8. Pioggia.

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Piccole pozzanghere si espandevano sopra, e tra, i sampietrini di piazza di Spagna e venivano continuamente calpestate dai tanti turisti e qualche residente che tentavano invano di scappare dalla torrenziale pioggia che sembrava da lì a poco si sarebbe scatenate.
Il cielo sopra Roma era invaso da nuvole grosse e scure che non lasciavano spazi a spirargli di luce, l'azzurro era stato totalmente coperto fino a renderlo soltanto un ricordo relegato nella mente di chi, sconsolato, teneva gli occhi rivolti verso l'alto nella speranza che qualcosa cambiasse.
Quello ero decisamente l'ottobre più strano che in molti ricordassero, soltanto il giorno prima sembrava che l'estate non fosse mai finito mentre quel giorno l'inverno sembrava piombato sulla città in pochi attimi cogliendo tutti alla sprovvista.
Tra le strade illuminate dalla poca luce diurna riecheggiavano le grida di quanti stavano incitando amici e parenti a sbrigarsi mentre le fredde gocce d'acqua diventavano sempre più frequenti e sembravano moltiplicarsi a vista d'occhio. Le grida di chi tentava di fuggire dalla tempesta che si stava per scatenare, incapace di fronteggiarla, correvano al riparo da qualcosa che mai li avrebbe feriti.
Tra così tante persone in fuga c'era qualcuno, invece, che non avvertiva il bisogno di correre via da una delle poche cose naturali che restavano in quel mondo, c'era qualcuno a cui piacevano quelle gocce di pioggia che gli cadevano addosso senza alcun preavviso, spesso prendendolo alla sprovvista, e non aveva alcuna intenzione di sottrarsi a quel tocco tanto freddo e delicato.
Era passata una settimana dalla festa a cui i due ragazzi avevano preso parte, durante la quale si erano conosciuti senza sapere nulla l'uno dell'altro. In quei sette giorni nessuno dei due aveva smesso di fare ricerche, entrambi avevano fatto tutto il possibile per trovare qualche informazione che lo collegasse all'altro ma sembravano non esistere. Benjamin, in una notte di tre giorni prima, aveva speso intere ore a cercare su ogni social esistente chiunque si chiamasse Federico, avesse diciannove anni e residenza a Roma ma non aveva trovato assolutamente nulla. Quel ragazzo che aveva conosciuto sembrava non esistere.
Federico, allo stesso modo, aveva chiesto a molte persone che frequentavano la sua stessa università se conoscessero un ragazzo che corrispondeva alla descrizione del moro ma gli esiti delle ricerche condotte dal diciannove diedero uguale esito. Di Benjamin non c'era traccia.

Federico stava camminando in una strada abbastanza isolata che non ricordava di aver percorso in passato ma per lui, quello, non era un problema occupato com'era a tenere gli occhi rivolti verso l'alto e ad osservare la pioggia che diventava sempre più fitta mentre un piccolo sorriso alleggiava sul suo volto stanco. Il biondo sapeva benissimo che agli occhi di altre persone sarebbe potuto apparire strano, qualcuno l'avrebbe definito matto, ma a lui poco importava, era in quei pochi momenti che riusciva a sentirsi se stesso senza doversi nascondere o trattenere. Si sentiva libero.
Quella sensazione di tranquillità che provava, però, durò molto meno di quanto sperasse e si distrusse non appena un auto che sfrecciava a tutta velocità, nonostante il limite della velocità, non prese in pieno una pozzanghera e bagnò il ragazzo che gridò per la sorpresa.
-"Ma vaffanculo!" Gridò Federico completamente bagnato fradicio. "Che stronzo." Ringhiò il ragazzo e sospirò nel notare che anche il suo zaino, contenente i libri universitari e il suo computer con gli appunti delle lezioni, fosse totalmente bagnato.
Con la coda degli occhi il diciannovenne notò che la macchina, un infiniti QX80 nera, che lo aveva bagnato si fosse fermata poco distante da lui e il ragazzo non poté fare a meno di sobbalzare, spaventato all'idea che ne potesse uscire un uomo arrabbiato per quanto aveva appena detto.
-"I- io m- mi dispiace..." Balbettò imbarazzato il biondo, non appena vide la portiera della macchina aprirsi e abbassò lo sguardo sui suoi vestiti bagnati.
Per qualche momento tutto ciò che il ragazzo sentì fu il rumore della pioggia che diventava sempre più fitta, rendeva a stento udibili tutti gli altri rumori, e appannava la vista del minore che faticava a tenere gli occhi aperti.
-"Federico."
Quella voce squarciò il rumore della pioggia rendendolo soltanto un rumore di sottofondo, mise a tacere i pensieri di Federico che per un momento pensò di averlo soltanto sognato.
-"Federico, sei tu, giusto?"
"No, questo non è un sogno." Si disse il biondo e, lentamente, alzò la testa.
La pioggia era fitta, copriva qualsiasi cosa lo circondasse ma riuscì a distinguere la figura del ragazzo che aveva tanto cercato nell'ultima settimana avanzare verso di lui. Federico aprì la bocca per rispondere ma, in un primo momento, la voce gli morì in gola.
-"Sono io." Sussurrò, momenti dopo, Federico quando il moro di cui ancora non conosceva il nome lo raggiunse.
-"Vieni in macchina, ho degli asciugamani." Gli disse il moro e gli porse la mano.
-"I- io..." Balbettò il minore mentre sentiva il suo corpo riscaldarsi, nonostante fosse totalmente bagnato, e le sue guance si tingevano di rosso.
-"Per favore, non rifiutare, è per farmi perdonare." Lo supplicò il ventiduenne. "Ti prego."
Federico sospirò e annuì.
-"Okay."

Non appena salirono in auto il moro porse all'altro un asciugamano bianco e ne prese uno per lui che si sistemò sulle gambe, per poi mettere in moto e parcheggiare l'auto in uno spiazzato poco distante.
-"Mi dispiace averti bagnato, non ti ho visto." Si scusò il moro e spense il motore dell'auto.
Normalmente Federico si sarebbe arrabbiato e avrebbe fatto notare all'altro quanto stesse correndo ma, in quel momento, non gli importava niente se fosse bagnato fradicio, gli importava soltanto aver ritrovato quel ragazzo.
-"Tranquillo." Rispose soltanto Federico e scrollò le spalle.
-"Che cosa ci facevi sotto la pioggia?"
-"Stavo tornando a casa."
Benjamin guardò per qualche momento il volto arrossato del biondo e non poté fare a meno di sorridere.
-"Perché sorridi?" Gli chiese il diciannovenne e si tamponò i capelli con l'asciugamano.
-"Sono felice di rivederti." Ammise Benjamin. "In questa settimana ti ho cercato sui vari social."
Il biondo si mordicchiò il labbro inferiore e inclinò la testa da un lato.
-"Non uso i social." Rispose il biondo. "Anch'io ti ho cercato in facoltà ma mi è stato difficile senza sapere il suo nome." Aggiunse e ridacchiò.
-"Oh, giusto!" Esclamò Benjamin e porse la mano al ragazzo. "Benjamin."
-"Benjamin?"
-"Il mio nome è Benjamin." Disse il moro. "Ti sembra tanto strano?"
Il diciannovenne gli strinse la mano e scosse la testa.
-"No, anzi mi piace, solo non è molto..." Si interruppe il diciannovenne e arricciò il naso. "...romano."
-"Mia madre voleva un nome particolare, poco comune." Spiegò Benjamin. "Ma se vuoi puoi chiamarmi Beniamino." Rise il ragazzo.
Il diciannovenne rise e scosse la testa.
-"Preferisco Benjamin." Disse. "Sono felice di rivederti." Aggiunse.
-"Sei felice di rivedere uno come tanti?" Lo prese in giro Benjamin e si passò una mano tra i capelli bagnati.
Il biondo sorrise e appoggiò la testa contro lo schienale del sedile.
-"."

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Ehi🎈
Primo angolo autrice per questa storia e, come al solito del resto, voglio ringraziarvi per continuare a seguire le mie storie e a spendere un po' del vostro tempo per commentare i vari capitoli e dirmi, anche, in privato che cosa ne pensate. Grazie, potrà sembrare scontato ma per me non lo è ♥️
Come faccio in genere all'inizio di ogni nuova storia, voglio spiegarvi un po' di che cosa tratterà questa storia e come stanno le cose. Innanzitutto, dato che ho visto qualcuna di voi un po' confusa al riguardo, il primo capitolo della storia è ambientato nel 2050, quindi nel futuro, e verrà ripreso soltanto più avanti quando capirete anche a che cosa si riferisce il titolo della storia e la descrizione, per adesso sto raccontando gli eventi "presenti" ovvero il loro primo incontro e tutto ciò che è successo, appunto, nei trent'anni che separano il primo capitolo dal resto. In questa storia, come avrete potuto notare, loro due hanno avuto un vero e proprio colpo di fulmine, è scattato qualcosa in entrambi  fin da subito e questo li porterà a bruciare un po' le tappe, a mettere da parte il buon senso, e vivere ciò che sta succedendo senza fermarsi a pensare ma ciò potrebbe non essere un bene. Benjamin e Federico sono molto diversi, hanno dei caratteri totalmente opposti e non è solo un modo di dire, ma questo "sentimento" che li ha colpiti all'inizio li porterà a mettere da parte tali differenze con cui, però, in seguito dovranno fare i conti e ne succederanno di tutti i colori.
Per la prima volta in una mia storia i personaggi non saranno soltanto loro, voglio cercare di approfondire anche altri personaggi, come la loro famiglia, e raccontare anche la loro di storia che inevitabilmente si collega a quella dei ragazzi, per permettervi di avere un quadro della situazione il più chiaro possibile; le loro famiglie avranno una valenza molto grande, in modo diverso ma per loro significano molto e, anche volendo, non potrei escluderli. Non voglio dirvi altro riguardo alla storia altrimenti vi toglierei qualsiasi sorpresa, quindi la smetto.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi su Twitter il mio nick è @fvedericoshvrt, o mi trovate anche su Instagram come @/fixhvrtx e, ovviamente, anche qui.
Baci, Michi🎈

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora