3. It's okay. [-5]

25.4K 1.3K 419
                                    

Ore 07,00
Ero in ritardo cazzo.
Le urla di mia madre non facevano che peggiorare la situazione.
Mi alzai dal letto ancora frastornato dalla nottata e pensai a ciò che successe il giorno prima.
Arrivato davanti a scuola, con qualche minuto di ritardo mia madre si accertò che stessi bene chiedendomi se fosse successo qualcosa perché evidentemente ERA SUCCESSO QUALCOSA.
Non capiva che il problema era quello che avevano deciso. Non capiva che mi sentivo solo perché ormai nessuno voleva stare con me. Non mi avevano chiesto opinioni riguardo il trasloco, si sono solo limitati a dire "Dobbiamo andarcene figliolo". Non si sono preoccupati di come sarei stato.
Problemi.Problemi.Problemi.

«No mamma, sto bene, sono solo un po stanco» mentire non è mai stato il mio forte e in momenti come questi figuriamoci..

«Va bene, mi raccomando, oggi quando torni a casa incomincia a fare le valigie, io sarò a firmare le ultime carte per il trasloco»
Aprii lo sportello dell'auto senza degnarla di uno sguardo.

Ore 11,48
«Harry, dimmi cosa c'è, tu non stai bene»
Ecco anche lei ci si mette adesso.

«Devo traslocare. Devo andarmene tra cinque giorni»
Gliel'ho detto. Tutto d'un fiato. E non me ne pento, se si arrabbia tra cinque giorni non ci sarò più e staranno tutti meglio.

«Oh Harry, e dove andrai?»

«A Millport» sembrava strano pronunciare quel nome, era così sconosciuto, eppure tra poco sarebbe stata la mia nuova casa.
Il suono della campanella fece distrarre entrambi e la conversazione finì li.

L'ora di biologia sembrava interminabile.
«Perché te ne vai? Non pensi a noi? Ai tuoi amici? A Sarah?»

«Se potessi decidere io starei qui, è chiaro? Io non me ne andrei, che ragione avrei di farlo?»

Quelle domande mi avevano fatto innervosire tanto che chiesi alla professoressa di andare in bagno.
Girai per la scuola per evitare di tornare in quella classe. Cinque minuti prima che suonasse rientrai e lo sguardo dei compagni si fece intenso, quasi fastidioso. Ormai la notizia si era diffusa.
L'ultima campanella finalmente suonò e mi affrettai ad uscire da quella maledetta scuola, lontano da tutti, o meglio, da quasi tutti.
Aspettai l'autobus e poco prima che arrivasse Sarah mi raggiunse.

«Allora è vero che te ne vai. Ti prego, scusami per ieri, io pensavo che stessi scherzando. Cercheremo un modo per continuare la nostra storia, forse potremmo vederci quando..»

La bloccai, non volevo illuderla a continuare la nostra storia.
«No Sarah. Noi non possiamo continuare, non riusciremo a resistere tutto quel tempo lontani l'un dall'altra, è meglio finirla qui»
Io non sono sicuro di pensarla così. Forse sono io che non la voglio più, forse non mi soddisfa più come una volta.
Non voglio comunque farla soffrire e questo è l'unico modo.

«No Harry, noi possiamo..»

La corriera arrivò e non la feci finire di parlare, d'altronde io avevo già deciso cosa fare e sarebbe meglio se la smettesse anche lei di provarci.

Ore 19,45
«Dai Harry, è pronta la cena»
Ora che anche Sarah ed i miei compagni sapevano del mio trasloco ero più sereno e andai a mangiare volentieri.
Finii di mangiare e me ne andai a letto, a pensare a cosa ne sarebbe stato del mio futuro in quella nuova cittadina, Millport.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora