75. E lui questo lo sa?

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La vita di Federico sembra essersi bloccata, come se qualcuno avesse cliccato il tasto pausa e non volesse saperne di premere play. Al ragazzo sembrava di star sprecando le sue giornate, passava il suo tempo sdraiato sul letto o seduto sul divano a guardare qualche film o serie tv che neppure gli interessava, osservava le immagini scorrere veloci uno dopo l'altro sullo schermo piatto ma non prestava loro così tanta attenzione per capire che cosa stesse succedendo. Federico avrebbe voluto fare qualcosa, riprendere in mano la sua vita e darle nuovamente un senso ma, allo stesso tempo, sentiva di non avere né le forze né la voglia per farlo e finiva per restare fermo ad attendere che il tempo passasse, con la speranza che portasse via anche quel dolore lancinante che provava da giorni ormai.
Il più piccolo aveva deciso, cinque giorni prima, di dare ascolto ai consigli - decisamente poco affettuosi - di suo padre ed eliminare dalla sua vita il moro, nonostante questo gli avesse confessato di amarlo. Federico, però, si sentiva male al pensiero di non aver risposto ad un messaggio tanto importante, avrebbe preferito rifiutarlo anziché ignorarlo.
"È la cosa migliore per lui." Continuava a ripetersi il più piccolo quando, nel cuore della notte, gli capitava di svegliarsi in preda agli incubi e ai sensi di colpa per quanto stava succedendo.
I giorni però passavano e Federico era sempre meno convinto di aver fatto la cosa giusta, nonostante suo padre glielo ripetesse spesso e si complimentasse con lui per quanto aveva fatto. Vanessa, invece, non sapeva che cosa fosse successo e non capiva perché Andrea fosse così orgoglioso del figlio, tutto ciò che la donna sapeva è che il biondo non aveva contatto Benjamin nonostante le due settimane fossero passate.
-"Sei sicuro di non voler dirmi che cosa succede? Magari ti aiuterà a sentirti meglio." Gli aveva chiesto più volte Vanessa, ma in risposta aveva sempre ottenuto un non è successo niente.
Niente. Federico era intenzione a far diventare Benjamin un niente che, per un periodo, aveva fatto parte della sua vita.

Una svolta, se così poteva essere definita, nella vita del più piccolo arrivò la mattina del quinto giorno passato in quel modo, mentre il minore era già pronto sul divano a far partire l'ennesimo film di cui non gli interessava niente. Il cellulare del ragazzo, che da giorni si limitava ad accendere per poi ignorarlo, squillò più volte in pochi minuti rendendo impossibile al minore - che sbuffò sonoramente e maledì chiunque lo stesso chiamando - ignorarlo; il giovane prese il cellulare e, senza neppure controllare chi lo stesse chiamando, rispose alla telefonata.
-"Pronto?!" Rispose, burbero, il ragazzo.
-"Ehi, Federico, uhm, ti disturbo?" Replicò la voce maschile, un po' intimorita dal tono dell'altro, all'altro capo del telefono.
Il minore allontanò il telefono dell'orecchio e sospirò leggendo il nome del suo amico Luca.
-"Luca, scusami, non pensavo fossi tu." Si scusò il ragazzo. "Dimmi pure, non disturbi."
-"Ti va di vederci?" Propose l'amico. "Non ci vediamo da un bel po' ormai."
Federico arricciò le labbra.
-"Quando?"
-"Anche adesso, io sono libero." Rispose Luca. "Io e gli altri stavamo pensando di organizzare una manifestazione, se ti va di unirti."
-"Che genere di manifestazione?"
-"Se accetti di incontrarci ti spiego tutto a voce." Replicò l'amico. "Ti va?"

Federico non fece altro che sbuffare mentre raggiungeva il luogo dell'incontro scelto da Luca, abbastanza distante da casa sua ma non era un problema per il minore, non gli dispiaceva allontanarsi da quella zona e non correre il rischio di incontrare qualcuno.
-"Ehi, Federico!" Esclamò Luca, sbracciandosi per salutarlo, non appena lo vide.
Il biondo abbozzò un sorriso e si avvicinò al ragazzo dagli occhi verdi e, decisamente, più alto di lui. In passato Federico aveva provato attrazione verso Luca, si conoscevano da anni ed era stato la sua prima cotta ma, con il passar del tempo, aveva capito che tra di loro non potesse esserci nulla più che una semplice amicizia.
-"Ciao Luca." Lo salutò e lasciò che l'altro gli stampasse un bacio sulla guancia. "Laura non c'è?" Gli domandò, riferendosi alla fidanzata storica dell'amico e che lui, per diversi mesi, aveva odiato perché geloso.
-"Sta studiando, domani ha un esame." Rispose il ragazzo dai capelli biondo scuro. "Entriamo?" Chiese e indicò il bar alle sue spalle.
Il biondo annuì e seguì l'altro all'interno del locale.

-"Mi sembri un po' triste. È successo qualcosa?" Gli domandò Luca e prese una bustina di zucchero da mettere nel suo caffè.
-"Sono successe tante cose." Sospirò Federico e osservò sconsolato la sua cioccolata calda. "E nessuna di questa è bella." Aggiunse.
-"Problemi di cuore?"
-"Già."
-"Ti va di parlarne?" Chiese l'amico.
Il biondo arricciò il naso e scosse la testa.
-"Preferisco di no." Rispose lui. "Voglio solo dimenticare tutto il prima possibile."
Luca annuì e versò lo zucchero nella tazza bianca.
-"Se dovessi cambiare idea, sai dove trovarmi." Sorrise il ragazzo. "Intanto mi fai un sorriso? Non mi piace vederti così."
-"Non piace neppure a me stare così, fidati." Borbottò il biondo.
-"Ora ci penso io, quando andrai via da qui avrai il mal di pancia per quanto avrai riso!"

Contrariamente a quanto Federico si aspettasse, Luca, riuscì a farlo ridere a crepapelle e dimenticare per pochi minuti quanto stava succedendo; il momento di tranquillità del minore, però, non durò molto e fu ben presto travolto da un turbinio di emozioni che iniziarono nell'esatto momento in cui Benjamin entrò nel bar.
Federico smise di capire che cosa stesse succedendo non appena il moro si avvicinò al suo tavolo, il ragazzo non riusciva a capire che cosa Benjamin stesse dicendo ma le ultime parole di questo, e il suo sguardo carico d'odio, gli rimasero impresse.
-"Benjamin n-"
-"Mi fai schifo." Sputò fuori Benjamin. "Mi fai schifo, Federico."
Benjamin uscì dal locale senza lasciare al più piccolo il tempo di replicare, ma probabilmente Federico neppure l'avrebbe fatto in quel momento.
Non appena il maggiore svanì dalla visuale del biondo, questo, si ritrovò a singhiozzare freneticamente mentre delle lacrime salate gli ricadevano sulle guance; poco dopo, ignorando le parole di Luca che non aveva capito che cosa fosse successo, Federico si alzò dalla sua sedia e corse verso il bagno del locale, sotto lo sguardo confuso dei presenti.
-"Federico!" Gridò Luca e rovesciò sul tavolo il suo caffè mentre si alzava per seguire il minore.
Federico si rintanò nel primo bagno vuoto che trovò, si sedette sul pavimento e strinse le ginocchia al petto ma, subito dopo, venne raggiunto da Luca. L'amico non disse nulla, vedendolo in quelle condizioni, si limitò a sedersi accanto a lui e ad abbracciarlo.
-"S- scusami..." Singhiozzò Federico, senza sapere bene per quale motivo si stesse scusando.
-"Shh, va tutto bene." Sussurrò Luca e gli accarezzò la schiena. "È lui?" Gli domandò. "Intendo, la persona che ti causa problemi di cuore. È lui?"
Il biondo annuì debolmente.
-"Sono i- io a causare problemi a l- lui..." Rispose il biondo e strusciò la punta del naso sulla spalla dell'amico. "Lui è p- perfetto..."
-"E lui questo lo sa?"
Federico scrollò le spalle e si leccò le labbra.
-"Forse n- no."
-"E allora che aspetti a dirglielo? Vai da lui e chiarite." Disse Luca. "Non so che cosa sia successo tra di voi, e forse nemmeno voglio saperlo, ma ho capito che per te è una persona importante."
-"C- come fai a- ad esserne certo?"
L'amico sorrise e lo strinse un po' più forte.
-"Ti conosco, Federico." Rispose. "Non staresti mai male per una persona di cui non ti importa." Aggiunse. "E per lui stai davvero tanto male."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora