68. Due settimane.

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Le grida di Andrea, tornato da poco da casa di Benjamin e con il naso e il labbro sanguinante, continuavano a risuonare nella testa di Vanessa nonostante fossero passate diverse ore. La donna quando aveva visto suo marito ritornare a casa furioso e ferito aveva, per un momento, temuto il peggio per il moro e migliaia di scenari orribili si erano fatti spazio nella sua mente.
"Che cosa avrà fatto? Benjamin starà bene?" Continuava a chiedersi la donna, che camminava da un lato all'altro della stanza mentre suo marito era in bagno a medicarsi la ferita. Federico, incredibilmente, sembrava essere decisamente meno agitato rispetto a lei, era ovvio fosse preoccupato per quanto poteva essere successo ma lo era più per se stesso - e per il destino che lo attendeva - e non per Benjamin e quanto poteva essergli successo.
-"Come riesci ad essere così tranquillo?" Gli domandò Vanessa, dopo circa dieci minuti di assenza di Andrea dal salotto. "Hai visto tuo padre in che condizioni è tornato?" Continuò. "Potrebbe essere successo di tutto!"
-"Lo so." Annuì il più piccolo, comodamente seduto sul divano.
Vanessa era incredula, non riusciva a capire perché suo figlio si comportasse in quel modo.
-"E non ti preoccupa non sapere come sta Benjamin?!" Replicò alterata.
-"Benjamin sta bene." Rispose il biondo, senza perdere quella sua calma almeno apparente.
-"Come fai ad esserne tanto certo?" Domandò la donna e aggrottò la fronte.
-"Mi ha inviato dei messaggi poco fa." Spiegò il minore e indicò il cellulare che giaceva immobile sul divano. "Mi ha chiesto di parlare." Aggiunse. "Non mi ha detto che cos'è successo ma credo sia stato papà ad avere la peggio." Continuò. "Se lo avesse colpito, o avesse colpito suo padre, non credo che Benjamin mi avrebbe contattato così presto."
La donna sospirò di sollievo a quelle parole e andò a sedersi accanto al figlio.
-"Per fortuna, temevo il peggio." Ammise e si rilassò visibilmente. "Tu come stai?" Gli chiese.
Il più piccolo scrollò le spalle e arricciò le labbra screpolate.
-"Non lo so." Rispose il ragazzo e si passò una mano sul volto pallido. "Sono successe così tante cose in così poco tempo, non so più che cosa pensare." Aggiunse. "Adesso Benjamin vuole parlarmi, e ha ragione, e io non ho idea di che cosa gli dirò." Continuò e sospirò. "Non ho risposto neppure alle mie domande, come potrò averle per le sue? Mi sembra di star vivendo un incubo."
Vanessa sorrise intenerita e accarezzò la guancia del figlio con una mano.
-"Andrà tutto bene." Gli disse per incoraggiarlo. "In un modo o nell'altro sono certa che tutto si risolverà, devi soltanto avere pazienza e coraggio." Aggiunse. "Io sarò sempre qui con te, okay?"

Vanessa, purtroppo, non ebbe ragione. Le cose tra Benjamin e Federico non erano affatto andare bene e la donna lo aveva capito quando, nel cuore della notte, suo figlio era ritornato a casa mentre cercava di non scoppiare a piangere; Federico non le aveva detto chiaramente che cosa fosse successo ma non le era stato facile capirlo e, per quello stesso motivo, la mattina seguente si incamminò verso la casa del moro.
Erano circa le undici del mattino quando la donna arrivò davanti al portone della casa dove abitava il moro, il sole era coperto da qualche nuvola passeggera ed era una giornata abbastanza calda per essere l'inizio di gennaio.
-"Salve, posso aiutarla?" Domandò un uomo ben vestito, dai capelli brizzolati è l'espressione estremamente seria.
Vanessa, ferma davanti al cancello, gli sorrise e annuì.
-"Mi chiamo Vanessa Mancini, sono la madre di Federico." Si presento la donna. "Vorrei parlare con Benjamin se è possibile."

La donna dai capelli castani chiaro e gli occhi azzurri non dovette attendere molto prima che l'uomo ben vestito, dopo aver avvisato i padroni di casa del suo arrivo, ritornasse da lei e le permettesse di entrare in casa.
-"Sempre diritto lungo il corridoio, sulla destra c'è una porta in vetro, la stanno attendendo lì." Le disse l'uomo, per poi sorriderle e congedarsi.
Vanessa seguì la direzione indicata dall'uomo e osservò curiosa la tant'è foto che decoravano la parete grigio chiaro, intervallate da qualche dipinto di artisti poco noti. Quando giunse davanti alla porta, in vetro e con qualche decoro floreale in rilievo, la donna prese un respiro profondo e lentamente aprì la porta.
-"Buongiorno." Disse ed, con il suo lungo cappotto beige, entrò nella stanza dove Benjamin e Alessio stavano facendo colazione. "Scusatemi per il disturbo."
Alessio si voltò verso di lei, le sorrise e si alzò per raggiungerla dopo essersi pulito le mani con un tovagliolo.
-"Buongiorno a lei." Le disse. "Nessun disturbo ma non ci aspettavamo la sua visita." Aggiunse. "Mi dia pure il cappotto."
Vanessa annuì e si tolse il cappotto, per poi porgerlo ad Alessio che lo appese sull'appendiabiti.
-"Buongiorno." Disse il moro e si alzò anche lui. "È successo qualcosa?" Domandò.
-"Direi che sono successe davvero tante cose, non credi?" Replicò la donna e inclinò la testa da un lato.
-"Si accomodi." Disse Alessio e la invitò a sedersi al tavolo con loro. "Vuole qualcosa?"
-"No, grazie, ho già fatto colazione." Rispose la donna e si sedette di fronte al moro. "Resterò qui solo pochi minuti."
-"È venuta a parlarmi di Federico?" Domandò il maggiore e la donna annuì.
-"Sta molto male." Replicò Vanessa. "Tutto quello che sta succedendo lo sta distruggendo."
-"A me sembra che lui sia quello che sta meglio." Controbatté il più grande e incrociò le braccia al petto. "È quello che ha subito meno danni, o mi sbaglio?"
-"Sotto un certo punto di vista hai ragione tu." Disse Vanessa, mentre Alessio li ascoltava in silenzio. "Ma anche lui ha perso tantissimo." Aggiunse. "Ha perso te."
-"Ha voluto perderti." La corresse il moro, che iniziava a spazientirsi. "E non ha fatto nulla per impedirlo." Aggiunse. "Quindi, forse, a lui le cose stanno bene così."
-"Benjamin, per favore, calmati." Disse Alessio.
-"No, ha ragione ad essere arrabbiato." Rispose la donna. "Anch'io me la sono presa con Federico ma, vedendolo ogni giorno, ho capito quanto stia soffrendo." Spiegò. "Non ha mai voluto una situazione del genere, è soltanto successo."
-"Mi perdoni, Vanessa, ma non è soltanto successo." Replicò Alessio. "Suo marito ha pagato qualcuno per seguirli in vacanza, li ha fotografati ed è anche venuto qui per ben due volte a minacciare mio figlio." Aggiunse. "È stato suo marito a far succedere tutto e Federico non gli ha mai dato torto."
-"Non l'ha fatto perché sa che affrontare suo padre non avrebbe portato a niente di buono." Disse Vanessa. "Sperava di risolvere la questione in modo diverso."
-"Continuando a mentire e costringendo le persone che gli stanno accanto a fare lo stesso?!" Replicò Benjamin. "Se è così, preferisco non averlo più nella mia vita."
La donna sospirò.
-"Ieri sera ha davvero provato a dire tutto a suo padre ma lui, come sapete, non ha voluto ascoltarlo ed è venuto qui." Rispose. "E mi sento colpevole perché sono stata io a dirgli che suo padre non l'avrebbe presa tanto male. Sono stata io a convincerlo a dire tutto."
Alessio faticò a trattenere una risata.
-"Come può un uomo del genere non prenderla male?" Controbatté.
-"Andrea non è il mostro che sembra, ve lo assicuro." Scosse la testa Vanessa. "È una brava persona che ha vissuto dei brutti momenti che lo hanno portato ad essere ciò che è."
-"Anch'io ho vissuto dei brutti momenti. Tutti li abbiamo vissuti." Replicò Alessio. "Eppure non tutti sono diventati come lui." Aggiunse. "Io ho cercato di proteggere Benjamin, per evitare che lui viva momenti tanto brutti, perché chiunque vuole proteggere le persone che ama." Continuò. "Ma Andrea mi sembra che di amore ne sappia ben poco. Lui ama solo se stesso, la sua immagine e la sua stupida azienda."
La donna si irrigidì a quelle parole ma non si scompose.
-"Vi sbagliate, ma non sono qui per farvi cambiare idea su di lui." Rispose lei. "Sono qui solo per Federico, perché non merita di pagare per delle colpe che non sono solo sue." Aggiunse. "In questo momento ha bisogno di stare un po' da solo, di pensare ma sono sicuro che se solo gli dessi un po' di tempo lui ritornerebbe da te."
-"Ne è sicura?" Le domandò il più grande.
-"Sicurissima." Annuì Vanessa. "Solo un po' di tempo." Aggiunse.
-"Due settimane."
-"Cosa?"
-"Tra due settimane, il 21, sarà il mio compleanno." Disse Benjamin. "Se entro la mezzanotte di quel giorno, in pratica il 22, mi contatterà potremmo anche tornare insieme altrimenti sarà finita e io non gli darò altre possibilità."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora