80. LXXI Chapter

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«Harry sei sveglio?»
«Si» lo sento intrufolarsi nelle coperte, è così bello sentirlo vicino.
«Hai sonno?» mi chiede.
«No»
«Ho sistemato Jake» annuncia «Continua a dormire» dice.
«Ok» sono preoccupato per quando si sveglierà, chissà se si ricorda qualcosa o per lo meno cosa ha detto stasera. Vorrei che tutte quelle cose che mi confessato non fossero vere e che non le pensi veramente.
«Dovrai ritornare a Londra presto, vero?» devo avere una conferma, non posso continuare ad illudermi di avere una relazione con lui, se tornerà là a lavorare non potremo fare niente.
«Si ma non ti lascerò ancora una volta Harry»
«E come pensi di fare?» chiedo, sono confuso.
«Verrai con me» sussurra. L'idea mi piace ma odio il fatto di lasciare la mia famiglia e amici qui, sono maggiorenne, posso decidere quello che voglio per me, ma non sono mai stato capace di fare la scelta più giusta.
«Non preoccuparti, ne parleremo meglio domani» mi rassicura. «ci sono ancora così tante cose che devi sapere Harry» si avvicina e mi cinge per un fianco, ora siamo attaccati, il petto stringe il suo e il nostro viso è ad un centimetro dall'altro, non smetterò mai di ripetermi quanto io sia felice adesso, con lui.
La sua bocca prende l'iniziativa, mi bacia così teneramente che quasi mi sciolgo a quel sapore. Amo il fatto che lui sia qui, amo che sia ritornato nonostante tutto, amo il fatto di essere di nuovo suo. Tutto questo mi è mancato così tanto, non vorrei finisse mai.
«Buonanotte tesoro» sento il suo sorriso, anche io gli sono mancato. Appoggio la testa nel suo petto e chiudo gli occhi avvolto dal suo calore.

* * *

Mi alzo cercando di non fare troppo rumore, Louis sta ancora dormendo, rimarrei a guardarlo per ore ma devo andare giù a vedere Jake. Scendo le scale e arrivo in salotto, non c'è nessuno, la coperta è sopra al divano, tutta raggomitolata, la prendo e la sistemo.
«Harry sei tu?» è Jake, è in cucina. Mi avvio e lo vedo mangiare sopra al bancone.
«Ciao Jake» faccio un finto sorriso e gli do il buongiorno, «Hai fame?» chiedo.
«No, latte e cereali possono bastare» ribatte.
«Spiegami cos'è successo ieri sera» spero se lo ricordi «Perché sei venuto qui?»
Deglutisce e si ferma a pensare.
«Non lo so, ho i ricordi annebbiati. Ricordo di essermi ubriacato a casa mia, di aver preso la macchina in stato confusionale»
«E sei venuto qui» continuo.
«Si, a quanto pare si»
«Hai idea di cosa mi hai detto?» chiedo, spero se lo ricorda, non mi va di spiegarglielo.
«Si, più o meno» ribatte.
«E pensavi veramente quelle cose?» dimmi di no, dimmi di no.
«Non lo so, si, penso» ho un tuffo nel cuore.
«Devo andare» annuncia subito dopo.
Lo porto alla porta, ha gli occhi lucidi.
«Spero di vederti presto» ammette pronunciando un sorriso.
Si volta ed esce, lo seguo con lo sguardo, la sua macchina è ancora davanti al cancello.
«Harry, il fatto che lui sia ritornato non significa che non ti farà più soffrire»

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora