«Tua madre? Ne sei sicuro?» non ci potevo credere, l'inizio della fine.
«Quella è la sua macchina» ribatté.
Non era possibile, sicuramente sarà andata da mia madre a spiegare la situazione prima che lo facessimo noi. Sarà su tutte le furie per non averglielo detto prima.
Ci fermammo a pochi metri dall'entrata, dovevamo pensare cosa fare, entrare? Restare fuori? Molto probabilmente staranno discutendo su come si sarebbe svolta questa faccenda, saranno entrambe deluse e questo pensiero mi fece restare male.
"Deluse", deluse da noi.«Entriamo, dovremo affrontarle prima o poi» propose con aria incerta, impaurita.
Se avessimo aspettato sua madre uscire avremo fatto una brutta figura, come se non fossimo stati abbastanza responsabili.«Andiamo» deglutii.
Scendemmo dalla macchina con il battito cardiaco a mille, cosa avremo trovato una volta aperta la porta? Come la avrebbero presa? Mi prese la mano e la strinse forte per rassicurarmi.
«Andrà tutto bene piccolo, stai tranquillo» l'ultima volta che avevo sentito una cosa simile sono corso fuori di casa piangendo quindi non so tanto cosa credere. Mi diede un bacio di conforto che mi fece accennare un sorriso nonostante fossi nervoso e tremendamente agitato. Guidai la sua mano fino alla porta, per un momento pensai di ritornare in macchina e di andare chissà dove in città.
"Andiamo Harry, non fare la femminuccia" oh, la vocina ha ripreso vita!
Con la mano libera mi appoggiai alla maniglia e, dopo qualche secondo di esitazione, scaricai tutta la mia energia nell'aprirla delicatamente.Mi guardai un attimo attorno, cercando di focalizzare i loro visi.
Niente.
Diedi un occhiata a Louis con aria interrogatoria e lui alzò le spalle per indicare che non aveva idea di dove fossero state.
Molli la presa dalla sua potente mano e sbirciai sopra le scale.
Niente.Ad un certo punto udii un rumore simile ad un risolino.
«Hai sentito?» chiese corrugando le sopracciglia. «Vieni, penso provenga da qua»
Mia madre e sua madre.
Sedute in due sedie con in mezzo un tavolino.
Ridevano e scherzavano.Louis si mise a ridere ed io lo guardai perplesso.
Com'è possibile? Mi voltai e poi rimisi lo sguardo verso loro che continuavano con i loro discorsi.
I loro sguardi incontrarono i nostri, era alquanto imbarazzante.«Louis, Harry!» sua madre accennò un saluto, ancora sorpresa. Ci dirigemmo verso il tavolino, Louis mi strinse forte il fianco ed emise un sorriso. Eravamo intorno a loro, con gli occhi che non sapevano dove guardare e la bocca che non sapeva se parlare o meno. Ci fu un minuto di silenzio, mia madre e la sua si diedero un'occhiata.
«Harry» lo sguardo di mia mamma si spostò sui miei verdi occhi color cristallo. "Oh".
«Louis» si girò e lo guardò con occhi socchiusi.«Johannah mi ha spiegato ciò che voi due state facendo» incominciò.
Deglutii.
Si alzò in piedi, con le gambe attaccate l'un l'altra, di solito faceva così per sgridarmi ma non ero sicuro che lo avrebbe fatto. Non ne avrebbe motivo, in fondo la vita era mia e ne facevo ciò che volevo.
«Oh caro» spostò le sue braccia nel mio collo e mi abbracciò forte.
"Wow".
La sentii per un momento singhiozzare, speravo fossero lacrime di gioia, non avrei sopportato l'idea di un suo disapprovo. No, non in quel momento.«Sono così contenta Harry» le sue lacrime continuavano a scendere irrefrenabili sulle sue guance per poi finire sulla mia maglietta. "È contenta".
«Sono fiera di te» le lacrime incominciarono a scendere anche sul mio viso, quella frase, "fiera di te" non l'avevo mai sentita da mia madre. Ora stavo bene, ora potevo affrontare il mondo a testa alta, lei era fiera di me, lei non era affatto delusa. Mi avrebbe aiutato, mi avrebbe dato consigli in caso di dubbi, ora ci sarebbe stata al cento per cento, si perché ora sapeva tutto.«Ora basta piangere, ragazzi stavo pensando che potreste venire ad una cena domani sera» mi staccai da mia madre guardando incuriosito Johannah.
"Una cena?"«Sarà una cena formale, ci saranno dei titolari e rappresentati di importanti aziende provenienti da tutta l'Inghilterra. Tuo padre ci terrebbe molto che tu venissi, sarebbe una buona opportunità anche per te in futuro di trovare lavoro»
Sembra una buona idea, lavorare per prestigiose aziende è un po' il sogno di tutti. Fisso Louis in attesa di una risposta.«Ti faremo sapere mamma» disse con tono tranquillo Louis, come se non gli importasse più di tanto.
«Pensaci bene, è una buona occasione» ribatté.
«Ed è anche un modo per scusarmi» sussurrò accennando un sorriso.
Scusarsi per cosa? Forse per il comportamento del giorno prima, la sua reazione alla nostra inaspettata relazione.
"Ah come dimenticarla"
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Obsession || Larry Stylinson
Fiksi PenggemarSiamo in una società dove il giudizio degli altri conta più di quello nostro. Siamo in una società dove l'omosessualità è considerata un reato. Siamo in una società di tradizionalisti contrari ai cambiamenti. Sono convinta che il vero amore esista i...