109. Abbandono.

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Benjamin non fece nulla quando sua madre andò via per vivere la sua vita lontano da lui, era solo un bambino e neppure si rendeva conto di che cosa stesse succedendo. Il bimbo si limitò ad aspettare seduto alla finestra che sua madre, prima o poi, ritornasse e giorno dopo giorno aveva dovuto fare i conti con la dura realtà: sua madre non sarebbe ritornata.
Quanto era successo con sua madre aveva cambiato per sempre il più grande, aveva cambiato il suo modo di percepire la vita, il suo modo di approcciarsi alle persone e anche il suo modo di essere ma aveva anche spinto il ragazzo a capire che, in vita sua, non avrebbe mai permesso a nessuno di comportarsi con lui come aveva fatto sua madre. Benjamin era deciso a non perdere più nessuno delle persone per lui importanti come era successo con Francesca, non avrebbe costretto nessuno a restare al suo fianco ma non avrebbe lasciato andare quella persona tanto facilmente.
«Questa notte ho pensato molto ed è meglio se non ci vediamo per un po'.»
Quel messaggio aveva fatto rivivere al moro le stesse sensazioni, la stessa paura, che aveva provato quando sua madre aveva lasciato la loro casa per partire con un perfetto sconosciuto. Benjamin si era sentito nuovamente abbandonato da una delle persone - se non la persona - che più amava al mondo.
"Non posso perderlo." Pensò Benjamin e fissò lo schermo del suo cellulare. "Non lui."
«Stai scherzando?» Digitò il moro con le mani che gli tremavano.
Benjamin non era disposto a perdere Federico, non avrebbe lasciato il ragazzo nelle mani di Andrea, non avrebbe lasciato all'uomo la possibilità di distruggere la vita del biondo.
«Per favore rispetta la mia scelta. Ti contatterò io quando ne sentirò il bisogno.» Rispose Federico.
-"Dannazione!" Gridò il più grande e gettò il cellulare lontano da lui, senza neppure far caso a dove fosse caduto.
Benjamin, in quel momento, aveva una solo certezza: non avrebbe lasciato andare Federico.

-"Finalmente sei sceso, stava iniziando a freddarsi tutto." Disse Alessio, con un sorriso appena abbozzato sul volto, quando vide il figlio correre giù dalle scale.
-"Non sono qui per fare colazione." Scosse la testa il moro, visibilmente agitato e con una maglia grigia messa male. "Vanessa devi venire con me." Disse, rivolto verso la donna che si stava versando del caffè.
La donna aggrottò la fronte.
-"Che cosa?" Chiese la donna. "Dove dobbiamo andare?"
-"Dobbiamo andare a prendere Federico."

Solo sentir nominare suo figlio bastò affinché Vanessa si alzasse da tavola e seguisse il moro ovunque lui volesse andare, la donna non aveva idea di che cosa fosse successo ma quando riguardava Federico non le serviva sapere nulla. Per suo figlio avrebbe fatto di tutto.
Il moro spiegò quanto era successo, in modo abbastanza approssimativo, alla donna durante il loro viaggio che li avrebbe condotti a casa del minore.
-"Sto rovinando la vita di mio figlio." Sospirò la donna e scosse la testa. Quanto stava succedendo stava distruggendo Vanessa che, quella notte, non era riuscita a chiudere occhio e non solo per il dolore che i lividi le causavano. La donna aveva sempre voluto il meglio per suo figlio, nonostante avesse commesso vari errori nei suoi confronti in passato, e si sentiva morire al pensiero che a causa potesse succede qualcosa a Federico. Di nuovo.
-"Andrea gli sta rovinando la vita." Replicò Benjamin, ignorando il suo cellulare che continua a vibrare a causa delle tante telefonate di suo padre, che non aveva idea di che cosa stesse succedendo. "Ma noi gli faremo aprire gli occhi e lo porteremo via da quell'uomo."
-"Mio figlio è fortunato ad averti al suo fianco." Abbozzò un sorriso Vanessa. "Sei la persona di cui ha bisogno."
-"E lui è la persona di cui io ho bisogno."

Vanessa e Benjamin entrarono in casa senza troppi problemi, essendo ancora dopotutto casa della donna, e furono sollevati quando scoprirono che Andrea non era in casa e che Federico stava facendo colazione.
-"Federico." Lo chiamò il maggiore non appena lo vide, seduto a tavola intento a mangiare delle fette biscottate con la marmellata, sollevato che al ragazzo non fosse successo nulla.
Federico sobbalzò nel sentire la voce del ragazzo, facendo cadere la fetta biscottata nel piatto bianco, e si voltò a guardare il moro e sua madre.
-"Che cosa ci fate voi qui?!" La voce del minore risuonò più stridula di quanto effettivamente volesse e si alzò dalla sedia. "Benjamin ti avevo detto di non volerti vedere per un po'!"
-"Non sono qui per questo." Rispose il moro e avanzò verso di lui. "Non voglio parlare di noi." Aggiunse, nonostante una parte di lui morisse dalla voglia di stringerlo e baciarlo. "Devi parlare con tua madre." Continuò. "Devi ascoltare la verità."
-"La sua verità." Lo corresse il più piccolo. "E io non voglio ascoltarla."
-"Hai paura di ascoltare la verità?" Replicò Benjamin. "Hai paura ad accettare la realtà?"
-"Io non ho paura." Ringhiò a denti stretti il biondo. "Io conosco già la verità."
-"Federico tuo padre non è un santo." Disse Vanessa. "E lo sai bene."
-"Non ho mai detto questo." Rispose Federico. "Ma non credo sia il mostro che tu dipingi."
-"Nemmeno io credevo fosse questo genere di persona." Replicò la donna. "Sai bene che l'ho sempre difeso, ho sempre sperato ci fosse ancora del buono in lui."
-"Sei stata tu a renderlo la persona che è." Disse il più piccolo. "Tu ci hai abbandonato."
-"È vero, ho sbagliato." Annui Vanessa. "E lui ha ragione ad essere arrabbiato con me, ma perché esserlo anche con te?" Continuò. "Perché, ti ricordo, se l'è presa anche con te. È da anni che rende anche la tua vita un inferno. Non solo la mia." Aggiunse. "Io ho sbagliato, tu invece che cosa gli hai fatto? Spiegamelo perché io non lo capisco."
Federico abbassò il capo e si mordicchiò il labbro inferiore.
-"L- lui mi v- vuole bene..." Sussurrò Federico, nonostante non fosse convinto delle sue parole.
-"Ed è vero, sei suo figlio." Annuì la madre. "Eppure questo non gli ha impedito di farti soffrire." Aggiunse. "O devo forse ricordarti come ha reagito quando gli hai detto della tua relazione con Benjamin?"
Il biondo serrò i pugni a quelle parole.
-"Papà non ti ha picchiato." Disse il biondo con tono duro. "Ne sono sicuro."
-"Ne sei sicuro davvero o preferisci fingere di esserlo?" Gli chiese Benjamin. "Preferisci fingere che non sia successo nulla per continuare ad avere una famiglia?"
-"Benjamin non farlo." Rispose il più piccolo e scosse la testa. "Non schierarti dalla parte di mia madre." Aggiunse. "So che mio padre si è comportato male anche con te ma non l'ha picchiata. Lui non lo farebbe mai."
-"È quello che vuole farti credere." Disse Vanessa. "Ma l'ha fatto, mi ha picchiato soltanto per umiliarmi." Aggiunse. "Chi ti dice che non lo farà anche con te?"
Il biondo scosse vigorosamente la testa.
-"Lui. Me l'ha detto lui."
-"E tu gli credi?"
-"Io gli credo." Rispose Federico. "Ma non credo a te." Aggiunse, rivolto a sua madre. "È da anni che ti lamenti di papà e del suo comportamento, è da anni che sei stufa della nostra famiglia e finalmente sei riuscita a distruggerla." Continuò. "Hai distrutto tutto, mamma, spero tu ne sia felice."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora