66. Mi saluti Federico.

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-"È stato lui a metterti in testa queste sciocchezze, ne sono sicuro!"
-"Non è stato Benj-"
Andrea lo lasciò andare e strinse i pugni.
-"Ma adesso me la pagherà." Ringhiò l'uomo. "Quando avrò finito pregherà affinché tu gli stia lontano, te lo giuro."
Andrea, dopo aver pronunciato quelle parole con tono di voce carico di odio, uscì a grandi passi dalla sala ma venne raggiunto e bloccato dal figlio, che sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
-"T- ti prego non f- farlo..." Singhiozzò il più piccolo e gli strinse la manica della camicia. "Non a- andare da lui..." Aggiunse. "Benjamin non c'entra n- niente, o almeno non n- nel modo che pensi t- tu..."
Il padre scrollò le spalle e allontanò il figlio da lui.
-"Sei troppo ingenuo, Federico, te l'ho già detto." Replicò l'uomo e prese la sua giacca nera. "Benjamin pensa di poter fare di te quello che vuole ma si sbaglia." Aggiunse. "Ci penso io a chiarire questa storia, tu hai già fatto abbastanza." Concluse.
-"Papà, no-"
-"Vai a cenare con tua madre." Disse Andrea e indossò la giacca. "E dimentica che Benjamin esista." Aggiunse. "Da oggi, per te, lui non esiste più."
Gli occhi del minore si riempirono di lacrime, il volto si fece rosso per lo sforzo che stava facendo per non scoppiare a piangere e dovette conficcare le unghie nel palmo della mano per evitare di farlo.
-"Lascia almeno che io venga con te." Sussurrò Federico, a dir poco disperato.
Il padre aprì la porta di casa e si voltò verso il figlio.
-"No." Rispose, semplicemente, per poi andare via, lasciando Federico da solo con le sue paure.

Il solito silenzio che regnava nella casa, quella sera, era stato spezzato dall'arrivo di una persona che in passato aveva rallegrato quella casa ma, allo stesso tempo, era stata anche la causa di quel silenzio.
-"Devo ammettere che non mi aspettavo un invito a cena." Disse e, con una mano dove brillava il suo anello di fidanzamento, si scostò i lunghi capelli biondi dalla spalla. "Mi ha sorpreso." Ammise. "Ma ne sono felice." Aggiunse e sorrise.
-"Ha sorpreso anche me, Francesca, a dire il vero." Rispose Alessio, impegnato a sistemare la tavola nonostante Teresa gli avesse detto che l'avrebbe fatto lei. "Ma Benjamin ha insistito tanto e non volevo dirgli di no." Aggiunse, cercando di reprimere quel sorriso che alleggiava sulle sue labbra da quando la sua ex moglie era entrata in casa. Per quanto Alessio si sforzasse non riusciva a dimenticare la donna, la madre di suo figlio, e non riusciva a smettere di amarla.
-"Sono davvero felice." Replicò la donna e, strusciando una sedia sul pavimento, si sedette a quello che anni fa era il suo solito posto. "È da anni che aspetto una cosa del genere."
-"Devo ammettere, però, che non capisco il perché di questo cambiamento improvviso." Disse l'uomo e sorrise soddisfatto mentre guardava il suo lavoro terminato. "È successo qualcosa tra di voi?"
-"Abbiamo parlato." Rispose Francesca. "Lui stava male per Federico e io gli sono stato accanto."
-"Federico." Sospirò Alessio e si sedette a capotavola, come al solito. "Quel ragazzo lo sta facendo soffrire tantissimo."
-"Per questa sera, per favore, potremmo evitare di parlare di lui?" La voce di Benjamin, atona, fece sobbalzare i genitori che si voltarono a guardarlo. "Ho invitato mamma soltanto perché volevo, nulla di più." Aggiunse e scrollò le spalle. "Il tuo fidanzato non c'è?"
Francesca scosse la testa.
-"Purtroppo no." Rispose. "È molto dispiaciuto, vuole conoscerti, ma è partito ieri per andare a Firenze per far visita a sua sorella, ancora non sapeva che ci avresti invitato." Spiegò.
-"Colpa mia che te l'ho detto solo questa mattina." Replicò Benjamin e si sedette di fronte alla madre. "Sarà per la prossima volta."
-"Ceniamo?" Domandò Alessio.
-"Certo." Rispose il moro e Francesca annuì.
Alessio si alzò dalla sedia ma prima che potesse recarsi in cucina nella sala entrò Antonio, uno degli uomini che sorvegliavano la villa, e sembrava essere abbastanza preoccupato.
-"Signore, le posso parlare?" Domandò e si grattò il collo nervosamente.
-"Antonio, dimmi." Annuì Alessio. "È successo qualcosa?"
-"All'ingresso c'è quell'uomo, il padre di quel ragazzo dai capelli biondi che viene qui spesso." Disse l'uomo e vide il moro e suo padre spalancare gli occhi. "È molto agitato, Alessandro e Mauro lo stanno tenendo fermo ma non so per quanto ci riusciranno." Spiegò. "Vuole entrare."
-"È il padre di Federico?" Domandò Francesca confusa. "È lui?"
-"Sì, è lui." Sospirò Alessio. "Mandatelo via."
-"No, fatelo entrare." Replicò Benjamin e si alzò.
-"Benjamin ma cosa dici?"
-"Voglio sentire che cosa ha da dire." Disse il moro. "Fatelo entrare."

I pochi minuti che passarono da quando Antonio uscì dalla sala e Andrea fece il suo ingresso furono, per i tre presenti, colmi di ansia e di domande che aleggiavano nell'aria. Benjamin e Alessio faticavano a restare calmi mentre Francesca era più che altro confusa, ma disposta a tutto per impedire a quell'uomo di far del male a suo figlio.
-"Ti avevo detto di stargli lontano!" Gridò Andrea non appena entrò, come una furia, nella stanza. "Ma vedo che non vuoi capire!" Aggiunse e si avvicinò al moro ma Alessio si contrappose tra i due.
-"Buonasera a lei, come sta?" Gli domandò, sarcastico, l'uomo e incrociò le braccia al petto. "Vuole qualcosa da bere?"
-"Vai al diavolo!" Esclamò Andrea, con gli occhi iniettati di sangue, e spinse via Alessio ma con scarsi risultati data la stazza imponente dell'uomo.
-"Che maleducato!" Esclamò Francesca, ancora seduta con le gambe accavallate. "Nessuno le ha insegnato le buone maniere?!"
Lo sguardo furioso di Andrea si spostò su Francesca e ghignò divertito.
-"In questa casa vi piacciono davvero tanto le storie impossibili." Disse ironico. "Tale padre, tale figlio, no?" Aggiunse. "Dopo così tanti tradimenti ancora permettete a questa donna di entrare in casa?" Chiese ad Alessio e a Benjamin. "Siete davvero stupidi." Concluse e alzò gli occhi al cielo.
Francesca arricciò le labbra e, con la solita eleganza che la contraddistingueva, si avvicinò all'uomo.
-"E lei con quale titolo si intromette negli affari della nostra famiglia?" Domandò e raggiunse i tre. "Entra in casa gridando come un pazzo, e con davvero poca grazia, e tenta di attaccare mio figlio. Le sembra normale?" Continuò. "A me no. Prima di erigersi a paladino della giustizia, della normalità - alzò gli occhi truccati al cielo - ma è il primo a non rispettare né l'uno né l'altro. Coerenza. Ne ha mai sentito parlare?"
-"Vattene." Disse Alessio con tono duro. "Non abbiamo niente da dirci."
-"Io invece devo dire un paio di cose a colui che chiama figlio." Ringhiò Andrea.
-"Sono qui, mi dica." Rispose il moro e incrociò le braccia al petto.
-"Pensi davvero di poter convincere mio figlio di essere come te?! Ti sbagli. Ti sbagli di grosso!" Gridò l'uomo. "Ci hai provato, ci sei anche quasi riuscito ma Federico non è e non sarà mai come te." Ringhiò.
Benjamin strabuzzò gli occhi.
-"Che cosa le ha detto Federico?" Gli chiese.
-"Stava per dirmi che è omosessuale, assurdo!" Sbuffò Andrea per poi avvicinarsi al moro. "Stagli lontano, Benjamin, o te ne pentirai!"
-"La smetta di minacciarmi." Replicò il più grande. "Potrebbe pentirsene."
Le mani di Andrea si spostarono sul colletto della maglia del moro e lo strinsero.
-"Ascoltami bene, ragazzin-"
-"Lascialo subito!" Gridò Alessio, interrompendolo.
-"Ti renderò la vita un inferno!"
Dopo quelle parole il moro non riuscì a capire, tempestivamente, che cosa stesse succedendo; vide soltanto il pugno di Andrea muoversi in direzione del suo viso ma, subito dopo, il corpo dell'uomo venne spinto via da lui e vide suo padre colpire il volto di Andrea che cadde a terra sanguinante.
-"Alessio!" Gridò Francesca, sorpresa dal gesto dell'ex marito.
-"Sognavo di farlo da quando l'ho visto per la prima volta." Ammise Alessio, per niente dispiaciuto dal gesto che aveva fatto.
-"Voi siete pazzi!" Gridò Andrea mentre si teneva con una mano il naso sanguinante. "Io vi denuncio!"
-"Sarò felice di fare lo stesso." Sorrise Alessio e si passò una mano tra i capelli, mentre Andrea si alzava a fatica dal pavimento.
-"Vada via." Disse Francesca e circondò le spalle del figlio con un braccio. "Qui non ha nient'altro da fare." Aggiunse.
-"Stai lontano da Federico." Ringhiò Andrea. "La prossima volta non te lo ripeterò ma te lo farò capire."
-"Ma ancora parli?!" Replicò Alessio, ormai stanco della presenza dell'uomo. "Vai via, o ti farò cacciare a calci dalla sorveglianza."
-"Me ne vado." Borbottò l'uomo. "E sperate di non rivedermi o per voi le cose non andranno bene."
-"A me sembra che le cose non vadano bene a lei, non a noi." Rispose Francesca. "Si fidi, andarsene sarà la cosa migliore per lei."
Benjamin scosse la testa divertito e si leccò le labbra per inumidirle.
-"Mi saluti Federico."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora