20. XII Chapter

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Mi stavo innamorando veramente.
Non mi era mai successo, nemmeno con Sarah.
In poco tempo Louis era diventato una delle persone più importanti della mia vita. A lui potevo dire tutto perché ero sicuro che mi avrebbe capito, lui sapeva cose che non avevo mai detto a nessuno, le mie debolezze, le mie paure.
E fu così che passarono le settimane, settimane passate a coccolarci giorno per giorno, passate a goderci il nostro piccolo e grande amore.
Ormai a scuola si erano abituati della nostra relazione e non ci facevano più caso. Eravamo diventati normali, finalmente.
«Sai che giorno è domani?»- chiese mentre eravamo distesi sul letto con il suo braccio nella mia spalla e la mia mano sul suo petto.
«Domenica»- risposi turbato. Avevo la netta sensazione di essermi dimenticato qualcosa.
«Domani facciamo un mese, amore»- disse sorridendo.
Me lo ero completamente dimenticato, il tempo era volato.
«Si lo sapevo, volevo solo vedere se te ne eri ricordato»- non ci avrebbe mai creduto ma ci provai lo stesso.
«Certo»- sorrise per indicare che in quella circostanza lo stupido ero io.«Dovremo andare a mangiare fuori, magari in un ristorante qui, in paese»- propose.
Mi piaceva l'idea, non avevo mai cenato da solo con lui, sarebbe stato interessante e divertente.
«Allora ti vengo a prendere domani alle sette e mezza. Poi vieni a dormire da me così tua mamma non deve attendere ansiosa il tuo ritorno a casa».
Dormire a casa sua, una follia pensai.
Emisi un grugnito simile a quello che fanno i cani quando non vogliono fare qualcosa. Sono un idiota, pensai.
Si alzò dal letto e in un batter d'occhio si mise le scarpe. «Ora devo andare, ci sentiamo domani mattina»- si inginocchiò sul letto, facendo attenzione a non sporcarlo con le scarpe, si chinò e mi diede un bacio simile a quello che il principe diede a Biancaneve.
Avevamo passato una bella giornata, eravamo stati insieme tutto il tempo e ci eravamo divertiti un sacco. Mi piaceva passare il tempo con lui e lo amavo, tanto. C'era ancora una cosa da fare prima di ufficializzare il tutto; dirlo ai nostri genitori. Non avevo la minima idea di come la avrebbero presa e se la cosa fosse stata negativa non sapevo come sarebbe andata a finire la nostra storia.
Cioè voglio dire, l'approvazione di un genitore è forse la cosa a cui speri di più e in questa situazione sono molte le probabilità di non essere accettati dalla famiglia stessa.
Il giorno dopo arrivò in fretta, avevo passato una notte tranquilla d'altronde. Era domenica quindi mi permisi di svegliarmi un po più tardi, volevo trascorrere una giornata serena e magari andando a comprare qualcosa da mettermi per quella speciale serata.
Così nel pomeriggio decisi di fare un giro nel negozio vicino a Millport, non avevo mai avuto l'occasione di andarci ma sembrava un posto carino dalle vetrine tutte illuminate. Ci andai a piedi benché non tanto distante da casa mia. L'insegna del negozio si faceva sempre più vicina e quando entrai un profumo di vaniglia mi colpì, era proprio un buon odore. Incominciai a fare un giretto di perlustrazione prima di andare a vedere nei dettagli. Avevo deciso: mi sarei messo uno smoking blu con pantaloni coordinati.

Aiuto.

Fortunatamente ero andato li presto, ci misi un po' per scegliere e alla fine uscii dal negozio con una grande borsa contenente tutto il necessario.

Mi avviai verso casa in quanto stufo di stare in piedi. Cercai di muovermi, c'era un vento tremendo, gli alberi si strusciavano tra di loro, le foglie cadevano a terra ma uno strano rumore si fece sentire. Lo sentivo sempre più vicino.
Era una macchina, era bianca, un auto abbastanza vecchia e un po bruttina a dire la verità.
Veniva verso di me.
Forse non mi vedeva.
Forse stava al telefono.

Cercai di farmi vedere ma non servì a niente.

Mi scaraventò a terra.
La borsa volò in aria prima di atterrare nel duro cemento.
Non sentivo niente, solo tanto rumore, forse era la mia immaginazione, forse stavo solo sognando, eppure la mia mente non pensava più a niente, ero a terra, dolorante e aspettavo qualcuno che mi venisse a salvare, lo speravo.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora