84. LXXV Chapter

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Quando finiamo di mangiare ripongo gli avanzi in frigo e lavo velocemente i piatti e bicchieri, è strano pensare che starò qui solo per un altro paio di giorni, mi mancheranno quelle poche persone che ho conosciuto, mi mancheranno perché ognuna di loro, nessuna esclusa, mi ha insegnato qualcosa che vale la pena imparare. Jake più di tutti mi ha fatto capire quanto importante sia scoprire i propri limiti, è in un certo senso uno sfogo, come una medicina a tutto lo stress. Mi piacerebbe sentirlo qualche volta, chiamarlo e sapere come sta, sentire se tutto va bene e se non ha fatto cavolate.
Mi mancheranno i miei genitori, perché per quanto qualche volta possa odiarli resteranno una parte di me per tutta la vita ed è difficile, penso, lasciare un pezzo del proprio passato da un giorno all'altro, mi dovrò abituare ma starò bene perché ci sarà Louis, sarà lui a rassicurarmi nei miei momenti di debolezza, nei momenti in cui vorrò ritornarmene a casa, in quei momenti dove tutto andrà male e sentirò il mondo cadermi addosso.
Ci sarà lui a salvarmi, lui resterà con me.
Mi mancherà Johannah, è una seconda mamma per me, mi ha aiutato molto quando Louis se n'è andato, mi ha confortato, mi ha fatto sentire in un certo senso meglio, penso sia stata lei una delle persone che mi hanno dato la forza per andare avanti, ed è in parte grazie a lei se non mi sono lasciato andare, se ora sono qui.
Dovrò abituarmi ad una nuova routine, non so come funzionerà una volta la, spero non ci sia nessun tipo di problema, spero vada tutto bene e che non ci sia niente fuori posto. Vorrei vivere una vita normale, almeno la.
«Harry» la voce di Louis scombussola i miei pensieri «Hai finito?» mi chiede, solo ora mi rendo conto di guardare il vuoto, i piatti sono posti in ordine e i bicchieri pure.
Raggiungo il divano dov'è seduto Louis, voglio sapere cosa deve dirmi, voglio saperlo perché così saprò la verità una volta per tutte, saprò cosa lo turba così tanto.
«Non voglio guardare il film» dico, spero non ci rimanga male, potremo guardarlo un altra sera, sempre se vuole.
«Come immaginavo» ribatte sorridendo «Cosa vuoi sapere?»
«Tutto» rispondo «Tutto quello che è successo da quando sei andato a vivere a Londra» so che c'è qualcosa che non va, insomma se il problema è che ha un appartamento piccolo mi posso trovare un lavoro e pagarne uno più grande insieme, se non può pagare il cibo ad entrambi posso aiutarlo con le spese, penso ci sia una soluzione a tutto e non so perché dovrei preoccuparmi così tanto.
«Louis» mi guarda «Dimmelo» gli ordino con tono autoritario, voglio saperlo.
«È un po' difficile, non saprei come spiegartelo, è...complicato e un po'...» si ferma «Strano ecco»
«Non importa, voglio saperlo»
Stacca per un attimo lo sguardo e prende un lungo respiro.
«Beh ecco, ricordi quando ti dissi che il gestore della banca per cui lavoro non voleva lavoratori del mio genere?» intende gay, lavoratori omosessuali. Si me lo ricordo. Annuisco.
«Ecco quell'uomo ha assunto una donna» dimmi che sta scherzando «Per me» no non può essere.
«Cosa?!» non è possibile.
«Ha detto che la banca molto presto farà prestiti in tutto il mondo e che molti saranno i giornalisti che lavoreranno per essa. Ha detto che se venisse fuori qualcosa riguardo me tutta la società sarebbe coinvolta e sarebbero obbligati a licenziarmi»
«E a te va bene così?» sono sconcertato «Intendo, essere quello che non sei?»
«No, certo che no, ma sono obbligato capisci, ne andrebbe di mezzo il mio lavoro, la mia carriera e non posso fare altro» continua «È come se un mercante avesse della roba di bassa qualità, se lo verrebbe a sapere qualcuno la sua azienda finirebbe per non essere più "affidabile"»
«Ma nel tuo caso si va nel personale, insomma, a chi interessa se uno è omosessuale o no?»
«Alla società non interessa niente, è un particolare che potrebbe evitare. Ma il giornalismo ne inventa di tutti i colori, da una minima cosa la farebbe diventare più grande di quella che è e gli affari diminuiranno di conseguenza» spiega.
«Tu sei l'unico che è obbligato ad avere una..» non riesco a continuare.
«No, ce n'è un altro, non lo conosco benissimo ma so che la "sua" donna è in realtà pagata, proprio come la mia» ha l'aria di essersi tolto un peso di dosso, ed averlo spostato violentemente su di me. Ora come ora non sono più sicuro di voler partire, andrei ad interferire con la sua vita, con il suo lavoro e con tutto quello a cui è legato. Non voglio rovinargli la vita, non voglio e non posso.
«E lei com'è?» sono curioso.
«Non è un granché, è fastidiosa e si intromette su tutto» ride ma io non faccio lo stesso.
«Harry» mi riprende «Non succederà niente, verrai ad abitare con me, nel mio appartamento. Nessuno si accorgerà di nulla, se sarà necessario darò un contributo a tutti purché stiano zitti» a tutti? Di chi parla?
«In che senso?»
«La domestica, il portiere, l'autista, quelli che lavorano per me»
Sono senza parole, quel lavoro gli ha completamente cambiato la vita, ancora non so come farò ad abituarmi a tutto questo, sembra tutto così difficile e...impossibile.

Obsession || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora