul divano?» chiede indicandolo. Solo ora mi accorgo che ci sono le coperte, deve essere stato Louis, avrà dormito li stanotte.
«Ehm si, mi sono addormentato guardando la tv» rispondo imbarazzato, spero se la beva.
«Comunque volevo chiederti» si ferma «Stasera c'è una festa, in un locale non molto lontano, ci sarà da bere e quell'idiota di Sandy non verrà. Mi piacerebbe che tu venissi»
Prima che sia io a rispondere una voce prende il sopravvento, la porta è aperta e Louis è in piedi con le chiavi che penzolano dalle mani: 
«Lui non va da nessuna parte»

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora