Allungo la mano sul cuscino accanto al mio, e il freddo delle mie lenzuola di lino mi dà la certezza che Saverio è già uscito per andar a lavoro. Ovviamente non si sprecasse mai a salutarmi, che ne so...un bacio...una carezza, qualsiasi gesto che dovrebbe venire spontaneo nei confronti della propria donna, soprattutto a chi va a lavoro molto presto e tornerà a casa molto tardi come lui. Soffro di questa sua mancanza di tenerezza nei miei confronti, non nutre mai un bisogno carnale verso di me, un desiderio da consumare in fretta prima di sentire quella sensazione di bruciore dentro aumentare e portarti all'autodistruzione...eppure quando c'eravamo conosciuti non era così. Ci siamo conosciuti in un locale di Londra, lui era l'amico di uno dei fotografi che mi aveva fatto un servizio fotografico per un'intervista che sarebbe stata pubblicata su un settimanale che trattava prettamente ambiti musicali. Si era presentato a me con semplicità, romano, brillante...simpatico...insomma diceva di seguirmi da sempre per via della mia popolarità...della mia musica, salvo poi scoprire che effettivamente non aveva mai sentito nemmeno per sbaglio nessuna delle mie canzoni, e che probabilmente nemmeno apprezzava il mio stile. Aveva approcciato con me nel modo più semplice del mondo, invitandomi a prendere un gelato, sapeva che avevo un figlio e nonostante quest'ultimo non fosse piccolissimo, sapeva che mai lo avrei lasciato da solo a casa per andare a cena con il primo tizio che ambisse a sfilarmi le mutande. Ecco Saverio, non era proprio il tipo che ti salta addosso se gli piaci, anzi con lui ero stata io a fare il primo passo alla fine di un pomeriggio trascorso insieme, avevo bisogno di sentire se c'era quella magia, se dentro di me si accendeva la scintilla della passione...lo avevo tirato verso di me e lo avevo baciato, un bacio prepotente, per certi versi arrabbiato, un bacio di cui avevo bisogno per capire se ero ancora in grado di provare quel fuoco dentro. Era inizialmente stupito dalla mia intraprendenza, continuava a guardarmi come se fossi la madonna, a sgranare gli occhi ogni volta che le mie mani andavano più giù o la mia bocca lasciava qualche segno sul suo corpo, e non so dirvi esattamente se questo mi piacesse oppure no, ma speravo che capisse che per far funzionare una storia ,almeno io avevo bisogno di altro...e devo dire che pian piano era riuscito ad acquistare terreno anche in quel senso. Nonostante fossi completamente consapevole che probabilmente, non sarebbe stata la chimica ad unirci, apprezzai il fatto che accettava di vedermi solamente quando potevo senza farmi pressioni, così come apprezzai il fatto che non mi aveva spinto a fare niente che potesse allontanarmi da mio figlio, o farmi litigare con lui...anche se sapevo che a Besta non sarebbe mai piaciuto, dal primo momento in cui si erano incontrati, mio figlio nutrì per Saverio una sorta di rigetto spontaneo, che non aveva provato per nessuno degli "amici di mamma" che avevo osato presentargli. Per Saverio provava un odio viscerale, non sopportava niente di lui, il fatto che fosse della Roma, che non fosse un tifoso accanito, ma soprattutto che mi baciasse in sua presenza. Si, mio figlio ha sedici anni, ma mentalmente è più chiuso di un cittadino Hamish, sono sua madre e per lui è inconcepibile che io possa avere un uomo, e che per di più ci scambi effusioni d'amore davanti a lui. Devo essere sincera, Saverio non si sforza molto per andare d'accordo con lui, anzi a tratti risulta molto infastidito dalla sua presenza in casa...ma io conosco mio figlio, so quanto è possessivo con me e so che quando una persona non gli piace e si mette d'impegno è davvero difficile fargli cambiare idea o tentare di andare d'accordo con lui...
Cazzo, sono già le sette...penso alzandomi dal letto di corsa per raggiungere la cucina. Oggi è il grande giorno, Bes canterà per la prima volta ad un concerto, mi tremano le gambe se solo ci penso...non ci credo quasi che il mio piccolino stia prendendo il volo verso quella strada che anche io ho percorso...quella strada che anche Mattia ha percorso e che sono sicura saprà indirizzarlo meglio di chiunque altro. Eccolo amore di mamma sua è già in piedi, fa sempre così quando è preoccupato per qualcosa...vorrei tanto andare con lui, ma sono sicura che mi mangerebbe anche solo per averla pensata una cosa così, però dopotutto che c'è di male? Sono la sua mamma è normale che provi il desiderio di assistere alla sua prima esibizione davanti ad un pubblico così grande. Lo so che è agitato e non ha il coraggio di dirmelo, ha paura che lo giudichi ancora troppo piccolino per andare in giro senza di me, solo Dio sa quanto vorrei stringerlo e rassicurarlo che andrà tutto bene, che sarà bravissimo e che la sua canzone piacerà a tutti, invece mi limito a guardarlo e a chiedergli se è davvero sicuro che non abbia bisogno di me, di sicuro si dev'essere accorto del mio tono di voce implorante, ma non riesco a fare diversamente quando si tratta di lui. Mi risponde che devo stare tranquilla, che c'è Briga che si occuperà di tutto, che lo andrà addirittura a prendere al termine della terza ora da scuola e che quindi non è il caso che ci vada anch'io rischiando di metterlo in imbarazzo anche di fronte a lui. Insomma ha pensato a tutto mio figlio, tutto quello che deve fare per escludermi dalla sua vita...un pizzico di malinconia mi pervade, ma non voglio appesantirlo con le mie paranoie di mamma chioccia, questa è la sua serata e voglio che se la viva al meglio.
<<Ti ho lasciato il suo numero su un post-it in cucina...stai tranquilla>> mi dice quasi leggendomi nel pensiero, sono felice che si sia ricordato di quella mia richiesta, voglio essere sicura che stia bene, e che tutto proceda come deve procedere altrimenti il primo a pagarne le conseguenze sarà proprio il suo "idolo". No, non siate così malpensanti, non ho chiesto il suo numero di telefono per altri motivi oltre quelli lavorativi di mio figlio...vabbè ok, volevo il suo numero, volevo essere sicura che se avessi sentito la voglia di sentire la sua voce, per insultarlo, per gridargli in faccia quanto mi fa incazzare, o semplicemente per dirgli quanto mi manca...o quanto lo vog...niente per dirgli niente...avrei potuto farlo.
<<In bocca al lupo tesoro>> gli dico con gli occhi bagnati dalle lacrime che aspettano che lui se ne vada per rigare il mio viso...lui se ne accorge e mi stringe sorridendo rassicurandomi che non sta andando in guerra e che mi chiamerà per dirmi quando partono, arrivano....insomma mi chiamerà per dirmi tutto...così dice, ma io so che non lo farà...sarà così eccitato per questa serata che gli passerà di mente ed io andrò in panico come al solito.
Mi preparo in fretta perché ho deciso di occupare la mia mattinata, non voglio rimanere a casa con il pensiero che mio figlio sia così distante da me, e che sia esposto ad una serie di pericoli che probabilmente non ho ancora avuto il tempo di metabolizzare. Ormai è grande, ed è giusto che io inizi a convivere con questa sensazione di terrore costante che mi pervade ogni volta che è fuori di casa. Esco dalla doccia e mi guardo allo specchio, ho una macchia rossa sul petto che ha la forma di una bocca...una bocca che conosco benissimo...lo sapevo io che quel maledetto mi avrebbe lasciato un segno dei suoi sul corpo, ormai lo conosco meglio di chiunque altro nonostante siano passati così tanti anni. Ogni volta che stavamo insieme aveva il bisogno di marchiare il territorio con me, di dimostrare a chiunque mi guardasse che io appartenevo a lui e che non avrei vissuto mai le stesse emozioni con nessun altro. Ieri c'è mancato poco che facessimo l'amore, non voglio mentire a me stessa, lo desideravo da morire...mi ero recata nel suo ufficio proprio con quell'intenzione, anche se non volevo ammetterlo. Fingevo di essere arrabbiata per una fotografia apparentemente senza importanza ma che in due secondi mi aveva fatto arrivare il sangue al cervello mandandomi in bestia. Aveva capito subito il motivo della mia rabbia, sa quali sono le cose che non sopporto di lui, e la superficialità con cui riesce a passare da una donna all'altra è una di queste, ha capito subito che la gelosia aveva preso piede nel mio corpo portandomi a flirtare con un suo collega davanti a lui solamente per il gusto di vederlo morire, di farlo rosicare come non aveva mai fatto prima...di vedere nei suoi occhi quella fiamma che lo ha costretto a prendermi lì su quel divanetto a cui non faccio altro che pensare. Rivivevo quelle scene di noi due avvolti nella nostra passione capace di distruggere tutto quello che avevamo intorno, in loop...non riuscivo a smettere di pensare al suono del suo respiro affannato quasi quanto il mio, ai suoi occhi che non smettevano di fissare i miei, e alle sue dita che toccano le mie labbra per togliere quella traccia di rossetto sbavato a causa della foga dei nostri baci. Quando mio figlio aveva avuto la geniale idea di venire nel suo ufficio per chiedergli delucidazioni sull'orario della loro partenza. Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se Bes ci avesse beccati in quella situazione...per fortuna quel mezzo manico di scopa che finge di fare la sua segretaria, aveva avuto per la prima volta nella sua vita una buona idea, quella di avvisarci...mettendo fine però al nostro momento magico da cui non saremmo mai voluti uscire e riportandoci alla realtà, una realtà che rendeva tutto più complicato. Quando mi aveva accompagnata alla macchina, non riuscivo a fare a meno di pensare a quella volta in cui stavo percorrendo il corridoio della Label, incazzata nera con lui per l'ennesima delle sue cazzate, quel giorno litigammo fino a farci male...per poi finire rinchiusi in uno dei bagni di quello stesso edificio a fare l'amore come se fosse l'unico dei nostri pensieri, come se fosse l'unico modo per risolvere tutto. Lo guardai e notando il suo "problema" non mi trattenni dal ricordargli che una volta probabilmente avrebbe agito diversamente...che mi avrebbe scaraventato in una delle stanze vuote disponibili e mi avrebbe fatto sua senza permettermi di replicare sul buon senso di quelle azioni. Non mi rispose, mi sorrise com'era solito a fare quando pensava ad una serie di cose di cui io nemmeno immaginavo la natura e mi salutò lasciando in me la sensazione che stavolta forse era davvero cambiato, stavolta non mi voleva solamente per una scopata di dieci minuti...stavolta mi voleva davvero.
Ho avvisato Francesca che sarei passata da casa sua perché volevo vederla, ma soprattutto perché volevo spupazzarmi le mie nipotine acquisite che a quanto pare, reduci da un'influenza, non erano andate a scuola e quindi stavano rendendo impossibile la vita della loro mamma. Sofia e Lara sono due bambine bellissime, tra poco compiranno otto anni, ed io non vedo l'ora di esserci alla loro festa, perché Francesca mi ha raccontato quanto stiano soffrendo per via della separazione dei loro genitori, mi ha raccontato tutte le marachelle che combinano a scuola solamente per attirare l'attenzione degli altri nonostante lei stia facendo anche l'impossibile per non fargli sentire la mancanza del padre a cui sono legatissime. Quando piombo a casa sua...con dei regali per le bambine, queste mi saltano al collo contente di vedermi....sono davvero bellissime, occhi grandi e vispi...sorrisi raggianti... piene di vita, le amo davvero come se fossero mie, perché so quanto Francesca faccia per loro ogni giorno, quanto cerchi di riempire la sua vita e la loro di tutto quello che serve per non sprofondare nella tristezza, la delusione nel vedere la propria famiglia andare in pezzi, senza che tu possa fare niente per salvarla.
<<Ammazza quanto siete cresciute...>>dico sbaciucchiandomele mentre Francesca mi guarda con rimprovero per i regali che ho portato <<non mi guardare così, lo sai che sono la zia dei giochi io...mica posso portare quei regali noiosi e antichi...>>
<<Come dei libri da leggere o album da colorare? No tranquilla tesò non avevo dubbi che tu optassi per l'asta con il microfono con le sigle dei cartoni, o la fabbrica dei gioielli... sono proprio cose da te>>
<<Senti visto che non mi sono potuta sbizzarrire con il mio, fammelo fare con loro...>> rispondo ridendo mentre cerco di capire come si monti l'asta
<<No zia... non si fa così... si fa così...>dice Lara prendendola in mano e avvitandola con un solo movimento
<<Niente, so più intelligenti di me>> dico rivolgendomi a Francesca che invece sta preparando il caffè
<<Avoja, queste se non stai attenta te rigirano come un pedalino>>
<<Tu invece che mi racconti? Lo hai sentito lui?>>dico spingendo il dito su un tasto delicato per lei, di cui non vuole parlare ma che so che continua a farla soffrire
<<Per cosa dovrei sentirlo? Per dirgli che hanno la febbre? Per dirgli che hanno tirato i capelli ad una compagna di scuola? Che dicono alla maestra che non le faccio mangiare? Per sentirmi trattare con sufficienza anche da lui?? No Emma non me la sento>>dice tirando fuori tutta la sua sofferenza...
<<Questa cosa non può continuare così Frà...devi fare qualcosa, devi parlargli...le bambine non stanno bene, sono tre anni che vivete così eppure la situazione non è ancora stabile...tu hai bisogno di tornare a vivere e ne hanno bisogno anche loro>>
<<No Emma, loro hanno bisogno di lui...>>
<<Tu no?>>dico cercando di spingerla a farsi qualche domanda in più su quello che sente dentro
<<No, io non ho bisogno di nessuno...ho le mie bambine, spero solo di essere abbastanza per loro, ma ogni volta che incrocio i loro occhi mi rendo conto che per quanto io possa fare e per quanto io possa dargli tutto quello che vogliono, la presenza del padre è insostituibile per loro>>
<<E' insostituibile anche per te visto che sono tre anni che stai così...>>
<<Io sto benissimo...>>
<<Guardami e dimmelo che stai benissimo!? Dimmelo che non ti manca tuo marito, che non vorresti volare a Milano per dirgli quanto lo odi, quanto ti manca per poi implorarlo a tornare la famiglia bellissima che eravate>> forse mi sono spinta oltre con lei, non dovevo essere così esplicita, non dovevo portarla sul ciglio di quei desideri che aveva tenuto stretti nel cuore per non sentirsi ridicola ancora di più di quanto si sentisse. Io voglio solo aiutarla, farla rendere conto che niente è perso se c'è ancora amore dentro il cuore. Certo, io che faccio sto discorso sono ridicola me ne rendo conto, però lei può ancora salvare la sua famiglia, può ancora lottare per riaverla.
<<Senti un po', e tu perché non ammetti a te stessa che non hai mai smesso di amare Bellegrandi eh?>>quelle parole sono per me un colpo allo stomaco, non avevo mai pensato davvero al fatto che potessi ancora provare quei sentimenti dentro di me, che una parte di lui vivesse ancora nel mio cuore...la stessa parte che avevo provato a cancellare con tutte le mie forze dalla mia testa, dalla mia vita... <<Scusami...non dovevo, è che sono sempre così nervosa...il pensiero che lui stia così lontano, che non s'interessi di me...che mi dica che mi ama e che non vuole nessuno accanto a sé che non sia io, e poi mi mandi il mantenimento tramite un avvocato, mi distrugge...sono tre anni che la mia vita è in bilico di non so nemmeno io cosa>>
<<Ehii... non ti devi scusare con me, hai ragione... e mi rendo conto che la tua situazione non è facile, anzi... è davvero impossibile, io non so come farei al tuo posto... ed è solo per questo che voglio aiutarti>> dico abbracciandola <<e comunque, non ho bisogno di ammettere un bel niente...>>
<<In che senso?>> dice mentre versa il caffè nelle tazzine
<<Nel senso che...per poco ieri non facevamo l'amore nel suo ufficio>>dico di colpo mente a lei cade una goccia di caffè sulla mano che la fa urlare dal dolore
<<Ma tu me vuoi ammazzà famme capì...? Come nel suo ufficio, ma poi come stavate per...? Oddio non ce posso pensà!>>
<<Bes, ha deciso di entrare a far parte della Label...>>
<<Cazzo!>>esclama preoccupata
<<Già, ho provato a impedirglielo, però non mi sembrava giusto Fra, si tratta della sua vita, del suo sogno, non è giusto che sia proprio io a rovinarglielo>>
<<Hai ragione, Bes è nato per cantare...è giusto così...ma senti, quindi ora, si conoscono?>>
<<Si e a quanto pare vanno anche d'accordo>> dico con sarcasmo
<<Niente Brown, Bellegrandi è una condanna nella tua vita...>>dice ridendo mentre Sofia viene da me per chiedermi quando avrebbe visto mio figlio
<<Amore Bes stasera è a Torino...però mi ha detto che presto verrà a trovarvi anche lui e starete tutto il pomeriggio insieme>> rispondo sapendo di farla felice, quelle bambine adorano Besta e lui adora loro come se fossero le sue sorelline, infatti ogni volta che tornavamo a Roma non faceva altro che ripetermi che voleva vederle...e portare loro dei giochi...Era impressionante come mio figlio cambiasse atteggiamento con loro, gli permetteva di tutto... di sporcarsi le mani con i colori, di farsi scompigliare i capelli, di farsi fare il solletico...insomma con loro mio figlio tornava ad essere il mio bimbo giocherellone in cerca di coccole.
<<Insomma dove sta Bes stasera? A Torino? Perché?>>
<<Perché stasera presenta la sua canzone durante un concerto di Mostro, ovviamente questa è stata un'idea di Briga>>
<<Beh certamente, di chi poteva essere...quindi dobbiamo cercare i Periscope stasera, hai avvisato Tina?>>
<<Si stasera viene a cena da me, anche se lei la conosce già la canzone>>
<<Come la conosce già?>>
<<Si è stata lei ad aiutare Bes ad arrangiarla...>>
<<Hai capito la stronza, e a me mica m'ha detto niente...>>
<<Nemmeno a me se è per questo>> dico ricordandomi le bugie che mi hanno raccontato quel giorno lei e Bes per nascondermi quella canzone
<<Vabbè per te è normale, tu sei la madre non dovevi saperlo...comunque raccontami un po', come ha fatto Briga a passare da essere capo di tuo figlio a tuo amante?>>
<<Veramente non è la prima volta che veniamo interrotti...sembra che il mondo si sia messo d'accordo per non permetterci di stare insieme>>
<<Hai capito la Brown che s'innervosisce perché non può amoreggiare>>
<<Smettila cretina immediatamente...sono tre volte che ci proviamo a stare insieme, ed ogni volta arriva qualcuno...probabilmente il destino sta cercando di dirci qualcosa>> dico la stessa frase che gli ho detto ieri sera in uno dei messaggi che ci siamo scambiati su Instagram.
Mi aveva detto che non ha bisogno di attendere per desiderarmi e quella frase aveva acceso in me la voglia di continuare a scrivergli, così avevo preso un caldo plaid e sdraiata sul mio divano avevo ripreso a scrivere a quell'uomo che ormai mi aveva in pugno
"Che cosa dovrebbe dirci il destino? Che siamo dei coglioni a stare lontani per tutto questo tempo?" Lo sapevo io che se ne sarebbe uscito con una delle sue frasi
"Può darsi, ma potrebbe volerci dire anche che stiamo sbagliando a farci prendere da...tutto questo" gli avevo risposto sperando in una sua reazione che non tardò ad arrivare
"Tutto questo cosa? Chiama le cose con il loro nome...tutta questa voglia che hai dentro che è la stessa che sento io ogni volta che ti vedo. Pensi che ti stia facendo sbagliare?"
"Se lo pensassi non sarei venuta da te, consapevole che non mi avresti fatto andare via dal tuo ufficio" volevo essere sincera con lui, volevo dirgli la verità...cioè che morivo dalla voglia di lui
"Allora perché non me lo dici eh? Perché me fai perde la testa a pensà a quello che c'hai in testa?" Ma guarda vista così me fa quasi pena poro cucciolo
"Perché sennò quale sarebbe il divertimento?" Risposi immaginando l'espressione divertita sul suo volto leggendo la mia risposta.
"Se t'avessi qua Brown...mamma che te farei" e con quella risposta il mio cervello era andato in panne come al solito, non riuscivo a smettere di sorridere mentre mi stringevo in quella coperta in pile che aumentava ancora di più il calore del mio corpo.
<<Secondo me sta cercando di dirci che siete due sfigati...>>dice Francesca riportandomi alla realtà con una risata mente le urla delle bambine che invece stanno litigando in soggiorno ci catturano e ci costringono ad andare da loro.
Dopo le preghiere delle mie nipotine, ho deciso di rimanere a pranzo da Francesca e di stare con loro tutto il pomeriggio, avevamo bisogno di stare un po' insieme, di recuperare il tempo perso ma soprattutto ci tenevo che la mia amica respirasse un po'. Ho atteso a casa sua che Tina uscisse da lavoro per passare a prenderla, so che non sta benissimo moralmente pertanto volevo farla distrarre un po',per poi andare insieme a casa mia dove ci saremmo godute in diretta il concerto di Mostro, e dove mio figlio avrebbe presentato la sua bellissima canzone...fortunatamente mi aveva avvisato che era arrivato, e che si stavano tutti preparando per la serata... Era la prima volta che non aspettava che fossi io a chiedergli se andasse tutto bene, per la prima volta era lui che mi aveva cercato...sintomo che qualcosa lo preoccupava, lo mandava in ansia...Così spinta da Tina decisi di chiamarlo per accertarmi che non avesse bisogno di me, una telefonata breve, giusto per fargli sentire che io ci sarei sempre stata.
<<Ciao mammì...>> mi risponde facendomi sentire tutta la sua agitazione
<<Amore tutto apposto?>>
<<Si ce stamo a preparà...tra poco tocca a me...>>
<<Sei un po' preoccupato?>> dico non ricevendo nessuna risposta, segno che si stava mordendo le unghie...<<togli le mani dalla bocca...andrà benissimo...devi stare tranquillo, perché sei bravo...la tua canzone l'hai scritta tu, nessuno la conosce meglio di te, nessuno può farla meglio di te...o sbagliarla più di te, per cui smettila di stare in ansia come tua madre... Perché stasera tu spaccherai...e quella gente non potrà fare a meno di scaricare la tua canzone>>
<<Sei sicura?>>mi chiede cercando delle conferme che solo chi ha vissuto queste esperienze come me...o come Mattia può dargli, ho bisogno di fargli sentire la fiducia in se stesso...di alimentare il suo ego, che da sempre critico in lui ma che stavolta è necessario per dargli la forza di superare questa giornata
<<Sei il figlio di Emma Marrone, non hai bisogno che te lo dica io che andrà tutto bene...>> quelle parole non sono le mie, quelle parole sono forse quelle che gli avrebbe detto qualcun altro che in questo momento non può dirgliele, qualcun altro che probabilmente saprebbe cosa dire ad un ragazzo che per la prima volta sta affrontando il pubblico come lui, con la paura di sbagliare, di essere fischiato, con la paura che il suo sogno svanisca all'improvviso...
<<Grazie mà...ora devo andare>> mi dice con un tono di voce più tranquillo...spero che abbia capito quello che volevo dire, spero che abbia sentito dentro di se la scarica di adrenalina che gli avrebbe dato la spinta necessaria per affrontare questa serata.
<<Ma sei sicura che è questo il concerto di Mostro?>>mi domanda Tina rimanendo sbalordita dal fatto che ci sia davvero tanta gente
<<Si perché?>>
<<Perché c'è davvero tantissima gente, ci credo povero amore nostro che ha paura...questi te buttano i pomodori>>
<<Smettila non mi mettere ansia...tra poco dovrebbe uscire Bes...anzi eccolo...oddio spè...>> dico eccitata mentre Mostro presenta al suo pubblico il nuovo acquisto dell'etichetta discografica...
Vedo mio figlio cercare lo sguardo di qualcuno al lato del palco, e quando capisco grazie a dei commenti che alla sua sinistra c'è Briga il mio cuore perde un battito, com'è possibile che per lui conti così tanto la sua opinione, che si sia affezionato alla sua figura in così poco tempo...In questo momento non posso pensarci, mio figlio sta cantando per la prima volta in pubblico non posso farmi sopraffare dalle mie paure...non in questo momento in cui le mie lacrime continuano a scorrere libere sulle note di quella canzone che ormai amo come se fosse una delle mie. Mi giro verso Tina e vedo il suo sguardo perso e felice quanto il mio, ci abbracciamo strette...mentre ad entrambe scappa un singhiozzo...Francesca nello stesso tempo ci ha mandato un messaggio dicendoci che è stato bravissimo, e che anche lei è in una valle di lacrime peggio di noi. Ancora non ci credo che la gente gli stia applaudendo in questo modo, non ci credo che sia stato un successo clamoroso...Bes saluta tutto il pubblico, annuncia che il suo brano sarà in free download sul sito dell'etichetta e, salutando Torino, lascia il palco...mentre noi siamo completamente andate...
<<Io sinceramente non so come fai ad essere contenta che tuo figlio faccia quella vita>> eccolo là, lo sapevo io che mi doveva rovinare un momento così bello con la sua superficialità.
<<Cosa vuoi dire?>>dico mentre Tina stringe le mani per evitare di dire ciò che pensa a Saverio
<<Emma, non ti ho mai nascosto che quel mondo mi fa schifo, una marea di individui ricoperti di tatuaggi, che non fanno altro che farsi le canne o drogarsi e che si spacciano per artisti solamente perché sanno scrivere due parole in rima su un foglio>> Tina sentendo queste parole si alza e lascia la stanza dove ci eravamo posizionate per vedere il concerto, so che quelle parole hanno offeso anche lei perché quello era anche il suo mondo, un mondo che per mesi aveva condiviso con il suo ex fidanzato, un mondo che conosceva bene e che sapeva essere forse più pulito del nostro...pieno di tante belle facce sporche coperte da una facciata di perbenismo ceramico.
<<E tu che cazzo ne sai eh? Non mi pare che tu sappia qualcosa di musica>>
<<Perché mi rispondi in questo modo Emma? Lo sai che non sopporto le parolacce>>
<<Perché hai appena dato indirettamente a mio figlio del drogato, e ripeto visto che tu non sai un cazzo né della sua musica né di lui, ti pregherei la prossima volta di evitare di esternare i tuoi pensieri malsani su di lui e i tuoi perbenismi, soprattutto in mia presenza>> eh no bello! Tu prima di parlare di un mondo che non conosci, come quello dei rapper ti devi sciacquare la bocca...perché non sai niente, non sai un cazzo di loro, di quanto lavorino sodo per raggiungere certi livelli, non sai niente delle umiliazioni e delle sofferenze che subiscono ogni giorno per portare avanti il proprio sogno, ma tu cosa ne puoi sapere di sogni se la tua massima aspirazione è quella di avere un ufficio più grande dove firmare le tue carte stracce.
Vado a dormire con il peso di quella discussione sullo stomaco, non ci posso ancora credere che l'uomo con cui convivo ha appena detto che mio figlio può diventare un drogato solamente per il fatto che vuole diventare un rapper, che ami la musica...ma come gli è venuto in mente dico io? Decido di andare a letto presto, non ho voglia di sentire ancora la sua voce dirmi qualcuna delle cazzate per cui potrei realmente incazzarmi e compromettere la nostra situazione. Bes mi ha avvisato del suo arrivo in albergo...è contento che tutto sia andato come speravamo, la sua serata è stata più bella di quanto si aspettasse, infatti dopo la sua esibizione lui e Briga sono corsi in pizzeria per mangiare una pizza, ed ora si apprestavano entrambi ad andare a dormire. Tina era tornata a casa sua...mi ero resa conto di quanto quella frase di Saverio l'avesse ferita e riportata nel tempo quando avevo visto un suo post su Instagram, aveva pubblicato una foto risalente agli anni in cui la music rap era entrata prepotentemente nella sua vita...anni che l'erano rimasti dentro quasi quanto a me.
Insomma tutti stanno dormendo serenamente, soltanto io non riesco a chiudere occhio nonostante voglia rilassarmi sotto il peso dei miei pensieri che viaggiano alla velocità della luce nella mia mente. Saverio è accanto a me, ma in questo momento lo sento distante, come non ho mai sentito nessuno...ha cercato la mia mano sul materasso ma io l'ho ritratta immediatamente, io non avrei mai pensato di dire una cosa simile di suo figlio semmai ne avesse avuto uno, io non mi sarei sognata nemmeno per un secondo di farlo sentire come lui aveva fatto sentire me, mentre guardavo la prima apparizione pubblica di mio figlio in diretta. Si, sono consapevole che con lui non sono stata corretta, che ho baciato per due volte e stavo per fare l'amore senza limiti con un altro uomo, ma la colpa non è soltanto mia...lui lo sa che non sono una donna che si fa andare bene i bacetti del buongiorno e della buonanotte, lui lo sa quanto io abbia bisogno di sentirmi desiderata...ma mi rendo conto che forse sarebbe stato lo stesso anche se lui mi desiderasse di più. Quando c'è quell'altro di mezzo io non ragiono, la mia mente va in subbuglio, il mio corpo inizia a tremare...le mie mani si muovono da sole...la mia bocca dice cose che non dovrebbe dire...e tutti i miei buoni propositi di mantenere un attimo di contegno vanno a farsi benedire.
Stamattina ho deciso di andare in giro per negozi a fare spese, non voglio stare a casa da sola, non voglio correre il rischio d'incrociare Saverio e di dover intavolare con lui un discorso inutile, dove non farei altro che ripetere le stesse parole che gli ho detto ieri. Sapeva che ero ancora arrabbiata con lui, eppure non ha avuto il pensiero di dirmi nemmeno una parola, di chiedermi scusa per aver esagerato in quel modo sul lavoro di mio figlio...niente di niente, vorrà dire che si prenderà le conseguenze delle sue azioni. Allontano il pensiero di lui, e nonostante sia ora di pranzo mi dirigo verso l'ufficio del mio produttore...voglio proporgli di ascoltare alcuni brani che ho scritto quando ero a Londra, perché mi sento pronta per incidere un nuovo cd, so che questo è il periodo più giusto per mettere in cantiere un nuovo progetto, per ritornare a calcare i palchi d'Italia, e so che solamente Luca può aiutarmi.
<<Io non ci credo che tu abbia scritto queste meraviglie così lontana da casa tua>>
<<Neanche io ci credo...senti ma tu dici che...possiamo far uscire il disco prima che arrivi l'estate?>>
<<Il disco? Sono sincero Emma...sono canzoni bellissime soprattutto questa..."ti vorrei con me" eri molto giù quando l'hai scritta vero?>> mi chiede leggendomi negli occhi come ha sempre fatto da quando mi conosce, ricordo ogni istante di quella serata in cui avevo scritto quella canzone...avevo litigato con mio figlio, la nostra ennesima litigata per colpa della mia mancanza di fiducia nei suoi confronti, un'altra delle mie storie era definitivamente naufragata nel nulla e io sentivo tremendamente la mancanza quello che avevo lasciato a Roma. No, non è facile vivere in un posto sapendo che il tuo cuore continua a rimanere incollato ai ricordi, a persone che non vedi più, a sensazioni che pagheresti per sentire ancora sulla pelle. Ecco, quella canzone era nata così...dalla mia mancanza di qualcuno sulla pelle e nel cuore..."la mancanza sentita in una notte popolata di stelle vissute in un cortile, cantando le storie di nessuno".
<<Insomma non vanno bene per un singolo estivo da far uscire prima del disco...tu lo sai benissimo, ci vuole qualcosa che rimanga impresso...che sia canticchiabile, allegra...a proposito ma questa qui?>> dice estraendo dalla cartellina un foglio spiegazzato su cui pochi giorni fa, precisamente il giorno in cui e Bellegrandi c'eravamo incontrati al ristorante, avevo appuntato una strofa che continuava a rimbombarmi in testa. Non era una canzone, era solo una bozza, e prima di diventarlo sia io che Luca sapevamo che avremmo dovuto fare un enorme lavoro, ma già il fatto che entrambi avevamo avuto una sorta di sesto senso su quella canzone voleva dire che non ci stavamo sbagliando.
<<Dammi ancora qualche giorno per lavorarci, vedo quello che riesco a combinare...e te la invio via email>>
<<Come mai tanta fretta Brown di tornare sulla cresta dell'onda?>>mi chiede vedendo quanto sia eccitata all'idea di tornare a cantare
<<Si, ho bisogno di sentirmi viva... Di tornare ad essere Emma Marrone, qui...a casa mia...non da qualche altra parte del mondo...>> volevo rimanere a Roma, volevo ripartire da qui...continuare a far sognare i miei fan...a farli emozionare con la mia voce
<<Bentornata amica mia...sei mancata a tutti moltissimo...sono sicuro che basterà metterci sotto con il lavoro, e in pochissimo tempo riusciremo a sfornare un cd degno di te>>
<<Grazie Luca, beh ora vado...ci aggiorniamo quindi>>dico abbracciandolo e uscendo dalla porta di quell'ufficio.
Sto per tornare a casa quando ricevo una telefonata di mio figlio, non ci credo quasi che si sia ricordato di avvisarmi...erano davvero molte ore che non sapevo niente di lui, ancora un po' e avrei contattato tutti gli ospedali della zona, infatti non appena apro il telefono non riesco a far a meno di tempestarlo di domande come al mio solito.
<<Mà respira! Che è? Un interrogatorio? Abbiamo appena preso il treno di ritorno...ci vediamo fra qualche ora>> e certo perché a te sembra facile vivere con il pensiero che tuo figlio sia chissà dove con Briga, e che non si sia nemmeno preoccupato di avvisarti sulla sua partenza, no ma è tutto nella norma infatti.
Gli chiedo se è tutto apposto e lui mi aggiorna su alcuni dettagli di ieri sera, mi conferma che gli altri ragazzi li raggiungeranno qualche ora più tardi in seguito a delle interviste, e mi dice che devo stare tranquilla...senti bello ma tu lo sai che fine ha fatto tranquillo? Meglio che non te lo dico va...
<<Siiii...nun te proccupà t'ho detto! Mà piuttosto, te sei ricordata de comprarme il regalo per andà alla festa stasera?>> cazzo il regalo...Presa dall'incontro con il produttore mi sono completamente dimenticata di acquistare il regalo per l'amico di Bes che ha organizzato una festa di compleanno nella sua villa al mare, festa a cui non voglio che Bes partecipi, non oggi a ridosso dal suo ritorno da Torino, senza aver riposato nemmeno un po' e per dormire in una casa estiva, senza alcun controllo o pronto soccorso funzionale nei paraggi.
<<Mamma!>> mi ammonisce...ricordandomi che gli avevo già detto che sarebbe potuto andarci, chissà che stavo pensando in quel momento...vabbè comunque ormai è fatta, gli ho promesso che sarebbe potuto andarci e ci andrà...e se fanno un falò e lo ritrovo carbonizzato? E se ci sono delle onde anomale? E se...ok sto a esagerà, ma mettete che si ritrovi a contatto con gli squali? Chi lo salverà? Che faticaccia fare la mamma...
<<D'accordo!>> gli dico con un sospiro tranquillizzandolo sul fatto che mi trovo ormai in giro e quindi provvederò presto al regalo per il suo amico, dopotutto una promessa è sempre una promessa.
Saranno arrivati a Roma? Perché non mi ha ancora avvisato? Ma è possibile che con mio figlio debba vivere sempre nell'ansia costante? Saverio non è ancora tornato, fortunatamente...oggi è stato fuori tutto il giorno, mi ha inviato qualche ora fa un messaggio avvisandomi che sarebbe ritornato a casa un po' prima perché voleva stare un po' da solo con me, con la differenza che invece io non ho alcuna voglia di stare con lui. L'unica cosa di cui ho bisogno è di abbracciare mio figlio, sono quasi quarant'otto ore che non lo vedo e voi non potete capire quanto mi manchi. Si, sono consapevole di essere forse troppo morbosa con lui, ma è il mio piccolino, non è mai stato così lontano da me...ho bisogno di vederlo per vedere se sta bene, anche se so che è stato bene con Briga...era troppo felice di stare con lui non avevo dubbi al riguardo, quando si tratta dei ragazzi più giovani che approcciavano al mondo della musica, lui diventa un altro, infondo sono pochi a sapere chi è davvero Mattia Briga.
Sento il citofono, alleluia...sono arrivati...apro la porta e vedo la macchina di Mattia aspettare che quella di Saverio si sposti, per entrare all'interno...eccolo il genio dell'economia romana, è appena tornato anche lui...certo perché non poteva ritardare 'n altro po' no eh? Viene verso di me ed ha la fantastica idea di darmi un bacio a stampo davanti a mio figlio che sta venendo verso di noi, non ho il tempo di riflettere sul suo gesto che già si è staccato entrando in casa. Guardo quella macchina e incrocio i suoi occhi, che non mi lasciano scampo, che attanagliano la mia anima di sensi di colpa di cui ormai non so più la natura, mi giro verso mio figlio e lo abbraccio senza sbaciucchiarlo come vorrei, perché so che non sarebbe d'accordo...Si vergogna enormemente delle mie manifestazioni d'affetto anche se in realtà so che adora quando gli faccio le mie coccole, mi chiede se Saverio può spostare la macchina, in modo da permettere a Briga di entrare dentro...Gli rispondo che può benissimo lasciarla così ed entrare, perché tanto quello avanti al cancello è il nostro parcheggio... Bes glielo dice...ma lui gli risponde che si è appena ricordato di avere un impegno alla Label, così mi fa un cenno dal finestrino e sparisce.
Certo Briga come no, tu vorresti farmi credere che rinunci a stare un po' di tempo in più con me, per un impegno qualunque? No mi dispiace ma non ci credo, lo so che si è infastidito...lo conosco bene, e conosco quella luce nei suoi occhi, l'ho vissuta sentendola mia per tanto tempo, forse troppo...eppure è bastato quello sguardo per farmi sentire addosso il fastidio che provavo quando mi si avvicinava un altro uomo che non fosse lui. Com'è possibile che tutto sia tornato come allora? Che io senta dentro quell'euforia che sentivo allora ogni volta che lo vedevo?
Entro in casa e mio figlio mi subissa di racconti, di scoperte che ha fatto durante il concerto di Mostro e di tutte le novità del mondo del rap che presto entreranno a far parte della sua vita. Mi racconta che Briga gli è stato vicino in ogni momento delle ore che ha trascorso fuori casa, che gli ha preso la colazione...che hanno mangiato le stesse cose perché sono allergici al melograno...pensate voi che coincidenza, che lo ha tranquillizzato prima di salire sul palco come nessuno avrebbe potuto fare...nemmeno io...
<<E poi ci sei tu, donna frignona e ansiolitica...che te preoccupi senza motivo, me rompi le scatole, e che non saprei che fa se non ci fossi tu>>dice su due piedi lasciandomi senza parole, ma soltanto con la voglia di scoppiare a piangere. Non mi aveva mai detto prima, così apertamente quanto mi vuole bene, quanto conto nella sua vita! Gli sorrido e mi alzo dal letto per andare via dalla sua camera, per poter sfogare la mia commozione, però Bes viene verso di me e mi abbraccia forte forte...<<Mo stamo da soli me puoi fa le coccole>> dice facendomi ridere mentre io lo riempio di baci...<<Oh mà...però nun te bacià co quello quando ce sto io, me da fastidio>> mi rivela facendo stringere il mio cuore...Ha ragione, so quanto gli dà fastidio e lo sa anche Saverio, quando ci si mette sa essere più immaturo di un coetaneo di mio figlio. Lo rassicuro sul fatto che non sarebbe capitato ancora mentre scelgo il completo che avrebbe indossato alla festa del compleanno del suo amico...voi non potete capire quanto gli sta bene la giacca...e la camicia, senza parlare poi di come gli cadono bene i pantaloni. Quando è diventato così alto? Io dov'ero? Per pensare ai miei impicci sentimentali mi sto perdendo tutti i centimetri di mio figlio...e questo non va bene!
Torno in soggiorno e vedo che Saverio è seduto sul divano...strano che ancora non sia volato in camera per dormire...dopotutto sono già le nove, non sarà troppo tardi per lui? Prendo il telefono, controllo Instagram e vedo che non c'è alcun suo messaggio nonostante abbia piacciato qualche minuto fa alcune foto. Sono consapevole che si sia innervosito nel vedermi con Saverio, però almeno un cenno, un messaggio...qualcosa...poteva dirmelo. Apro Whatsapp e decido di mandargli un messaggio con quello, visto che Bes aveva avuto la fantastica idea di chiedergli il numero.
"Come sono andati i tuoi impegni improrogabili?" Gli invio aspettando che mi risponda, nonostante non sappia che questo è il mio numero, sono sicura che lo capirà non appena leggerà il contenuto.
<<Sei ancora arrabbiata con me non è vero?>>dice Saverio destandomi dai miei pensieri, no ma dico ha pure la faccia tosta di chiedermelo...certo che sono arrabbiata!
<<Non dovrei?>>
<<Emma mi dispiace, non penso che tuo figlio sia un drogato...e mi rendo conto che i miei pregiudizi spesso sono troppo estremi, hai ragione non posso fare di tutta un'erba un fascio>> ma davvero? E hai aspettato tutto questo tempo per ammettere che parli a cazzo? <<Scusami...non volevo>> dice venendo verso di me e dandomi un bacio che non riesco e non voglio ricambiare.
<<C'è Bes, non voglio che ci veda...>>
<<Emma, però Bes è grande...deve capire che tu sei una donna e noi stiamo insieme...>>
<<Senti so già quello che vuoi dirmi, ma prima di essere una donna...io sono la madre di mio figlio e tu lo hai sempre saputo>>dico prendendo il telefono e sedendomi sul divano...Bes fa capolino dal corridoio e mi saluta, il papà del suo amico è passato a prenderlo per la grande festa...Saverio invece viene verso il divano e si siede accanto a me, vuole vedere un documentario...ditemi che sto sognando vi prego! Hai litigato con la tua donna perché non capisci nulla di suo figlio, siete soli a casa, hai la possibilità di scoparla su ogni parete di questa casa e che fai? Te guardi un documentario? Oh Gesù io non je la posso fa!
"Tu hai finito di amoreggiare con il tuo fidanzato sul ciglio della porta?" Eccolo là, lo sapevo che si era arrabbiato, c'ha messo un'ora per rispondermi.
"In realtà abbiamo litigato per Bes...e quindi siamo sullo stesso divano a guardare la TV...distanti mille metri" non voglio raccontargli bugie, voglio che sappia la verità
"Perché che ha fatto Bes?"
"Lui niente, diciamo che Saverio non apprezza il suo mondo artistico"
"Vuoi dire il nostro, vabbè non è l'unico ce semo abituati"
"Esatto...il vostro...tende a generalizzare e questo mi fa sclerare"
"Più di me?" Dice facendomi ridere, ma mettendomi di fronte ad un'amara verità, nessuno mi avrebbe fatto sclerare come lui
"No, non proprio...come mi fai girare il culo tu nessuno al mondo"
"Allora la situazione non è interessante, senti ma...che film state a vedè? Uno romantico dal finale strappalacrime dove i protagonisti se baciano?" un sorriso scappa al mio controllo, ma Saverio è troppo preso dall'evoluzione degli animali che crescono nel circolo polare artico per accorgersene
"Non dovrei dirtelo, ma ha appena messo un documentario e ci sono pinguini ovunque"
"Un che? Nsomma questo sta sul divano co te distante mille metri, avete litigato e se guarda il documentario?" certo che c'ha ragione sta cosa è vergognosa proprio, ma come se fa dico io...
"Tu che avresti fatto?" gli chiedo sperando che la fiamma che sta crescendo piano piano dentro di me si spenga o quanto meno si affievolisca
"Beh, vieni qua che te lo faccio vedè" azzo, niente sta serata sta proseguendo sempre peggio, o meglio, a seconda dei punti di vista, guardo spontaneamente l'orologio come se volessi andarci davvero a casa sua, Emma smettila! Però in effetti sarei già pronta...non mi sono ancora nemmeno cambia...Emma basta!
"Ci verrei volentieri ma non so da dove digiti" scrivo di getto utilizzando un po' il linguaggio che si usava ai nostri tempi quando si chattava con il ragazzo che ti piaceva e lo invio senza pensarci due volte
"Da dove digito? Emma ma che te sei bevuta?" Mi risponde facendomi scappare una risata che non stimola in Saverio alcuna domanda...
"Ma come non ti ricordi come si chattava ai nostri tempi? Dopotutto non è passato poi molto tempo, mamma mia come sei vecchio dentro"
"Sì certo sfotti...sfotti...sta a parlà quella che sta sul divano col fidanzato che se guarda i pinguini che trombano, senza trombà" e vabbè ma c'è bisogno de infierì Briga? Eddaje un po'
"Che fai svii il discorso Briga? Hai paura che te venga sotto casa?" Emma ma allora lo fai apposta, aveva cambiato discorso che bisogno c'era di ricordargli dell'indirizzo? Insomma se non mi metto nei casini non sono contenta...Però quella frase mi è uscita spontanea...non mi ero resa conto fino in fondo di quanto sia grande il mio desiderio di vederlo, eppure sto controllando quell'orologio da dieci minuti, come se aspettassi solamente di alzarmi per andare da lui...Ma andare dove...? Emma mantieni il culo su questo divano porca miseria.
"Io te lo do, ma tanto non ti aspetto...non avresti mai le palle di venire qui nella tana del leone" mi risponde immediatamente inviandomi la localizzazione di casa sua, ed io spontaneamente mi alzo in piedi dal divano per avvicinarmi al tavolo della cucina dove gli rispondo ancora
"...un fiammifero illumina...Il tuo...ardore..."
"Ardore? Me la ricordavo 'n attimo diversa sta barra" e certo, perché speravi che ripetessi quella giusta vè? Scordatelo Briga!
"Mi piace di più così...quindi io non avrei le palle di venire lì?" scrivo mentre noto che Saverio mi guarda interrogativamente cercando di capire il motivo della mia irrequietezza
"Forse un tempo magari si, ma ora no..." Ora no? Mo te faccio vedè io Bellegrandi chi è che non c'ha le palle
<<Devo andare da Tina, perché ha...un problema>>dico non rendendomi conto di quello che sto dicendo, voglio davvero andare da lui? Sto davvero cercando una scusa da dire all'uomo con cui vivo per stare con lui? <<e ha bisogno di me...>>
<<Ma a quest'ora?>> in effetti non è prestissimo come potevo pretendere che per lui andasse bene. Diamine è pur sempre un uomo è normale che non sia d'accordo se esco a quest'ora da casa...<<Va bene amore, vai tranquilla io vedrò la fine del documentario e poi andrò a nanna>> niente come non detto, ma ve pare che mi permette di uscire di casa a quest'ora vestita cosi? Lo dice anche con il sorriso...un sorriso che fa passare in me anche il più flebile dei sensi di colpa. Afferro il mio giubbotto di pelle, la borsa e con l'entusiasmo di una ragazzina mi avvio verso la mia macchina. Prendo il cellulare e gli invio l'ultimo messaggio prima di dirigermi verso casa sua...grazie alla localizzazione che mi ha inviato.
"Mi piacciono le sfide..." Lo invio e appoggio il cellulare sul sedile, non voglio più rispondergli, prima del mio arrivo a casa sua, voglio vedere nei suoi occhi lo stupore nel capire che ha sbagliato le sue previsioni su di me e che stiamo per gettarci in un casino più grande di noi. Arrivo di fronte al cancello della sua bellissima villa, e fortunatamente il cancello è già aperto, voglio proprio vedere come reagisce nel vedermi qui...salgo gli scalini con lentezza, quasi come se dentro mi aspettassi che nascesse un freno, qualcosa che mi desti dalla voglia di lui che sentivo dentro farmi vibrare come una corda di violino. Giunta finalmente alla sua porta, suono il campanello coprendo l'occhiello con il pollice, sono sicura che sarà curiosissimo di sapere come ho fatto ad arrivare così in fretta e così facilmente...dopo qualche secondo la porta si apre e nel vederlo seminudo avvolto solo in un asciugamano bianco sulla vita il mio respiro si blocca insieme alla mia salivazione. Lui continua a guardarmi come se fossi un'apparizione, non ci credeva davvero che sarei venuta qui, sono sicura infatti che non vedesse l'ora di vedermi ed io non riesco a smettere di sorridergli.
<<Allora chi è che non c'ha le palle?>> gli dico mentre mi guarda con gli occhi di un leone che guarda la sua preda che tra pochi istanti sarà soltanto sua.
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~ ADESSO INTORNO A TE ~
Fiksi PenggemarÈ difficile ammettere quanto ogni scelta sia importante nella nostra vita, anche la più piccola ed insignificante: un aereo preso, una telefonata mai effettuata, un vocale non inviato, un appuntamento declinato, una collana persa, una notte dimentic...