36. Possiamo parlare?

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Il più grande finì per trascorrere l'intera giornata a casa del minore, a guardare con lui vecchi film americani e a ridere per battute che già conoscevano. Vanessa, nonostante neppure quel giorno ci fosse bel tempo, preferì trascorrere la giornata fuori casa per permettere a suo figlio e il suo fidanzato di trascorrere il tempo da soli e nel modo migliore.
-"Sei stato bene oggi?" Gli domandò Federico e inclinò la testa da un lato, poggiandolo contro lo stipite della porta. "Ti sei trovato bene qui?" Domandò al maggiore, mentre osservava il fidanzato recuperare gli abiti che indossava il giorno precedente.
-"Molto." Sorrise il moro e annuì. "Sono stato davvero bene." Aggiunse. "I tuoi genitori sono davvero molto gentili, con me sono molto disponibili." Concluse e si voltò per raggiungere il più piccolo.
-"Mia madre è fantastica, molto più di quanto pensi." Rispose il più piccolo e gli strinse la vita tra le mani. "Mio padre, invece, un po' meno." Aggiunse e arricciò le labbra.
Benjamin si alzò sulle punte e allacciò le braccia al collo del più piccolo.
-"Con me è stato molto gentile." Replicò Benjamin. "Mi è sembrato anche che fosse preoccupato per la mia salute quando mi ha visto tutto bagnato."
-"In effetti era preoccupato." Annuì il biondo. "E, sinceramente, non riesco a capire il suo comportamento." Aggiunse. "In genere è sempre freddo e distaccato con chiunque, anche con me." Continuò per poi scuotere la testa. "Ma adesso non voglio parlare di lui."
Il più grande sorrise e inclinò la testa da un lato.
-"E di che cosa vorresti parlare?" Gli domandò.
Federico si leccò le labbra, per inumidirle, e attirò contro di lui il corpo del maggiore per poi baciarlo.
I due giovani ebbero a stento il tempo di far unire le loro labbra quando qualcuno tentò di aprire la porta della stanza, contro cui era premuto il minore, per poi bussare facendo sobbalzare entrambi.
-"Federico sei in camera?" La voce di Andrea fece irrigidire il minore mentre Benjamin sospirava e si allontanava da lui.
-"Avanti, rispondi o si insospettirà." Disse il moro, sottovoce, e ritornò a recuperare le sue case.
Federico annuì e prese un respiro profondo.
-"Sì, sono qui." Rispose Federico e aprì la stanza. "Ciao." Lo salutò e abbozzò un sorriso.
-"Benjamin, per fortuna sei ancora qui." Disse Andrea sorridendo, ignorando quasi del tutto il figlio.
-"Buonasera." Sorrise il moro e si voltò verso l'uomo.
-"Ceni con noi?" Domandò l'uomo ed entrò nella stanza del figlio.
Il più grande scosse la testa.
-"Sto per tornare a casa." Rispose il ragazzo. "Ho già detto a mio padre che cenerò con lui."
-"Peccato." Sospirò Andrea.
-"Sarà per un'altra volta." Disse Federico e si avvicinò al fidanzato. "Perché volevi restasse?"
-"Per conoscerlo meglio." Rispose Andrea. "Per settimane mi hai ripetuto che lo avremmo conosciuto e, alla fine, è stato lui a venire da noi soltanto per un vostro litigio."
-"Mi dispiace avervi disturbato." Replicò il moro.
-"Nessun disturbo." Scosse la testa Andrea. "Beh, come ha detto Federico, sarà per la prossima volta." Aggiunse. "Allora ci vediamo, è stato un piacere conoscerti." Sorrise ed uscì dalla stanza.
-"Quindi posso ritenermi invitato a ritornare qui?" Domandò il moro sorridente.
Federico scrollò le spalle e annuì.
-"Così sembrerebbe." Rispose per poi sospirare. "Io non capirò mai quell'uomo."

Federico non riusciva a capire il comportamento di suo padre nei confronti del suo fidanzato, non capiva perché sembrasse così tanto disponibile nei confronti del ragazzo. Andrea aveva sempre dimostrato poco interesse nei confronti dei suoi amici, alcuni di questi addirittura lo infastidivano, mentre con Benjamin era totalmente diverso. Il minore aveva tentato di chiedere perché si comportasse in quel modo, durante la cena poco dopo aver salutato il moro, ma la risposta di Andrea era stata molto evasiva.
-"Mi sembra un bravo ragazzo, tutto qua." Rispose Andrea e scrollò le spalle. "È un problema per te?"
-"No, nessun problema, solo curiosità."

L'indomani mattina il più piccolo decise di mettere da parte i dubbi che nutriva nei confronti di suo padre, credeva fosse inutile preoccuparsi di qualcosa che, per il momento, non gli stava procurando problemi.
«Piccolo, purtroppo sono raffreddato e oggi resterò a casa. Ci vediamo domani ♥️» Recitava il messaggio che il minore aveva ricevuto non appena arrivò alla facoltà.
"Fantastico." Pensò il biondo e sbuffò sonoramente. Quel giorno il minore non aveva alcuna voglia di seguire le lezioni, in realtà sperava di poter passare la mattinata con il più grande chiusi in qualche vecchia aula o al bar. "Magari potrei andare da lui." Pensò il ragazzo e sorrise entusiasta, per poi digitare un messaggio.
«E se venisse da te? Ti dispiacerebbe
-"Federico!" Il minore trasalì nel sentire il suo nome pronunciato in quel modo, decisamente ad alta voce e con un tono carico d'urgenza.
Il ragazzo bloccò il suo cellulare, alzò lo sguardo per capire chi lo avesse chiamato e aggrottò la fronte quando vide una donna camminare velocemente verso di lui.
"Che cosa vuole la madre di Benjamin da me?" Si chiese il ragazzo.
-"Salve." La salutò, abbastanza confuso, il ragazzo.
-"Per fortuna mi hai sentito." Sospirò sollevata la donna. "Ti ricordi di me? Sono Francesca, la madre di Benjamin." Disse. "Hai un momento libero? Possiamo parlare?"
-"Sì, mi ricordo di lei."
-"Voi due state ancora insieme, giusto?"
Il cipiglio sul volto del minore divenne ancora più profondo e questo assottigliò gli occhi.
-"Sì, stiamo ancora insieme." Annuì. "Posso aiutarla in qualche modo?"
-"Puoi anche darmi del tu." Rispose Francesca e si spostò i capelli dietro le spalle. "In effetti sì, potresti aiutarmi." Aggiunse.
-"E come potrei aiutarl- aiutarti?" Replicò il più piccolo e incrociò le braccia al petto.
-"Potresti parlare con Benjamin." Disse la donna. "Potresti spingerlo a riavvicinarsi a me." Aggiunse. "Suo padre, in questi anni, non ci è mai riuscito ma magari tu potresti farlo."
Il biondo strabuzzò gli occhi.
-"Dovrei parlare con lui?" Chiese. "Questi non sono affari miei." Aggiunse. "Riguarda lui e la sua famiglia, io non ho nessuna voce in capitolo."
-"Sei il suo fidanzato, certo che hai voce in capitolo!" Esclamò Francesca. "Sei l'unico che può aiutarmi."
-"Mi dispiace ma non voglio intromettermi in questa cosa." Scosse la testa il più piccolo. "Benjamin è stato molto chiaro con me riguardo il vostro rapporto." Aggiunse. "Per lui questa storia è chiusa."
-"Ma io sono sua madre, non può chiudere con me!" Replicò Francesca. "Sbaglia comportandosi così con me."
-"Anche lei.. anche tu hai sbagliato." Rispose Federico. "Ma, come ho già detto, non sono affari miei." Aggiunse. "Sarà Benjamin a decidere che cosa fare."
-"Federico, per favore." Iniziò a parlare la donna, avvolta in un lungo cappotto beige, e si avvicinò a lui. "Io adoro mio figlio, lo amo, anche se lui crede il contrario. Ho sbagliato con lui, lo so benissimo, e me ne pento. Avrei voluto essere più presente per lui, essere la madre che merita e vorrei tanto poter avere la possibilità di rimediare ai miei sbagli. Tutti meritano una seconda possibilità, no?" Continuò. "Tra non molti giorni sarà Natale e io non ho mai passato Natale con mio figlio, neppure quando vivevamo ancora insieme, e quest'anno mi piacerebbe poterlo vedere almeno per fargli gli auguri di persona e non con un messaggio che lui ignorerà." Aggiunse. "Non ti chiedo molto, Benjamin è testardo tanto quanto me e so che nessuno può fargli cambiare idea, ma ti prego cerca di aiutarmi. Aiuta una madre ad avere un rapporto con suo figlio, ti supplico, sei la mia ultima possibilità."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora