«Me ne vado» annuncio, quasi infastidito.
Jake emette un risolino simile ad una sfida, «E dove andresti? Non sai nemmeno dove ti trovi» continua «Non passano nemmeno i taxi, questo non è un quartiere come gli altri» dal tono di voce capisco che sta dicendo la verità, dovrei averlo immaginato, è tutto buio fuori, non ci sono luci che illumino la strada.
«Continuiamo» ribatte infine seccato, «Tocca a te» mi fa notare con disappunto.
Il cuore è in gola, il battito accelera sempre più ed io sono in confusione, non so cosa fare, non sono abituato a queste cose, è la mia prima volta cazzo, non posso permettermi di balzare così in alto.
Penso a Louis e a come sarebbe arrabbiato, deluso. Penso a come non sarebbe d'accordo e a cosa mi direbbe. Ma non c'è, lui non c'è più, se n'è andato e adesso è ad ore ed ore da qui, dovrei sentirmi triste ma non è così, non più. Il dolore si sta dissolvendo e da una parte non provo più il 'bisogno' di scrivere in quello stupido diario. Sto guarendo, forse.
«Quanto dobbiamo aspettare?» quasi urla.
Prendo un respiro profondo e prendo coraggio, abbasso il collo verso la lunga striscia bianca e con il dito sinistro mi tappo la narice corrispondente, alzo lo sguardo verso gli altri che mi stanno guardando con far curioso, non mi sento a mio agio ma devo farlo. Con un sospiro profondo la riga sparisce e ora una sensazione fastidiosa mi assale, è come se avessi un formicolio in tutto il corpo, come se avessi milioni di moscerini dentro allo stomaco, è strano e forse un po' troppo eccessivo vista la mia prima volta. Ora mancano i bicchierini, sono posti sopra al tavola e quasi traboccano di quel liquido marrone, mi viene il voltastomaco.
Prendo il primo shot e lo porto alla bocca, una volta mandato giù non faccio caso a quello che succede dentro di me, rischierei di vomitare da un momento all'altro. Prendo il secondo e terzo bicchiere e li porto alla bocca, uno dietro l'altro, è un sollievo perché adesso ne manca solo uno, ce la posso fare, io ce la faccio, si.
Uno di loro, non riesco a vedere chi, mi incita battendo un pugno sul tavolo, faccio un sorriso sforzato e allungo la mano per prendere l'ultimo.
Scolato anche questo butto il bicchierino con forza, non si rompe per fortuna. Non ho più il controllo di niente, la mia testa fluttua da un pensiero all'altro e le mie gambe non riescono a reggersi, se fossi stato in piedi sarei sicuramente caduto senza neanche rendermene conto.
«Piccolo stai bene?» sento la voce di Jake che nel frattempo ha già terminato il suo turno, lui deve essere forte, deve ormai essere abituato. Riesco a sentire la sua voce, è quasi una presa in giro, come se stessero ridendo di me, anche se non li sento. La nausea prende il sopravvento, non riesco a parlare e mi limito ad alzarmi dalla sedia, ho la sensazione di pesare tonnellate. Mi avvio ciondolando e cercando di appoggiarmi ovunque, so dov'è il bagno o, per lo meno, penso di aver capito.
Avvolgo la mano nella maniglia e la tiro verso il basso, corro traballante verso il water e mi corico per terra con le gambe piegate.Continuo a fissare la tavoletta con le lacrime agli occhi, mi sento uno schifo, una delusione totale. Mi chiedo cosa ho fatto per arrivare a questo punto, non penso di meritarmelo, o forse si? Ripenso a Louis con la consapevolezza che probabilmente non verrà mai a sapere ciò che sta accadendo perché da una parte nemmeno gli importa. Penso a mia madre e a come ora sia preoccupata, le ho lasciato un foglietto sul tavolo dicendo di non aspettarmi e che arriverò tardi ma si sa, le mamme sono le mamme, loro stanno sveglie fino al mattino, restano sull'attenti finché non vedono la porta d'ingresso aprirsi e so che adesso lo starà facendo, ne sono certo.
Un forte sforzo riscuote la mia mente, ora sono in preda al panico, il vomito è appena prima della gola, lo sento supplicare. Prima che me ne rendi conto il liquido è già arrivato nel fondo ma io non sto meglio, sto male, continuo a stare male. Il liquido continua a scendere e mi chiedo come sia possibile che all'interno di me ci siano così tante quantità di questa roba, è esorbitante ciò che mi sta uscendo, non ne ho mai visto così tanta.
«Sei ancora qui che vomiti?» la voce di Jake per un momento mi rasserena, non se n'è andato e sono in casa con qualcuno.
«Gli altri sono stati più forti di te» continua «ma hanno perso comunque» lo sento tirare lo sciacquone e l'acqua mi schizza in tutta la faccia.
«Ora sono a vagare per le case ubriachi fradici» ride «ma penso che per te farò un'eccezione, sei proprio ridotto male».
Il liquido cessa e dopo pochi minuti mi ritrovo a lavarmi la faccia con acqua e sapone, ho l'odore di vomito addosso. Jake mi porge un tubetto di dentifricio e lo stringe sul mio dito facendo fuoriuscire una piccola quantità di composto. Lo porto alla bocca e il gusto di menta si fa spazio intorno a quel tremendo odore.
«Vieni, andiamo a dormire».
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Obsession || Larry Stylinson
FanfictionSiamo in una società dove il giudizio degli altri conta più di quello nostro. Siamo in una società dove l'omosessualità è considerata un reato. Siamo in una società di tradizionalisti contrari ai cambiamenti. Sono convinta che il vero amore esista i...