38. Non si tratta di essere carini, Federico.

224 46 2
                                    

Il più piccolo rinunciò ben presto a parlare con il suo fidanzato del rapporto, o meglio l'assenza di rapporto, che lo univa a sua madre. Federico avrebbe voluto davvero fare qualcosa per aiutare Francesca, e anche Benjamin, a ricostruire un rapporto con il figlio ma, allo stesso tempo, sapeva anche che continuando a parlare dell'argomento non avrebbe ottenuto nulla se non litigare con il più grande, che sembrava intenzionato a chiudere per sempre fuori dalla sua vita la madre.
"Se non è riuscito a convincerlo suo padre, perché dovrei riuscirci io?" Si era chiesto, più di una volta, il diciannovenne da quando aveva parlato con Francesca. Il ragazzo, in quel lasso di tempo seppur breve, non era riuscito a non avercela con la donna per avergli affidato un compito del genere; Federico era stato abbastanza chiaro con la donna, le aveva detto che non poteva assicurarle nulla ma era certo che Francesca si aspettasse molto più di quanto, in realtà, il ragazzo potesse fare per lei.
-"So che cosa vuoi fare, Federico." Disse e lo raggiunse.
Il volto del biondo perse ogni parola a quelle parole e il ragazzo si irrigidì.
-"C- cosa?" Balbettò.
Il più grande gli sorrise e gli accarezzò il volto.
-"So che ti piacerebbe se io andassi d'accordo con mia madre, ma non succederà." Disse il più grande. "Io non voglio averla nella mia vita, lei per me non è nessuno. Con me ha chiuso non appena ha lasciato questa casa e, per favore, non parlare mai più di lei."
Federico, a quel punto, si limitò ad annuire e ad abbozzare un sorriso.
-"Okay, d'accordo." Rispose il ragazzo. "Non ne parlerò." Aggiunse.
Il moro si avvicinò a lui e gli stampò un bacio sulle labbra.
-"Non prenderla a male, sai che non è un argomento molto gradevole per me." Rispose il ragazzo. "E quando sono con te preferisco pensare soltanto alle cose belle."
-"Lo capisco." Annuì il più piccolo. "Non preoccuparti."
-"Perfetto." Sorrise Benjamin e si avvicinò ai fornelli. "E ora vieni ad aiutarmi o la colazione non sarà mai pronta."

-"Per essere una persona che stava morendo di fame non hai mangiato molto." Commentò il ventiduenne mentre osservava il compagno giocherellare con i suoi pancakes ricoperti di cioccolata. "Non ti piacciono?" Gli chiese.
Federico sospirò e scosse la testa.
-"No, anzi sono buonissimi." Rispose Federico.
-"Ne sei sicuro?" Replicò il moro. "Perché non li hai neppure mangiati."
Il più piccolo sospirò nuovamente, tagliò un piccolo pezzo di pancake e lo mangiò.
-"Sono buonissimi." Ripeté il più piccolo e lasciò cadere la forchetta nel piatto. "Contento?"
-"Non devi fare qualcosa soltanto per farmi contento." Replicò Benjamin. "Mi spieghi che ti succede? È da quando sei arrivato che mi sembri strano." Aggiunse. "Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
-"Non sono strano, mi comporto come sempre." Rispose il biondo e scrollò le spalle. "O forse a te non sta bene e vuoi cacciarmi di nuovo di casa?" Continuò e inarcò un sopracciglio.
Il più grande strabuzzò gli occhi.
"L'ha detto davvero?" Pensò il moro, per poi digrignare i denti.
-"Seh, vabbè." Il ragazzo fece strusciare la sedia sul pavimento, si allontanò dalla tavola e si alzò per poi raccogliere un pacchetto di sigarette lasciato sul tavolo.
Federico osservò ogni movimento del suo fidanzato, notò come avesse scartato con poca cura il pacchetto di sigaretta, come avesse prese una sigaretta e se la fosse portata alla bocca prima ancora di recuperare un accendino. Il moro camminò in direzione della grande portafinestra, che affacciava sul giardino, lasciata semiaperta e si appoggiò contro questa mentre accendeva la sigaretta con un accendino blu elettrico appena recuperato.
-"Ben." Sussurrò il minore e si alzò dalla sedia per raggiungerlo. "Scusami." Aggiunse.
-"Per che cosa?" Replicò il moro e strinse la sigaretta tra le dita. "Per aver detto quello che pensi?" Aggiunse e riportò l'oggetto inanimato tra le labbra, per poi ispirare profondamente il fumo di questo.
-"Non lo penso." Rispose il più piccolo e lo raggiunse. "Mi dispiace, sono stato poco carino."
Benjamin alzò gli occhi al cielo e espirò una nuvoletta di fumo.
-"Non si tratta di essere carini, Federico."
-"Hai ragione." Annuì il biondo. "Hai perfettamente ragione." Aggiunse. "E hai ragione anche quando dici che c'è qualcosa che non va." Continuò. "E ti riguarda."
Il più grande si girò verso di lui e allontanò la sigaretta dalle labbra.
-"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
-"No." Scosse la testa Federico. "Tu non hai fatto niente di sbagliato."
-"E allora che cosa succede?"
-"Ho incontrato tua madre."
La sigaretta di Benjamin gli sfuggì tra le dita quando sentì quelle parole, dovette chiudere gli occhi per un momento e mordersi il labbro inferiore per assicurarsi che fosse tutto reale.
-"T- tu che cosa h- hai fatto?" Balbettò il moro e si passò una mano sul volto pallido.
-"Non era in programma." Spiegò il più piccolo, per tranquillizzare il fidanzato. "Questa mattina sono arrivato in facoltà, tu mi hai inviato quel messaggio e io ti chiesto se potessi venire qui, mentre lo scrivevo è arrivata tua madre."
Benjamin prese un respiro profondo e scosse la testa.
-"Che cosa voleva?" Gli domandò Benjamin. "Ti ha infastidito?"
-"No, anzi è stata molto carina con me." Rispose il biondo. "Mi ha parlato di te, ovviamente."
-"Dimmi che cosa voleva." Replicò il più grande, scadendo bene ogni parola. "E non tralasciare i dettagli."
-"Mi ha chiesto di parlare con te."
-"Parlare con me? E riguardo a cosa?"
-"Mi ha chiesto di convincerti ad incontrarla, a darle una seconda possibilità." Disse Federico e abbassò leggermente il capo. "Mi ha detto che, secondo lei, solo l'unica persona che può convincerti a riavvicinarti a lei e che le piacerebbe tanto poter trascorrere il Natale con te." Aggiunse. "Non mi ha costretto, assolutamente, me l'ha soltanto chiesto senza aspettarsi nulla."
-"Dannazione." Imprecò il moro e serrò i pugni. "Quella donna non vuole saperne di stare fuori dalla mia vita."
-"È tua madre." Disse il più piccolo. "È normale voglia avere un rapporto con te." Aggiunse. "Ha sbagliato, è vero, ma è anche pentita. Vorrebbe soltanto vederti ogni tanto, poter sapere che cosa succede nella tua vita e non litigare ogni volta."
-"Se avesse voluto sapere che cosa succede nella mia vita, semplicemente, non sarebbe andata via." Replicò, con tono duro, Benjamin. "È stata lei a decidere per entrambi anni fa e io non ho potuto fare niente per impedirlo, oggi invece sono io a decidere ed è lei a non poter fare nulla." Continuò. "I ruoli cambiano e lei deve adeguarsi, è stata lei a dare inizio a tutto."
-"Una seconda possibilità non si nega a nessuno."
-"È per questo motivo che prima mi hai chiesto di lei?" Domandò il ventiduenne. "È perché te l'ha chiesto lei?"
Federico annuì.
-"Credo davvero che dovresti darle un'altra possibilità." Replicò Federico. "Lei me l'ha chiesto, è vero, ma se ho deciso di parlarti è perché credo tu abbia bisogno di lei nella tua vita."
-"Stanne fuori, Federico." Disse il moro. "Te l'ho già detto una volta, adesso te lo ripeterò, non voglio mai più parlare di quest'argomento." Aggiunse. "Ho chiuso con lei, non voglio farlo anche con te a causa sua."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora