Dalle tende bianche, non del tutto chiuse, filtravano i timidi raggi del sole che stava tramontando e stavano tingendo il cielo di rosa e arancio. Il canto leggero di un uccellino rallegrava la stanza altrimenti silenziosa, ma piena di amore, mentre se ne stava poggiato su un albero in piena fioritura.
Da un paio di giorni a quella parte sembrava che la primavera fosse finalmente giunta e l'inverno soltanto un ricordo, gli alberi stavano tornando al loro verde originario e tra le strade era sempre meno raro trovare qualche fiore colorato che inebriava chiunque passasse con il suo profumo. Le giornate erano diventate più lunghe e il cielo era quasi sempre azzurro, le temperature erano aumentate e tutto sembrava tingersi di una nuova sfumatura più serena.
-"Dai, smettila, mi fai il solletico!" Rise il ragazzo dagli occhi azzurri, mentre si dimenava tra le braccia tatuate del suo fidanzato che non faceva altro che torturargli i fianchi con il solletico. "Benjamin!" Mugolò, tra una risata e l'altra, e allacciò le braccia al collo del compagno sperando di riuscire a fermarlo.
Il maggiore rise per la buffa espressione del fidanzato - che aveva le lacrime agli occhi per quanto aveva riso - e smise di solleticarlo, per poi sistemarsi sul suo corpo ma reggendosi sulle braccia per non pesare su di lui.
-"È bello sentirti ridere." Sussurrò il maggiore e gli diede un bacio a stampo. "Sei bellissimo." Aggiunse e il suo sguardo si abbassò sul corpo nudo del ragazzo sotto di lui.
Benjamin aveva raggiunto il minore a casa sua, con la sola intenzione di andarlo a prendere e andare con lui a fare un giro ma il minore lo aveva invitato ad entrare - approfittando dell'assenza dei suoi genitori - e, tra un bacio e l'altro, avevano finito per passare l'intero pomeriggio chiusi nella stanza del più piccolo a fare l'amore e consumarsi di baci.
Federico sorrise e gli accarezzò la schiena nuda.
-"Sì, in effetti sono davvero bello." Disse lui e sbatté più volte le ciglia. "Meraviglioso, oserei dire."
Il moro ridacchiò e gli morse il labbro inferiore.
-"E anche terribilmente modesto." Replicò e si spinse contro il bacino del minore, facendolo mugolare in approvazione. "Mi sembra di capire che gradisci." Commentò e ghignò malizioso.
Il più piccolo si leccò le labbra e diede un leggero colpo sul sedere del moro.
-"Devo andare a fare la doccia." Disse il più piccolo e piegò la testa da un lato. "Vieni con me?"
Benjamin arricciò le labbra e scosse la testa.
-"Meglio di no." Rispose lui. "Impiegheremmo un sacco di tempo e, ti ricordo, noi dobbiamo uscire." Aggiunse.
Il biondo spalancò la bocca.
-"Ma sei serio?!"
Il più grande ridacchiò e annuì, per poi baciargli la punta del naso.
-"Serissimo." Replicò. "E adesso sbrigati, dobbiamo andare." Aggiunse e rotolò via dal corpo del minore.
Federico sbuffò sonoramente e si sedette sul letto.
-"Sedotto e abbandonato." Borbottò e si alzò dal letto. "Vergognati." Aggiunse e si diresse verso il bagno privato presente nella sua camera.
Il moro rise e si morse il labbro inferiore mentre osservava il compagno.
-"Sbrigati, Fè, sto morendo di fame!" Gridò il ragazzo e, come risposta, ottenne un borbottio poco carino del minore molto poco interessato a saziare la sua fame.
Benjamin, con il sorriso stampato sul volto, scosse la testa divertito e si mise comodo tra i tanti cuscini che decoravano il letto del minore, si coprì meglio con le appariscenti coperte color arancio e si guardò intorno curioso. Al moro piaceva la stanza del minore, trovava lo rispecchiasse molto, ogni volta che metteva piede in quel luogo si sentiva catapultato nella mente di Federico e sentiva di poterlo finalmente capire davvero.
-"Federico, ha chiam- oh."
Il rumore della porta che si spalancava e, subito dopo, la voce di Andrea - in un primo momento piatta e subito dopo disgustata quando notò il moro - interruppero il momento idilliaco del moro che alzò gli occhi a cielo.
-"In questa casa non si usa bussare?" Borbottò il moro e roteò gli occhi, poco interessato alle sue condizioni in quel momento e a ciò che l'uomo avrebbe potuto pensare.
Andrea digrignò i denti e strinse più forte la maniglia color oro.
-"Ti ricordo che questa è casa mia." Rispose, con tono duro, l'uomo e avanzò nella stanza. "Che cosa ci fai qui?"
Benjamin arricciò il naso.
-"Beh, a me sembra abbastanza chiaro." Replicò lui e si strinse nelle spalle. "Sono nella stanza di Federico, nel suo letto e, nel caso in cui non l'avesse capito, sono nudo." Aggiunse sarcastico. "Se due più due fa ancora quattro, direi che sono qui perch-"
-"Non mi interessa sapere che cosa fate tu e Federico!" Lo zittì Andrea, quasi inorridito dalle parole del ragazzo. "Esci subito da qui!"
-"Non appena Federico finirà di lavarsi usciremo insieme, non si preoccupi." Rispose il moro. "Non ci vorrà ancora molto." Aggiunse. "Nemmeno a me fa piacere stare nella sua casa."
-"Allora Vattene subito." Sputò Andrea. "Puoi aspettarlo anche in auto o fuori al cancello."
Benjamin ghignò divertito a quelle parole.
-"Se proprio insiste." Rispose lui, spostò leggermente le coperte - quel tanto che bastava per mostrare la sua gamba - ma venne subito bloccato.
-"Non ci provare nemmeno!" Gridò l'uomo. "Vestiti!"
Il più grande non riuscì a trattenere una fragorosa risata, si coprì nuovamente e scosse la testa.
-"Non ho nulla di strano, sono fatto proprio come lei, gliel'assicuro." Lo prese in giro il ragazzo e incrociò le braccia al petto. "Se non ci crede può chiedere a Federico, lui mi conosce fin troppo bene."
L'uomo sbuffò.
-"Credi di riuscire ad infastidirmi?"
-"A me sembra di essersi già riuscito."
-"Tra te e Federico non durerà." Disse l'uomo. "Ti lascerà." Aggiunse.
Il ventitreenne inarcò un sopracciglio.
-"E come fa ad esserne tanto certo?" Chiese il più grande. "Ha forse parlato con Federico?"
-"Non serve." Scosse la testa il padre del biondo. "Lui è come sua madre." Aggiunse. "Ha preso tutto da lei, anche le cose negative."
-"Non mi pare che Vanessa l'abbia lasciata." Controbatté Benjamin, poco interessato a sentir parlar male del suo fidanzato e della madre di questo. "E i motivi di certo non le mancano."
-"Federico ti ha detto tutto, no?"
-"Federico mi dice sempre tutto."
-"E allora sai bene che nel momento del bisogno è scappata via." Disse Andrea. "E lo farà anche Federico." Aggiunse. "È come sua madre, davanti ai problemi scappa." Continuò. "Non immagini neppure quanto ti ferirà e, forse, un giorno proverai ciò che ho provato io anni fa."
-"Sta cercando di farmi pena?" Replicò Benjamin e aggrottò la fronte.
Andrea rise amaramente e scosse la testa.
-"Ti sto avvisando, Benjamin." Disse Andrea. "Contrariamente a quanto possa sembrare, non ti odio e non mi sei antipatico, fossi in te penserei bene alla tua relazione con Federico." Aggiunse. "Tirati indietro prima che sia troppo tardi." Continuò e si voltò verso la porta. "Ah, e vai via da casa mia subito." Concluse per poi uscire dalla stanza, senza chiudere la porta alle sue spalle.
Il moro, rimasto da solo, alzò gli occhi al cielo e scostò via le coperte dal suo corpo.
"Non sa quel che dice." Pensò Benjamin, si alzò dal letto ed entrò nel bagno, socchiudendo appena la porta alle sue spalle.
-"Ho quasi finito, tra poco esco così puoi lavarti." Gli disse Federico non appena lo vide, attraverso la porta in vetro della doccia, entrare nel bagno.
Il moro si leccò le labbra, aprì la porta della doccia e scosse la testa.
-"Ho cambiato idea, preferisco fare la doccia con te." Rispose e gli accarezzò un fianco, facendolo sobbalzare.
Il più piccolo sorrise e poggiò la schiena contro le piastrelle bianche.
-"Come mai hai cambiato idea?" Gli chiese.
Benjamin, per tutta risposta, lo attirò verso di lui e gli strinse una natica tra le mani.
-"Zitto e baciami."
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Lettere dal passato. || Fenji.
Fanfiction«2050, sono passati trent'anni da quando Federico ha spedito una lettera che ha cambiato per sempre la sua vita. Trent'anni da quando due opposti hanno trovato il modo di essere simili. Che cosa sarà successo in così tanti anni? Quella lettera sarà...