105. XCVI Chapter

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«Sei sicuro sia indispensabile andare?»
«Si, ci ha categoricamente detto che non ci devono essere assenti» se fosse una cosa facoltativa non avrei di certo accettato, non mi va di parlare davanti a centinaia e centinaia di persone, non sono il tipo e non l'ho mai fatto.
«Verrai a vedermi?» chiedo, avrei bisogno del suo sopporto, tra meno di un ora dovrò essere pronto e partire per arrivare in tempo. Il professore vuole che ascoltiamo dall'inizio nonostante il nostro turno sia praticamente alla fine.
«Se il lavoro me lo concede si. Stai attento mentre aspetti di salire, ci sarà tantissima gente e non avrai spazio per respirare» la sua preoccupazione non fa che mettermi a disagio, e se cado? Se incomincio a balbettare durante il discorso? Farei una brutta figura e non voglio.
«Vado a prepararmi, comunque se vuoi vado a piedi, il parco si intravede già da qua» dico, non vorrei che perdesse tempo a portarmi, non è nemmeno lontano.
«No, nessun problema. Ti porto io» annuisco e mi dirigo in camera, non ho proprio idea di cosa mettermi, forse dovrei indossare un abito formale, tipo quello della cena dello scorso sabato, oppure dei jeans comodi e una camicia bianca. Metto a confronto i due completi e alla fine opto per il secondo, eviterò di trovarmi in una situazione imbarazzante dove magari solo io indosso un abito.
Mi vesto di fretta e furia e corro dritto in bagno per darmi una rinfrescata, ho proprio una brutta cera e spero vivamente che nessuno ci faccia caso.
Quando scendo le scale Louis è già pronto a partire e, insieme ad Albert ci dirigiamo verso il parco. La tensione incomincia a salire, la paura di non farcela c'è ma sono sicuro che andrà tutto bene, d'altronde questa "cerimonia" si fa ogni anno, la gente sarà abituata a questo tipo di cose e non farà nemmeno caso a ciò che dirò io.
«Siamo arrivati» la voce di Louis mi riporta nel mondo reale, prendo il foglio con il discorso e mi preparo ad uscire. «Stai attento, cercherò di arrivare prima del tuo turno» è strano e non ho il coraggio di allungarmi per dargli un bacio, non ho proprio idea di cosa abbia e perché sia così freddo ma non ho tempo per pensare a questo adesso, esco dall'auto e cerco di orientarmi velocemente, il parco è a sinistra ma il professore ha detto che la cerimonia si teneva davanti, cerco di scrutare l'orizzonte cercando il blocco di gente tutta ammassata, quando mi giro a destra vedo tutti in lontananza, la gente è ancora più numerosa di quanto pensassi e incomincio a dirigermi a passo svelto, un uomo sta salendo sul palco e non devo perdermi nemmeno una parola.
L'aria è gelida e nonostante mi stia ghiacciando cerco di tenere il passo, la gente intorno a me cammina tranquilla tra le vie del parco, è bello non vedere più tutta quella confusione dell'altro giorno dove tutti correvano da una parte all'altra, sembra una città più "normale".

Nell'arco di dieci minuti riesco a raggiungere il luogo e mi faccio spazio tra la gente chiedendo scusa continuamente, non ho proprio idea del perché ci sia tutto questo accanimento, mi sembra una manifestazione così banale.
Vedo finalmente qualcuno che conosco: Kristy!
Quando la raggiunga ci salutiamo con un rapido abbraccio.
«Sei pronto?» a vederla così sembra più agitata di me, cerco di mantenere la calma e di non far vedere la mia preoccupazione.
«Si, più o meno. Tu invece?» sto tremando, il freddo è odioso, potevo mettermi una giacca invece di uscire con solo la camicia e giubbotto. Maledizione a me.
«No affatto, sono agitata» ride «Vieni, andiamo in quel bar, se stiamo qui moriremo congelati»
«Il professore dov'è?» dovremo avvisarlo per evitare problemi.
«Oh lui non c'è adesso, arriva quando tocca a noi» tiro un sospiro di sollievo, incominceremo a salire sul palco tra un ora più o meno e nel frattempo potrò scaldarmi. «Dai andiamo» la seguo ed entriamo in un bar non tanto distante, dalle vetrate si vede benissimo il palco, prendiamo posto nei primi tavoli e subito la cameriera viene a prendere le ordinazioni.

«Allora..cosa hai intenzione di dire dopo?»
«Questo, spero sia abbastanza» le porgo il foglio e incomincia a leggerlo con interesse, nel giro di pochi secondi ha già finito e la sua approvazione è evidente. «wow è roba forte»
«Tu invece?» chiedo.
«Oh, una poesia, l'ho imparata a memoria» l'idea di una poesia mi piace, lo avrei fatto anche io se ci fossi arrivato prima.

* * *

Quando intravediamo il professore arrivare lo raggiungiamo, un uomo continua a parlare sopra il palco, non ho idea di cosa stia parlando, la folla si è fatta più numerosa di prima e i microfoni attaccati ai pali rimbombano su tutto il piazzale.
«Buongiorno ragazzi. Tra poco tocca a voi!» Il vento è quasi scomparso ma l'aria fredda continua ad esserci, salutiamo il professore e guardiamo l'ora, tra quindici minuti dovremo salire, vedo il resto dei nostri compagni di classe in prima fila, tutti hanno almeno un foglio in mano e l'agitazione continua a salire.
«Vieni, andiamo da loro» quando riusciamo ad arrivare davanti al palco diedi un ultima occhiata a quello che dovevo dire, chissà se Louis verrà a vedermi, ci terrei tanto ma so quanti impegni ha e non mi va di illudermi troppo.
Il parco è stracolmo di gente e i bambini che prima si limitavano a guardare ora stanno giocando nei piccoli spazi vuoti, il clima che si è creato mi piace parecchio, tutti sembrano venuti qui per un solo motivo, sono usciti dalle loro case per uno scopo comune e approvo come ogni anno ci tengano a fare questo tipo di manifestazioni.
«Andiamo in ordine alfabetico» il professore avvisa tutti che stiamo per incominciare, ci sistemiamo in ordine in modo tale da non creare trambusto e l'ansia mi investe completamente. «Perfetto, preparatevi»
L'uomo che prima era sul palco sta scendendo e sta dando il via alla mia classe, il primo sale le scale, non sembra per niente agitato, arriva in centro e si schiarisce la voce sventolando il foglio bianco che ora è appeso nel leggio.
La sua voce è limpida e chiara e lo invidio per l'attenzione che sta ricevendo dal pubblico.

* * *

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora