89. Lo spettacolo sta per iniziare.

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-"Ho già preso la mia decisione." Rispose il ventitreenne. "Ed è stare con Federico." Aggiunse. "Soffrirò? Probabile ma non mi importa." Continuò. "Voglio stare con lui e Federico vuole stare con me, del resto non importa a nessuno dei due."
Andrea scrollò le spalle e serrò le labbra in una linea dura.
-"Fai come ti pare." Rispose l'uomo. "Io ti ho avvisato, ora sta a te decidere e subirne le conseguenze." Aggiunse. "Che dire? Spero di non rivedervi mai più."
Andrea era a dir poco irritato dalle parole del più grande, era infastidito dal fatto che non fosse riuscito a convincere Benjamin a lasciare suo figlio e dimenticare quanto stava succedendo. L'uomo non era abituato a non ottenere ciò che desiderava, non raggiungere un suo obiettivo, e lo rendeva furioso sapere che non fosse riuscito a raggiungere un obiettivo che riguardava la sua famiglia.
Andrea non era disposto ad accettare che Federico fosse fidanzato con Benjamin e correre il rischio che, da un momento all'altro, tutti potessero scoprirlo e rovinare l'immagine che aveva faticato a costruirsi.
"Non rovineranno tutto, non glielo permetterò." Pensò Andrea mentre saliva nella sua auto per andare via. "Tra di loro dovrà finire tutto."

L'uomo ritornò a casa più di un'ora più tardi, furioso come non mai ed intenzionato a mettere fine a quella situazione assurda, ma poco prima di entrare in casa notò la macchina del maggiore ferma fuori il cancello e i due giovani seduti all'interno. Per un momento lo sguardo di Andrea incontrò quello del più grande, i suoi occhi colmi di rabbia incontrarono quelli del moro e fu in quel momento che Andrea si rese conto di una cosa. Benjamin non avrebbe lasciato Federico, non era lui l'elemento debole della coppia - come invece aveva ipotizzato Andrea - ma Federico, avrebbe dovuto convincere il biondo a mettere fine alla sua relazione e sapeva benissimo come fare.

-"Vanessa sei in casa?!" Gridò Andrea poco dopo essere rientrato in casa. "Vanessa?" Continuò e gettò la sua giacca nera su una delle sedie del salotto. "Matilde, scusami, hai visto mia moglie?" Domandò ad una delle domestiche, appena entrata nella stanza, che lavoravano per lui.
La donna, di circa trent'anni e con lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo alta, annuì.
-"È in camera." Rispose. "Credo stia parlando al telefono con un'amica." Spiegò. "Il pranzo è quasi pronto."
Andrea annuì e si allentò il nodo della cravatta.
-"Perfetto, adesso vado da mia moglie."

-"Finalmente ti ho trovata." Disse Andrea e spalancò la porta della loro camera. "Iniziavo a pensare fossi andata via." Aggiunse ironico.
Vanessa, che aveva appena terminato una conversazione telefonica con una sua amica, alzò gli occhi al cielo.
-"So che ti piacerebbe." Replicò la donna e poggiò il suo smartphone sul comodino bianco. "Ma dovrai continuare a sopportarmi."
L'uomo sorrise e scosse la testa.
-"Nella buona e nella cattiva sorte finché morte non ci separi, no?" Controbatté e si sedette sul letto, coperto da un piumone blu scuro. "Più nella cattiva sorte, aggiungerei." Aggiunse e arricciò il naso. "Il nostro non è stato, non è, un matrimonio felice."
-"Non ti sei mai impegnato per cambiare le cose." Rispose Vanessa e accavallò le gambe. "Anzi, hai sempre fatto il massimo per renderlo meno felice." Aggiunse.
-"Vanessa, Vanessa, Vanessa." Cantilenò Andrea e sospirò. "Non fingere di non avere colpe, non sei la donna pura e candida che vuoi sembrare." Aggiunse. "O forse dimentichi che cos'è successo più di dieci anni fa?"
La donna raddrizzò la schiena e si fece improvvisamente seria.
-"Come posso dimenticarlo se continui a ripetermelo?" Replicò. "Per quanto ancora vorrai rinfacciarmelo?"
Andrea arricciò le labbra e finse di pensarci su per qualche momento.
-"In media quanto dura la vita di una persona?" Chiese retorico. "Settanta? Ottant'anni, no?" Aggiunse. "Quindi direi che ho intenzione di farlo ancora per un bel po'."
-"Non sei l'unico ad aver sofferto, Andrea, e lo sai bene."
-"No, Vanessa, non lo so!" Rispose Andrea, faticando a moderare i toni per evitare che il personale sentisse tutto. "Io non so niente di quello che ti è successo perché hai preferito scappare!"
-"Mi hai costretto tu a scappare via!" Gridò Vanessa e si alzò dal letto. "Sei stato tu a rovinare tutto!"
-"Non provare nemmeno a dare a me tutta la colpa." Ringhiò Andrea e serrò i pugni. "Non sono stato io a spingerti a salire su quella moto e non sono stato io a metterti su un aereo per il Venezuela!"
-"Dannazione, perché ti ostini a non voler capire che cosa sia successo?!"
-"Hai abbandonato me e tuo figlio dopo aver distrutto le nostre vite, ecco cos'è successo!" Gridò Andrea, sempre più arrabbiato.
-"Federico stava male e aveva bisogno di me!" Esclamò la donna. "Non potevo lasciarlo solo!"
-"Sarei andato io a prenderlo!" Replicò l'uomo dai capelli neri. "Mi sarei preso cura io di Federico, come sono stato costretto a fare nei mesi successivi!"  Aggiunse. "Se solo mi avessi dato retta adesso noi saremmo una famiglia felice!"
-"Eri in un'altra regione e lui non poteva aspettare!" Rispose Vanessa. "Federico era lì, era vivo, e aveva bisogno di sua madre!"
Andrea scosse la testa e si alzò dal letto.
-"Quindi vuoi dirmi che è stato Federico a rovinarci la vita?" Replicò e inarcò un sopracciglio. "È stato Federico a rovinare tutto? La colpa è solo sua?"
-"Cosa?! No, assolutamente no!" Esclamò Vanessa. "Federico è la sola cosa buona che questo matrimonio ci ha dato." Aggiunse. "L'unica fonte di felicità che non sei riuscito a portarmi via e mai lo farai."
Andrea ghignò e si leccò le labbra.
-"Ne sei proprio sicura, Vanessa?" Chiese l'uomo. "Pensi davvero che, se volessi, non riuscirei a strapparti Federico?"
Vanessa trasalì a quelle parole e, dopo un primo momento di spavento dovuto alla sorpresa, contrasse il volto in una smorfia di rabbia.
-"Non osare fare del male a Federico." Ringhiò la donna. "Stagli lontano."
-"Ma come, tesoro, devo stare lontano da mio figlio?" Replicò, sarcastico, Andrea. "Non sarei un buon padre se lo facessi."
-"Andrea non pensare nemmeno per un momento che io ti lascerei ferire Federico." Disse Vanessa. "Fino al mio ultimo respiro io farò di tutto per proteggerlo, non riuscirai mai a ferirlo." Aggiunse. "Stagli lontano, sarà la cosa migliore per tutti."
-"Ti sbagli, io non gli starò lontano." Scosse la testa l'uomo. "Federico ha osato sfidarmi, crede di poter essere felice con Benjamin e rovinarmi la vita." Aggiunse. "Proprio come hai fatto tu anni fa, solo che questa volta non mi arrenderò tanto facilmente." Continuò. "Lui avrà quel che si merita, avrà quel ho avuto io e sarà tutta colpa tua, Vanessa."
-"Lui è solo innamorato, non ha fatto nulla di male." Rispose la donna. "Non puoi fargliela pagare per questo motivo."
-"Chi ti ha detto che lo farò?" Controbatté Andrea. "Sarai tu a pagare per lui e sarai costretta a vederlo soffrire senza poter far nulla per evitarlo." Aggiunse e ghignò. "Mettiti comoda, Vanessa, lo spettacolo sta per iniziare."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora