L'ascensore si apre e Albert di tutto punto annuncia a Louis che la macchina è pronta e che possiamo partire.
«Perfetto, grazie Albert» prima che tiri un sospiro di sollievo sento il rumore dei tacchi da sopra le scale, già immagino la scena da principessa. Mette il piede sul primo scalino e il rumore tuona per tutta la casa, più continua a scendere e più si intravede il tessuto dell'abito. È di un rosso fuoco, assomiglia tanto ad uno di quei bellissimi abiti da sposa anni 50' con lo strascico lungo due metri e mezzo. È bellissima, non posso negarlo, il trucco le appare leggero sulla pelle bianca ed i capelli sono riposti indietro con un fermaglio nero abbinato ai tacchi.
Louis segue con gli occhi ogni suo movimento e lei una volta accorta pronuncia un sorriso vittorioso. Quando arriva al pavimento si appoggio al braccio di Louis e lo spinge per avviarsi all'ascensore.Mi sento morire, vedo quei due a braccetto, li vedo da così pochi metri, potrei allontanare lei, urlarle dietro, ripetergli che lui sta con me, che stiamo insieme, che siamo una vera coppia, ma non ci riesco, ho perso le forze e il coraggio, lui sembra così disinvolto, d'altronde questa è la sua vita, è lui che ha deciso questo, io non centro niente e non potrò nemmeno mai far parte di un pezzo di lui.
Si gira lentamente a guardarmi, so che è preoccupato e che da una parte vorrebbe che le cose non andassero così. Espongo un finto sorriso ma lui non reagisce, si rigira dalla parte di lei e continuano a camminare.
Li seguo cercando di non prestare molta attenzione al da farsi, cerco di fregarmene almeno per stasera.
«Harry» la voce di Helen mi rincorre per il corridoio per poi fermarsi a pochi centimetri da me. «Ehi, sei un ragazzo forte» sorride ed io abbasso lo sguardo, sento lo sguardo di Louis addosso «È solo una cena, non pensare a lei»
Continua «Non farle vincere questa battaglia»
Faccio un lungo sospiro prima di rispondere «Ci proverò. Grazie Helen» le do un bacio sulla guancia e raggiungo gli altri.
La tensione è tanta, Beth è appiccicata a Louis ed io sono addosso alla parete, Albert è davanti a noi, i numeri dei piani scorrono velocemente ed io non vedo l'ora di uscire.
Mi giro dalla loro parte, voglio guardare Beth negli occhi, fulminarla come nei film e farle capire che ha già perso dal principio ma finisco per incrociare lo sguardo di Louis, sembra assente, gli occhi sono vuoti ed il sorriso che aveva prima non c'è più. Questo non è il mio Lou, lui non è così. Allunga la mano destra e afferra la mia stringendola forte, so che vuole rassicurarmi e con questo gesto mi sta urlando quanto mi ama ma non riesco a non pensare ad altro, lei, lei rovinerà tutto.
Quando sento il suono dell'ascensore che annuncia che siamo arrivati al piano zero sfilo la mano dalla sua e lo oltrepasso avviandomi alla macchina.
«Ci metteremo cinque minuti» dice Albert aprendo la porta ai due innamorati «Il traffico è quasi assente» salgo nel posto a fianco al guidatore sapendo benissimo che il mio posto non è quello. Non voglio sedermi affianco a loro, non resisterei e scoppierei in lacrime. So come finirebbe e voglio evitare qualunque finale deprimente e sconvolgente.Passiamo i locali più trend della città, sono sempre pieni di gente e mi piacerebbe andare a bere qualcosa li ogni tanto. I ristoranti più lussuosi e costosi di Londra sono stupendi, ognuno ha particolari che gli altri non hanno e deve essere bello cenare a lume di candele all'interno di uno di quelli.
L'auto si ferma in un ingorgo di gente, non ho mai visto così tante persone ammassate, Albert si ferma ed esce dall'auto aprendo subito dopo lo sportello dietro, scendo dalla macchina e dei fotografi mi intralciano il passaggio, il flash mi da alla testa e per un momento sto per andare di matto ma cerco di mantenere la calma, vedo l'entrata a pochi metri da dove sono, posso farcela.
Quando Louis e Beth escono dalla macchina tutti si piazzano intorno a loro, è possibile che facciano così tanto scalpore? È solo una coppia come le altre, una delle tante coppie finte.
Evito di restare a fissare lo spettacolo a cui Beth non vedeva l'ora di essere protagonista e mi dirigo nell'enorme porta in vetro.
Qua dentro è tutto più calmo e soave, i camerieri portano i piatti e i clienti ringraziano sorridendo, è il paradiso rispetto a quello che c'è fuori.
«Harry» sento Louis che chiama il mio nome ed io cerco di raggiungerlo «Vieni, andiamo per di qua» Beth tiene stretto il suo braccio e insieme camminano come una coppia affiatata.
«Scusa per prima, ogni volta fanno a gara per la prima pagina del giornale» non rispondo, annuisco e basta.
Quando uno dei camerieri ci porta al tavolo una decina di persone si alzano per salutarci ed io sorrido imbarazzato.
«Buonasera! Io sono Liam, tu devi essere Harry, giusto?» un ragazzo moro più o meno alto come me si fa avanti e si presenta. Sembra un tipo simpatico. «Si mi chiamo Harry, piacere» sorrido e cerco di deviare una possibile conversazione.
«Ehi io sono Zayn» un ragazzo magro e dai capelli neri si avvicina e si presenta, mi sembra di averlo già visto ma non ricordo dove. «Harry, piacere» la sua mano cinge il fianco di quello che si è presentato per primo, Liam, ed io capisco subito, stanno insieme e qui da qualche parte ci saranno le loro ragazze. Tutto questo sembra così stupido e surreale, è così strano come due persone siano obbligate ad amarsi per mascherare chi veramente si ama.
Caccio il pensiero e ritorno alla cena, ormai quasi tutti si sono seduti.
«Vieni, siediti con noi» accetto e lo seguo lungo il tavolo. Quando finalmente mi siedo cerco con lo sguardo Louis che è seduto davanti a me a sinistra, prego il signore che mi guardi ma non lo fa.
«Allora» Il ragazzo dai capelli neri incomincia a parlarmi «Tu sei un amico di Louis, vero?» Liam tossisce rumorosamente e tutti e due ci mettiamo a ridere «Non ti ho mai visto in città» riprende la conversazione.
«Si beh..mi sono trasferito qui da poco» rispondo «Prima abitavo in un paesino distante...» Zayn si alza prima che finisca di parlare e si siede nella sedia libera a fianco a me.
«Devo chiederti scusa» rimango di stucco per un momento «Sono stato stupido»
«Per cosa?» chiedo, non ho proprio idea di cosa mi possa aver fatto.
«Beh ecco» incomincia «..sono venuto nel tuo paesino per un paio di settimane»
«Oh davvero?Non penso di averti mai visto» mi guardo attorno e gli occhi di Louis sono fissi su di me, prendo paura nel vederlo, è come se volesse fiondarsi su di me all'istante e allontanarmi da tutto e tutti. Ritorno a guardare Zayn che sta cercando disperatamente di parlarmi.
«Si che mi hai visto» afferma.
«Oh andiamo tesoro, avrai tempo di spiegarglielo un'altra volta» interferisce Liam ma non gli presto attenzione, voglio sapere di cosa sta parlando.
«Quando tu e Louis..beh ecco..le prime volte che uscivate insieme» ritorno al passato, il primo bacio, la prima apparizione in pubblico come una coppia, sembrava tutto così bello e noi ci amavamo così tanto.
«Io già lavoravo per questa società e Louis avendo buoni contatti con il Capo era un promettente futuro lavoratore qui» cerco di capire ma la mia mente non riesce a collegare il tutto, non capisco il nesso.
«Il Capo voleva che lo tenessi d'occhio, che andassi via per qualche settimana» lo sparo, il suono dello sparo rimbomba su tutto il cervello.
«Mi hai sparato?! Sei stato tu cazzo!» non riesco a controllarmi, la rabbia prevale su tutto il resto.
«Cosa? No cazzo! No! Non so nemmeno di cosa stai parlando!» si difende «Io non ti ho fatto assolutamente nulla! Cercavo di incuterti terrore, ti osservavo dalla strada, cercavo di essere ovunque tu fossi» il ricordo del ragazzo con il cappuccio che applaude di fianco alla corsia delle macchina incomincia a raffiorare. Era lui.
«Io non ti ho fatto niente. Dovevo ma non ho voluto, hanno assunto qualcun'altro ma non so altro»
«Beh in questo caso non preoccuparti. È passato tanto tempo e nemmeno me ne ricordavo. Scusa se ho pensato ad altro»
Mi risponde che non devo preoccuparmi, poi si alza e ritorna a sedersi al suo posto.
«Tutto bene?» mi chiede Liam sorridendo.
«Si, penso di si»
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Obsession || Larry Stylinson
FanfictionSiamo in una società dove il giudizio degli altri conta più di quello nostro. Siamo in una società dove l'omosessualità è considerata un reato. Siamo in una società di tradizionalisti contrari ai cambiamenti. Sono convinta che il vero amore esista i...