22. XIV Chapter

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I giorni successivi furono abbastanza tranquilli, Louis veniva a trovarmi ogni giorno finito scuola e restavamo accoccolati nel letto cercando di dimenticare quelle terrificanti ventiquattro ore passate in quell'odioso ospedale. Non volevo affrontare quell'argomento, sapevo che non avrebbe fatto piacere a Louis e preferii non parlarne. Però dovevo dirglielo. Dovevo dirgli di quelle braccia tremendamente forti che mi portarono verso l'ambulanza, lo dovevo fare altrimenti avrei peggiorato la situazione. Ma come? In che modo glielo avrei potuto dire? Avevo il timore che si sarebbe arrabbiato, non tanto per quel ragazzo ma per non averglielo detto prima. Ero stato stupido, lo so.
Louis si accorse della mia faccia immersa nei pensieri. «A cosa stai pensando?»- chiese con la sua chiara e limpida voce che mi metteva suggestione ogni volta che la sentivo.
Dovevo dirglielo. Era il momento migliore.
«Ecco Louis, ti devo parlare»- incominciai con il cuore a mille, «devo spiegarti cosa è successo quel giorno, quando sono finito in ospedale».
Corrugò le sopracciglia «Lo so già, ti ha investito una macchina»- rispose sorridendo come se fosse tutto finito li.
Abbassai gli occhi, avevo paura di come la avrebbe presa, era convinto di sapere tutto ciò che era successo, ma non era così, purtroppo.
«Ecco vedi, mi sono dimenticato di dirti una cosa, un particolare»
«Dimmi allora»- rispose evidentemente preoccupato.
«Beh, quando quella macchina mi investì c'è stata una persona che mi prese in braccio, non la vidi tanto bene, ricordo solo che aveva un cappuccio e un po di barba»- glielo avevo detto. Ora dovevo solo sperare che andasse tutto bene.
Incominciai a considerare l'opzione che se ne andasse senza dire niente, senza una parola.
Divenne pallido, molto pallido e le sue mani si irrigidirono in due pugni massicci. Cosa gli era preso? Lo avevo fatto arrabbiare così tanto da volermi picchiare?
«Ascoltami bene Harry. Ora tu risponderai a tutte le domande che ti farò ed in modo più dettagliato che puoi»- disse obbligandomi. Ad un certo punto si alzò in piedi e incominciò a girare avanti e indietro per la camera, era nervoso, si vedeva. Accennai un 'si' con la testa, dire che mi stavo cagando addosso era poco.
«Come è arrivato da te? È sceso da una macchina nera per caso?»- chiese guardandomi negli occhi. Ero agitato e non riuscivo a pensare, ci misi un po per comprendere la domanda.
«Ricordo solo che venne dalla parte opposta a dov'ero, non ho visto nient'altro»- risposi.
Si stava arrabbiando, camminava sempre più veloce e mi stava mettendo ansia, molta ansia.
Uscì dalla camera e se ne andò sbattendo la porta d'ingresso. Potei sentire la sua macchina una volta accesa ma ben presto se ne andò e di lui non lasciò traccia. Provai a chiamarlo ma non rispose. Ritornerà mai indietro?

LOUIS POV
Perché non me lo aveva detto prima? Di cosa aveva paura? Sapeva qualcos'altro oltre a quello che già mi aveva detto?
Tanti dubbi e pensieri passarono nella mia mente ma non era quello il problema principale. Pensavo di sapere chi fosse quel ragazzo, era troppo simile a lui, lo avevo visto quel giorno dopo scuola e anche in bar giorni prima. Dovevo trovarlo.

E sapevo in che posto.

Non ci misi tanto ad arrivare nel vecchio ospedale, il motivo per cui fosse la non lo sapevo, in quel momento non mi interessava molto, volevo sapere cosa voleva da Harry. E se sarebbe servito, lo avrei minacciato.
La sua macchina era la, proprio davanti l'entrata di quell'orribile ospedale. Prima di entrare mi fermai e mi chiesi se veramente ne valeva la pena, voglio dire, quello è uno dei posti più brutti dell'intero paese dove nessuno mette piede da ormai dieci anni. Sapevo che era per il bene di Harry e decisi di entrare.
La grande porta cigolò appena la aprii e una grande paura mi pervase.

Harry, lo faccio per Harry.

«C'è qualcuno?»- cacciai un urlo. Servì a poco dal momento che nessuno rispose. Mi dirigi verso un lungo corridoio pieno di porte che portavano a delle sale, penso.
Sentii sbattere una porta e mi girai per vedere se c'era qualcuno. Nessuno.
«Perché sei venuto qui?»- una voce lontana si fece sentire ed il mio cuore arrivò in gola.
Interminabili secondi di silenzio.
Dovevo farmi coraggio.
«So che sei stato tu a trovare Harry»- risposi deglutendo con l'ansia ancora addosso.

Minuti di silenzio. Troppo silenzio.

«E quindi?»- la voce si faceva sempre più vicina e ormai la paura era passata, in quel momento volevo solo risposte. Dovevo sapere cosa voleva da Harry.
«Vieni fuori»- ordinai cercando di oscurare la voce il più possibile, volevo sembrare cattivo ma fu inutile.
Una porta si chiuse e un'altra si aprii. Intravidi un'ombra, forse più alta della mia, la paura prevalse ancora una volta. Cazzo.
«Eccomi»- riuscii a vederlo, questa volta dalla testa ai piedi, senza cappuccio.
Era un ragazzo alto, capelli mori e occhi di un scuro intenso. Dalla maglia color seppia spiccava un tatuaggio, era un bel ragazzo d'altronde ma non importava in quel momento.
Non era una bella situazione quella, si sentivano rumori provenire dappertutto e lui era qui, davanti a me. Probabilmente c'erano altre persone la dentro.
«Dimmi cosa vuoi»- mentre me lo chiese si irrigidii e incominciò a fare dei passi avanti, verso di me.
«Voglio delle risposte»- risposi in modo generico, non riuscivo a parlare.
Si avvicinò talmente tanto da sentire il suo respiro. «Perché ti risponda avrei bisogno di domande, non pensi?»- mi chiese con un sorrisetto provocatore.
«Come facevi a sapere dov'era Harry? Come sapevi che era in pericolo?»- due domande due risposte, no?
«Non lo sapevo, ero li e basta»- ora quello a rispondere in modo generico era lui. Incoerente.
Si girò e andò verso una porta.
«Ti dico solo una cosa»- mi guardò. «Se vuoi che al tuo caro Harry non succeda più niente di male, vattene. Vattene da qui e vattene da lui».
Avanzò verso la porta e non lo vidi più.
Prima di pensare a ciò che mi aveva detto uscii dall'ospedale con ancora le gambe tremolanti.

Salii in macchina.

Perché mi aveva detto di andarmene? Cosa centrava lui con la macchina che aveva investito Harry?
Mille domande mi parvero come scintille ed io appoggiai la testa sul volante. Cosa avrebbe fatto ad Harry se non me ne fossi andato?
Io volevo rimanere. Volevo continuare a stare con Harry, volevo continuare a fargli le coccole nel letto, volevo continuare ad amarlo.

Che poi, a che punto sarebbe arrivato quel ragazzo? Fin quanto si sarebbe spinto a fargli del male?

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora