Non appena il giovane mise piede in casa sentì delle grida, che in un primo momento lo spaventarono, furibonde provenire dalla sala da pranzo.
-"Tu sei soltanto un mostro!" Gridò Andrea con una certa veemenza. "Perché non te ne vai di nuovo?! È quello che ti riesce meglio!" Continuò a gridare e, le sue grida, vennero seguite da un colpo.
-"Ma che sta succedendo qui?!"
La voce, alterata tanto quanto quella dei suoi genitori, del più piccolo interruppe la furiosa lite dei due adulti che si voltarono a guardarlo. Gli sguardi di Andrea e Vanessa erano totalmente diversi, il primo era furioso - gli occhi era iniettati di sangue per la rabbia - e sembrava pronto ad esplodere in qualsiasi momento, invece gli occhi di Vanessa erano lucidi, colmi di paura e dolore. Qualsiasi cosa stesse succedendo tra la coppia, Vanessa non ne era felice e avrebbe voluto mettere la parola fine a tutto una volta per tutte.
-"Vai in camera tua, non sono cose che ti riguardano!" Ringhiò il padre e serrò i pugni.
-"Invece sono cose che mi riguardano!" Replicò il più piccolo, tenendo testa allo sguardo arrabbiato di suo padre, e si avvicinò ai due. "Che cosa sta succedendo qui?! Perché state litigando?!"
La donna, decisamente pallida e con il livido che ancora le adornava il volto nonostante fossero passati diversi giorni, si asciugò gli occhi con il dorso della mano e si sforzò di sorridere.
-"È solo una delle nostre solite discussioni, tesoro." Mentì la donna. "Non è nulla di grave, non preoccuparti." Aggiunse. "Vai pure in camera tua, risolviamo noi."
-"Non sono uno stupido, mamma." Replicò il biondo, infastidito dal comportamento di sua madre che lo trattava come se fosse uno stupido. "Questa non è una delle vostre tante discussioni." Aggiunse. "Stavate litigando e voglio sapere il motivo, credo di meritare almeno questo."
-"E perché credi di meritarlo?" Controbatté Andrea e incrociò le braccia al petto. "Perché sei un bravo figlio forse?" Aggiunse. "A me non sembra, anzi, non meriti un bel niente da me."
Federico alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.
-"Non stiamo parlando di questo adesso." Rispose il ragazzo. "State litigando per quello che è successo anni fa?" Chiese. "È per me e i miei fratelli, non è vero?"
Vanessa sospirò mentre Andrea sbuffò sonoramente.
-"Non sei il centro del mondo, Federico." Replicò con tono duro. "Dovresti iniziare ad accettarlo. Il mondo non gira intorno a te." Aggiunse. "E noi non parliamo sempre di te, anche se ti piacerebbe."
-"Non rivolgerti a lui in questo mondo." Lo ammonì Vanessa e lanciò un'occhiataccia al marito. "Sei arrabbiato con me, non prendertela con lui." Aggiunse.
Andrea sbuffò ancora una volta e scosse la testa.
-"Voi due siete proprio uguali." Disse l'uomo. "Credete di essere il centro di tutto, il centro del mio mondo ma vi sbagliate." Aggiunse. "Per me non siete niente." Concluse, si voltò e andò via.
Non appena il marito lasciò la stanza Vanessa sospirò rumorosamente, scostò una sedia e si accomodò su questa per poi prendersi il volto tra le mani.
-"Mamma, va tutto bene?" Le chiese il più piccolo, preoccupato per la reazione della donna, e le poggiò una mano sulla spalla coperta da un maglione color indaco. "Non devi dar retta alle parole di papà, sai meglio di me com'è fatto." Aggiunse.
-"Credevo di saperlo." Replicò Vanessa e scosse la testa. "Ma ormai non lo riconosco più." Aggiunse. "Quella persona non è l'uomo di cui mi sono innamorata e che ho sposato." Continuò. "Quella persone non è tuo padre."
Federico sospirò e si inginocchiò accanto alla madre.
-"È arrabbiato, ha parlato senza pensare."
-"Sai bene che Andrea non parla mai tanto per." Disse Vanessa. "Ha detto solo ciò che pensa, per lui non siamo niente."
-"Siamo la sua famiglia!" Esclamò il biondo. "Che gli piaccia o no, siamo tutto ciò che ha."
La donna sorrise tristemente e scosse debolmente la testa.
-"Ti sbagli, Federico." Disse lei. "Lui ha tanto altro, potrebbe fare a meno di noi in qualsiasi momento." Aggiunse. "È lui ad essere tutto ciò che abbiamo noi." Continuò. "Lui è tutto ciò che ho io."
-"Tu hai me, non dimenticarlo mai." Replicò il figlio e prese una mano della donna.
-"Adesso ho te, ma per quanto tempo durerà ancora?" Chiese la donna. "Tu sei giovane, hai una vita davanti e potrebbe non includere me." Aggiunse.
-"Non pensare nemmeno ad una cosa del genere." Rispose, prontamente, Federico. "Tu avrai sempre un posto nella mia vita, non ti escluderei mai."
-"Forse non lo farai volontariamente." Replicò Vanessa. "Federico, siamo seri, che cosa ne sappiamo noi di ciò che ci riserva il futuro?" Chiese. "Magari dopo l'università, o anche prima, ti trasferirai e non ci vedremo quasi più. Potrebbero succedere milioni di cose e noi non possiamo prevederle." Aggiunse. "Adesso è facile dire e sperare, anche per me, che tutto resterà per sempre così com'è ma è soltanto una bugia." Continuò. "Le cose cambiano e tu non devi rinunciare a crescere a causa mia, ci sono tantissime esperienze che ti aspettano ma che non hanno nulla a che vedere con me."
Il biondo si alzò stizzito e scosse la testa.
-"Non sai quello che stai dicendo." Rispose il biondo. "Non ti escluderei mai dalla mia vita!"
-"Federico, ascoltami, per favore." Sospirò Vanessa. "Non sto dicendo che litigheremo, che ci odieremo o cose del genere ma che potremmo allontanarci. Sono cose che succedono, non siamo noi a deciderle." Aggiunse. "Anch'io mi sono allontanata da mia madre, la odio? No. L'ho fatto volontariamente? No.
Non mi fraintendere, non voglio allontanarti ma potrebbe succedere."
Federico sbuffò sonoramente e si passò una mano tra i capelli.
-"Come siamo arrivati a parlare di questo?!" Chiese, stizzito, il ragazzo e iniziò a fare avanti e indietro davanti agli occhi di sua madre. "Stavamo parlando di te e papà." Aggiunse. "E ancora non mi hai detto perché stavate litigando."
-"Non serve che io te lo dica, lo sai già." Rispose la donna e si strinse nelle spalle. "È sempre il solito motivo."
-"Litigate spesso per questo motivo?"
-"Praticamente sempre." Sospirò Vanessa. "Anche quando parliamo di altro lui trova il modo di tirare in ballo l'argomento." Aggiunse. "Non riesce a parlare di altro con me."
-"Non ti ha mai perdonato, non è vero?" Chiese il più piccolo e si fermò davanti alla madre.
Vanessa scosse la testa.
-"Mai e mai lo farà." Rispose lei. "Stiamo insieme soltanto per evitare di danneggiare l'immagine della nostra famiglia, solo per i suoi affari." Aggiunse. "Credo, alla fine, di essere diventata soltanto un affare per lui ormai concluso e che non necessita altre attenzioni."
-"Hai mai pensato di lasciarlo tu?" Domandò il minore.
-"A quale scopo?" Replicò Vanessa. "Ho costruito la mia vita intorno a lui, fuori da questa casa non ho più niente, se lo lasciassi perderei quel poco che mi resta." Aggiunse. "E lui non me lo perdonerebbe mai, mi distruggerebbe."
-"Ti sta già distruggendo e nemmeno te ne rendi conto."
La donna scosse la testa.
-"Me ne rendo conto, non immagini neppure quanto." Replicò lei. "Ma adesso smettiamo di parlare di questo." Aggiunse e si batté le mani sulle ginocchia. "Non voglio rattristarti."
-"Non mi rattristi."
-"Sì, che lo faccio ma tu sei troppo buono per farmelo notare." Disse Vanessa. "Sei troppo buono, Federico."
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Lettere dal passato. || Fenji.
Fanfiction«2050, sono passati trent'anni da quando Federico ha spedito una lettera che ha cambiato per sempre la sua vita. Trent'anni da quando due opposti hanno trovato il modo di essere simili. Che cosa sarà successo in così tanti anni? Quella lettera sarà...