«Me lo prometti?» stringo le coperte e mi avvicino a lui.
«Te lo prometto Harry, sarà la quinta volta che te lo ripeto» ride.
«Vorrei esser certo che tu non cambia idea» dico appoggiandomi la sua mano nella mia guancia, è così bello averlo a letto con me, potergli parlare liberamente, scherzare e ridere insieme. Mi chiedo se a Londra sarà tutto così semplice, non so che tipo sia quella donna, se sia la cattiva della situazione o una ragazza gentile che sta facendo solo il proprio "lavoro".
Non so come funzionino le cose laggiù, sarà diverso in ogni aspetto, tutto più incasinato.
È tutto un altro mondo, qui viviamo tra noi, ci sono sempre le solite persone e vivi con la solita routine, in città così grandi non sai mai cosa aspettarsi, potrebbe succedere di tutto in qualunque momento, basta guardare il telegiornale per rendersene conto. Spero solo che tra noi le cose non cambino, dovremo convivere con lei e forse anche con la domestica ma ce la faremo..penso.
«Smettila di pensare» sbuffa «Ti preoccupi per niente, lo sai»
«Come faccio con la scuola? Non posso chiedere il trasferimento da un giorno all'altro» di solito lo si chiede mesi prima, non so se sia possibile nel mio caso.
«Ci ho già pensato io prima che te lo chiedessi direttamente» afferma «Sapevo saresti venuto con me» sorride.
Mi conosce gia così bene da poter decidere tutto della mia vita, per sua informazione ero un po' incerto sul da farsi, non è stato facile decidere di andare con lui. Comunque sia sono contento che abbia fatto tutto lui, io non saprei nemmeno a chi affidarmi per un trasferimento.
«Hai finito?» chiede alzando gli occhi al soffitto.
«Di fare cosa?»
«Te ne stai nel mondo delle nuvole praticamente tutto il tempo» mi canzona
«Scusa se sto per andare a vivere a chilometri e chilometri dalla mia famiglia e non conoscerò nessuno a parte te!» gli tiro una cuscinata, sghignazzo per la sua reazione.
«Smettila o giuro che..» mi minaccia
«Che cosa Louis? Che cosa mi fai?» chiedo, sto ancora ridendo, mi mancavano questi momenti, è così bello averlo vicino.
«Mi vendicherò» mi avvisa chiudendo gli occhi e smorzando un sorriso. Mi avvicino al suo viso, le sue labbra sono così vive, così belle, le guardo per un istante e successivamente riporto lo guardo sui suoi occhi ancora chiusi. Mi avvicino sempre di più, sembra non se ne sia accorto, allungo la lingua nella sua guancia e incomincio a leccargliela come un cagnolino bisognoso di affetto. Apre gli occhi di scatto «Fai schifo!» fa una faccia di disgusto ma sembra anche divertita, più o meno.
«Ma dai è solo un po' di saliva tesoro mio» lo prendo in giro «Sei proprio una femminuccia» lo provoco trattenendo un sorriso.
«Ah si? Una femminuccia?» ripete
«Proprio così» mi morsico le labbra.
Con uno scatto me lo ritrovo sopra di me, i suoi occhi color azzurro accesso fissano i miei, ogni volta mi dimentico della bellezza dei suoi zigomi, del suo sorriso, dei suoi occhi, è tutto così bello che potrebbe esser paragonato al paradiso. Si avvicina e i battiti del mio cuore incominciano ad accelerare, sento il rossore delle mie guance, nonostante lo conosca da mesi mi fa sempre lo stesso effetto. Lo trovo un po' imbarazzante, sembro un bambino alla sua prima cotta.
Sento il suo respiro sempre più intensamente, le sue labbra toccano le mie sfiorandole delicatamente, la passione prende il sopravvento e le mie braccia cingono i suoi fianchi stringendoli più forte che posso, non voglio che se ne vada, le lingue incominciano ad esplorare le nostre bocche, mi mancava questa sensazione, mi mancava lui, mi mancava la sua presenza. Stringo sempre più forte fino a che ogni parte del mio corpo è attaccata al suo, vorrei togliergli la maglietta, percorrere ogni parte della sua pelle, toccarlo per tutta la notte, accarezzare il suo torace e baciarlo in ogni suo centimetro.
«Domani devi andare a scuola» mi fa notare con disappunto «il tuo penultimo giorno di scuola» annuncia entusiasta.
«Buonanotte tesoro» si stacca ma mi prende la mano e la attira a sé.
Mi avvicino a lui stampandogli un bacio nelle labbra «buonanotte»
* * *A svegliarmi è il suono della sveglia, non ricordo di averla programmata. Louis con un lamento si gira dall'altra parte ed io mi alzo senza far rumore, vado in bagno e mi do una rinfrescata al viso, mi spoglio e mi infilo dentro la doccia. Mi faccio una sorta di lista delle cose da fare, finito scuola penso di voler andare da mia madre,voglio salutarla per l'ultima volta almeno. Dovrò andare a prendere della roba da vestire perché non ne ho più e non posso sempre andare in prestito della roba di Louis.
Esco dalla doccia e mi avvolgo in un asciugamano, ritorno in camera e apro il cassetto della biancheria, poi decido di mettere un paio di jeans neri e un maglione grigio.Una volta vestito controllo che Louis dormi ancora e, una volta accertato, vado in cucina a mangiare, in questi giorni non sto saltando nemmeno un pasto, devo esser fiero di me stesso. Prendo il bricco di latte e dei cereali integrali con cioccolata.
Guardo l'orario, sono le sette e mezza, è meglio che incominci a incamminarmi, non vorrei arrivare a scuola in ritardo.
Butto la tazza nel lavandino e mi metto il giubbotto, una volta in strada incomincio a camminare più veloce che posso, non ci metto molto ad arrivare, più o meno una ventina di minuti.
Vedo subito Jake davanti al cancello, non so se parlargli o tirare dritto, non saprei come comportarmi dopo l'avventata in casa mia quella sera. Scruto l'orizzonte alla ricerca di John ma non lo vedo, noto Christian venire verso di me, mi da un veloce abbraccio e mi saluta chiedendomi come sto.
«Sto bene grazie, a te come va?» chiedo cercando un argomento valido di cui parlare.
«Molto bene» sorride «Vieni, andiamo da Jake» mi prende per il braccio e mi trascina dal suo caro amico.
«Harry!» mi vede «È da tempo che non ti si vede!» Si, due giorni.
«Allora è vero che te ne vai?» mi chiede, rimango paralizzato, come fa a saperlo? Non rispondo «Dai ormai lo sanno tutti, la voce gira» corrugo le sopracciglia e mi affretto a dire qualcosa, qualsiasi cosa.
«S-Si è vero, parto dopodomani» deglutisco, sembra confuso, come se non si aspettasse che lo confermassi, ma è vero, parto tra pochi giorni, non ci posso fare niente.
«Con lui?» il suo tono non è benevolo ma da una parte lo capisco, ho smesso di uscire con loro da quando è tornato Louis, è come se fosse colpa sua anche se non lo è affatto.
«Si, con Louis» il silenzio viene interrotto dalla campanella dell'inizio delle lezioni, sembra esser ritornati a mesi fa, quando dovevo venire ad abitare qui. Inizialmente mi sembrava la peggior decisione che i miei potessero prendere ma da quando ho conosciuto lui tutto è migliorato, e ringrazio loro per questo.
Entro in classe e John è nel solito banco, mi siedo a fianco a lui e gli rivolgo un sorriso.
«Ciao» dico.
«Ciao»
Il professore incomincia a ripassare le cellule atomiche in preparazione al test della prossima settimana ma la mia attenzione è su John, sembra del tutto distaccato e non ne capisco il motivo.
«Va tutto bene?» chiedo, sono preoccupato.
È triste, c'è qualcosa che non va e anche se non sono bravo a dare consigli posso provare ad essere un buon amico almeno per questi giorni.
«La mia ragazza» non ricordo ne avesse una, probabilmente non ero attento «Mi ha lasciato» abbassa lo sguardo «ieri sera, per messaggio» dice.
«Mi dispiace tanto John» sussurro cercando di non parlare ad alta voce «Cerca di non pensarci troppo, insomma, ti ha lasciato per messaggio, non ne vale la pena, credimi» non saprei cos'altro dire, quando Louis se n'è andato non ci vedevo più, ho passato un periodo completamente scuro e non auguro questo a nessuno.
«È vero che andrai via?» chiede cambiando discorso. «A scuola gira voce che cambierai scuola»
«Si» non è mai facile andarsene dal proprio paese ma questa volta sarò felice quindi va bene così.
«Ci rivedremo?» chiede, sembra quasi una supplica. John è un buon amico e con me è sempre stato molto gentile, spero tanto di tenere saldo il nostro rapporto.
«Certo, verrò a farti visita quando tornerò per i miei genitori» sorrido.
Si gira verso il professore e passiamo il resto dell'ora ad ascoltarlo con assoluto silenzio.Il suono della campanella di fine lezioni mi fa rallegrare di gioia, esco dalla porta principale e mi avvio verso il grande cancello, la macchina di Louis è parcheggiata nel vialetto, oh è venuto a prendermi. Sto per raggiungerlo ma vengo fermato da Christian, prima mi sono dimenticato di salutarlo, spero non se la sia presa.
«Sei sicuro di volertene andare?» non riesco a capire la domanda, per quale motivo non dovrei esserne sicuro?
«Si certo, perché?» chiedo.
«Boh non so, hai già traslocato una volta, la seconda potrebbe essere stancante ecco»
«Non preoccuparti» gli sorrido «Andrà tutto bene».
«Va bene, allora ci si vede» dice «Ciao Harry» mi da un lungo abbraccio e mi saluta con la mano. Mi mancherà anche lui ma sono sicuro di quello che faccio.
Dal vetro della macchina noto un Louis strano, sembra arrabbiato. Salgo in auto seguito dagli sguardi di tutti gli studenti.«Chi era quello?»
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Obsession || Larry Stylinson
FanfictionSiamo in una società dove il giudizio degli altri conta più di quello nostro. Siamo in una società dove l'omosessualità è considerata un reato. Siamo in una società di tradizionalisti contrari ai cambiamenti. Sono convinta che il vero amore esista i...