107. Vuoi lasciarglielo fare?

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-"Dov'è Federico?" Chiese Benjamin. "Lo porto via, non resterà qui."
-"Perché non posso restare qui?" La voce di Federico, dal piano superiore, che era stato svegliato dal fracasso fece tirare un sospiro di sollievo al maggiore. "Che cosa sta succedendo? Benjamin che cosa ci fai qui?"
-"Guardalo con i tuoi stessi occhi, Federico."
Il biondo, con il suo solito pigiama azzurro a mezze maniche, si stropicciò gli occhi e sbadigliò vistosamente, ancora assonnato scese le scale e non prestò troppa attenzione a sua madre - che se ne stava nascosta dietro le spalle del moro - ma si voltò verso suo padre che stava sanguinando.
-"Perché l'hai colpito?" Chiese ad Alessio con fin troppa calma, ma dopotutto non era la prima volta che i due uomini arrivavano alle mani ed era certo che suo padre non avesse la coscienza pulita. "Papà che cos'hai fatto?" Chiese a suo padre e questo sbuffò sonoramente, nonostante il dolore che provava nel compiere ogni minimo gesto.
-"Perché dai per scontato che io abbia fatto qualcosa?" Chiese, articolando male le parole dato che non riusciva ad aprire la bocca.
-"Non hai neanche il coraggio di ammetterlo a tuo figlio, non ti vergogni?!" Gridò Alessio, che stava faticando a trattenersi dal colpire ancora il padre del minore. "Diglielo! Diglielo se hai coraggio!"
Il più piccolo, assonnato e confuso, si voltò verso il fidanzato e riuscì ad intravedere la testa di sua madre alle spalle del moro.
-"Perché ti stai nascondendo?" Chiese alla donna che sobbalzò.
-"Federico c'è qualcosa che devi vedere." Disse Benjamin e avanzò verso il fidanzato, scoprendo un po' di più Vanessa. "E capirai anche che cosa sta succedendo."
Federico aggrottò la fronte.
-"Così però mi fai preoccupare." Rispose il minore. "Che cosa sta succedendo?"
Il moro prese un respiro profondo, abbozzò un sorriso per tranquillizzare il compagno e si spostò di lato, mostrando al minore il volto tumefatto di sua madre che se ne stava con lo sguardo basso.
Federico, dopo aver osservato per qualche momento il volto della madre come se volesse accertarsi che fosse vero, spalancò la bocca e avanzò di qualche passo verso di lei.
-"C- che cosa hai f- fatto?" Le chiese, balbettando, il più piccolo nonostante la risposta fosse chiara davanti ai suoi occhi, come se fosse scritta su un'enorme insegna luminosa. "S- sei c- caduta?" Le chiese ingenuamente, mentre una parte di lui si ostinava a credere che tutto fosse soltanto un malinteso di poco conto e che quella situazione si sarebbe conclusa con una risata.
Vanessa, nuovamente in lacrime, singhiozzò e scosse la testa.
-"F- Federico, mi d- dispiace..." Sussurrò lei, sentendosi in colpa nonostante non avesse fatto nulla. Nonostante fosse Andrea ad avere tutte le colpe di quella situazione.
-"È stato tuo padre, Federico." Disse Alessio, con la voce insolitamente dura, mentre continuava a guardare di sottecchi Andrea per assicurarsi che non facesse mosse avventate. "L'ha picchiata." Aggiunse, nonostante fosse inutile.
-"È non è la prima volta che succede." Continuò Benjamin, con tono di voce più dolce. Il moro poteva soltanto immaginare che cosa il suo fidanzato stesse provando in quel momento e, se solo avesse potuto, avrebbe preso il suo dolore pur di non vederlo scoppiare in lacrime e stare male.
-"No. No. No. No. No." Cantilenò Federico e scosse vigorosamente la testa. "Non può essere. Non può essere vero!" Gridò.
Federico aveva capito che suo padre non fosse esattamente una brava persona - una di quelle di cui sentiva spesso parlare o vedeva in televisione- già da diversi anni, aveva sempre saputo che per raggiungere un suo obiettivo non aveva freni ma mai, neppure nei momenti più bui, aveva pensato che fosse capace di far del male alla sua famiglia. Anche quando Andrea aveva tentato di separarlo da Benjamin, quando lo aveva rifiutato, non era mai arrivato a credere che fosse in grado di compiere dei gesti del genere e, forse, neppure in quel momento lo credeva davvero.
-"Federico è la verità." Disse Alessio. "Tuo padre è una persona violente." Aggiunse. "È stato lui a ridurre in quelle condizioni tua madre."
Il biondo strinse gli occhi, colmi di lacrime, e scosse debolmente la testa.
-"Non c- ci credo..."
-"Allora chiedilo a tua madre. Chiedilo direttamente a lei."
Il ragazzo annuì lentamente e alzò lo sguardo sulla madre, che continuava ad osservarlo in silenzio.
-"Mamma è v- vero?" Chiese, mentre sentiva il suo cuore battere all'impazzata.
"E se rispondesse di sì?" Si ritrovò a chiedersi il ragazzo. Che cosa avrebbe fatto in quel caso? Avrebbe dovuto credere alla donna e odiare suo padre?
-"Mi dispiace così t- tanto..." Singhiozzò la donna. "Non v- volevo coinvolgerti in q- questa storia..."
-"Mamma, ti prego, d- dimmi soltanto di sì o d- di no."
Vanessa sospirò e tirò su con il naso.
-"Sì."
Dopo quella risposta il cervello di Federico sembrò spegnersi per qualche momento. Per un po' il buio circondò il biondo, che smise di essere presente nella stanza e di sentire le voci delle persone, si lasciò cullare dall'oscurità fino a quando un dolore lancinante alla mano destra non lo riportò con i piedi per terra.
Sangue. La prima cosa che Federico vide fu il sangue. Il suo sangue gocciolare sul pavimento, mentre ai suoi piedi giacevano diversi pezzi di vetro. Federico non era più al centro della stanza, era accanto a suo padre, il vaso che da sempre era stato un cimelio di famiglia era andato distrutto. Distrutto proprio come la vita di Federico.
-"Federico!" Gridò Benjamin e, in pochi momenti, gli fu accanto e gli prese la mano. "Devo andare in ospedale, è profondo."
-"Credi davvero a queste persone?" Chiese Andrea, che non aveva aperto bocca da quando il figlio era sceso al piano inferiore, sorprendentemente calmo. "Credi davvero a questi due e a quello che dicono?"
-"Che cosa?" Replicò Federico e si voltò verso di lui, ritirando la mano da quella del maggiore. "Che cosa hai detto?"
-"Credi davvero che io possa fare una cosa del genere?" Chiese il padre e inclinò la testa da un lato, mentre il suo naso e il labbro continuavano a sanguinare. "Credi che io sia in grado di picchiare tua madre?" Continuò a domandare.
-"Tu l'hai fatto!" Gridò Alessio. "Tu l'hai picchiata!"
-"Rispondi, Federico." Disse Andrea, ignorando le grida di Alessio. "Tu che cosa credi?"
-"I- io non l- lo so..."
-"Certo che lo sai, devi solo pensarci."
Il più piccolo prese un respiro profondo e si voltò a guardare Benjamin e, subito dopo, sua madre.
-"No." Disse il più piccolo. "Non lo credo."
Benjamin spalancò gli occhi a quelle parole, mentre Andrea ghignò soddisfatto.
-"E fai bene." Rispose Andrea. "Io non ho fatto nulla, loro sono venuti qui soltanto per distruggere la nostra famiglia." Aggiunse. "E tua madre è dalla loro parte." Continuò e si voltò verso la donna. "Non ha il coraggio di dire che non ci vuole più, quindi ha messo su questa pantomima per scaricare su di me tutte le colpe."
-"Sta mentendo, non credergli!" Esclamò il moro. "Tua madre sta dicendo la verità!"
-"Vogliono distruggere tutto, Federico, vuoi lasciarglielo fare?"
-"Uscite tutti." Disse Federico. "Uscite tutti da questa casa." Aggiunse. "Andatevene tutti via, non c'è posto qui per voi."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora