85. È quello che volete?

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-"Possiamo dimenticare tutto e andare avanti?"
-"Possiamo."
Federico era sollevato che il più grande, ancora una volta, lo avesse perdonato per un suo stupido errore.
-"Grazie." Sussurrò il più piccolo per poi dargli un bacio a stampo. "Grazie Ben, ti prometto che questa sarà l'ultima volta che ti farò soffrire."
Benjamin abbozzò un sorriso e annuì.
-"Ti credo." Rispose. "Adesso torniamo dentro, inizia a far freddo qui." Aggiunse, strinse la mano del minore e si diresse verso il locale.
"Non lo merito." Si ritrovò a pensare il più piccolo, per poi sospirare. Nonostante Benjamin lo avesse perdonato il peso, il senso di colpa, che sentiva sul petto non aveva smesso di opprimerlo anzi era diventato ancora più forte.
"Stupido. Stupido. Stupido. Come hai potuto fare una cosa del genere?" Federico si sentiva un mostro, una persona orribile, per aver ferito ancora una volta il più grande e - soprattutto - per non aver avuto il coraggio di dirglielo subito, lasciando che la ferita diventasse sempre più profonda.
Quella sera il minore non fece altro che chiedersi che cosa Benjamin avesse visto in lui di tanto bello che lo spingeva a restargli accanto, a non mandarlo al diavolo nonostante combinasse guai quasi ogni giorno, a perdonare qualsiasi cosa lui facesse e a guardarlo continuamente come se, per Benjamin, fosse la cosa più bella al mondo. Il biondo ormai era certo che il più grande meritasse una persona migliore al suo fianco, qualcuno che sapesse renderlo felice come meritava, ma nel frattempo non poteva fare a meno di sentirsi fortunato e onorato a poterlo avere al proprio fianco. Per Benjamin forse esisteva qualcuno di migliore ma per Federico era diverso, per Federico esisteva soltanto Benjamin.

Federico passò il resto della serata stretto al maggiore, non lo aveva lasciato da solo neppure per un momento e non aveva smesso mai di ripetergli quanto fosse felice di stare con lui e ringraziarlo per averlo perdonato ancora una volta; Benjamin era stranito dal comportamento del più piccolo, che non era mai stato così tanto affettuoso, ma era felice di poterlo stringere e vederlo sorridere in quel modo.
Il minore passò la notte a casa del più grande, nessuno dei due aveva intenzione di separarsi dall'altro e non servì neppure che il moro chiedesse all'altro se volesse restare con lui, la risposta era già ovvia. La mattina seguente Federico incontrò, per la prima volta dopo quanto successo, Alessio che sembrava non essere tanto convinto della decisione del figlio.
-"Sei proprio sicuro di voler tornare di già a casa?" Gli domandò il maggiore, mentre scendevano in cucina per fare colazione.
-"Devo cambiarmi." Rispose Federico. "Tanto ci vedremo di nuovo oggi pomeriggio, credi di poter resistere qualche ora?" Gli chiese divertito.
Il moro mugolò, spinse il più piccolo contro la parete chiara e gli strinse i fianchi tra le mani.
-"Magari con una buona dose di baci, potrei almeno provarci." Rispose e si leccò le labbra. "Una dose molto molto generosa, ovviamente."
Il più piccolo rise e allacciò le braccia al collo del fidanzato.
-"Non ti sono bastati tutti i baci di questa notte?" Replicò e inclinò la testa da un lato. "E non mi sembrava fossero solo baci."
-"Ormai dovresti saperlo che non mi basti mai." Sussurrò Benjamin per poi baciarlo.
-"Buongiorno." La voce, roca e non particolarmente felice, di Alessio fece sobbalzare i due ragazzi che si staccarono frettolosamente.
-"Ehi, p- papà, pensavo non ci fossi." Balbettò imbarazzato il moro e cinse la vita del minore con un braccio.
-"Buongiorno." Biascicò sottovoce il più piccolo.
-"È domenica, dove vuoi che sia a quest'ora se non in casa?" Replicò Alessio e inarcò un sopracciglio. "Sono io quello sorpreso di vedervi qui." Aggiunse. "Di vedervi insieme." Specificò e si voltò a guardare il minore che trasalì.
-"I- io me ne stavo a- andando..." Balbettò il più piccolo e fece per andarsene ma venne bloccato dal braccio del maggiore.
-"Papà io e Federico stiamo di nuovo insieme, te l'ho già detto." Disse Benjamin. "Abituati, lo vedrai spesso qui in casa." Aggiunse. "Molto spesso."
L'uomo scrollò le spalle.
-"Se non è un problema per te, non vedo perché debba esserlo per me." Rispose, alternando il suo sguardo tra il figlio e il suo compagno. "Se per te non è un problema stare con una persona come lui, fai pure."
-"Una persona come lui?" Ripeté il più grande e inarcò un sopracciglio. "Che cosa intendi dire?"
-"Hai già dimenticato che cosa ti ha fatto passare nelle ultime settimane?"
-"È acqua passata." Ringhiò Benjamin e strinse più forte il fianco del minore, facendolo mugolare per il fastidio. "Abbiamo chiarito." Aggiunse. "E credevo che almeno tu saresti stato dalla nostra parte."
-"Io voglio vederti felice e lo sai." Rispose Alessio. "Ma credi davvero di poterlo essere con Federico? Di nuovo?"
-"Lei ha ragione." Disse Federico, anticipando il suo compagno. "Ho sbagliato, uno sbaglio enorme e ha ragione nel pensare che Benjamin meriti qualcuno si migliore." Disse. "Mi sto sforzando, però, di essere quella persona che lui merita e rimediare a i miei errori. Non posso fare molto, purtroppo questo sono io, ma almeno posso provarci." Aggiunse.
-"E tuo padre che cosa ne pensa?" Gli domandò Alessio e incrociò le braccia al petto. "Lui sa di te e di Benjamin?"
Il più piccolo annuì.
-"Gli ho detto tutto." Rispose il più piccolo. "Sa tutto di me e anche su Benjamin." Aggiunse. "Gli ho parlato giorni fa, ovviamente non ne è felice ma non farà nulla per separarci."
-"E di questo ne sei certo?"
-"Con mio padre non si può essere certi di niente, ma ho molte speranze." Disse Federico. "A lui importa soltanto delle apparenze, fino a quando la gente non parlerà di lui non farà nulla."
-"Quindi, in un certo senso, dovrete continuare a nascondervi." Rispose l'uomo. "È così o mi sbaglio?"
-"Beh..."
-"Papà adesso basta." Disse il più grande. "Federico ha parlato con suo padre, ha fatto tutto ciò che poteva fare, e sta facendo di tutto per chiarire le cose tra di noi." Aggiunse. "Entrambi crediamo molto in questa relazione, sbagliamo? Forse, ma per adesso le cose ci vanno bene così e gradirei che tu non fossi un problema per noi." Continuò. "Federico ha commesso i suoi errori, anch'io ne ho commessi, e se sono stato in grado di perdonarli io puoi farlo anche tu. O no?"
Alessio sospirò e si passò una mano sul volto.
-"Credete davvero sia la cosa giusta?" Replicò Alessio. "Dopo quanto è successo credete davvero di poter stare insieme ed essere felici?"
-"Sì." Annuì Benjamin, senza pensarci troppo. "Non sappiamo se durerà o meno, ma per adesso stiamo bene insieme e non vogliamo separarci."
-"Secondo me state sbagliando e finirete per soffrire entrambi." Rispose l'uomo. "Ma non sarò io ad impedirvi di stare insieme, se è quello che volete, io starò dalla vostra parte."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora