-"Non ti chiedo molto, Benjamin è testardo tanto quanto me e so che nessuno può fargli cambiare idea, ma ti prego cerca di aiutarmi. Aiuta una madre ad avere un rapporto con suo figlio, ti supplico, sei la mia ultima possibilità."
Federico rimase senza parole dopo aver ascoltato Francesca, che gli stava stringendi la mano, mentre lo guardava direttamente negli occhi.
Federico non avrebbe mai voluto intromettersi nella vita privata, nella famiglia, del suo fidanzato e tantomeno nel suo difficile rapporto con la madre; il ragazzo evitava con molta cura anche di fargli domande in proposito, per evitare di infastidirlo, aspettava che fosse Benjamin a parlare dell'argomento e si limitava con le sue risposte.
Il più piccolo capiva benissimo il comportamento, seppur molto duro, del suo fidanzato nei confronti della madre, probabilmente se si fosse trovato al suo posto si sarebbe comportato allo stesso modo; allo stesso tempo, però, Federico capiva anche le motivazioni di Francesca che la spingevano a voler riavvicinarsi a suo figlio, la donna aveva capito di aver sbagliato ma Benjamin non voleva saperne niente di perdonarla, impedendole di avere un qualsiasi contatto, che non fosse un litigio, con lui.
-"Allora? Mi aiuterai?" Gli domandò, speranzosa, la donna e gli strinse un po' più forte la mano.
Prima che il più piccolo potesse rispondere il suo cellulare, riposto nella tasca dei suoi pantaloni, vibrò facendolo sobbalzare. Il ragazzo, velocemente, allontanò la mano da quella della donna e prese il suo cellulare, Federico sentì quasi la terra mancargli sotto i piedi quando lesse il nome del fidanzato sullo schermo.
«Come potrebbe dispiacermi? Ti aspetto.» Gli aveva scritto il moro, in risposta al messaggio che il più piccolo gli aveva inviato pochi minuti prima.
-"È lui?" Gli domandò, ancora, Francesca e inclinò la testa da un lato. "È Benjamin?"
-"Sì, è lui." Annuì il biondo e bloccò lo schermo del cellulare. "Devo andare da lui." Aggiunse.
Il volto della donna sembrò illuminarsi a quelle parole e non poté trattenere un sorriso.
-"Davvero?" Replicò lei. "E gli parlerai di me
Federico scrollò le spalle e sospirò.
-"Non lo so." Rispose. "Non so che cosa sia più giusto fare."
-"La cosa più giusta da fare è aiutare una madre a riabbracciare suo figlio." Disse Francesca.
-"Ma lei... - alzò gli occhi al cielo - tu lo hai abbandonato." Rispose Federico, con tono di voce forse troppo duro e vide la donna trasalire. "Scusami, non avrei dovuto essere tanto duro."
La donna scosse la testa e abbozzò un sorriso.
-"No, hai detto la verità." Replicò la donna. "Ma sono anche pentita, so benissimo di aver sbagliato." Aggiunse. "E, ti supplico, aiutami. Sei la mia ultima possibilità."
Il biondo sospirò.
-"Non ti prometto nulla." Controbatté Federico. "Non ho intenzione di litigare con Benjamin per questo motivo, ma ci proverò."
Francesca, a quelle parole, lo abbracciò e gli stampò un sonoro bacio sulla guancia.
-"Grazie, Federico, per me significa moltissimo." Disse la donna. "Mio figlio è molto fortunato ad avere una persona come te nella sua vita."-"Iniziavo a pensare che non saresti più venuto." Disse Benjamin, coperto dal suo pigiama blu scuro, non appena aprì la porta di casa al fidanzato.
Federico, che occupato a pensare alla conversazione con Francesca non aveva neppure risposto al messaggio del fidanzato, abbozzò un sorriso ed entrò in casa.
-"Sai come sono i mezzi pubblici, sempre in ritardo." Mentì il ragazzo e si tolse il giubbotto nero e lo zaino del medesimo colore.
Il moro annuì e, subito dopo, lo attirò tra le sue braccia.
-"L'importante è che tu adesso sia qui." Sussurrò contro le sue labbra per poi dargli un bacio ma, il minore, si allontanò poco dopo. "Qualcosa non va?" Gli domandò e aggrottò la fronte.
-"No, è tutto okay." Sussurrò il più piccolo e abbassò lo sguardo.
-"Mi sembri un po' strano." Constatò Benjamin e incrociò le braccia al petto. "È successo qualcosa? Hai litigato con i tuoi genitori?" Gli domandò.
Il biondo annuì quasi impercettibilmente.
-"Ho discusso con mio padre, ma nulla di serio." Mentì il biondo, per quanto odiasse farlo si sentiva costretto a mentire. "Ma, per questo motivo, sono uscito senza fare colazione e adesso sto morendo di fame." Aggiunse e abbozzò un sorriso, sperando di convincere l'altro.
Forse Federico non sapeva di essere un attore tanto bravo o, semplicemente, Benjamin si fidava di lui più di quanto il minore pensasse ma il moro credette alle sue parole.
-"Allora vieni in cucina, ti preparerò una colazione fantastica!" Esclamò il più grande e gli circondò le spalle con un braccio.
Federico inarcò un sopracciglio.
-"Tu?" Replicò. "Cucinerai tu?"
-"Chi se non io?" Controbatté il moro. "Ti stupirò."Federico, dopo circa dieci minuti dal suo arrivo a casa del maggiore, se ne stava seduto sul tavolo della cucina mentre il moro tentava di preparargli dei pancakes, chiamando sempre in suo aiuto la povera Teresa che non faceva altro che correre in cucina.
-"Teresa sembra volerti bene." Disse Federico non appena la donna uscì, per quella che doveva essere la nona volta, dalla cucina. "Nonostante sia molto professionale si vede che tiene a te."
Il moro annuì e prese delle uova.
-"È stata lei a crescermi, anch'io sono molto legato a lei." Rispose.
-"Quindi si può dire che, per te, è stata una madre?" Replicò il più piccolo e inclinò la testa da un lato.
-"Sì, in un certo senso sì." Annuì Benjamin. "Oltre mia nonna è stata la mia unica figura femminile di riferimento."
-"E tua madre?" Replicò il biondo, che iniziava a sentirsi male al solo pensiero di dover introdurre quell'argomento.
-"Mia madre cosa?"
-"Per te non è stato un punto di riferimento?"
Il più grande si irrigidì a quella domanda ma, subito dopo, scosse la testa e tornò a concentrarsi sulla sua colazione.
-"Ti ho già raccontato della mia infanzia." Rispose il più grande. "Sai già che mia madre non c'è mai stata per me." Aggiunse.
Federico deglutì e si morse il labbro inferiore.
"Lo stai facendo per un buon motivo, Benjamin ha bisogno di sua madre." Si disse e prese un respiro profondo, per poi riprendere a parlare.
-"Sì, lo so." Annuì Federico. "Mi hai anche detto, però, che per qualche anno avete vissuto tutti insieme come una vera famiglia." Aggiunse. "In quegli anni avrà anche fatto qualcosa per te."
-"Certo." Replicò il moro e aprì il frigo. "Mi ha trovato tantissime babysitter per stare con me quando lei non c'era." Aggiunse. "Tutte simpatiche, per carità, ma ho visto più loro che mia madre in quattro anni." Continuò e prese del latte. "Lei si limitava, alla sera, a lamentarsi con mio padre su quanto fosse difficile crescere un figlio. Un figlio con cui, forse, avrà passato circa cinquanta ore in quattro ore." Concluse e chiuse il frigo.
Il più piccolo abbassò la testa, non volendo incrociare lo sguardo del fidanzato, e non poté fare a meno di pensare che forse Benjamin stesse meglio così e che forse Francesca non era realmente pentita.
-"Davvero non ha mai fatto niente di carino, di materno, per te?"
Benjamin si strinse nelle spalle.
-"Se lo ha fatto, io non lo ricordo." Rispose Benjamin. "Mi ha dato la vita, è vero, ma poi non ha più voluto farne parte. Per lei sono sempre stato soltanto un buon motivo per avere dei soldi da mio padre, le servivo soltanto a questo." Aggiunse e si voltò verso il fidanzato. "So che cosa vuoi fare, Federico." Disse e lo raggiunse.
Il volto del biondo perse ogni parola a quelle parole e il ragazzo si irrigidì.
-"C- cosa?" Balbettò.
Il più grande gli sorrise e gli accarezzò il volto.
-"So che ti piacerebbe se io andassi d'accordo con mia madre, ma non succederà." Disse il più grande. "Io non voglio averla nella mia vita, lei per me non è nessuno. Con me ha chiuso non appena ha lasciato questa casa e, per favore, non parlare mai più di lei."

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Lettere dal passato. || Fenji.
Fanfiction«2050, sono passati trent'anni da quando Federico ha spedito una lettera che ha cambiato per sempre la sua vita. Trent'anni da quando due opposti hanno trovato il modo di essere simili. Che cosa sarà successo in così tanti anni? Quella lettera sarà...