La Bellezza in fondo al Cuore

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Ore 7.30...daje non mi sono mai svegliato così presto in vita mia...in realtà non ho chiuso occhio per tutta la notte, non facevo altro che girarmi e rigirarmi nel letto con in mente l'unica domanda che continuava a tormentarmi...gli piacerà la mia canzone? Sarà adatta per una casa discografica come quella della HLabel? Da quando ho presentato la mia domanda di partecipazione al contest, mi sono informato bene sul passato di quella etichetta, Briga un tempo ne faceva parte come artista, insieme a lui quell'azienda ha conosciuto il massimo della sua gloria. Ho ascoltato qualche sua canzone sul tubo prima di andare a letto, volevo capire quale fosse il suo stile...la sua metrica...conoscere l'ispirazione delle sue canzoni, che stranamente per uno come lui aveva in tutte il volto dell'amore. Condividiamo insieme questa passione di raccontare questo enorme sentimento, che appassiona il mondo tutti i giorni, che fa vivere e morire, ma soprattutto fa sognare chiunque...Io ho soltanto sedici anni, probabilmente non so nemmeno cosa sia l'amore però so cosa voglio che sia per me, un sentimento totalizzante...una sensazione di benessere che t'acceca e non ti fa capire più niente, un status di demenza che perdura nel tempo fin quando continuerai ad amare quella persona come non hai mai fatto prima, un po' come quello che racconta mia madre nelle sue di canzoni. Per mia madre è diverso, lei non è una rapper, ma è davvero difficile per un vero rapper far accettare nel suo mondo fatto di ribellioni, idealismi e guerre contro la società, una canzonetta d'amore...i suoi colleghi, il suo pubblico e gli esperti nel settore non fanno altro che urlargli dietro che si è venduto ad un sistema...un sistema composto dalle Major, le grandi etichette discografiche pronte a tutto pur di avere colui che riesce a vedere più CD possibili...il ragazzo carino che attira le ragazzine che gli sbavano dietro e che magari non sanno minimamente il significato che c'è dietro una sua canzone, o il motivo per il quale l'ha scritta, un sistema che non combatte più solamente perché ormai ne fa parte anche lui, un sistema dal quale per tutti verrà risucchiato mettendo la parola fine alla sua carriera di miserabile venduto. Per Briga era stato diverso, lui era riuscito ad imporre la sua immagine d'artista rimanendo con la sua etichetta indipendente...a dimostrare che non serve per forza odiare il mondo per essere un vero rapper, un vero artista, non basta odiare chiunque si presenti sulla tua strada con un talento più forte del tuo per mettere in luce la tua arte, non serve per forza fare una guerra con la società per poter far arrivare in alto lo spirito delle proprie canzoni, lui aveva capito qual era il modo più giusto per arrivare alla gente, per conquistare il cuore di una ragazza...per convincere una donna innamorata a perdonare il suo ragazzo o per inviare un pensiero a quella stronza che gli ha rubato il cuore per strapparlo in mille pezzi. Dopo aver sentito qualche sua canzone posso affermare dall'alto della mia competenza in materia, che per me Briga con una canzone riusciva davvero a far arrivare agli altri il vero sentimento con cui aveva scritto quella barra o aveva immaginato quella melodia...era un grande e lo stimavo per quello che era riuscito a creare con l'unica forza di se stesso...
<<Ma sei davvero tu o è un miraggio?>> mi chiede mia madre giungendo in cucina sconvolta nel vedermi già pronto per andare a scuola
<<Sono io sono io, puoi anche smetterla di sfottere...>>dico addentando un muffin
<<No bello di mamma non ti sfotto, cercavo solo di essere sicura che non mi avesse colpito una di quelle illusioni tipo la fontana nel deserto, una cabina armadio piena di scarpe o una trasfigurazione di David Beckham nella mia cucina>>
<<Oh te sei fissata co quello... Ma lo vuoi capì che è vecchio? E poi nun te basta il tuo figone>>dico scoppiando a ridere rendendomi conto di non aver creduto a quelle parole nemmeno per un secondo
<<Besss>>
<<Scusa scusa>> dico cercando di trattenermi mentre la guardo trattenersi dal ridere anche lei...È inutile conosco mia madre meglio di chiunque altro, so che in quel momento sta pensando le stesse cose che penso io...e il fatto che non si giri verso di me lo dimostra...
<<Piuttosto invece di fare il simpatico, perché non mi dici il motivo per il quale sei già sveglio a quest'ora?>>
<<Devo arrivare presto a scuola perché l'insegnante di storia dell'arte vuole che creiamo delle coppie congli altri compagni per un progetto extra scolastico che ci vuole far svolgere>>dico mentendo ma non del tutto...La storia del progetto è vera soltanto che non mi sarei mai alzato così presto solo per quello!!!
<<E tu ti sei alzato presto solamente per questo? Bes...>>dice alzando il tono di voce
<<Ohh che c'è?? Sto qua?>>
<<Dimmi la verità che stai combinando?>>
<<Niente mà..perché non ti fidi mai di me?>>
<<Forse perché sei mio figlio?>>
<<Che vuol dire questo? Bisogna fidarsi dei propri figli, non l'hai sentito Bruno Vespa bisogna lasciare ai giovani la possibilità di sbagliare >>
<<No no frena, quella era una puntata di SOS Tata, e tata Lucia si riferiva a un bambino di cinque anni non ad un adolescente di sedici in guerra con sua madre>>
<<Ma no mamy io non sono in guerra con te...tu...sei la mia luce nella notte, plenilunio...>>dico mentre il suo sorriso si spegne all'improvviso...<<che c'è?>>
<<Dove hai letto questa frase?>>
<<Ehm...su Facebook...non potevo mica scriverla io una frase così...banale>> cerco di minimizzare il tutto, per non farle capire da chi avevo ascoltato quella frase evitando così che possa capire che c'entra qualcosa con il motivo per il quale mi sono alzato così presto...
<<Ok...senti Bes, io mi fido...però ti chiedo di non fare danni e di non farmi preoccupare...solo questo>>
<<Mamma non mi succederà niente...stai tranquilla>>rispondo sorridendole e abbracciandola, venendo però colpito dalla tristezza nei suoi occhi <<mà tu che hai invece? Hai litigato con coso?>>
<<Niente è che, mi sono tanto preoccupata che tu fossi pronto a tornare a Roma, che non ho pensato nemmeno un attimo se io ero davvero pronta a farlo>>
<<Perché hai così tanta paura di essere tornata qui?>>
<<Non ho paura di questa città, ho paura di quello che può rappresentare ancora per me..>>
<<Non ti capisco mamma...>>
<<Niente amore... non ti preoccupare>>mi abbraccia stringendomi forte mentre io l'avvolgo con le mie braccia...<<non ci posso pensare che sei già così alto...mi sembra ieri che eri il mio piccolino>>
<<Uffa mamma...lo sai che non voglio che mi chiami così>>
<<Ma qui non c'è nessuno...e io sono la tua mamma>> eh niente, mia madre riesce sempre a fregarmi...mi basta che faccia una faccetta tenera per ottenere da me quello che vuole...è così cucciola che a volte mi sento io in dovere di proteggerla, dalle persone che si approfittano della sua dolcezza, della sua purezza...dagli uomini che non le danno mai niente di quello che desidera, ma soprattutto dalla sua vera essenza che cerca di tenere nascosta in qualche angolo della sua memoria.
<<Mà me ne devo annà...è tardi....ciao non mi aspettare per pranzo che me magno un panino>>
<<Ma come un panino? Bess... lo sai che non voglio che mangi schifezze...Besss>> urla dalla cucina mentre io sono già fuori dal portone.. lo so che non vuole che mangi fuori casa, e nemmeno io amo mangiare in giro chissà dove come un profugo, anche perché ancora non ho instaurato nuove amicizie a Roma, perciò preferisco essere sicuro di quello che mangio...pensate se mi vanno a far capitare qualche pezzo di trippa nell'hamburger, non so voi ma io vivo con quest'incubo costante.
Sono arrivato a scuola, i miei compagni sono ancora fuori a cazzeggiare in attesa che la campanella suoni e segni l'ora d'inizio delle lezioni...saluto dei ragazzi e poi il mio sguardo si sofferma su una moretta niente male, si chiama Lucrezia...è la figlia di uno dei professori, il classico modello di prima della classe sempre bravissima a scuola, invidiata dalle ragazze e corteggiata da tutti i maschi...insomma una nata per essere "la reginetta"... So già che le piaccio perché ogni volta che sono nei paraggi cerca di attaccare bottone con me, mi lancia degli sguardi e si atteggia a strafiga. Anche a me piace, a chi non piacerebbe una così? Solo che non capisco il motivo per il quale una ragazza debba comportarsi in questo modo, sono cresciuto con la convinzione che dev'essere l'uomo a fare il primo passo e se non lo fa pazienza, hai solo sedici anni tesoro non devi preoccuparti di rimanere zitella. Sono immerso nei miei pensieri quando vado a sbattere contro una ragazza del tutto diversa da quella che stavo guardando...si tratta di Elisa, è una ragazza un po' particolare sembra sempre essere chiusa nel suo mondo, a cui non permette a nessuno di entrare e quindi nemmeno di avvicinarla...è del tutto diversa da Lucrezia...ha i capelli color miele e ricci, gli occhi scuri e le unghie corte perché continua a mangiarle in continuazione...un po' come me. Guardo per terra e capisco che le ho combinato un bel guaio...le si sono rotti gli occhiali e migliaia dei fogli che aveva in mano le sono caduti rovinosamente per terra rivelando il loro contenuto...a quanto pare la sua passione è disegnare gli occhi... azzurri, marroni, neri, verdi... socchiusi o spalancati...di persone o di animali... di ogni tipo insomma, più li guardo mentre l'aiuto a raccoglierli e più mi rendo conto della bravura di questa ragazza, se solo fosse più carina...
<<Scusami non ti ho visto>>
<<Ammazza certo che te la potevi inventare meglio la scusa>>dice raccogliendo i suoi occhiali e mettendoli in una foderina
<<Senti ricciola non ho compreso>>
<<E t'ho compreso io lascia sta... e lascia stare le mie cose...>>senza farmi rispondere mi strappa i fogli dalle mani, provocando la mia reazione fulminea, non so voi.. ma io odio quando mi si levano le cose dalle mani...non lo tollero...
<<Oh che cosa vuoi dire? Davvero non ti ho visto>>
<<Ma come fai a dire di non aver visto una persona camminare?>>
<<Perché è la verità...non ti ho visto...mi dispiace per gli occhiali, se mi dici quanto costano posso chiedere a mia madre di pagartene un paio nuovi>>
<<No Marrone, grazie lo stesso ma io non ho bisogno né della tua finta carineria, né della tua pietà>>ribatte la ragazzina lasciandomi senza parole...ma vi pare il modo di comportarsi con me questo?? Eh no!!
<<Senti bei capelli, io non so che cosa tu ti sia messa in testa sul mio conto, ma io non permetto a nessuno di rispondermi in questo modo chiaro?>>
<<Pazienza>>
<<Ah ma allora continui? Senti nanetta malefica io te l'ho già detto, non volevo venirti addosso anche perché credimi vedendoti non mi sarebbe passato neanche per l'anticamera del cervello...>> ora vediamo se si sta zitta, sta ragazzina tutta piena di astio e pregiudizi nei confronti di un ragazzo tranquillo come me, che talaltro nemmeno conosce...non ha nemmeno la forza di guardarmi, anzi abbassa lo sguardo, il suo coraggio impiegato per attaccarmi di colpo si placa per fare spazio alla sua tristezza...i suoi occhi diventare lucidi ed io riesco a malapena a vederli sotto le lunghe ciglia...non risponde, non dice una parola...gira i tacchi e sparisce dietro un gruppo di ragazzi di quinta che appena la guardano scoppiano a ridere.
In due secondi mi sento uno stronzo, dopotutto sono stato io a finirle addosso, non dovevo dirle quelle cose... Anche se pure lei signori s'era 'n attimo allargata...e che è? Manco fossi uno stronzo patentato, ok probabilmente lo sono...ma lei che ne sapeva? Come faceva a sapere chi fossi se non avevamo scambiato mai nemmeno una parola, nemmeno un semplice buongiorno? Con il lavoro che fa mia madre, ho imparato che non si giudica una persona dalla confezione, me l'ha ripetuto allo sfinimento perché lei l'ha subito da sempre questa tipologia di giudizio sulla sua pelle e sapeva che portando il suo cognome sarei potuto essere anche io soggetto a tutto questo. Le ho promesso che mai sarei stato come quella gente che le diceva che le sue canzoni non valevano nulla, che era la fotocopia di Gianna Nannini...mai mi sarei fermato nel giudicare una persona solamente da come si veste o da quello che rappresenta...le ho promesso che avrei valutato solamente ciò che era in realtà quella persona, ed Invece oggi sono stato io a farlo con quella ragazza, nel modo più triste del mondo. Ho capito che devo sentirmi in colpa per quello che le ho detto, sicuramente non ne vado fiero...perché anche se sono un po' stronzo non avrei mai voluto ferire una ragazza così com'ero stato in grado di fare...Però davvero volevo aiutarla sul discorso degli occhiali, ed il fatto che fosse così prevenuta nei miei confronti mi ha fatto scazzare immediatamente...ho sbagliato ve? Si lo so, me ne sono accorto nell'istante in cui quel gruppo di ragazzi ha iniziato a riderle dietro...le ho praticamente detto che è un cesso...che poi non è nemmeno vero...anche perché sarebbe davvero carina se solo ci tenesse di più alla sua confezione ecco.
L'orario scolastico sembrava non finire mai, contavo quelle ore che mi dividevano dal mio appuntamento all'HLabel con Briga che aspettava di ascoltare il mio pezzo, quello su cui avevo lavorato insieme a mia zia prima che mamma tornasse dalla sua cena con Saverio. Cercavo nella moltitudine di volti degli studenti quello di Elisa, volevo scusarmi con lei prima di andare via...e dirle che avrei volentieri provveduto a rimborsare gli occhiali che le avevo rotto...ma non la vidi... Probabilmente era già uscita prima di tutti gli altri, cercando di evitare di incontrarmi...Vabbè pazienza, tanto capiterà che la incontri prima o poi....penso...siamo allo stesso liceo ndo va?
Ignoro tutte le chiamate di mia madre, le ho già detto stamattina che non sarei tornato a pranzo, insomma mollame 'n attimo no? Dopo le manderò un messaggio per dirle che ho mangiato un panino per strada... Che fortuna ad avere quella casa discografica così vicina alla mia scuola, questo mi avrebbe permesso di studiare e di provare le mie canzoni ogni volta che ne avrei avuta voglia , certo ovviamente tutto questo se la canzone che avevo composto insieme a zia Tina, fosse piaciuta a Briga...mia madre lo dice sempre...devi essere sicuro delle tue canzoni, se per te non sono vincenti allora vuol dire che hai già perso...con le sue parole nella testa apro la porta dell'ufficio del....sì proprio lui...sempre il proprietario della baracca....entrai dentro quella piccola stanza bianca tenendo fra le mani una pennetta usb e dichiarandogli che quella mia canzone sarebbe stata un successone...mi guarda sorridendo e mi ricorda che avrei dovuto bussare invece entrare in quel modo, forse ha ragione... Ma io non ce la faccio più ad aspettare, sono in fremito dal giorno prima, da quando mi aveva costretto a provare con quei musicisti che del mio pezzo se ne fregavano beatamente...da quando con zia avevamo capito di aver creato una bomba....non riesco più ad aspettare voglio che lo ascolti subito, e che mi dica cosa ne pensa...non m'importa se pensa che sono arrogante o presuntuoso, lui ha avuto il suo successo, le sue soddisfazioni e vedendo qualche suo video non me pare che sia stato tutto sto modello de perfezione e tolleranza...appena il pezzo inizia a diffondersi per la stanza, mi concentro sul suo volto cercando di decifrare ogni sua singola espressione... Voglio capire cosa ne pensa...se quel pezzo è riuscito a fargli arrivare anche la più piccola parte di me stesso, della passione con cui l'ho scritta... La canzone è ormai finita da qualche secondo ed io non posso fare a meno che riempire quel silenzio di domande, domande che probabilmente mia madre non faceva al suo produttore...ma lei è più forte di me, lei riuscirebbe a gestire un rifiuto, io no...so di non esserne in grado, so di essere insicuro di fondo e so che se questa canzone non gli piacesse probabilmente non riuscirò più a scrivere niente...
Si lo so che sono leggermente catastrofico, ma io ci credo tanto in questa canzone, sono convinto che funzioni...lo sento dentro che è il pezzo giusto per questa occasione, e se per tutte le sfighe del mondo non dovesse andare bene, non avrei più fiducia in me stesso...mente sono immerso nel mio caos fatto di domande e di paure...Briga irrompe facendomi una proposta... Beh dai se mi vuole proporre qualcosa allora non è andata così tanto male sta canzone...vuole che lasci perdere il contest a cui mi ero presentato e di fare delle prove. Inizialmente non comprendo esattamente il significato delle sue parole, non capisco se me vole fregà, se me vole liquidà...insomma non capisco..
<<Per farce che?>> chiedo direttamente senza tanti giri di parole, anche perché se aveva intenzione di mandarmi via, non c'era bisogno che ci girasse intorno...volevo che fosse diretto...io non ho bisogno che qualcuno mi indolori la pillola, sono fuori? Beh dimmelo e vaffanculo...
<<Per poi farla uscì come singolo e perché no... presentarla al concerto di uno dei ragazzi... tipo Mostro...che dici?>> risponde alla mia domanda lasciandomi senza parole, ok...frenate ragazzi... Ha detto davvero Il concerto di Mostro...avete sentito? È il rapper più figo del momento, non è giovanissimo ma è la storia della nostra musica...la base del rap italiano, che ha esordito negli anni in cui non importava se eri bravo a scrivere una canzone, ma solo se avevi alle spalle la casa discografica giusta, non so se mi spiego...Ancora non ci credo che mi ha chiesto di partecipare al concerto di Mostro, di far uscire la mia canzone come singolo... Rifaccio la domanda perché mi sembra davvero assurdo e lui mi chiede di rimando se sono d'accordo, se mi va.....se me va??? Fratello tu non hai capito che io di qua nun me schiodo.
<<Si che me va>> rispondo senza pensarci due volte...mentre lui mi spiega che questa è una proposta che non ha mai fatto, nemmeno ai suoi ragazzi...nemmeno a quelle giovani promesse del rap italiano che di tanto in tanto ascolto con il mio iPod. Sono bravissimi certo, ma nessuno è bravo come me, nessuno scrive una canzone con il mio stesso spirito, nessuno spacca come me ed io glielo dico senza modestia, con tutta la sfacciataggine di cui sono capace...d'altronde è vero non sono mai stato modesto, so di essere bravo e so che questi qui non hanno nemmeno la metà della passione che ho io per la musica...beh sapete chi è mia madre, come potevo essere diverso?
Mi sta guardando e non capisco il motivo, mi scruta con gli occhi di chi rivede in una persona parte di se stesso, un po' come fa mamma quando si perde nei suoi ricordi, un po' come quando mi osserva mentre mi vesto...oh ma sapete che non ci avevo mai fatto caso al fatto che Briga ha gli occhi verdi pure lui? Certo che mamma ha proprio ragione quando canta che negli occhi profondi ci si perde il mondo.
Distoglie lo sguardo da me, e si affretta a chiamare 'n amico suo, un avvocato che dovrebbe farmi firmà un contratto...Un contratto che nemmeno io pensavo potesse arrivare così presto, un contratto grazie al quale da quel momento sarò ufficialmente uno de sta casa discografica...e potrò provare le mie canzoni in una delle tante sale prova immense che ce stanno quando me pare, regà me pare un sogno...vorrei gridà, ma cerco di trattenere la contentezza non voglio darlo troppo a vedere...voglio che si renda conto lui di aver fatto la scelta giusta a tenermi qui, non il contrario... E glielo dico tranquillamente senza peli sulla lingua.
<<E certo...pischè ricordati sempre che il capo sono io...Mo vai>> mi risponde con aria da duro, da quello che deve paventare la sua esperienza e il suo ruolo in un azienda come questa, in cui ci ha dato tutto se stesso...insomma il classico adulto che vuole ricordare al ragazzino in erba di essere lui a gestire le regole, di essere lui il migliore in assoluto...tutto questo mentre la consapevolezza che quel ragazzino intraprendente sia un talento cresce in lui a dismisura.
Gli faccio una battuta e lascio la sua stanza per andare in quella dell'avvocato che aveva preparato il contratto che mi avrebbe permesso di sfondare... Appena entro in quella stanzetta me pija un colpo, questo assomiglia un botto a Saverio, tutto preciso e sistemato, ha sulla sua scrivania un sacco di fermacarte, ne ha di tutti i tipi...piccoli e grandi...costosi ed economici...Oddio ne vedo uno pure a forma de Winnie the Pooh...mi madre andrebbe in giuggiole per questo. Continua a guardami in continuazione, non capisco perché se je sto sul cazzo o se vuole capire qualcosa in più di me, fatto sta che non me pare malaccio...dopotutto è simpatico non ho mai visto un avvocato con la cravatta di Batman e le blazer gialle ai piedi.
Compilo quel foglio inserendo tutti i miei dati, ma quando arrivo alla mia data di nascita mi fermo, e mi rendo conto che devo informare il legale che io sono ancora minorenne...
<<Scusa e cosa aspettavi a dirmelo?>>
<<Non ho pensato potesse esse rilevante>>
<<Ah no? Beh invece lo è...se passano i guai per questo tipo di cose hai capito?>>dice alzandosi e andando nell'ufficio di Briga...informandolo di questo piccolissimo particolare che io mi ero diciamo dimenticato di integrare nella discussione sul mio futuro artistico...
<<Il ragazzino è minorenne>> esordisce l'avvocato facendomi imbestialire...e va bene che sono giovane ma non si possono chiamare le persone con il loro nome invece di utilizzare ignobili e sprezzanti categorizzazioni
<<Ah sì? E beh facciamo firmare i genitori>> dichiara Briga rendendo la situazione ancora più complicata del previsto...Mia madre non avrebbe mai firmato un contratto per farmi collaborare con un'azienda come quella della HLabel...ed essendo lei l'unica a poter decidere per me io ero letteralmente fregato. Mi chiede come si chiama...ed io tentenno qualche secondo prima di rivelargli il suo nome, non volevo che questo potesse pregiudicare il mio percorso qui dentro...
<<Emma....eh? Quella Emma?>> dice rimanendo per qualche secondo bloccato per via della mia rivelazione. Stenta a credere che io fossi davvero il figlio di quella cantante fantastica, così glielo ridico sottolineando la categoria lavorativa di mia madre, e la sua bellezza devastante...ma a quanto pare la figaggine de mi madre era giunta fino a lui...beh era impossibile che non raggiungesse qualsiasi maschio del pianeta...però me da fastidio che sia rimasto cosi...spiazzato da quella mia rivelazione...con la bocca aperta neanche le stesse sbavando dietro, insomma quella è mia madre 'n attimo de contegno.

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