Il più grande non riuscì a raccontare al suo nuovo amico, Marco, che cosa fosse successo - o meglio ciò che, per fortuna, non era successo - in vacanza con Federico nonostante sentisse di aver bisogno di parlare con qualcuno dell'accaduto per evitare di impazzire. Al moro avrebbe fatto comodo ricevere qualche consiglio dal riccio, dato che si era dimostrato un buon ascoltare e gli era stato d'aiuto durante il litigio con il diciannovenne, ma era felice che il più piccolo avesse deciso di mettere da parte la sua stupida ed immotivata gelosia e avesse dato a Marco una possibilità di farsi conoscere e instaurare con lui un rapporto di amicizia, era certo che i due sarebbero potuti andare molto d'accordo.
-"Non mi sono comportato bene con te la prima volta che ci siamo incontrati." Rispose il più piccolo. "E voglio scusarmi." Aggiunse. "Mi dispiace, avrei dovuto essere più gentile."
-"Nessun problema." Sorrise Marco e scrollò le spalle. "Capisco che per te non sia stato bello trovarti davanti un perfetto sconosciuto."
-"Ricominciamo?" Replicò il biondo e gli porse la mano.
Il riccio annuì e gli strinse la mano.
-"Ricominciamo."
Benjamin sorrise e circondò le spalle del più piccolo con un braccio.
-"Credo che alla fine sarò io quello che deve essere geloso di voi due." Rise il più grande.
Marco sorrise mentre il minore scrollò le spalle e ghignò divertito.
-"Beh, chi lo sa?" Replicò e inclinò la testa da un lato. "Come si dice, mai dire mai, no?"Federico, quel giorno, fece ritorno a casa con il sorriso stampato sulle labbra mentre il vento freddo di una sera di gennaio gli accarezzava il volto arrossato per il freddo. Il ragazzo era felice di aver dato una seconda possibilità a Marco e ricredersi su di lui perché, dovette ammetterlo, era un ragazzo davvero simpatico ed era felice che il suo fidanzato avesse un amico del genere.
Quando il biondo fece ritorno a casa cercò di nascondere quanto felice fosse, per evitare domande che sarebbero state scomode, ma poco dopo quel sorriso venne sostituito da un'espressione preoccupata quando vide sua madre correre verso di lui.
-"Ehi, mamma." La salutò il più piccolo e chiuse la porta di casa. "Qualcosa non va?" Le chiese e si tolse la giacca.
-"Benjamin è con te?" Gli domandò la donna e si guardò intorno allarmata, per assicurarsi che non ci fosse nessuno.
-"No, ma credo che verrà dopo cena o domani mattina." Rispose il minore. "Ho lasciato le mie valigie da lui, sono tornato a piedi." Spiegò. "Perché me lo chiedi?"
-"Digli di non venire." Disse Vanessa, visibilmente agitata. "Andrò io domani a prendere le tue cose ma lui non deve avvicinarsi a questa casa."
Il più piccolo aggrottò la fronte.
-"Mamma che succede?" Replicò il diciannovenne. "Perché Benjamin non può venire qui?"
-"Federico, per favore, non f-"
-"Te lo spiego io." La voce di Andrea, più cupa e arrabbiata del solito, fece sobbalzare il minore e sua madre. "O meglio, dovrai darmi tu qualche spiegazione, Federico." Ringhiò l'uomo e serrò i pugni.
-"Qualcuno mi spiega che sta succedendo?!"
-"Venite in salotto, dobbiamo parlare." Rispose l'uomo, per poi voltarsi e andare nella stanza da lui decisa.
-"Mamma?"
Vanessa sospirò e accarezzò la spalla del figlio.
-"Mi dispiace."Federico, decisamente preoccupato e a tratti spaventato, seguì i suoi genitori nel salotto mentre tentava di capire che cosa fosse successo, anche se era certo di conoscere la risposta. Benjamin. Si trattava di Benjamin e la cosa lo spaventata tantissimo.
-"Mi spiegate che cosa sta succedendo?" Domandò Federico, per l'ennesima volta, non appena arrivarono nel salotto poco illuminato.
-"Lo farò subito." Rispose Andrea e si sedette sul divano. "Siediti." Aggiunse e batté la mano sul posto vuoto accanto a lui.
Vanessa sospirò e si sedette sulla poltrona di fronte ai due.
-"Fa come ti dice tuo padre." Disse e guardò il figlio con espressione rassegnata.
Il biondo deglutì a vuoto e si sedette accanto al padre.
-"Adesso potete dirmi che succede?" Chiese ai due. "C'è qualche problema?"
-"C'è un grosso problema." Annuì l'uomo e prese una busta gialla dal tavolo. "E quel problema sei tu."
-"I- io?" Balbettò il minore. "P- perché?"
-"Che cosa c'è tra te e Benjamin?" Gli chiese, con tono duro, Andrea e strinse la busta.
Lo sguardo del minore, diventato improvvisamente pallido, vagò tra la busta che il genitore stringeva e il volto della madre, in cerca di risposte che non gli sarebbero piaciute.
-"Sto aspettando, Federico, e ho poca pazienza." Sbuffò il padre.
-"S- siamo solo a- amici..." Sussurrò balbettando Federico. "Te l'ho già d- detto..."
-"Amici." Ripetè Andrea e digrignò i denti. "Siete solo amici." Aggiunse. "Dimmi, Federico, credi forse che io sia stupido?!"
-"Pap-"
-"In quel caso, ti sbagli di grosso." Lo zittì Andrea. "E adesso te lo dimostro." Aggiunse e aprì la busta.
-"Che c- cosa c'è lì d- dentro?"
Andrea non rispose, si limitò ad osservare il figlio con sguardo disgustato e prese delle foto dall'interno della busta.
-"Adesso te lo richiedo e voglio tu sia sincero." Disse l'uomo e poggiò le foto sul divano. "Che cosa c'è tra te e Benjamin?"
Federico spalancò gli occhi quando si ritrovò davanti delle foto che ritraevano lui e il moro in vari momenti durante la loro vacanza, tra tutte però quella che lo colpì maggiormente fu una foto nella quale lui e Benjamin si baciavano in centro. Il minore ricordava benissimo quel momento, era stato subito dopo che il moro gli aveva comunicato di avere una sorpresa per lui per l'ultimo dell'anno.
-"I- io..." Federico non riuscì a formulare una frase di senso compiuto, la testa aveva iniziato a dolergli incredibilmente e sapeva che suo padre non avrebbe mai accettato la sua relazione con il moro.
-"Gli amici non si baciano in questo modo, non ti pare?" Lo provocò Andrea e assottigliò gli occhi per scrutare, con attenzione, ogni reazione del figlio. "E non si guardano così." Aggiunse e indicò una foto dove Benjamin lo stava guardando come se fosse la cosa più bella al mondo.
Il cervello di Federico aveva smesso di elaborare pensieri, come se si fosse spento, lasciando il biondo in preda alla più totale disperazione. Che cosa avrebbe dovuto dire? Come avrebbe spiegato a suo padre come stavano le cose?
-"È stato lui a baciarmi." Disse Federico, senza pensare e con una calma che spaventò anche il minore stesso.
-"Che cosa?" Replicò Andrea e aggrottò la fronte, anche Vanessa strabuzzò gli occhi sorpresa da quelle parole.
-"È stato lui a baciarmi." Ripeté il biondo, sentendosi male al solo pensiero di quello che stava per dire. "In vacanza m- mi ha confessato di provare q- qualcosa per me." Balbettò il ragazzo.
-"E tu che cosa gli hai detto?"
Federico chiuse gli occhi per un momento e deglutì.
-"Io g- gli ho detto che... - si zittì per un momento e si morse il labbro inferiore - che a me p- piacciono le ragazze." Sussurrò Federico, sentendo lo stomaco rivoltarsi.
"Benjamin perdonami."
Andrea sorrise soddisfatto a quelle parole, appoggiò la schiena contro il divano e incrociò le braccia al petto.
-"E perché ti ha baciato?"
Vanessa sospirò e scosse la testa, sapeva che quelle bugie non avrebbero portato a niente di buono per nessuno.
-"Sperava di f- farmi cambiare i- idea..." Mentì il biondo, sentì gli occhi diventare più umidi ma dovette reprimere la voglia di piangere. "N- non mi sono spostato soltanto p- per non fargli fare una brutta f- figura..." Aggiunse e abbassò la testa.
L'uomo sospirò ma sembrava che la sua rabbia, almeno in parte, fosse sparita.
-"Sei troppo buono, Federico." Disse il padre. "E la gente se ne approfitta." Aggiunse. "Ma adesso ci penso io." Continuò e raccolse le foto.
Il biondo alzò la testa di scatto e guardò allarmato l'uomo.
-"C- che cosa hai intenzione di f- fare?"
-"Andrò da lui." Rispose Andrea e si alzò dal divano. "Deve starti lontano e glielo farò capire."
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Lettere dal passato. || Fenji.
Fanfiction«2050, sono passati trent'anni da quando Federico ha spedito una lettera che ha cambiato per sempre la sua vita. Trent'anni da quando due opposti hanno trovato il modo di essere simili. Che cosa sarà successo in così tanti anni? Quella lettera sarà...