35. Goditi il presente.

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-"Puoi perdonarmi?"
Il più piccolo arricciò il naso e finse di pensarci su per qualche momento.
-"Sì, credo di poter fare questo sforzo." Disse, con area teatrale facendo ridere il compagno. "Resti a dormire da me?"
-"Non serve neppure chiederlo."
Il biondo, con una lentezza che il maggiore considerava estenuante, allungò una mano verso il volto del più grande e gli sfiorò la guancia bagnata.
-"Sei tutto bagnato."
-"È solo pioggia, me lo dici sempre tu, no?" Replicò il ventiduenne e piegò la testa contro la mano del fidanzato.
-"Sei uno stupido."
-"Non stai con me proprio per questo?"
Il biondo ridacchiò e si avvicinò, per quanto gli era possibile, al compagno.
-"Ti prego non pensare più così tanto al futuro." Sussurrò il biondo. "Capisco per te sia importante, lo è anche per me, ma non deve essere più importante del tuo presente." Aggiunse e gli accarezzò il volto. "Goditi il presente, ti assicuro che ne varrà la pena."
Il più grande annuì e si voltò per baciare il palmo della mano del minore.
-"È quello che farò." Rispose il più grande. "E lo farò proprio adesso." Aggiunse e prese il volto del diciannovenne tra le mani, per poi baciarlo.
Federico sorrise contro le labbra del più grande e gli gettò le braccia al collo, ma il compagno si staccò poco dopo.
-"Che succede?" Gli domandò Federico e corrugò la fronte. "Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti ho fatto male?"
Il moro scosse la testa.
-"Ti stai bagnando anche tu."
-"È solo acqua." Replicò il diciannovenne e scrollò le spalle. "Non succederà nulla."
-"Ti ammalerai." Rispose il moro. "E non voglio che tu stia male."
Il più piccolo sospirò e alzò gli occhi al cielo.
-"Che cosa ti ho appena detto?" Chiese il più piccolo. "Non pensare al futuro."
-"Ma io-"
-"Niente ma." Lo interruppe il più piccolo, prima che l'altro potesse replicare in qualche modo. "Non devi dire o pensare a nulla." Aggiunse. "Devi soltanto baciarmi."

-"Sicuro non sia un problema la mia presenza?" Domandò il più grande mentre si toglieva la maglia nera grondante d'acqua. "Non voglio crearti un problema."
-"Nessun problema." Sorrise Federico e aprì il suo armadio dello stesso colore del legno. "Hai sentito anche tu mio padre, per lui non ci sono problemi."
-"È simpatico." Replicò il moro e si abbassò i jeans. "Tuo padre, intento, sembra simpatico. È stato molto gentile con me."
-"Forse anche troppo." Rispose il più piccolo e arricciò il naso. "Non è mai stato così tanto gentile con qualcuno." Aggiunse e prese dal suo armadio una sua vecchia tuta grigia. "Sembra che tu gli piaccia."
-"Meglio così, no?" Controbatté Benjamin e si avvicinò al compagno.
-"Fermo dove sei." Lo bloccò il minore. "Fila a farti un bagno caldo o ti ammalerai sul serio."
-"Non avevi detto di non pensare al futuro?" Replicò il più grande e inclinò la testa da un lato, per poi cingere i fianchi del minore con le braccia. "Dobbiamo pensare al presente e, adesso, io voglio un bacio."
Federico ridacchiò e gli accarezzò il petto nudo.
-"Avrai tutti i baci che vorrai ma, prima, devi fare un bel bagno caldo." Rispose. "Altrimenti dormirai sul divano." Aggiunse e ridacchiò.
Il moro schioccò la lingua sul palato e, subito dopo, si inumidì le labbra con la lingua.
-"Ti va di fare il bagno con me?"
Il più piccolo sospirò e scosse la testa.
-"Ci sono i miei genitori." Disse. "Mia madre non è un problema, ma mio padre sì."
-"Anche a casa mia, più di una volta, c'era mio padre eppure non mi sembrava fosse un problema." Ridacchiò Benjamin.
-"Benjamin!" Lo riprese il biondo e sospirò. "Non ricordarmi certe cose."
Il più grande ghignò e mordicchiò il lobo dell'orecchio del minore.
-"A me fa piacere ricordarle." Sussurrò e gli strinse i fianchi. "Allora, ti va o no di fare il bagno con me?"
-"Se dovessero vederci, sarà soltanto colpa tua."

I due giovani passarono la notte stretti l'uno all'altro, in un letto troppo piccolo per entrambi, con i loro corpi aggrovigliati a tal punto da confondersi. La sera precedente i due, dopo aver fatto il bagno insieme, avevano tentato di resistere alla voglia che avevano di stringersi e baciarsi, per paura che Andrea potesse entrare in camera, ma avevano fallito miseramente ed erano finiti per addormentarsi l'uno tra le braccia dell'altro mentre si scambiavano infiniti baci e tenerezze.
-"Ragazzi. Ragazzi è ora di svegliarsi." La voce, particolarmente allegra, di Vanessa disturbò il sonno dei due ragazzi che mugolarono qualcosa di incomprensibile. "Ragazzi è tardi, su svegliatevi."
-"Lasciaci dormire." Biascicò il minore e strinse il più grande tra le sue braccia.
-"Tesoro, sono le undici passate." Rispose la donna. "La colazione è pronta da un bel po'." Aggiunse. "E tra un po' sarà anche ora di pranzo."
Federico, a quelle parole, sgranò gli occhi come se fosse appena stato colpito da una secchiata d'acqua gelida.
-"Papà!" Esclamò Federico e scattò a sedere al centro del letto, rischiando di far cadere il maggiore che si lamentò sottovoce.
Vanessa, che aveva compreso che cosa il figlio intendesse, gli sorrise per rassicurarlo.
-"È a lavoro e non tornerà prima di questa sera." Rispose la donna. "E, tranquillo, non è entrato nella tua stanza." Aggiunse. "L'ho convinto a lasciarvi dormire, mi è bastato dirgli che Benjamin avesse bisogno di riposare per evitare di ammalarsi." Continuò. "Tuo padre sembra adorarlo."
Benjamin sbadigliò vistosamente e strinse il cuscino tra le braccia, mentre il fidanzato sospirava sollevato.
-"Grazie mamma."
-"Ci vediamo giù." Rispose la donna, per poi uscire dalla stanza e chiudere la porta alle sue spalle.
Il moro prese la mano del compagno e lo invitò a sdraiarsi nuovamente al suo fianco.
-"Devi piacere davvero tanto a mio padre." Disse il minore e accarezzò i capelli del compagno che, intanto, aveva poggiato la testa sul suo petto.
-"Si vede che in famiglia avete buon gusto." Ridacchiò il ventiduenne.
-"Che stupido che sei." Rise Federico e si voltò verso di lui, per poi mordicchiarsi il labbro inferiore. "Sei bellissimo."
-"Anche con la tua enorme tuta?" Replicò, divertito, il moro.
-"Soprattutto con la mia enorme tuta." Rispose il più piccolo e gli diede un bacio a stampo. "Mi piace vederti nella mia stanza."
-"Sì?"
-"Sì." Annuì il più piccolo. "Mi piace averti nel mio mondo." Aggiunse. "Mi fa capire che stiamo costruendo davvero qualcosa di concreto." Continuò. "Mi fa capire quanto tu sia importante per me." Concluse.
Benjamin sorrise e allacciò le braccia al collo del minore,
-"Piace anche a me essere qui." Rispose Benjamin. "Mi piace scoprire qualcosa in più su di te, sulla tua vita e su tutto ciò che ti riguarda."
-"E hai scoperto queste cose?"
Benjamin annuì e tirò l'altro su di lui.
-"Questa camera è piena di te." Disse Benjamin. "È piena di quel che sei e mi sento fortunato ad avere una persona come te al mio fianco." Aggiunse e gli accarezzò la schiena. "Sei meraviglioso."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora