Tutto è sconnesso,tutto è concesso

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"È mi madre" Besta se ne è andato da non so più quanto tempo ormai ed io sto ancora qui a fissare la porta chiusa, riuscendo a pensare solo alla frase che mi ha detto "Emma Marrone è mia madre"...ciò significa che lui è suo figlio...quello è il figlio di Emma! Emma...Emma! Insomma mica ce sarà n'altra Emma Marrone che vive a Roma, fa la cantante, è bionda e...prova schiacciante...è figa?! No, vè? Il ragazzetto mi ha anche ammonito perché per lo sconcerto ho aperto la bocca e la mia mascella è praticamente precipitata a terra, pensando che chissà quali pensieri sconci stessi facendo su sua madre...regazzì sapessi! Un tempo a tali pensieri seguivano fatti, e che fatti!
Gli ho scritto e stampato in fretta e furia quella che dovrebbe essere una sorta di spiegazione dell'accaduto allegando un foglio che, firmato da un genitore, autorizzi il ragazzo a lavorare con noi, certo del fatto che lei vedendo il logo della Label non lo avrebbe mai firmato; poi l'ho praticamente cacciato guardando l'orologio ed inventando un esagerato ritardo ad una riunione molto importante...non potevo stare un minuto di più nella stessa stanza con quello che è il figlio della donna che ho più amato ed odiato in vita mia. Ha avuto un figlio...e quando? E da chi? "Solo mi madre..." perché Besta ha detto solo mi madre? E il padre che fine ha fatto? Non sarà mica il beduino di ieri sera? Nooo non è possibile, Emma non si comporterebbe mai così col padre di suo figlio...dev'essere qualcun altro. E perché si sono lasciati? Perché Besta sembra non avere alcun rapporto con lui?
Troppe domande che mi ronzano in testa, questi ultimi giorni sono stati esasperanti...pensavo che tutto il tempo trascorso lontano da lei mi avesse aiutato... cazzo sono passati anni, tantissimi anni, non posso essere ancora coinvolto da lei e da ciò che le ruota intorno. Devo staccare la spina, non posso ancora arrovellarmi il cervello pensando a lei e a ciò che mi suscita, e la scoperta di oggi di certo non ha aiutato una situazione già intricata di suo...basta, devo staccare!
Prendo il telefono e premo il tasto che permette la comunicazione interna, Samantha mi risponde dall'altro lato <<Briga hai bisogno?>>
<<Samà che ne diresti di andà a cena? Io e te da soli? Andiamo in quel ristorante sul litorale che ti piace tanto>>
<<Io e te? Ti sei anche ricordato del ristorante che mi piace! Certo che andiamo! >>
Come te ingiuggioli facile <<Perfetto, allora io ho delle commissioni da fare...facciamo che ti aspetto a casa mia? >>
<<Vengo io a casa tua? Ok...>> risponde titubante e sconsolata...me so già ricordato del ristorante, non pretenderai che te passi pure a prendere...non ho voglia.
<<Ok, a dopo tesoro>>
<<A dopo>> risponde euforica, un tesoro e sta di nuovo al settimo cielo...mah
Ovviamente nessuna commissione da fare...voglio girare a vuoto in macchina, fuori città, è una cosa che mi ha sempre rilassato moltissimo...la radio a basso volume, quasi nessuna macchina per strada, in pace col mondo..."ora un pezzo di anni fa, ma pur sempre bellissimo...Servirebbe avere occhi profondi, grandi..." No! No! E no! E che cazzo! Sto pezzo ha l'età di mi nonna, giusto ora lo dovevate passà! Spegniamo la radio, il silenzio rilassa di più! La canzone però continua a rimbombarmi in testa e, vista anche l'ora, decido di tornare a casa. Sulla via del ritorno mi fermo nella solita piazzola per poi attraversare e prendere le sigarette al distributore automatico. Noto il fioraio ancora aperto, ma si dai...è pur sempre una donna, anche se non quella della mia vita, un pensiero floreale ci sta. Rose no, troppo impegnative...girasoli no, troppo banali...orchidee no, troppo particolari...opto quindi per delle gerbere colorate...si, vanno bene.
Mi dirigo verso casa, una doccia veloce, jeans e camicia con maglioncino...profumo, orologio...mi sono appena messo le scarpe quando mi arriva un messaggio, Samantha è davanti al cancello. Le apro per farla entrare, apro lo sportello della sua macchina e le porgo la mano per farla scendere. Le do i fiori e lei mi ringrazia stupita. So essere galante, quando voglio.
<<Dai vieni in macchina, andiamo>>
Mi sorride e mi segue nella mia auto, accendo il motore e parto alla volta del ristorante. La cena prosegue tranquilla, questo posto è davvero bello e si mangia molto bene...dovrei venirci più spesso...sicuramente piacerebbe anche a lei...ohhh non devo pensarci!
Samantha ogni tanto mi prende la mano sul tavolo ed io le sorrido, non devo pensare a nulla voglio solo passare una serata in tranquillità e con lei posso farlo. Dopo il dolce si allontana un attimo per andare in bagno ed io approfitto per andare a pagare il conto e la aspetto poggiato alla colonna di fronte la porta della toilette, vicino all'ingresso.
Come sempre il viaggio di ritorno sembra essere più breve rispetto a quello d'andata ed in poco tempo sto già aprendo il portoncino di casa con lei che ha appoggiato la mano sulla mia schiena scansando il cappotto ed infilandola sotto il maglioncino. Chiudo la porta alle nostre spalle e mi avvento sulle sue labbra, passare la notte con lei mi aiuterà a non pensare a nulla come è successo finora. Mi levo il cappotto e lo lancio alle mie spalle, cercando di centrare il divano e lo stesso faccio col suo.
Ci liberiamo a vicenda degli abiti con foga mentre raggiungiamo la camera da letto, la poggio contro la parete accanto alla porta e continuo a baciarle, o meglio divorarle, le labbra...l'unico scopo in questo momento è liberare la mente da qualunque altro pensiero. Samantha sfiora con le unghie la mia intimità percorrendola ed ho un sussulto dovuto al brivido che mi attraversa. La prendo in braccio e mi siedo sul letto con lei addosso sganciandole il reggiseno, poi mi sdraio trascinandola con me ed invertendo i nostri corpi...le bacio la pancia e torno a guardarla negli occhi, sbattendo le palpebre più volte...di fronte a me vedo una donna dai lunghi capelli biondi ed il seno prosperoso, una sorta di trasfigurazione per ingannarmi ancora che lei sia ciò che realmente voglio...distolgo lo sguardo convinto del fatto che sia stato solo un attimo e riprendo a muovermi dentro di lei...Samantha geme ed urla il mio nome mentre io arrivo all'apice con in testa il nome di un'altra donna, pensando ad un corpo formoso sotto il mio e stringendo mani che non appartengono a lei. Mi sdraio sull'altra parte di letto e la donna accanto a me mi si accoccola di fianco dandomi baci sul petto...faccio passare il braccio sotto la sua testa e me la tiro di più addosso lasciandole un bacio sulle labbra. Non mi è mai capitato di stare con una donna e pensare ad un'altra e mi sento strano, una sorta di senso di colpa misto ad un'inquietudine che non riesco a spiegarmi.
Samantha dorme ed io le sposto delicatamente la testa sul cuscino, mi infilo i boxer ed esco sulla veranda col pacchetto di sigarette ed il cellulare. Mi piace stare qui, l'ho fatta chiudere con dei vetri in modo che potessi starci d'inverno e guardare il paesaggio intorno a me...mi è d'aiuto quando voglio solitudine per scrivere un pezzo cercando di far ordine tra i miei stati d'animo quando, come in questo momento, vorrei solo spaccare qualcosa! Non mi basta solo incontrarla un giorno si e l'altro pure, ora addirittura me la rivedo nel letto al posto di un'altra donna...cose da pazzi! E forse pazzo lo sono realmente...avrei bisogno di una sessione intensiva di palestra per liberarmi di questa voglia di prendere a pugni chiunque mi passi davanti, non potendo prendermela con lei. Che poi prendermela con lei di cosa? Di aver continuato la sua vita dopo che io l'ho mollata? Di aver avuto un figlio con un altro? Beh certo se davvero ci avesse tenuto avrebbe potuto insistere con me, avrebbe potuto fare qualcosa, non avere un figlio col primo venuto. E poi scoprirlo così, non ero di certo preparato ad una rivelazione del genere, semmai ci fosse stato un modo per prepararmi! Ma che cazzo ha fatto! E per la prima volta dopo anni apro i social per controllare il suo profilo e attivo di nuovo anche le notifiche così d'ora in poi vedrò ciò che posta in tempo reale...non l'ho mai più fatto, mai visto cosa postasse, mai più è successo che mi interessassi alla sua vita e se capitava che qualcuno repostasse una sua foto passavo subito oltre, come scottato da qualcosa che comunque non mi apparteneva. Scorro il suo profilo...le solite foto di lavoro, foto col figlio, tantissime...foto con Tina e Francesca, l'ultima davanti al bar dove ci siamo rincontrati, una foto del trasloco e una ... real_brown ha appena postato una foto...una foto? Una foto?? Lei con quel mezzo...con quel deficiente! Ma che si mettono ste foto? Ricordati che hai un figlio cazzo! Lui che la abbraccia da dietro e sorridono, ma che è? Come me fa salire il nervoso sta donna non potete capì! E la didascalia? "Tienimi con te" eh? Ma che so' didascalie da mettere queste? A quest'ora poi...chissà che ha fatto con questo finora "lo stesso che hai fatto tu" si fa sentire la mia coscienza...eh certo ma lei non ha avuto le allucinazioni nel mentre...mentre...ce semo capiti! Quindi questa tutta soddisfatta mette a foto e tienimi co' te...ma vaffanculo te e quel rincoglionito che te sta dietro, ed io che me arrovello a pensare a come uscì da sta situazione del cazzo.
La porta-vetro si apre e Samantha, coperta solo dal lenzuolo, mi abbraccia lasciandomi un bacio sulla guancia. La bacio, conducendola di nuovo in camera...voglio solo svegliarmi domani e pensare che sia stato tutto un sogno.
Mi sveglio, come può svegliarsi uno che si è solo rigirato nel letto senza riuscire a prendere sonno, e guardo la sveglia sul comodino...le 6.30, basta mi alzo. Samantha dorme tranquilla...beata lei! Decido di andare a correre per smaltire il nervoso anche se il tempo non è dei migliori. Torno dopo poco meno di un'ora e mi fiondo in doccia...una bella doccia calda mi aiuterà a distendere i nervi. Esco dal bagno e mi dirigo in cucina dalla quale sento provenire dei rumori e la vedo lì che sta riempiendo la moka con solo la mia camicia addosso...e non mi fa alcun effetto, almeno non quello che mi avrebbe fatto lei...nessun sorriso spontaneo che mi nasce sul viso, nessuna voglia di farla mia sul bancone della cucina, nessun legame vero e profondo...ohh abbasta!! Più mi dico di non pensarci e più la mente va puntualmente lì, non ce la faccio più. Samantha si gira, sorridendomi e viene ad abbracciarmi
<<Avrei voluto svegliarmi con te>> mugugna appoggiata al mio petto <<buongiorno>> aggiunge dandomi un bacio stampo che ricambio
<<Avevo bisogno di una corsetta>>
<<Con questo freddo?>>
<<Mbè?>>
<<No, nulla>> dice staccandosi
La riporto vicino a me tirandole leggermente il braccio e le do un bacio sulla fronte <<Non volevo essere scontroso, mi sono svegliato male...hai fatto il caffè?>>
<<Si, volevo preparare la colazione ma non so dove tieni le cose, ho visto il barattolo col caffè sul ripiano ed ho fatto almeno quello>>
<<Non preoccuparti, ora faccio io, vai a prepararti che facciamo tardi a lavoro>> e la vedo scomparire di sopra. Non voglio che vada curiosando per casa mia, non voglio che veda dove prendo qualcosa per poi sentirsi libera, la prossima volta, di fare come se fosse a casa sua.
Facciamo colazione in silenzio, lei ogni tanto mi guarda e sorride e poi, alzandosi per poggiare le tazze nel lavello mi lascia un bacio a stampo e tanti bacini sparsi sulla guancia
<<Io ho delle cose da fare>> taglio corto <<vado a vestirmi, ci vediamo più tardi a lavoro>>
<<Ma io credevo andassimo insieme>> eh, pensavi male...perché ti ho fatto venire con la tua macchina ieri sera secondo te? Ci manca solo che arriviamo in ufficio insieme, tutti che bisbigliano, un paparazzo che potrebbe immortalare la scena facendola passare per qualcosa di importante...nun me pare il caso.
<<Purtroppo no tesoro, ci vediamo dopo>>
<<D'accordo>> esce da casa mia dopo avermi baciato, io aspetto sulla soglia che varchi il cancello e lei continua a salutare e mandare baci dalla macchina...daje su! Finalmente solo! Si lo so che state pensando, ho fatto tutte quelle manfrine da ieri sera e poi non vedo l'ora di togliermela di torno...il problema è che tipe come Samantha alla lunga stancano, 'nsomma più de dodici ore de fila nun se reggono!
Rientro in casa e prendo il cellulare, nessuna notifica...quindi non ha postato nulla...controlliamo per sicurezza, potrebbe capitare che la notifica non sia arrivata. Niente l'ultima foto è quella di stanotte e mi innervosisco di nuovo a vederla, certo che me le cerco! Gli altri social sono associati a questo e la sua pagina ufficiale posta solo cose inerenti il lavoro. Voglio vederci chiaro in questa situazione, insomma non è che ha cambiato colore dei capelli o si è data al buddismo, questa ha fatto un figlio! Ed io non so con chi! E questo dov'è...e in che rapporti sono...e perché Besta sembra non averci rapporti...troppe domande e niente che mi possa portare nella giusta direzione per avere delle risposte. Decido di andare a fare la spesa, così giusto per far finta che vada tutto bene e per non subirmi i rimproveri di mia madre ogni volta che decide di presentarsi qui a casa mia per il gusto, ancora oggi, di sindacare sulle mie abitudini. Prendo la macchina e mi reco nel supermercato qui vicino...niente radio, dovessi trovarmi di nuovo uno speaker come quello di ieri nostalgico dei vecchi tempi...meglio de no. Allora vediamo un po', de solito si fa una lista che io ovviamente non ho fatto, ma a casa mia non c'è praticamente niente oltre schifezze e cose surgelate, quindi qualunque cosa di vagamente cucinabile andrà bene. Pasta, direi di si...prendiamo due fettine di carne che stasera potrei prepararmi per cena e dell'insal...patatine fritte pronte in forno in dieci minuti, decisamente meglio! Faccio la spesa accompagnato dalla radio del supermercato che passa un vecchio pezzo rock e gli annunci delle offerte...ora la cosa che più odio, la fila alle casse...tra uno sbuffo e l'altro è quasi il mio turno, la radio ha cambiato brano "dentro questa vita, chiudi ogni via d'uscita" mi sembra di ricordarla...un fan mi ferma per un selfie e sorrido alla fotocamera del cellulare ma cambio espressione all'improvviso "tienimi con te quand'è presto la mattina" e no!! Ma questa è iella, tutto il sistema planetario allineato per portarmi sfiga, tutte le nuvole di Fantozzi concentrate in una sola per me...ecchecazzo! Perché la commessa mi sventola la mano davanti?...Ah è il mio turno, un attimo che lei non sa che sto passando io da qualche giorno a questa parte! Mi scuso dicendo che ero sovrappensiero e dopo averle sorriso mi dice di non preoccuparmi, pff donne! Carico le buste in macchina e torno a casa, ripongo tutto nella credenza e nei vari pensili della cucina e mi guardo intorno soddisfatto, perlomeno non morirò di fame e sono anche riuscito a non pensare per mezz'ora di seguito, finchè quella maledetta radio non ha deciso di rovinarmi ulteriormente la giornata. Sono le undici passate e decido di recarmi in ufficio, non c'è un giorno in cui non ci vada pur potendomelo permettere. Voglio che tutto passi per le mie mani, tutto deve essere rivisto da me, tutto controllato. La vecchia gestione è stata capace di rovinare la mia vita professionale e privata e a far più danni di quanto pensassi e quando me ne sono finalmente reso conto era troppo tardi...non voglio che a questi ragazzi capiti la stessa cosa, voglio che abbiano un contratto pulito senza clausole e vincoli che potrebbero accettare solo perché da altre parti un contratto sarebbe un miraggio, voglio che abbiano la tranquillità necessaria per fare ciò che a loro piace, quello per cui vivono scrivono e compongono, voglio sfruttare il loro talento per renderlo al meglio, non la loro persona. Non sono galline dalle uova d'oro da spremere fino all'osso e poi lasciarli abbandonati a loro stessi, non sono quelle macchinette del casinò da cui prendi tutte le monetine e poi vai a giocare con un'altra perché quella è stata sfruttata abbastanza.
All'ingresso, come sempre, Samantha, che mi sorride languida e mi chiede se abbia bisogno di qualcosa. Le dico di no e salgo le scale che portano al mio ufficio. Sbrigo alcune pratiche, pura burocrazia di cui poi si occuperà il legale, ma devo ricontrollare per stare tranquillo. Samantha chiama al telefono interno per chiedermi cosa vorrei per pranzo, tra tutte queste scartoffie non mi sono accorto dell'orario. Le chiedo se le dispiace prendermi una pizza qui di fronte, ovviamente non le scoccia ed è felice che pranzi con lei...e questo quando lo abbiamo deciso? Vabbè... Venti minuti dopo la vedo entrare dalla porta con una busta ed il cartone della pizza. La mia solita birra e l'acqua naturale per lei, poi mi porge il cartone con la pizza e lei ha due contenitori da asporto presi di sicuro al bar qui sotto...quanto vorrei tornare a casa a quest'ora e trovare qualcuna che mi abbia preparato il pranzo...Mattì ma che vai pensando?! Quando mai ti sei fatto problemi a mangiare fuori?! Sarà il poco sonno che concilia questi pensieri deliranti...
La mora di fronte a me apre uno dei contenitori: insalata di carote...vabbè non mi aspettavo di meglio, e l'altro?
<<Uh non sapevo che al bar facessero le cotolette oggi per pranzo>>
<<Cotolette? Vuoi che vada a prendertele? Mi hai detto solo la pizza...>>
Piccolè nun t'agità, tranquilla <<No no, ho visto che per te hai preso la cotoletta>>
<<Cotoletta?>>
<<Samà quella che te stai pe' magnà!>> ma sta bene?
<<Ah questa! No Briga, è seitan impanato>>
<<Sei...che?>>
<<Seitan, è un alimento altamente proteico ricavato dal glutine...vuoi assaggiare?>>
<<No no>> dico pensando alle fettine di stamattina e alla faccia che farebbe Samantha se per caso se le ritrovasse in frigo
<<Perché sorridi?>>
<<Perché mi fa piacere pranzare con te>> perché sono contento che mi sei andata a prendere la pizza portandomela fin qui senza che io mi scomodassi e perché sono sollevato di non convivere con te e trovarmi quell'ammasso di non so cosa, somigliante ad una cotoletta, per cena accompagnato da insalate strane...che è più o meno quello che le ho risposto, no?
Lei mi sorride contenta, basta poco infondo! Finito il pranzo mette tutto in una busta che poi provvederà a buttare e viene a sedersi in braccio a me giocando con l'ultimo bottone della mia camicia...Samà ho appena magnato, essu! Mi bacia il collo e mi accarezza i capelli e la nuca...la cosa inizia a rilassarmi e non mi dispiace, continua così per un tempo indefinito facendomi anche i grattini sul fianco...che bel modo di trascorrere il post pranzo...e puntualmente veniamo interrotti dal mio cellulare. Si stacca di botto, sa perfettamente che una chiamata di lavoro viene prima di tutto. È uno dei manager dei ragazzi che mi informa di importanti novità per quanto riguarda la gestione e ci accordiamo per discuterne domani nel mio ufficio. Il momento rilassante è stato ormai interrotto così liquido Samantha e decido di tornare alle pratiche che stavo guardando prima di pranzo. Un pensiero però mi attraversa la mente...sicuramente Besta nel pomeriggio verrà qui, ed io non sono pronto ad incontrarlo, non riesco più a vederlo come il ragazzino talentuoso e sbruffone che urlava al piano di sotto giorni fa...insomma è il figlio di Emma! E questa cosa mi destabilizza in modo allucinante. Richiamo quindi Samantha e le dico di venire nel mio ufficio, non faccio neanche in tempo a posare l'apparecchio che sento bussare alla porta...ma che già sta qua? E che no? Appoggiata alla porta, sorriso ammiccante...no tesoro non ti ho richiamato per quello che stai pensando
<<Sapevo che mi avresti richiamata>>
Eccallà! E che nun 'o sapevo io? <<Si Samantha, ho bisogno di te>> giochiamo
Chiude la porta e viene a sedersi sulla scrivania accanto a me, il suo piede che tocca la mia gamba...mi sporgo verso di lei <<Ho bisogno di te>> sussurro <<Dimmi>> risponde lei sempre con un tono di voce basso
<<Hai presente Besta?>>
<<Besta?>> chiede stranita
<<Si lui, più tardi verrà sicuramente qui>> dico alzandomi e dirigendomi verso la finestra <<Io non ci sono, per nessuna ragione...per qualunque cosa mandalo all'ufficio legale>> continuo senza voltarmi...dal rumore dei tacchi capisco che dev'essere scesa dalla scrivania e si è allontanata. Non capirò mai perché questa ragazza ha la sindrome della geisha, non che non mi stia bene la cosa, anzi.
<<Francè>> esordisco con il legale dall'altro capo del telefono <<oggi sicuramente verrà il ragazzo di ieri, Besta>>
<<Ci sono problemi?>>
<<Io non ci sono, per nessun motivo...qualunque cosa ne parlerà con te>>
<<E come mai il grande capo rinuncia alla supervisione?>>
<<Non ho detto questo, ho detto che oggi non voglio vederlo quindi te ne occuperai te! Ciò non significa che poi non verrò da te per parlare del suo contratto>>
<<Ma è successo qualcosa?>>
<<Nulla, a dopo>> e riaggancio senza attendere risposta. Lo so che state pensando che questo atteggiamento non ha senso ma non riesco neanche a guardarlo negli occhi pensando che è il figlio di Emma; non parliamo di certo di una persona qualunque...insomma è Emma e dopo che non la vedo per anni mi si presenta qui suo figlio ed io ho subito una sorta di empatia col ragazzo senza sapere che in realtà è il frutto della donna che ho più amato in vita mia con un uomo che non sono io. Non se ne parla proprio di vederlo, non oggi almeno. Non posso sottrarmi come discografico, gli ho proposto il contratto perché ha talento e, cosa non meno importante a parer mio, ha carattere e non mi tirerò certo indietro. Sul piano personale però la situazione è un po' diversa, non riuscirò mai a guardarlo come qualunque altro ragazzo qui dentro, avrà sempre qualcosa di particolare, avrà sempre un'espressione che mi ricorderà sua madre, un modo di fare ereditato da lei, non sarà mai uno qualsiasi. Continuo a visionare documenti muovendomi continuamente sulla sedia, neanche avessi gli spilli, impaziente di sapere se Besta è arrivato, se ci sono problemi, se Emma ha firmato. Chi voglio prendere in giro? Emma non firmerà mai quel foglio, neanche sotto tortura...nella più rosea delle ipotesi mi arriverà una busta chiusa con dentro il contratto ridotto a coriandoli.
Il telefono squilla, in verità non fa neanche in tempo a finire di emettere il primo squillo che ho già risposto <<Briga? Besta è appena andato via>>
<<Arrivo>>
Entro nell'ufficio di Francesco senza bussare, impaziente di sapere cosa gli abbia detto il ragazzo
<<Tutto ok, il contratto firmato dal ragazzo e l'autorizzazione della madre; mi ha chiesto di te, era dispiaciuto non ci fossi. Gli ho detto di non aspettarti poiché saresti arrivato tardi ma ha detto che aveva fretta anche lui>>
<<La madre ha firmato l'autorizzazione?>>
<<Hai sentito solo questo? Comunque si, tutto apposto>>
<<Famme npo' vedè>>
Prendo il foglio che mi porge e sorrido, ma te guarda sto ragazzetto
<<Perché sorridi? Beh in effetti è strano che la madre abbia firmato così senza interessarsi di nulla, sarà una di quelle madri che permettono di tutto ai figli senza interessarsi e poi si lamentano se finisco nei casini. Poi stiamo parlando di una cantante affermata, con un sacco di gente intorno, cose da fare...disco, sponsor...lo sappiamo bene! Magari affiderà il figlio ad una di quelle tate tuttofare e gli farà il regalo a Natale e Pasqua per sentirsi apposto con se stessa>>
<<A Francè ma che cazzo ne sai te? Ma chi te dice che sia così?>>
<<Oh Brì tranquillizzate, manco l'avessi detto di tu madre!>>
<<La madre di Besta non è quel tipo di persona, sei proprio fuori strada>> urlo mentre sento la giugulare pulsare
<<Mica c'è bisogno di scaldarsi tanto, l'importante è che abbia firmato...il resto è affar suo>>
<<Eh appunto! Non c'è bisogno di sindacare su come faccia la madre>>
<<Vabbè ma sciallati! Manco stessimo parlando della madre di tu fijo!>>
<<Che c'entra sta cosa mo? Vabbè vado nel mio ufficio va!>>
Me ne vado sbattendo la porta...come potevo spiegare a Francesco il perché mi fossi adirato così? Come facevo a spiegargli che so per certo che la madre di quel ragazzo non è così, che non permetterebbe mai a suo figlio di fare qualcosa a sua insaputa, che è talmente ansiosa che potrebbero studiarla come caso clinico?! Non posso credere che Besta abbia falsificato la firma di sua madre, e se da un lato vorrei fare l'adulto e richiamarlo per dirgli che non mi prende in giro con una firma eseguita perfettamente uguale all'originale, d'altra parte capisco che io probabilmente alla sua età, con una madre sicuramente apprensiva molto più del dovuto, avrei fatto lo stesso. Sono nel dilemma del cosa è eticamente giusto e cosa mi dice il cuore. Potrei sempre far finta di non essermene accorto, insomma ciò che fa il figlio di Emma non è affar mio...se io non fossi così meticoloso non avrei neanche controllato e sarei all'oscuro di tutto. È anche vero però che il ragazzo mi ha detto chi è sua madre, e sua madre per come la conosco io non firmerebbe mai qualcosa che leghi il figlio a me o, peggio ancora, a questa casa discografica.
Questi pensieri mi accompagnano per tutta la notte, l'ennesima notte insonne a pensare a cosa fare...ovviamente nel pomeriggio dovrò incontrare Besta, non posso negarmi di nuovo, e non so come comportarmi; non so che fare, non so se dirgli che mi sono accorto della furbata o se aspettare che gli eventi facciano il loro corso...le cinque del mattino ed io non ho chiuso occhio, il mio sistema nervoso ne risente...non mi sento lucido, ho l'arrabbiatura facile e rispondo male a chiunque.
Raggiungo l'ufficio, non c'è nessuno...sono arrivato addirittura prima di Samantha e realizzo che è veramente presto. Mi chiudo in una delle sale insonorizzate e strimpello qualche motivetto alla chitarra...per la prima volta dopo tanto tempo prendo un foglio e metto su carta ciò che sento...ho le mappe dei sogni.
Vengo svegliato da un'incessante bussare alla porta, apro gli occhi guardandomi intorno e realizzo di essermi addormentato sul divanetto...la chitarra poggiata sul pavimento. Apro e mi trovo davanti una Samantha alquanto preoccupata, la tranquillizzo dandole un bacio sulla fronte ed abbracciandola. Le chiedo di portarmi un caffè mentre ho la testa racchiusa tra il suo collo e la spalla, lei annuisce, mi lascia un bacio e va via; raggiungo l'ufficio e mentre attendo l'avvio del computer mi giro con la sedia verso la finestra dando le spalle alla porta. Qualcuno urla...ma che succede in questi giorni!? La porta si spalanca di botto e fa capolino, furiosa, l'ultima persona che mi aspettavo di vedere qui!




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