17. IX Chapter

15.9K 877 45
                                    

Era l'ora di pranzo e decidemmo di andare in un bar non tanto lontano dal parco a prenderci qualcosa.
"Cosa vuoi da mangiare?" Mi chiese Louis mentre scorreva il menù.
"Un tramezzino può bastare".
Ci mise venti minuti per scegliere cosa prendere e alla fine decise di mangiare un toast. Ordinammo e una cameriera arrivò con due bicchieri di birra alla spina.
"Questa la offre il ragazzo laggiù" disse sorridendo. Ci girammo entrambi e c'era uno con tatuaggi ovunque e un piercing nel sopracciglio sinistro. Alzò il suo bicchiere per augurarci buon appetito e si girò a guardare la partita di football in tv.
Io e Louis ci guardammo esterrefatti. Non lo avevamo mai visto, nemmeno lui che abita qui da ormai molti anni.
"Voglio andare a parlare con quello li. Non mi piace per niente". Disse con aria scocciata e decisa.
"Forse vuole solo fare amicizia. Magari ha appena traslocato, proprio come me".
Mi guardai attorno e solo in quel momento mi accorsi di quanti particolari aveva quel bar: sulle pareti c'erano attaccati enormi pesci come se li avessero cremati. Erano inquietanti.
"Non prendere paura" disse ridendo "qui si pesca moltissimo e quando si prendono pesci rari è solito appenderli alle pareti di casa oppure venderli a commercianti ricchi".
Non ne capivo tanto il senso ma lasciai perdere perché non me ne importava più di tanto.
Una necessità che avevo in quel momento era quella di andare in bagno. Me la stavo facendo sotto.
"Vado fino in bagno, arrivo subito" dissi mentre mi alzai da quelle scomode sedie anni sessanta.
Entrai in una porta di legno e mi trovai davanti tre bagni. La cosa ,o meglio, la persona che notai immediatamente fu lui, il ragazzo di prima. Mi guardò dalla testa ai piedi, come se mi stesse ispezionando. Lo guardai malamente per fargli capire che era fastidioso.
"Beh, non mi ringrazi per la birra che vi ho offerto?" Speravo con tutto il cuore che non mi parlasse ma a quanto pare non era possibile.
"Non ti ho chiesto di pagarmi una birra, potevi fare a meno".
Si mise a ridere come se mi stesse prendendo in giro ed io, scocciato, entrai in uno dei bagni, chiudendolo a chiave e controllando per svariate volte di averla chiusa bene.
Sperai di non trovarmelo più li davanti ma quando aprii la porta trovai il suo braccio appoggiato al muro di fianco al bagno dove ero andato. "Spostati" dissi infastidito.
"Oppure?" rispose in modo presuntuoso.
Cercai di trovare un punto di fuga ma il tentativo fu vano.
Ad un certo punto, mentre guardavo in giro, mi prese con la mano le mie guance e le strinse fino a farmi male. Cercai di afferrare il suo polso per staccare la sua orribile mano dalla mia faccia ma era impossibile, era troppo forte.

Mentre la mia faccia era stritolata dalla sua mano qualcuno entrò in bagno. Louis.
Restò a fissare il ragazzo per qualche secondo in attesa che si spostasse da me, ma niente, non aveva intenzione di muoversi.
Allora Louis incominciò ad avvicinarsi.
Sempre di più.
Fino ad arrivare a pochi centimetri dalla faccia di quel temibile ragazzo.
"Levati" ordinò Louis.
"No" rispose in tono secco.
Un pugno scatenò una lite furiosa tra i due ed io non seppi che fare. "Smettetela!" Urlai.
Non servì a nulla. L'ignoto ragazzo cadde a terra a seguito di un pugno in piena faccia e Louis mi prese la mano e mi portò fuori da quel maledetto posto.
"Andiamocene".
Mi tirò fino alla macchina e mi aprì lo sportello spingendomi dentro. "Stai calmo Louis" lo costrinsi a tranquillizzarsi, non potevo accettare che si arrabbiasse per un idiota.
"Non ci ho più visto. Non sopporto il fatto che qualcuno faccia del male alle persone mie più care. Non lo posso permettere".
Rimasi in silenzio.
Una volta arrivato nel vialetto di casa mi fece uscire dalla macchina dandomi prima un bacio per simulare che andasse tutto bene anche se la verità era un'altra.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora