81. LXXII Chapter

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«Dov'è?» Louis è dietro di me, non l'ho sentito arrivare. "Non significa che non ti farà del male".
«Se n'è andato» rispondo, mi giro e mi dirigo in cucina, devo mangiare qualcosa. Apro il frigorifero e prendo del latte freddo, lo verso in un bicchiere e dallo scaffale in alto prendo i biscotti.
«Tutto bene?» mi chiede preoccupato.
«Si» prendo un respiro «Ieri sera mi hai detto che ci sono tante cose di cui mi devi parlare, quali sono?» non ho idea di cosa si tratti.
«Te ne parlerò oggi, quando torniamo a casa da mia madre» sono preoccupato nel rivedere sua madre dopo tutto quello che è successo, mi prenderà per pazzo dopo quello che è accaduto quella volta.
«Ok, vado a prepararmi» appoggio il bicchiere nel lava piatti e salgo le scale, so che mi sta guardando ma non voglio girarmi, non resisterei a quei maledetti occhi.
Apro l'armadio e sfilo dall'attaccapanni una camicia grigia, mi sta larga, devo essere dimagrito. Prendo un paio di jeans neri, è da tanto che non li metto ma mi stanno a pennello, sono perfetti. Vado in bagno e dopo essermi sistemato mi guardo allo specchio, ho gli occhi gonfi, deve essere la stanchezza, alla notte non riesco a riposare molto in questo periodo. Ritorno in camera e Louis è gia vestito, ha una maglietta a maniche lunghe sull'azzurro e un paio di jeans grigi, è bellissimo. Resto a guardarlo per qualche secondo ma mi accorgo che mi fissa con esitazione così tolgo lo sguardo e lo sposto sul letto, devo mettere bene le coperte ma lo farò stasera, non ho voglia ora.
«Ho chiamato mia madre, ha detto che ci aspetta per pranzo. Per te va bene?»
«Si certo, è da molto che non la vedo» sorrido e lui ricambia.

* * *

«Quando l'hai vista l'ultima volta?» chiedo curioso, chissà se veniva a trovarla ogni tanto.
«Il giorno che ho rivisto te, pensavo fossi da lei» apre la bocca per dire qualcos'altro ma la richiude subito dopo, non vuole ritornare sull'argomento.
Parcheggiamo davanti l'entrata, sono un po' agitato ma sono sicuro che andrà tutto bene, scruto l'immensa casa che costeggia la strada, noto che c'è un altra macchina, non ci metto molto a capire di chi è. Ci sono anche loro, i miei genitori. Ho il cuore a mille, non so che aspettarmi, mio padre non conosce la madre di Louis ma sono tutti gia in casa quindi presuppongo abbiano già fatto le presentazioni.
Prendo un respiro e guardo Louis che sembra tranquillo.
«Stai bene? Ti vedo preoccupato» mi chiede accennando un sorriso.
«Si» rispondo «Sono solo un po' nervoso» è la prima volta che facciamo un pranzo tutti uniti, non so cosa aspettarmi.
«Andrà tutto bene, tranquillo tesoro» mi rassicura.
Usciamo dalla macchina e ci dirigiamo verso il cancello dell'ingresso, mi prende la mano ed io incomincio a sudare. Andrà tutto bene, andrà tutto bene.
Bussiamo alla porta ma dopo svariati tentativi decidiamo di prendere l'iniziativa e aprire.
Si sentono delle risate provenire dalla sala da pranzo, mi tranquillizzo al pensiero di sentirli ridere e di non vedere piatti volare per la casa.
«Si stanno divertendo» dice sorridendo.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora