88. Ti porto ad Ostia.

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Andrea lasciò la casa del più grande senza causare problemi, ma limitandosi a guardare Benjamin e suo padre con la sua solita aria di chi si crede migliore di chiunque e a sbuffare annoiato.
-"Ricorda quello che ti ho detto, Benjamin." Disse Andrea guardando il ragazzo, abbastanza infastidito e annoiato dalla sua presenza, direttamente negli occhi. "Federico non fa per te e ti deluderà ancora una volta. Federico, prima o poi, delude tutti e se ne va senza rimediare." Aggiunse. "Ti sembrerà assurdo ma lo sto dicendo per il tuo bene, se fossi in te ci penserei almeno. Sei un ragazzo intelligente, fai le tue scelte."
Il più grande alzò gli occhi al cielo e sospirò.
-"Ho già preso la mia decisione." Rispose il ventitreenne. "Ed è stare con Federico." Aggiunse. "Soffrirò? Probabile ma non mi importa." Continuò. "Voglio stare con lui e Federico vuole stare con me, del resto non importa a nessuno dei due."
Andrea scrollò le spalle e serrò le labbra in una linea dura.
-"Fai come ti pare." Rispose l'uomo. "Io ti ho avvisato, ora sta a te decidere e subirne le conseguenze." Aggiunse. "Che dire? Spero di non rivedervi mai più."
-"Lo speriamo anche noi." Replicò Alessio, che aveva fatto fatica a mantenere la calma durante la conversazione con l'uomo. "La porta è di là - indicò il corridoio - nel caso in cui non lo ricordasse."

Il più grande decise di non dare importanza all'incontro con il padre del minore, Andrea avrebbe fatto di tutto per allontanarlo dal figlio e quel giorno ne aveva avuto l'ennesima conferma.
-"Quell'uomo farebbe di tutto per raggiungere i suoi obbiettivi." Disse Alessio, poco prima che suo figlio uscisse di casa per andare a pranzo con il minore. "È arrivato al punto di denigrare suo figlio per convincerti a lasciarlo, assurdo."
Benjamin scrollò le spalle e si sistemò il colletto della camicia bianca sotto il maglione nero.
-"Mi aspetto di tutto da lui." Rispose il ragazzo. "Ma non mi importa, sono certo delle mie decisioni." Aggiunse.
-"Ne parlerai con Federico?" Gli domandò l'uomo.
-"Non lo so ancora." Disse Benjamin. "Deciderò al momento, non voglio rovinare la nostra giornata." Aggiunse. "Adesso vado, ci vediamo questa sera."

-"Ma ciao splendore!" Esclamò, allegro, il maggiore non appena vide il più piccolo salire in auto.
Non appena il ventitreenne vide Federico entrare in auto la conversazione avuta con Andrea passò in secondo - o forse anche terzo o quarto - piano, il suo cuore iniziò a battere all'impazzata mentre osservava gli occhi azzurri del compagno messi in risalto da una camicia quasi del medesimo colore.
-"Ciao a te, dolcezza." Sorrise Federico, chiuse la portiera dell'auto nera e si sporse in avanti per dare un bacio a stampo al compagno.
-"E credi che questo possa bastarmi?" Replicò il moro e inarcò un sopracciglio. "Perché, in quel caso, ti sbagli di grosso." Aggiunse, poggiò una mano dietro il collo del minore e lo attirò a lui per baciarlo.

-"Adesso va meglio." Sussurrò il maggiore, qualche minuto dopo, e si allontanò da Federico che lo guardava sorridendo. "Sei davvero bellissimo." Disse e gli accarezzò il volto leggermente arrosato.
-"E tu sei di parte." Ridacchiò Federico e poggiò la testa contro il sedile dell'auto. "Ma non sei male, devo ammetterlo." Aggiunse.
L'attenzione del più grande venne attirata dall'uomo che stava entrando nel cancello del minore e stava riservando alla coppia occhiate poco carine. Andrea.
-"Ben va tutto bene?" Gli domandò il diciannovenne, notando il cambiamento d'umore del fidanzato. "È solo mio padre con le sue stupide occhiatacce." Aggiunse. "Nulla di nuovo insomma." Concluse e scrollò le spalle.
-"N- nulla di n- nuovo..." Ripeté, balbettando, il moro e deglutì.
-"Così mi spaventi." Disse il più piccolo e aggrottò la fronte. "Sei diventato pallidissimo." Aggiunse. "Qualcosa non va?"
-"Federico io ti devo dire una cosa." Rispose Benjamin tutto d'un fiato, rendendo al minore difficile anche solo capire che cosa avesse detto. "È successa una cosa." Aggiunse e si voltò verso il compagno.
Il biondo annuì quasi impercettibilmente e si sistemò meglio sul sedile.
-"Che cos'è successo?" Gli chiese. "Riguarda mio padre?"
Il più grande prese un respiro profondo e annuì.
-"Poco fa è stato a casa mia." Disse il più grande. "È venuto a parlarmi."
Federico sospirò rumorosamente e si passò una mano sul volto, scompigliando il ciuffo che gli ricadeva sulla fronte.
-"Un giorno gli farò rimpiangere tutto quello che sta facendo." Ringhiò Federico. "Che cosa voleva? Che cosa ti ha detto?"
-"Mi ha detto di starti lontano." Disse il moro.
-"Come sempre." Sbuffò il diciannovenne e incrociò le braccia al petto.
-"Non chiaramente ma me l'ha lasciato intendere." Spiegò il maggiore. "Mi ha parlato male di te, mi ha detto che mi farai soltanto soffrire e che merito di meglio." Aggiunse. "Ha provato a convincermi che separati staremmo meglio ma, ovviamente, non c'è riuscito." Continuò, rassicurando il compagno. "Gli ho detto chiaramente che se anche tra di noi dovesse finire non sarà un problema, preferisco vivere ciò che abbiamo e poi soffrire anziché pentirmi di non averci provato."
-"E scommetto che lui non ne è stato felice, no?" Replicò il più piccolo.
-"Assolutamente no." Scosse la testa Benjamin. "Ma non credo che farà qualcosa per separarci." Aggiunse. "Anche se lo volesse fare non potrà farlo." Continuò. "Noi stiamo insieme, siamo felici e niente può separarci. Giusto?"
Il biondo sospirò.
-"In altre circostanze ti avrei detto di sì senza pensarci troppo." Rispose il diciannovenne. "Ma parliamo di mio padre." Aggiunse. "Lui è in grado di fare di tutto per raggiungere i suoi scopi, non si ferma davanti a niente e noi non saremo un'eccezione." Continuò.
-"È solo un uomo, una persona come tante altre." Replicò il più grande. "Non ha superpoteri o cose simili."
-"È un uomo ricco e potente." Controbatté il minore. "Molto più di quanto pensi."
-"Lui non è l'unico a fare affari, non è l'unico imprenditore della zona." Replicò il più grande. "Non è il solo a conoscere persone." Aggiunse. "Mio padre non gli permetterà mai di farmi del male e lo stesso vale per te." Continuò. "Tuo padre non può farci niente, Federico, non potrà separarci. Okay?"
Federico sospirò e annuì incerto.
-"Okay." Sussurrò e abbassò lo sguardo.
Il moro gli prese il volto tra le mani e gli diede un bacio a stampo.
-"Io ti amo, Federico." Disse. "E tuo padre non potrà fare nulla per cambiarlo, non riuscirà mai a convincermi che tu non sia la persona adatta a me." Continuò. "Non dare ad Andrea più importanza di quanta in realtà ne abbia, lui non ha nulla a che fare con la nostra relazione."
Il più piccolo prese un respiro profondo e annuì.
-"Va bene, ti credo. Mi fido di te." Rispose lui. "Possiamo adesso, per favore, non parlare più di lui?" Chiese. "Non voglio che ci rovini la giornata."
Benjamin sorrise e annuì.
-"Allora partiamo."
-"Dove mi porti?"
Benjamin si leccò le labbra e mise in moto.
-"Ti porto al mare." Rispose Benjamin. "Ti porto ad Ostia."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora