Andrea fissava suo figlio, la stessa persona che aveva visto nascere e crescere tra le sue braccia e diventare un uomo tanto diverso da lui, e stentava a riconoscerlo. L'uomo aveva sempre sperato che suo figlio fosse più simile a lui, avesse le sue stesse speranze e ambizioni, ma giorno dopo giorno si rendeva conto che Federico, caratterialmente, da lui aveva ereditato ben poco e assolutamente nulla di positivo. Federico era lo specchio di sua madre, aveva ereditato da lei tutto ciò che infastidiva Andrea e l'uomo non poteva fare nulla per cambiarlo.
-"Come preferisci, per me non è un problema." Rispose Federico e scrollò le spalle, mentre Vanessa, spaventata dalle grida, si avvicinò allo studio per capire che cosa stesse succedendo. "Benjamin di sicuro sarà felice di ospitarmi." Aggiunse e si leccò le labbra per inumidirle. "Ma la gente inizierà a fare domande, lo sai, non è vero?" Chiese e ghignò. "Ti chiederà perché mi hai cacciato di casa, perché vivo da Benjamin e tu? Tu che cosa gli dirai? La verità?"
Andrea era rimasto stupito da quelle parole, non si aspettava che Federico riuscisse a tenergli testa.
"Non può star succedendo davvero." Si disse e chiuse gli occhi per un momento.
Non è vero."
-"Sai come sono le persone, a tutti piace spettegolare e, se mi cacciassi di casa, serviresti loro su un piatto d'argento un buon motivo per farlo." Disse il biondo. "Non ci avevi pensato?"
La conversazione dei due, per fortuna dell'uomo, non durò troppo tempo ma bastò per far infuriare Andrea.
-"Questo è tutto da vedere, Federico." Ringhiò Andrea ed osservò il figlio allontanarsi da lui mentre saltellava allegro. "Ti farò pentire di tutto."
Vanessa, dopo aver tentato inutilmente di fermare il figlio e chiedergli che cosa fosse successo, entrò nello studio borbottando qualcosa sottovoce e con le braccia conserte.
-"Vanessa vattene." Disse, con tono di voce poco gentile, Andrea e si risedette sulla sua sedia producendo un sonoro tonfo. "Non ho voglia di vedere nessuno."
-"Che cos'è successo con Federico?" Domandò la donna, ignorando le parole del marito. "Che cosa ti ha detto?" Continuò a domandare e si avvicinò alla scrivania piena di fascicoli e documenti vari. "Perché stavi grifando?"
-"Ti ho detto di andartene!" Gridò Andrea e colpì ancora una volta la scrivania in legno con la mano, per poi mugolare di dolore e osservò il palmo della sua mano arrossato.
Vanessa alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-"Dimmi che cos'è successo con nostro figlio e, dopo, andrò via." Replicò la donna con tono fermo, aveva imparato da tempo a tener testa a suo marito e ancor di più quando si trattava di suo figlio.
-"Tuo figlio." La corresse Andrea e strinse i pugni. "Quello non ha niente di mio."
-"Se solo ti sforzassi di capirlo ti sorprenderesti di quanto simili voi siate." Rispose Vanessa. "Allora mi dici che cos'è successo tra di voi?"
-"Io credo tu lo sappia benissimo!" Esclamò Andrea e si alzò dalla sedia per avvicinarsi alla moglie che, intanto, aveva aggrottato la fronte. "E credo anche che sia tutta colpa tua!"
-"Puoi essere più specifico?" Replicò la donna, evitando di alzare la voce. "Che cosa avrei fatto?"
-"Non fare la finta tonta." Ringhiò l'uomo. "Tu lo sapevi." Aggiunse. "Tu hai sempre saputo tutto!"
Vanessa sbuffò.
-"Hai intenzione di dirmi che cosa è successo o vuoi soltanto incolparmi per cose di cui non vuoi parlare?" Chiese Vanessa, che iniziava ad essere stanca del comportamento del marito.
-"Te lo dico subito, tranquilla." Replicò Andrea. "Federico mi ha detto di essere gay." Disse, per poi fare una smorfia disgustata. "Ti rendi conto?! È assurdo!"
La donna scrollò le spalle.
-"Non mi sembra così tanto assurdo." Rispose lei. "Federico, non molto tempo fa, ha già provato a dirtelo ma tu non l'hai lasciato finire di parlare." Aggiunse. "Lo ricordi? La sera in cui sei andato a casa di Benjamin e suo padre ti ha dato un pugno." Continuò, evidentemente divertita da quel ricordo.
-"Non ripeterlo mai più." Ringhiò infastidito l'uomo.
-"Come preferisci." Scrollò le spalle Vanessa. "Ma il punto non è quello." Aggiunse. "Federico ha già provato a dirtelo."
-"È stato Benjamin a mettergli in testa quell'idea assurda!" Gridò Andrea. "Federico non è come lui!"
-"Prima era colpa mia, adesso è colpa di Benjamin. La prossima volta di chi sarà la colpa, Andrea? Di uno dei suoi professori?" Rispose Vanessa, infastidita dal comportamento e dall'ignoranza del marito. "Non è colpa di nessuno. Non ci sono colpe." Aggiunse. "Non c'è niente di sbagliato, o di brutto, in quello che ti ha detto Federico. È innamorato di un ragazzo, gli piacciono i ragazzi, ma resta sempre tuo figlio." Continuò. "È sempre Federico, lo stesso a cui hai insegnato ad andare in bici e per cui hai pianto quando ti ha chiamato papà per la prima volta. - si avvicinò ad Andrea e gli poggiò una mano sul petto - Ricordi quei momenti? Ricordi quando Federico era la tua unica ragione di vita? Lo hai amato più di quanto pensi, forse anche più di me, come puoi aver dimenticato tutti i bei momenti vissuti con lui?
È tuo figlio, Andrea, sangue del tuo sangue. Questo almeno te lo ricordi?
È Federico, non un ragazzo qualsiasi."
Andrea serrò la mascella e si allontanò da sua moglie.
-"Lui non è mio figlio." Replicò, con tono duro, Andrea.
-"Ma certo che lo è!"
-"No, ed è tutta colpa tua!" Gridò Andrea e puntò l'indice contro il petto della donna, coperto da una camicia bordeaux. "È solo colpa tua se io non sono riuscito ad essere padre!" Aggiunse. "Tu mi hai portato via tutto!"
-"Non dire assurdità!" Replicò la donna, alzando a sua volta il tono di voce, incapace di mantenere ancora la calma. "Io non ho colpe, nessuno ha colpe!" Aggiunse. "Quello che è successo è stato soltanto un brutto incidente e lo sai benissimo! Abbiamo sofferto entrambi in quel periodo, abbiamo perso entrambi qualcosa!" Continuò. "Ma, nonostante tutto, tu resti un padre! Tu sei il padre di Federico, che ti piaccia o no!"
-"Io non voglio mai più vederlo." Scosse la testa Andrea e si passò una mano sul volto. "Non voglio avere mai più niente a che fare con lui."
-"E credi di poterlo fare?" Gli chiese Vanessa. "Credi di poter eliminare dalla tua vita Federico? Perché io non lo credo." Aggiunse. "Fingi tanto di essere un duro, di non avere sentimenti ma io ti conosco meglio di chiunque altro, so bene chi sei. So bene chi sei diventato e so che non saresti mai in grado di voltare le spalle a Federico." Continuò. "Se anche lui dovesse ucciderti, tu lo perdoneresti perché lo ami."
-"Non più." Rispose l'uomo, abbassando il tono della voce e anche lo sguardo. "Non farò mai più niente per lui." Aggiunse. "Anzi sì, farò qualcosa." Continuò e alzò lo sguardo. "Gli rovinerò la vita e ti consiglio di non intrometterti o farò lo stesso con te."
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Lettere dal passato. || Fenji.
Fanfiction«2050, sono passati trent'anni da quando Federico ha spedito una lettera che ha cambiato per sempre la sua vita. Trent'anni da quando due opposti hanno trovato il modo di essere simili. Che cosa sarà successo in così tanti anni? Quella lettera sarà...