90. LXXXI Chapter

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Louis mi prende la mano e ci dirigiamo verso l'ascensore che è dall'altra parte del parcheggio, in prossimità dell'uscita.
«Questo posto da il benvenuto ai ladri» dico sconcertato e piuttosto a disagio.
«No, non è vero, all'interno dell'ascensore bisogna inserire la carta che il proprietario del palazzo ti da. Solo con quella puoi accedere ai piani» rimango zitto sapendo bene che Louis ha ragione e che non c'è nulla di cui preoccuparsi e cerco di pensare a qualsiasi altra cosa che non sia Beth, quella donna non mi ispira niente di buono, spero tanto di sbagliarmi.
Entriamo e dietro di noi si chiudono le porte, è un ascensore grandissimo con led nel soffitto e specchi nelle pareti, può benissimo contenere una ventina di persone, non ne ho mai visti di così grandi. Senza che Louis faccia niente l'ascensore scorre i vasti piani finché, nel ventitreesimo si ferma.
«Eccoci qua» restiamo un momento nel pianerottolo per recuperare le chiavi all'interno del suo giubbotto.
«Buonasera George!» urla inprovvisamente, nella soglia vedo arrivare un uomo nella quarantina d'anni, pelato e con dei grandi muscoli nelle braccia e nel petto.
«Sig.Tomlinson» fa cenno con il capo «La aspettavamo» annuncia.
«Lui è Harry, Harry Styles» mi presenta, allungo la mano in attesa di un saluto.
«Oh lui è Harry? Finalmente la vedo! Mi ha parlato molto di lei» trasalisco quando sento che si rivolge a me dandomi del lei, mi abbraccia stringendomi come se fossi un pupazzo. Non respiro ma non lo do a vedere, mi fa piacere avere già un "amico" qui dentro.
«Lo stai schiacciando!» sento ridere Louis e lui molla la presa «Mi scusi mi sono fatto prendere dall'euforia» rido per non farlo preoccupare di avermi fatto male e ritorno al fianco di Louis.
«Sto facendo il turno di notte, ammazzerò chiunque osi entrare» ci avverte.
«Vedi, questo posto non è così insicuro come pensi» dice sottovoce in modo tale da poterlo sentire solo io.
«Ci vediamo domani George, buona guardia!» lo saluta ed infila le chiavi nella serratura, ho una fitta allo stomaco, non sono pronto a conoscere gli altri, ho paura, troppa paura.
Mi guarda per un momento mentre apre la porta, so che vorrebbe che mi tranquillizzassi ma non è così facile, insomma dovrò abitare qui per sempre e se non vado d'accordo con loro dovrò andarmene. Sono terrorizzato all'idea, non voglio che accada. Per questo cercherò di essere più disponibile e comprensibile possibile, cercherò di essere gentile con tutti, anche con lei.
Quando la porta è completamente spalancata davanti a me si apre un enorme salotto moderno, le vetrate alle pareti sono immense e anche da lontano si intravedono le luci degli altri grattacieli, il divano al centro della sala è grigio ed è a due angoli, la televisione davanti ad esso ha dimensioni pazzesche, ne ho viste di più grandi ma anche questa lo è. Il pavimento è completamente lucido e a destra si apre un enorme scala a chiocciola che porta, penso, alle camere da letto. È tutto così strano e così bello che per un momento non capisco bene dove mi trovo, sembra un sogno, una casa tutta per noi. Potremo mangiare popcorn sul divano mentre guardiamo una commedia e poi addormentarci l'uno accanto all'altro prima che il film finisca, potrò preparare cene deliziose a Louis per quando tornerà a casa da lavoro.
«Louis!» dalla stanza a sinistra esce una donna non tanto vecchia, si pulisce le mani nel grembiule e cammina velocemente verso di noi. «Pensavo non tornassi più» ride felice, penso non si sia accorta della mia presenza così Louis prende l'iniziativa e mi tira a sé «Lui è Harry» dice, «Abiterà qui insieme a me» annuncia.
Allungo la mano e lei la stringe forte forte «Ci scusi per il ritardo, abbiamo trovato traffico durante il tragitto» trovo un argomento di cui parlare per evitare di fare la faccia da pesce lesso.
«Oh tesoro non preoccuparti, dammi pure del tu, vi ho preparato qualcosa da mangiare» mi avvio dopo di lei in cucina, spero di averle fatto una buona impressione.
La cucina è stupenda ed è anch'essa affacciata alle grandi vetrate del salotto, è a due pareti ed è rossa e grigia, adoro quei colori, rappresentano anche un po' lo stile di Londra.
«Comunque io mi chiamo Helen e sono il capo di tutta questa casa» scherza.
«Sei tu quindi che prepari quei deliziosi piatti che Louis mi racconta» evito lo sguardo di Louis confuso, sto cercando di essere simpatico e lui non mi aiuta per niente.
«Si, non vedo l'ora di cucinare anche per te!» dai suoi occhi capisco che dice la verità, è una buona donna e chissà se ha anche lei una famiglia.
«Dovrai impararmi a fare qualche buon piatto» le dico, non ho mai cucinato qualcosa di concreto e buono di cui andassi fiero. Questa è una buona opportunità per imparare.
«Helen!» sento urlare dalla camera di sopra «Helen dove sei?» penso di aver capito chi sia, spero venga giu anche lei così da guardarla in faccia e, in ogni caso, prenderla a botte.
«Scusate, quella donna mi farà diventare scorbutica» si allontana dalla cucina dopo averci servito i piatti, omelette con formaggio fuso, ho già l'acquolina in bocca.
«Le stai simpatico» mi fa notare «Ti stai dando da fare eh» ride e mette in bocca la prima forchettata. Faccio lo stesso anche io, è squisito, veramente tanto buono, le uova io riuscivo sempre a bruciarle, queste invece sono cotte al punto giusto.
«Cos'è successo lassù?» chiedo curioso.
«Niente di che, sicuramente Beth non trova il suo pigiama in flanelle e ora Helen dovrà cercarlo al posto suo»
«Helen non può evitarla, insomma, lasciarla trovare le suo robe da sola?» il comportamento di Beth è paragonabile a quello di una bambina capricciosa, non posso credere esista veramente gente così.
«Ormai è abituata e ci scherza su, anche per te sarà così, si tratta solo di qualche giorno, credimi»
Sento i tacchi a spillo nel legno delle scale, fanno un rumore assordante e lei non vede di fare il minimo sforzo per non farsi sentire così tanto. Sta scendendo ma prima che me ne renda conto sento i suoi passi avvicinarsi alla cucina. Quando finalmente riesco a vederla rimango senza parole.
«Oh» si limita a dire lei. «Tu sei..?» fammi stare buono, fammi stare buono.
«Lui è Harry» interviene Helen avvicinandosi per prendere i piatti e riporli nel lavabo. È una bella ragazza, la differenza di anni è abbastanza ovvia, i capelli sono di un biondo platino e gli zigomi evidentemente rifatti. Gli occhi sono di un marrone scuro e indossa ancora un vestito da sera.
«Abiterà qui con noi» aggiunge Louis evidentemente seccato.
«Oh» sembra stupita «Quindi è lui il ragazzo che...» non sa come continuare «Insomma...voi due..» vorrei riderle in faccia ma mi trattengo, non ne vale la pena.
«Si Beth, si» risponde Louis mettendosi una mano nella fronte. Questa donna è un caso perso.
«Ecco!» urla «Ci voleva solo lui adesso!» sto per alzarmi in piedi ma vedo Louis quasi scoppiare a ridere mentre osserva la sua reazione così preferisco di starmene calmo e godermi lo spettacolo.
«Non voglio rimanere qui un minuto di più, vado a letto» non sento più il rumore di prima quindi deduco si sia finalmente tolta quegli odiosi tacchi.
«Ultima porta a sinistra!» urla Louis e tutti ci mettiamo a ridere.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora