53. Vivere insieme.

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La vacanza di Benjamin e Federico, nonostante le scarse abilità culinarie dei due ragazzi e il disastro che regnava nella villa, stava procedendo nel migliore dei modi. I due giovani sentivano di non essere mai stati così tanto felici e rilassati come in quei giorni che stavano trascorrendo lontano da tutto e da tutti; le ore volavano veloci l'una dopo l'altra, tra una pista di scii e una passeggiata tra il centro della città, che i due ragazzi amavano follemente e che non si stancavano mai di visitare nonostante l'avessero fatto già diverse volte, tra le coccole davanti al camino e lunghe chiacchierate per conoscere meglio la persona che avevano davanti.
I due giovani, durante quei giorni, avevano deciso di limitare al minimo indispensabile i contatti con le loro famiglie e i loro amici, per evitare di discutere di cose così tanto futili, preferendo concentrarsi sul tempo da trascorrere insieme. Il Natale della giovane coppia, nonostante non fosse iniziato nel modo migliore, si era concluso in modo decisamente soddisfacente, Benjamin aveva portato l'altro a pranzo fuori in un ristorante di cui, Federico, si era letteralmente innamorato e non aveva fatto altro che ringraziare il più grande per averlo convinto ad uscire.
Benjamin e Federico avevano scoperto di avere una sintonia che neppure immaginavano, prima di partire i due temevano che vivere insieme per più giorni avrebbe potuto spingerli a litigare, che quella situazione potesse diventare imbarazzante ma si sbagliavano; tra i due ragazzi, in quei giorni, non c'era stato neppure un momento di imbarazzo, anche quando restavano in silenzio ad osservare la neve che scendeva, per loro sembrava naturale passare del tempo insieme. Vivere insieme.
-"Credi che se vivessimo insieme, un domani, sarebbe bello tanto quanto questi giorni?" Gli aveva chiesto, sottovoce e con gli occhi chiusi, Federico mentre accarezzava il petto del fidanzato che lo stringeva dopo aver fatto l'amore ancora e ancora.
Il moro, felice di quella domanda, sorrise e gli baciò la fronte imperlata di sudore.
-"Sarà anche meglio."

Mancavano circa tre giorni alla fine delle vacanze dei due ragazzi e quel giorno, finalmente, era l'ultimo giorno dell'anno e Courmayeur era piena di vita e di gioia. Benjamin e Federico avevano passato l'intera mattina a camminare tra le strade della città - che avevano imparato a conoscere come il palmo della loro mano - mentre la neve cadeva lenta e silenziosa su di loro e imbiancando tutti gli edifici.
-"Quindi resteremo a casa questa sera?" Gli domandò Federico, mentre mangiava delle noccioline tostate appena comprate.
Il moro sorrise nel sentire il compagno pronunciare la parola casa, gli piaceva l'idea che Federico considerasse casa un posto che condividevano loro due, che fosse soltanto loro, in quel modo gli sembrava che Federico considerasse casa anche lui.
-"Sì." Annuì il moro e gli circondò le spalle con un braccio. "Per te è un problema?" Gli chiese.
Il più piccolo, con la bocca piena, scosse la testa.
-"Nessun problema." Borbottò e deglutì le noccioline che stava mangiando. "È strano, però, che non sia un problema per te." Aggiunse e guardò di sottecchi il compagno.
-"Che intendi dire?" Replicò il moro e inarcò un sopracciglio.
-"Non mi sembri il tipo che trascorre capodanno a casa." Rispose il più piccolo e si leccò le labbra sporche di zucchero. "O mi sbaglio?"
-"Quest'anno farò un'eccezione." Scrollò le spalle Benjamin. "Ma, tranquillo, non sarà una semplice serata a casa." Aggiunse e ghignò furbo.
Il biondo ridacchiò per l'espressione del compagno e scosse la testa.
-"Sapevo che mi stavi nascondendo qualcosa."
-"Ti piacerà." Rispose il più grande e gli baciò la guancia. "Ti prometto che ti piacerà." Aggiunse. "Ma dovrai restare chiuso in camera per un po'."
Federico lo guardò per qualche momento, per poi fermarsi al centro della strada e mettere su un broncio che fece impazzire il più grande.
-"Tutto solo?" Replicò Federico.
Il moro rise e circondò la vita del diciannovenne con entrambe le braccia.
-"Purtroppo sì." Annuì il maggiore. "Ma ti prometto che non sarà per molto tempo." Aggiunse e gli baciò la punta del naso.
Il più piccolo sospirò, con aria teatrale, e allacciò le braccia al collo del suo fidanzato.
-"Dovrai darmi un buon motivo per restare da solo in camera." Disse. "Un ottimo motivo."
Benjamin ghignò e strinse i fianchi del ragazzo.
-"Credo di poter fare qualcosa." Sussurrò per poi baciarlo.

-"Mi sto annoiando!" Gridò Federico, per la quinta volta nell'ultima mezz'ora, stanco di starsene chiuso nella loro stanza a fissare il soffitto in pietra. "Benjamin!" Strillò sperando che il compagno, che non vedeva e sentiva da circa tre ore, lo degnasse di una risposta ma ancora una volta così non fu.
I due giovani erano tornati a casa verso le cinque e mezzo del pomeriggio, dato che avevano perso tempo a visitare ogni singolo negozio che incontravano sulla loro strada, e subito dopo Benjamin aveva spedito il compagno in camera per poter organizzare ciò che aveva in mente.
-"Per di più ho anche fame." Borbottò il minore e incrociò le braccia al petto, per poi lanciare una veloce occhiata alla sveglia posta sul comodino che indicava fossero quasi le nove di sera. "Benjamin hai intenzione di farmi morire qui?!" Gridò il più piccolo, prendendo in considerazione l'ipotesi che il suo fidanzato potesse essere andato via.
"Ancora un po' e sfonderò la porta." Pensò il ragazzo e lasciò cadere la testa sul cuscino bianco.
Il minore chiuse gli occhi per appena qualche momento quando la porta della stanza, finalmente, si aprì.
-"Hai smesso di gridare? Ti hanno sentito tutti." Disse, divertito, il maggiore e si appoggiò allo stipite della porta.
Federico aprì gli occhi e rimase a bocca aperta quando vide il suo fidanzato, bello più che mai, vestito con un completo nero con una camicia del medesimo colore.
"È lo stesso che indossava la sera della festa." Pensò il più piccolo e si morse il labbro inferiore.
-"Cambiati, ti aspetto di sotto." Gli disse Benjamin.
-"Non ho portato vestiti eleganti." Rispose il biondo e si mise a sedere sul letto.
-"Ci ho pensato io infatti, sbrigati."

Quando Federico raggiunse il moro al piano inferiore rimase, letteralmente, senza parole. Il salotto era stato decorato con le decorazioni che la settimana precedente non erano riusciti a sistemare, il piccolo tavolo in legno era coperto con una tovaglia bianca, con delle candele e dei petali di rosa sparsi qua e là.
-"È meraviglioso..." Sussurrò Federico, mentre si guardava intorno meravigliato.
-"E questo è solo l'inizio." Rispose il moro, lo abbracciò dalle spalle e gli passò un bicchiere di champagne. "Ti piace davvero?" Gli chiese e gli baciò la guancia.
Il più piccolo prese il calice e si voltò tra le braccia del compagno.
-"Hai davvero fatto tutto questo per me?" Gli domandò, nonostante la risposta fosse davanti ai suoi occhi.
-"Per te farei di tutto, mi sembra di avertelo già detto, no?" Replicò Benjamin e gli diede un bacio a stampo. "Siediti, la cena sta per arrivare."
-"Hai preparato la cena?"
-"Una cena spettacolare." Sorrise Benjamin. "Rimarrai sorpreso, ne sono certo."
-"Lo sono già." Rispose il biondo. "Grazie, Ben. Grazie davvero, nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me."
-"E questo è solo l'inizio."

Per quanto fosse felice della sorpresa, Federico, temeva che la cena si sarebbe rivelata un vero e proprio disastro date le scarse capacità in cucina del compagno ma dovette ricredersi; Benjamin aveva preparato per loro due una cena non solo ricca di portate ma anche - straordinariamente - buona, il più piccolo non fece altro che complimentarsi con il fidanzato mentre il tempo passava veloce e, ormai, mancavano pochi minuti alla mezzanotte.
-"Sei felice?" Gli domandò il maggiore, mentre se ne stavano seduti sul dondolo in giardino ad osservare il cielo stellato.
-"Tantissimo." Annuì Federico e gli diede un bacio a stampo. "Questo è il nostro primo capodanno insieme, sono emozionato."
-"Ce ne saranno tanti, tantissimi, altri. Te lo prometto." Rispose il moro e gli accarezzò il volto.
Il più piccolo prese il cellulare per controllare che ora fosse.
-"Manca un minuto." Annunciò. "Qual è il tuo desiderio?" Gli chiese.
-"Sei tu." Disse Benjamin e poggiò la testa sulla spalla del minore. "Sei tu il mio desiderio, Federico." Aggiunse. "Forse è scontato, banale, ma è così."
-"Non è scontato." Replicò il biondo. "Anzi mi fa piacere sentirtelo dire." Aggiunse e sorrise.
-"E il tuo desiderio qual è?"
-"I desideri non si dicono, dovresti saperlo."
-"Ma io te l'ho appena detto."
-"Mancano pochi secondi!" Gridò il minore e si alzò dal dondolo. "Vieni, vieni, vieni!"
Il più grande ridacchiò e si affiancò al ragazzo, per poi fare il conto alla rovescia con lui fino allo scoccare della mezzanotte.
-"Buon anno, piccolo." Sussurrò Benjamin e lo abbracciò.
-"Buon anno, Ben, sono felice di stare con te." Rispose per poi baciarlo.
Il cielo stellato venne invaso dai colori dei fuochi d'artificio che si susseguivano veloci l'uno dopo l'altro.
-"È tutto perfetto." Disse Federico e strinse il compagno, mentre questo poggiava la testa sulla sua spalla.
-"Perché ci sei tu." Rispose il moro e chiuse gli occhi. "Devo dirti una cosa." Aggiunse, mentre l'altro spostava il suo sguardo verso il cielo. "Ti amo, Fè." Sussurrò e gli accarezzò la schiena.
-"Che cosa?" Replicò il più piccolo. "Che cosa hai detto?" Aggiunse. "Non ti ho sentito, scusami."
Benjamin strabuzzò gli occhi e alzò la testa, per poi scuotere la testa e abbozzare un sorriso.
-"Niente, tranquillo."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora