Avete presente Le Furie della mitologia romana? Fate conto che fossero agnellini il giorno di Pasqua paragonate all'uragano che entrò dalla porta quella mattina! Non riuscivo a credere di trovarmela di nuovo davanti, ed era anche venuta di sua spontanea volontà...oddio, forse ho esagerato, diciamo che voleva uccidermi e voleva farlo di persona, non era certo una visita di cortesia quella! Avevo sentito urlare dal piano di sotto ma immerso nei miei pensieri non avevo dato troppo peso alla cosa, finchè la sua voce mi aveva costretto a girarmi...ed eccola lì...trucco curato, tacchi alti...bellissima, anche se - come le dicevo quando ancora avevo un ruolo importante nella sua vita - per me era davvero bella quando si svegliava la mattina, accanto a me, perché potevo vederla solo io, nessun altro poteva rubarla in quel momento...si, perché ogni volta che qualcuno la guardava o le rivolgeva la parola era come se stesse rubando un momento che poteva essere mio, che potevo vivere con lei...vabbè ve l'avevo detto che sono leggermente possessivo...almeno lo ero, lo ero con lei. Era venuta qui perché non voleva, per nessuna ragione al mondo, che suo figlio lavorasse qui e, cosa peggiore, che lavorasse con me. Almeno questo è quello che avevo capito dal suo discorso...diciamo che non ero troppo concentrato sulle parole. Aveva continuato ad insultare me, la casa discografica e tutto il resto...si, aveva ragione ma avevo cambiato tutto, avevo davvero a cuore il futuro di questi ragazzi, avevo stravolto l'organizzazione scegliendo un team competente ma soprattutto umano. Voleva che annullassi il contratto ma non potevo farlo...suo figlio ha un gran talento, in una major sarebbe l'ultimo arrivato...uno dei tanti che se va va, altrimenti tanti saluti...io avrei potuto aiutarlo e poi, cosa non meno importante, potevo vedere lei, potevo sapere cosa faceva, dov'era...giusto per riallacciare un rapporto civile eh! Non chiedetemi cosa disse dopo perché non lo so, so descrivervi però ogni millimetro delle sue labbra...eh già, mica potevo evitare di flirtare con l'unica donna capace di scatenarmi un terremoto di emozioni anche mentre mi stava insultando?
<<Sei sempre figa quando ti incazzi sai Brown?!>>le avevo detto alzandomi dalla scrivania sulla quale mi ero appoggiato per andare verso di lei
E lei, ancor più nervosa, mi aveva risposto che non avevo ancora visto niente...eh lo sapevo...avevo continuato dicendole che in effetti poteva essere ancor più figa di così e nel frattempo le avevo sfiorato i fianchi con le mani.
<<Smettila... non è per questo che sono venuta qui...>>ed intanto era arrossita per quel contatto
Quindi le avevo chiesto come mai fosse venuta fin qui, mi ero avvicinato fino ad arrivare a pochi millimetri dalla sua bocca...<<perché anche tu non riesci a smettere di pensare a quella sera...non è così?>>
<<No...non è così...sono venuta solo per dirti che devi stare lontano da me e da mio figlio è chiaro?>> mi aveva detto mentre mi afferrava la t-shirt dal collo e mi tirava verso di lei con una foga che non era più dettata dalla rabbia <<Chiaro Briga?>>
<<Chiarissimo Brown...>>
E non mi è andata male...cioè, oddio dipende dai punti di vista. Ci siamo baciati...no, niente bacetti sul collo e minchiate varie...è stata proprio una limonata coi controcogl...coi fiocchi, si coi fiocchi! E sarebbe finita bene, benissimo, se lei non si fosse come risvegliata da uno stato di trance, distaccandosi. L'avevo guardata e avevo sorriso...molto meglio un bacio suo che una nottata con qualunque altra, avevo una tempesta ormon..ehm...di emozioni, si chiamamole emozioni, che non avevo da anni. E la stronza che fa? Me dà na pizza!? Mica una de quelle così, quelle che te danno le donne per far finta de opporte resistenza! M'ha piazzato na cinquina che m'ha fatto pensà che discenda direttamente da Alì! E se ne è andata...ed io, coglione, avevo sorriso di nuovo...con la mano sulla guancia sicuramente arrossata, nun potete capì che dolore, e sorridevo.
Si 'o so che ve sembro masochista, ma nun potete capì quello che mi ha risvegliato un bacio, un signor bacio, con quella specie mitologica mezza furia e mezza Suadela, pure bipolare! Ho sempre pensato che le cose più vere siano quelle fatte o dette d'istinto, e se devo dar retta al suo istinto di quella mattina nun me sembrava tanto male la situazione...'nsomma m'ha baciato, eccome se m'ha baciato, saremmo andati anche oltre...molto oltre...se avesse lasciato da parte la razionalità, ed io mi sarei risparmiato la cinquina, che nun me pare poco. Avevo avvertito in modo palese il suo coinvolgimento, non era assolutamente unilaterale la cosa, anzi. Mi desiderava, come io desideravo lei. Non era stato un bacio dato solo per l'evidente attrazione fisica, quella chimica che ancora era molto percettibile tra di noi, era stato un bacio voluto, uno di quelli che ti scombussolano dentro e sono certo che anche lei aveva provato ciò che avevo provato io. Vengo ridestato da questi pensieri dal rumore del fax, finalmente è arrivato, l'aspettavo da un'ora. Attendo che la stampa sia finita e mi reco di sotto, da uno dei manager per fargli valutare se è il caso di organizzare un dj-set nel locale che mi ha fatto avere tutte le specifiche tecniche che avevo richiesto. Se uno dei ragazzi ha una data in un locale voglio essere sicuro che tutto funzioni nel miglior modo possibile...organizzazione, sicurezza, luci, suono...tutto. Ricordo quando ero ragazzo io, suonavamo dove capitava, facevamo trasferte per suonare in due posti diversi la stessa serata, macinavamo chilometri di strade come se nulla fosse per poi arrivare in un locale dove l'organizzazione era pessima, i fans si lamentavano, ognuno scaricava la colpa a qualcun altro...non deve succedere, assolutamente.
Sto per tornare nel mio ufficio, sono già con la mano sulla maniglia della porta, ma mi volto nuovamente verso il mio interlocutore, che sta già visionando il fax che gli ho portato, per ricordargli per l'ennesima volta di esaminare minuziosamente tutti i dettagli e parlarne con chi di dovere...lui annuisce in modo meccanico, assentendo come si farebbe con i matti. Non faccio in tempo a voltarmi di nuovo verso la porta che sento delle voci concitate provenire dall'ingresso...qualcuno alza la voce. E che non lo sapevo...se non è il figlio è la madre, se non è la madre è il figlio. Riconosco in quella voce agitata quella di Besta, è da un po' di giorni in effetti che non si vedeva qui...non che mi aspettassi altro. Suppongo che la madre deve avergli vietato qualunque contatto con me e questo posto, anzi conoscendola gli avrà vietato qualunque contatto in generale...mi sembra di vederla mentre gli sequestra il cellulare, gli impedisce le uscite, monitora i compiti...è già ansiosa di suo, sapere che il figlio ha fatto qualcosa senza la sua approvazione le avrà fatto perdere le staffe. Effettivamente il ragazzo ha falsificato la sua firma, sicuramente non una cosa da poco, e lei ha tutte le ragioni del mondo per arrabbiarsi...ma impedirgli di venire qui ed iniziare i primi passi verso la realizzazione del suo sogno non è sicuramente il modo giusto per punirlo. O forse si? Quanto mi sarei arrabbiato io se mia madre mi avesse impedito di fare qualcosa che potesse realizzare il mio sogno, e quanto avrebbe pesato la consapevolezza che forse avevo rovinato tutto con le mie mani per una stupida bugia? Ma che voglio saperne io di figli e punizioni...bado a mala pena a me stesso ed ultimamente neanche quello. Besta intanto continua ad insistere con Samantha per vedermi, mi sento un vigliacco ad essermi fatto negare di nuovo ed anche un cretino ad essere ancora dietro la porta.
<<Ma credi davvero che io mi beva la scusa che è impegnato?>> sta dicendo Besta...sorrido, questo è peggio de sua madre
<<Questo non è un mio problema ma ora non può riceverti...>>
<<Ma solo cinque minuti?>> insiste lui
Decido di uscire dall'ufficio e farmi vedere, insomma ho un'età per cui dovrei essere un uomo che ha gli attributi per sostenere un discorso con il figlio della donna che ha amato "e che ti stavi per fare, dopo averla limonata, sulla scrivania del tuo ufficio...quello dove andrete ora tu e Besta"...vabbè dettagli, che momento inopportuno per farsi un esame di coscienza
<<Vieni...>> gli dico uscendo da quell'ufficio e facendogli segno di seguirmi nel mio... Devo almeno dargli modo di spiegarsi, di spiegare le sue ragioni, quello che l'ha portato a fare una cosa del genere
<<Volevo scusarmi per non essere venuto in questi giorni ma ho avuto l'influenza>> esordisce appena chiude la porta del mio ufficio
<<Influenza? Si gira un brutto virus>> la sensazione di onnipotenza che si avverte quando ascolti una persona mentire e conosci la verità non ha limiti...gli chiedo addirittura se si sente meglio per poi prenderlo in contropiede domandando se sia tutto ok con il contratto, e dalla sua espressione deduco che sta cercando di fare l'impassibile per non far trasparire alcuna emozione che potrebbe tradirlo.
<<Certamente...perché sarebbero dovuti esserci problemi!?>> eh certo! Perché mai? Dopotutto tu non sai che io so, ed è fantastica come cosa. Continuo pacifico a chiedere se la madre sia d'accordo, se vuole spiegazioni
<<Mia madre? No no lei è...entusiasta, si entusiasta!>>
<<Entusiasta>> ripeto, beh proprio entusiasta nun me sembrava quando è arrivata qui più verde de Hulk imponendomi di annullare tutto <<Quindi è d'accordo che tu lavori qui>>
<<Si sì, lei è contenta>>
<<Contenta>> ce puoi crede solo te regazzì che ce casco <<Ho visto l'autorizzazione firmata>> dico all'improvviso...basta giochetti, ma che davero? Più andiamo avanti, più balle me dici, più me girano le palle...quindi finiamola qui e chiariamo le cose
<<Si l'ho consegnata al legale perché hanno detto che tu non...>> sehhh ciao core
<<Firmata da te>> dichiaro serio. La sua espressione muta di colpo, prova a negare come era plausibile, ma lo stoppo di nuovo...non ha idea del danno che avrebbe causato? Anni di sacrifici, di nottate in ufficio, di contrattazioni, per far cambiare rotta a quest'azienda e farle prendere la giusta direzione ed arriva lui...mi metto a sua disposizione, gli faccio un contratto – pulito – che da altre parti avrebbe solo sognato e mi prende per culo così? Non ha capito nulla...
<<Non mentirmi! Non funzionerà...perché io so che è così! Ma ci prendi per scemi? Falsificare un documento...sai in che casini saremmo potuti finire tutti?>> mi altero
<<Io...mi dispiace>> risponde...e la vedo la sincerità, vedo lo stesso modo di fare di sua madre, quell'abbassare lo sguardo e torturarsi le mani segno di difficoltà
Sospiro cercando la calma che possa farci giungere ad una conclusione, gli dico che ha talento, che fosse stato un altro l'avrei sbattuto fuori a calci per quel comportamento...e non lo so se è perché in lui rivedo una parte di me, se è perché lo so che può arrivare lontano perché ha talento e passione o semplicemente perché è il figlio di Emma ma cerco di venirgli incontro, provo a capire il perché di quel gesto e chiedo spiegazioni.
<<Mia madre non vuole che lavori qui...non lo so perché! Io ho tentato di spiegarle che era tutto apposto, che il contratto era perfetto, Francesco mi ha anche dato una copia, cosa che non tutti fanno...ma lei è cocciuta e dice che non devo assolutamente lavorare qui>> tu non lo sai il perché ma io si e non so come farle capire che non è come pensa, che davvero ora qui funziona tutto, addirittura meglio di come dovrebbe. Gli ripeto che non ha fatto una bella cosa, su questo sua madre ha ragione da vendere e lui mi ribadisce quanto ci tenga a lavorare qui, quanto quel contratto sia importante per lui...non vuole essere il figlio di e mi ricorda me quando negavo ogni coinvolgimento con sua madre pur di non essere etichettato come il fidanzato della cantante famosa quando io ancora di strada da fare ne avevo, e molta.
<<Anche io voglio lavorare con te...però non voglio mettermi contro tua madre, e non voglio nemmeno spingere te a mettertici contro>> gli rispondo palesando il mio interesse a lavorare con lui, facendogli anche però capire che sarebbe necessario un clima sereno
<<Io credo che se parlasse con te, magari potrebbe capire che questo posto è giusto per me...che se voglio fare qualcosa devo iniziare da qui>> eh? Io parlare con lei? Ci abbiamo provato a parlare della cosa quando è venuta qui ma non è andata benissimo, non è andata benissimo per lo scopo della sua visita...perché per il resto è andata una meraviglia!
<<Quindi pensi che se ci parlassi io potrebbe cambiare idea?>> nun ne so' tanto convinto
<<Si, voi siete più grandi, avete sicuramente più argomenti validi su cui basare una discussione, tu puoi convincerla con delle prove...io sono suo figlio non cambierebbe mai nulla>> ah beh se lo dici te, io penso che se tua madre se mette in testa qualcosa nun se smuove
<<Mia madre è molto cocciuta...però è ragionevole>> ragionevole? Quella? Ma stamo a parla della stessa persona, si? Decido comunque di provare a parlarle, non posso lasciare che Besta abbandoni il suo sogno così, solo perché sua madre ha dei pregiudizi su questa etichetta, che potevano anche essere fondati in passato, ma ora no. Lui entusiasta che io abbia accettato mi scrive il loro indirizzo su un post-it
<<Ecco questo è l'indirizzo di casa nostra...la mattina sono a scuola, ma mamma non ha ancora iniziato a lavorare per il suo nuovo cd, quindi è a casa>> non sono ancora convinto del fatto che io e tua madre a casa, da soli, parleremo del contratto...ma vabbè <<Ora devo andare, mi ha accompagnato qui mia zia Tina , e non voglio far arrabbià pure lei>> zia Tina? Oddio meglio che non sia salita, ci tengo alla pelle...ricordo ancora le sfuriate che mi faceva ogni qual volta deludevo Emma con uno dei miei soliti comportamenti da menefreghista...Besta intanto si congeda
<<Va bene...nun fa cazzate>> gli dico sorridendo mentre lo guardo uscire dal mio ufficio. Nun me bastava la madre, pure il figlio me rigira come vuole...che finaccia!
Sono in macchina davanti casa sua da circa mezz'ora, cercando il coraggio per scendere. Inutile dirvi che ho passato la notte insonne, vè? Sto quasi pensando di fermarmi al ritorno in quella farmacia con la commessa che sbava ogni qualvolta mi vede...potrei acquistare dei tranquillanti, valeriana, sonniferi potenti...stricnina, no forse quella no! Mi rigiravo quel post-it tra le mani, attento a non stropicciarlo, manco fosse una reliquia, credo di averlo fissato per l'intera nottata perso nei pensieri...ho scoperto dove abita senza muovere un dito, l'indirizzo mi è stato servito su un piatto d'argento. Che poi non è neanche distante dal lavoro, diciamo che potrei passarci più spesso nel fare il tragitto verso casa, allungo di un paio di chilometri ma sicuramente sarà meno trafficata, si farò così...e nun pensate che sia una scusa per passare di qui! Arriva una macchina e parcheggia davanti a quello che dovrebbe essere il suo cancello, scende lei...gli occhiali da sole sulla testa, i capelli che si muovono col vento, tacchi, dei jeans scuri attillati che le fasciano un lato b già da urlo di suo...apre il cofano e tira fuori due buste con la spesa credo, decido di scendere...mi sto sentendo un maniaco a fissarla da dentro la mia auto. Le arrivo alle spalle e le prendo le buste dalle mani, lei sussulta spaventata
<<Posso aiutarti bionda?>>
<<Tu!!>> mi dice riducendo gli occhi a due fessure <<ma si può sapere che ti sei messo in testa?>>
<<Non volevo spaventarti>> mi scuso
<<Che ci fai qui? E, soprattutto, come fai a sapere dove abito?>>
<<Sono qui per parlarti...l'indirizzo me lo ha dato tuo figlio>> sorrido nel vedere la sua espressione <<Chiudi la bocca Mimma, ti entrano le mosche>>
<<Besss?>>
<<Besta...Bes, si lui>>
<<Bes ha fatto cosa??>> ripete sconvolta
<<Certo che stai a perde colpi bionda! Bes mi ha dato l'indirizzo>>
<<Avevo capito cojone! Come si è permesso?! Ma come gli è venuto in mente?! Oh ma appena torna mi sente, eccome se mi sente!>> continua a blaterare mentre cerca le chiavi nella borsa
<<Le chiavi le metti sempre nella tasca della giacca, perché in borsa non riesci mai a trovarle subito, anche se le cerchi lo stesso in borsa prima di ricordartene...almeno era così, prima>> le ricordo con un sorriso malinconico. Lei mi guarda, forse stupita dal fatto che ricordi ancora questi particolari di lei, non sapendo che ricordo tutto di ogni cosa che la riguardi. Poi fa uno sbuffo stizzita e prende le chiavi dalla tasca...bingo bionda! Uno a zero per me!
<<Hai intenzione di entrare o resti lì impalato?>> Mi chiede ormai sul portone d'ingresso...mi ridesto dai pensieri <<Stavo aspettando l'invito ufficiale, sia mai che poi pensassi che mi sia intrufolato in casa tua>>
<<Beh vuoi fare il gentleman e portare le borse, portale dentro e poggiale sul tavolo...poi puoi andare>> nun hai capito niente allora.
<<In effetti ero qui per parlare, non per fare il maggiordomo>>
<<Oh, ma io e te non abbiamo nulla da dirci>> dice piccata
<<Questo è ciò che pensi tu>> mettiamo in chiaro le regole bionda, io sono venuto qui per parlarti e parleremo...se poi faremo anche altro non mi lamenterò, promesso.
<<Questo è ciò che succederà, io non ho intenzione di parlare con te. Ti ho già incontrato troppe volte da quando sono qui, per i miei gusti>>
<<L'ultima volta nun me sembravi dispiaciuta>>
<<Vuoi n'altra pizza?>>
<<D'accordo, allora, fermiamoci un attimo. Sono qui per parlare, per il bene di tuo figlio>>
<<Il bene di mio figlio? E cosa ne sai tu di ciò che è bene per lui? Se te lo fossi dimenticato qui io sono la madre e tu sei uno che, dopo avergli fatto un contratto illudendolo con chissà quali promesse, ha visto che quella non era la mia firma e se ne è fregato>>
<<A parte il fatto che io me ne sono accorto la sera quando mi è stato consegnato il contratto, la mattina dopo non ho avuto modo di far nulla perché qualcuna mi è piombata in ufficio sbraitando!>>
<<Ma tu ringrazia che non ti abbia fatto passare un guaio serio! Avrei potuto ucciderti per una cosa del genere>>
<<Senti ma secondo te che avrei dovuto fa? Ok, io te conosco e me ne sono accorto, e soprattutto sono consapevole del fatto che non l'avresti mai firmato così su due piedi manco a pagarti, fosse stato qualcun altro non ci avrebbe fatto caso...quindi da me che vuoi?>>
<<Dovevi annullare tutto! Appena te ne sei accorto!>>
<<Ma manco me hai dato il tempo!>>
<<Manco te ho dato il tempo? Hai avuto tutta la notte!>>
<<Eh certo, perché potevo chiamarte de notte pe' dirte una cosa del genere, senza sapere come rintracciarte...poi chiamavo er legale e annullavo...come ho fatto a non pensarci!>> ma questa è più fuori di testa di quando ci siamo lasciati, peggiora con gli anni
<<Certo che altro potevo aspettarmi da quella specie di casa discografica>> eccola, che sa di essere nel torto e cambia discorso <<gliel'avete già trovata la modellina da accompagno?>>
<<Non è più come la conoscevi te, sono cambiate molte cose>>
<<Ah si? E quali? Considerando quella che era alla reception non mi sembra sia cambiato molto>>
<<Ma chi Samantha? Che sei gelosa?>>
<<Risparmiami queste scenette patetiche, stiamo parlando del futuro di mio figlio ed io non voglio che abbia a che fare con quella casa discografica dove lo spremeranno finchè possono, gli faranno fare quante più cose possibili tutte insieme accompagnato dalla squinzia di turno e poi passeranno al prossimo>> bella considerazione che ha della mia azienda questa, non che possa darle torto ma le cose sono cambiate
<<Non è così porca puttana!>> mi altero <<Ora gestisco tutto io, passa tutto per le mie mani, niente e nessuno è lasciato in balia degli eventi!>>
<<E questo dovrebbe rassicurarmi?>>
<<Ovvio che si>>
<<Credice!>>
<<Senti stiamo parlando del futuro di tuo figlio, se potessi mettere da parte i tuoi pregiudizi per>>
<<I miei pregiudizi?>> mi interrompe <<I miei pregiudizi?>> ripete alzando la voce
<<Si, i tuoi preg...>>
<<Ma te sei fuori di testa! Ma di quali pregiudizi parli? Ma che pensi? Che mi sia dimenticata di tutto il male che ci siamo fatti per la tua "etichetta indipendente">> dice scimmiottando la voce <<pensi che mi sia dimenticata di tutte le cose che ho dovuto subire, dei rospi ingoiati perché tu dovevi fa il figo con la fidanzata modella e l'etichetta indipendente dopo il talent?>> ed è peggio di uno schiaffo, non so se mi sono mai reso conto, appieno, dei sacrifici che ha fatto per starmi accanto, di ciò che ha sopportato pur di vedermi felice...forse solo ora riesco davvero a vedere nei suoi occhi la sofferenza di quel periodo, quando ero troppo concentrato su me stesso e la mia carriera per accorgermi che quello che stavamo costruendo avrebbe potuto essere importante...sono stato in grado di fare lo stesso nei suoi confronti? No...e capisco la sua amarezza, ma voglio farle capire che le cose sono cambiate. Allo stesso tempo si fa largo in me la consapevolezza che tutto ciò che abbiamo vissuto è ancora vivo in lei, che ci sono emozioni mai sopite che l'hanno portata a fare questo discorso pieno di rabbia e frustrazione...emozioni che non dovrebbero esserci se per lei io fossi un capitolo chiuso.
<<Pensi che io voglia questo per mio figlio?>> continua lei, considerato il mio silenzio <<la risposta è assolutamente no, Briga!>>
<<Io voglio solo farti capire che non è come pensi>> dico più calmo, non arriveremo da nessuna parte altrimenti <<si hai ragione tu, noi ci siamo fatti del male, io ero come in un frullatore dopo il talent e quella casa discografica sicuramente non mi ha aiutato, anzi, ha peggiorato solo le cose. Volevo solo affermarmi, far decollare la mia carriera e farcela con le mie sole forze...ed hai ragione, non ho pensato a te, a noi e mi dispiace di come siano andate le cose. Proprio per questo non lo augurerei ad altri, come pensi che possa far accedere cose del genere a tuo figlio o a qualsiasi altra persona decida di lavorare con me?>> ...come posso farti capire che tornerei indietro solo per prendere strade diverse, fare scelte diverse, scegliere te prima di tutto e tutti...come posso farti capire che solo ora, rivedendoti in questi giorni, ho dato forma all'inquietudine che mi porto dietro da quando ci siamo lasciati, che solo ora ho capito che avrei voluto essere al posto del tizio che ti porti dietro, che quel posto mi sarebbe spettato di diritto se solo mi fossi fermato a pensare prima di fare determinate scelte...come farti capire che tu ormai hai un figlio adolescente con qualcuno che non so chi sia, che avremmo potuto avere tutti i figli che sognavamo nei rari momenti di felicità ed io, oggi, sarei stato ancora accanto a te, insieme. Come faccio a dirti che non dormo da quando ti ho rivista, che penso a come sarebbe stato, che sono geloso di nemmeno io so cosa. Anche lei riflette sulle mie parole, forse persa in qualche meandro della mente in cui ha racchiuso i ricordi di noi, ed entrambi stiamo in silenzio, incapaci di dire una parola in più...entrambi troppo orgogliosi per fare un passo ed ammettere di aver sbagliato, ammettere che vorremmo sapere come sarebbe stato "se"...
Decido di spezzare il silenzio, se continuo su questa ondata di riflessioni potrei dire cose di cui potrei pentirmi e finirei per farmi del male, infondo lei ha un figlio e non so in che rapporti sia con il padre, ed ha un fidanzato che non so quanto sia importante per lei ma con cui non sarebbe andata a convivere se fosse una storia di poco conto <<Ascolta...tuo figlio ha talento, dammi la possibilità di aiutarlo con il suo sogno. Ho l'originale del contratto in macchina, se vuoi te lo lascio e lo fai vedere a chi vuoi. In mano mia non resta niente, me lo restituirai quando sarai convinta>>
<<Io non ti restituirò niente perché non voglio che Bes lavori lì>>
<<Ma ti ho dato tutte le rassicurazioni del mondo, ti sto perfino lasciando il contratto per darti totale libertà!>>
<<No Briga, no no e ancora no!>>
<<Ma non puoi precludere una possibilità a tuo figlio solo perché pensi cose non vere>>
<<Che non siano vere lo stai dicendo tu>>
<<E quindi? Qual è il tuo problema?>>
<<Il mio problema è che tu sei uno che con le parole ci sa fare e con i fatti si perde!>> ma tu guarda questa
<<Quindi il problema sono io? Tu non vuoi che lavori con me perché dico cazzate? Perché lo illuderei con false promesse>>
<<Esattamente così! Tante belle parole e poi il nulla>>
<<Non mi sembrava tanto "il nulla" l'altra mattina>>
<<Ma la smetti?>> urla, ed intanto comincia a mettere la spesa nella credenza...non tentare di fuggire Brown, lo so che questa improvvisa smania di mettere in ordine è per non guardarmi negli occhi e fare qualcosa di cui potresti pentirti.
La prendo per un braccio e la giro verso di me, togliendole il pacco di pasta dalle mani e poggiandolo sul bancone della cucina <<Perché non dici la verità>> le intimo avvicinando il mio viso al suo <<dillo che il problema non è la casa discografica, ma il fatto che sia mia!>>
<<Ma che diavolo ti salta in mente?>> replica cercando di allontanarsi mentre io la prendo per i fianchi
<<Dillo che il problema è che ci sia io, che potresti essere costretta a vedermi e perdere di nuovo il controllo, dillo>>
<<Briga, allontanati>> dice lei girando il viso, leggermente arrossato
<<Dillo, dimmi che non riesci a starmi vicina, e contemporaneamente non riesci ad allontanarti>>
<<Non è così>>
<<No?>> e le nostre labbra quasi si sfiorano
<<No!>> insiste prima di fiondarsi sulle mie labbra, che subito si schiudono a quel contatto. Le nostre lingue iniziano una danza frenetica...le tengo la testa tra le mani e lei mi abbraccia in modo convulso spingendosi di più addosso a me. Voglio averla, ora...voglio fare l'amore con lei fino a che le forze non mi abbandonano e restare ancora lì a tenerla stretta tra le braccia. La prendo in braccio e lei mette le gambe intorno ai miei fianchi, non stacco le labbra dalle sue neanche un secondo...non sento neanche la necessità di respirare. Mi stacco solo un attimo aprendo gli occhi per poggiarla sull'isola della cucina sistemandomi in mezzo alle sue gambe e mi fiondo di nuovo sulle sue labbra; lei non è della stessa opinione e dopo un po' scende a torturare il mio collo lasciandoci un piccolo morso e poi succhiando nello stesso punto, una mano sul mio fianco l'altra tra i miei capelli verso la nuca. Le mie mani sono passate dai suoi fianchi alla schiena, le tiro fuori la camicetta dai jeans e tocco la sua pelle al di sotto di essa...si ricopre di brividi, ed io con lei. Le sfilo il maglioncino chiaro e continuo a baciarla mentre lei infila le mani nei passanti del mio jeans tirandomi ancor di più verso il suo corpo per poi armeggiare con la cintura. Le sbottono l'ultimo bottone della camicetta e la magia viene interrotta dal suo cellulare che suona in modo insistente ed anche da parecchio...e noi non c'eravamo accorti di nulla racchiusi nella nostra bolla.
Si stacca, affannata, e si guarda un attimo intorno come per riprendere contatto con la realtà, sbatte le palpebre e sembra realizzare che il suo cellulare sta squillando. Salta giù dal bancone, senza riuscire a guardarmi in faccia e fruga nella borsa alla ricerca del telefono. Risponde in modo apparentemente tranquillo, una persona che non la conosce non sospetterebbe mai che sia turbata per qualcosa.
<<Sa...Saverio! Dimmi!>>
Eh certo! Sarà il deficiente che se porta appresso spacciandolo per fidanzato
<<Affannata? No...no...è che ero di sopra ed avevo lasciato il cellulare sul bancone in cucina>> veramente sul bancone in cucina stavi per lasciarci le mutande, ma dettagli. Sto rosicando come non mai, non solo questo ha interrotto il momento ma se concede pure il lusso di trattenerla al telefono. Mi aggiusto il jeans cercando di alleviare la situazione, lei mezza svestita e stravolta di fronte a me non aiuta di certo...che rottura de palle sto tizio
<<D'accordo, non preoccuparti...si a tra poco, ciao>>
Si volta verso di me, guarda il pavimento poi alza di nuovo lo sguardo <<Era il mio compagno, mi sta venendo a prendere per andare a pranzo fuori, devo prepararmi>> mi dice svelta, tanto che la mia mente deve rielaborare le sue parole per coglierne il significato
<<E tu hai accettato?>>
<<E cosa credevi che facessi?>>
<<Non mi sembravi preoccupata del pranzo prima>> ribatto...sono seccato, rosico da morire perché quello ci ha interrotto e la porterà a pranzo, e sono insoddisfatto...mix letale
<<Mi fa piacere che tu sia sempre pronto a risbattermi in faccia i miei cedimenti, non preoccuparti che non accadrà più...sai dov'è la porta>>
<<Non ne sono così sicuro. Pensa al contratto e al bene di tuo figlio>> rispondo piccato prima di lasciare quella casa.
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~ ADESSO INTORNO A TE ~
FanfictionÈ difficile ammettere quanto ogni scelta sia importante nella nostra vita, anche la più piccola ed insignificante: un aereo preso, una telefonata mai effettuata, un vocale non inviato, un appuntamento declinato, una collana persa, una notte dimentic...