13. V Chapter

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Una volta sceso dalla macchina seguii Louis che mi portò davanti alla porta d'ingresso.
«Non preoccuparti, a mia mamma piacerai»
Ero un po teso e, sinceramente, non ne capivo il motivo.
Quando entrai sua madre non c'era e decise di farmi fare il giro della casa: a destra c'era un grande salotto con un divano ad angolo ed una tv a plasmo, a sinistra c'era la cucina con un lungo tavolo davanti.
«Ora andiamo di sopra, ti farò vedere la mia camera da letto»
Annuii e lo seguii in silenzio.
Per quanto poco lo conoscessi ci misi poco a capire che era il tipo di persona che ama farsi piacere dalla gente. Questo spiega il perché mi abbia portato a casa sua, vuole ottenere la mia amicizia e la mia fiducia.
Mi fece entrare per primo e chiuse la porta a chiave alle mie spalle.
«Sai, sei il primo che viene in camera mia».
Ero a disagio e mi sentivo tremendamente male al pensiero di essere chiuso in camera con lui.
Prese una scatola e la aprii davanti ai miei occhi.
«In questa scatola sono racchiusi tutti i miei ricordi, è tipo una capsula che un giorno chiuderò e riaprirò tra 20 anni»

«Non avevo mai pensato di farne una, sembra una buona idea».
Sorrise e incominciò a tirare fuori tutte le cose al suo interno.
«Perché me la fai vedere? Pensavo fosse una cosa segreta». Chiesi.
«Si infatti. Sarà il nostro segreto»
Mi guardò ed io distolsi lo sguardo e lo spostai sulla scatola, probabilmente anche lui, come me, non aveva tanti amici ed ora che ero arrivato io ha pensato bene di prendermi e di portarmi nella sua vita.
Incominciò a tirare fuori delle vecchie foto di quando era piccolo, si sentiva a proprio agio a farmele vedere e questa era per me una buona cosa.
«Beh questa foto è un po' imbarazzante». Ammise accennando un sorriso.
«No non è vero»
Lo guardai sorridendo e lui mi guardò.

«Louis sono arrivata»
Si sentì la voce di sua madre al piano di sotto ed io mi accorsi solo in quel momento di ciò che stavo facendo. Non ci potevo credere.

Scendemmo le scale e sua mamma era in cucina a sistemare la spesa.
«Ciao mamma, ti ricordi di Harry? Il ricciolino?»
«Oh certo, ciao Harry, sei arrivato da poco, sarai stanco»
«Non si preoccupi, le do una mano a sistemare se vuole».
Chiesi con gentilezza. Mi piaceva aiutare le persone specialmente se mi erano simpatiche.
«Certo Harry, dovresti mettere questi pacchetti nello scaffale sotto»
Lo scaffale era sotto di lei e quando sono andato a riporli ha incominciato a massaggiarmi i capelli. Louis si girò dall'altra parte per ridere ed io sorrisi a sua madre.
«Continui pure se vuole, non mi da fastidio» accennai un sorriso che la fece smettere.
«Oh Harry, devo smetterla di importunarti altrimenti sembrerò una pedofila. I tuoi capelli sono così ricci, luminosi e morbidi e non ho potuto resistere»
Erano le sette e dovevo tornare a casa per cenare.
«Ora dovrei andare altrimenti mia madre si preoccupa, mi ha fatto piacere averla conosciuta»
Sua mamma mi diede un bacio sulla guancia come se fossi diventato il suo terzo figlio ed io le sorrisi.
«Ti accompagno io a casa, Harry»
Partimmo dopo aver sentito le raccomandazioni di sua madre.
Siamo rimasti zitti per tutto il tragitto e quando la macchina si fermò davanti casa mia Louis si girò verso di me.
«Beh è stata una bella giornata, ci vediamo domani»
Era stato freddo, quasi indifferente.

Entrai in casa e, senza mangiare, andai di sopra, in camera mia.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora