Era da mesi che non vedevo un temporale così, sembrava una buia mattina d'inverno. Il vento non faceva altro che scrollare i rami degli alberi da un estremo all'altro e la tristezza mi pervase.
E così uscii di casa con l'ombrello regalato anni prima dalla mia adorata nonna che oggi giorno mi guarda dall'alto.
Aspettai che la grigia macchina si fermasse davanti casa, ma fu inutile. Louis non venne.
Mi affrettai e incominciai a correre verso il portone d'ingresso della scuola ormai fradicia. Entrai in quella monotona e scura classe e vidi John, con quell'aria assonnata che si ritrovava ogni giorno.
«Ciao John» lo salutai come ogni mattina.
Si limitò a fare un cenno e a guardarmi come se non mi avesse mai visto, come se fossi cambiato.«Mi hai deluso sai?»- la sua voce si fece viva ma in quella circostanza avrei preferito non sentirla.
Alzai lo sguardo. «Lo sanno tutti»- continuò.
Mi guardai attorno e tutti mi fissarono. Cosa era successo di così eclatante?
«Tu e Louis»- disse amareggiato.
No. Non era possibile.
«Un gruppo di ragazze vi ha visto al parco, mano nella mano. Dimmi che non eri tu, per favore» lo guardai con gli occhi sbarrati, non ci potevo credere.
La nostra conversazione, se così si poteva chiamare, finì con il buongiorno del professore di matematica intento ad iniziare la giornata con una verifica a sorpresa.
Ero in difficoltà a scrivere addirittura il mio nome e cognome. Era l'inizio della fine pensai.Non vidi Louis per tutta la giornata.
Arrivai a casa più depresso di prima.
Cercai di telefonargli e, dopo una serie di tentativi andati a vuoto, mi rispose.
«Ti prego non arrabbiarti, oggi non sono venuto a scuola, dovevo dirtelo lo so. Scusami» non lo feci continuare, non mi interessava cosa aveva da dirmi.
«Potresti venire a casa mia? Devo parlarti, è urgente»- chiesi in preda al panico, non sapevo cosa fare, cosa pensare, come comportarmi.
Riattaccò senza rispondermi, forse aveva capito e si stava affrettando a venire.
Capii che era arrivato quando sentii mia madre salutare qualcuno. Di colpo la porta si aprì «Eccomi, cos'è successo?»- disse senza fiato.
«Non è più un segreto, ormai tutti sanno»- dissi guardando fuori dalla finestra, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
«Cos'è che sanno?» chiese ancora inconsapevole di ciò che era venuto a crearsi.
«Di noi, ci hanno visto, al parco»
Si mise le mani sulla fronte e si sedette sul letto ancora incredulo, chinò la testa e guardò il pavimento per svariati minuti.
«E ora?»- chiesi.« Cosa facciamo?»
Ci volle un po di tempo prima di rispondermi.
«Confermiamolo anche agli altri»- disse deciso «Ormai non è più un segreto e l'unica via è questa» Si alzò in piedi e si sedette vicino a me.
«Andrà tutto bene»- mi disse tranquillo con voce tremante.
Mi prese la mano e la strinse per rassicurarmi.
Ci abbracciammo con la speranza che tutti avrebbero capito, che tutti avrebbero approvato questo nostro incondizionato amore.
Arrivò il giorno successivo molto in fretta e Louis mi venne a prendere davanti casa.
«Pronto per questa intensa giornata?»- chiese.
Annuii senza parlare, mi veniva da vomitare.
Una volta arrivati, parcheggiammo la macchina.
«È arrivato il momento, ora scendo prima io, ti apro lo sportello e ti tratto da fidanzato»- disse creandosi un tipo di schema visivo.
Dovevo ancora abituarmi al fatto di avere un fidanzato e tutto ciò mi sembrava così strano.
Una volta sceso mise il suo braccio nella mia schiena e ci avvicinammo al portone.
Una serie di sguardi ci afflissero ed io guardai in basso per evitare di accorgermi di tutto quello stupore. Non mancarono le ridacchia della gente, le professoresse che ci guardavano male ed una serie di cose che non fecero che peggiorare la situazione.
Finirà tutto questo. Finirà tutto questo. Non facevo altro che ripeterlo a bassa voce.
«Amore, tutto bene?» mi chiese preoccupato Louis. «Si, penso di si»- risposi incerto.
Mi accompagnò fino all'aula 108 e con un bacio mi salutò dileguandosi.
Entrai in classe e si fece un silenzio tomba da far paura.
«Ecco Harry, wow, bella coppia»- si complimentò un ragazzo poco più alto di me, con capelli di un biondo scuro e occhi azzurri.
Chinai la testa per ringraziarlo. Mi stavano prendendo in giro o erano veramente felici per me?
Mi sedetti e il sorriso di John non fece che tormentarmi. «Ottima mossa Styles»- mormorò. «Hai fatto la cosa più giusta. Sei venuto allo scoperto»- disse.
«Non potevo scappare, questa era l'unica via possibile»- risposi proprio come aveva detto Louis, eppure non ne ero sicuro al cento per cento.Le lunghe e intense ore di scuola finirono e Louis mi aspettò davanti alla porta d'ingresso.
«Allora, come è andata oggi?»- chiese curioso.
«Inaspettatamente bene»- risposi sorridendo.
Salimmo in macchina seguiti da centinaia e centinaia di sguardi.
«Siamo come Bella e Edward, il loro primo giorno di scuola insieme»- disse.
Era vero, nel film erano al centro dell'attenzione, proprio perché era una cosa inaspettata, nessuno lo avrebbe mai immaginato.
Ci volle poco per togliere il sorriso dalle nostre facce. Stavamo percorrendo la stradina che conduceva a casa mia e vidimo lui, il ragazzo del bar, stava in piedi, guardava la nostra macchina e con le mani applaudiva. Era terrificante. Aveva un cappuccio nero e la faccia le si vedeva a malapena.
Le mani di Louis si irrigidirono in un pugno violento. «Continua ad andare avanti, è solo uno sbruffone»- dissi.
Arrivai davanti a casa con il cuore a mille ma non sapevo di preciso di cosa avevo paura.
«Vai in casa»- ordinò.
Corsi verso la porta e prima di entrare mi girai per vedere dov'era finito Louis.
Lui e la sua macchina non c'erano più.
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Obsession || Larry Stylinson
FanfictionSiamo in una società dove il giudizio degli altri conta più di quello nostro. Siamo in una società dove l'omosessualità è considerata un reato. Siamo in una società di tradizionalisti contrari ai cambiamenti. Sono convinta che il vero amore esista i...