15. Ti va?

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-"Benjamin." Sospirò Francesca e si avvicinò al figlio.
-"Vattene." Disse il moro e indicò il corridoio alle sue spalle.
-"Per favore, ascoltami."
-"Vattene." Ripeté il più grande. "O chiamerò la polizia. Sparisci."
Gli occhi di Francesca, messi in evidenza dal pesante trucco nero, persero quella luce che li illuminava fin da quando il moro aveva memoria, il suo sorriso svanì e le braccia le ricaddero deboli lungo i fianchi ma il più grande non si lasciò intenerire dall'espressione triste che la donna assunse.
-"Te lo ripeterò ancora una volta ma, te lo assicuro, sarà l'ultima." Disse Benjamin continuando ad indicare il corridoio. "Vattene subito."
-"Questa è anche casa mia, non puoi cacciarmi." Rispose Francesca abbassando il tono di voce.
-"Non è più casa tua da molto tempo." Replicò il moro mantenendo il suo tono di voce duro. "Ed è soltanto colpa tua." Aggiunse. "Ora torna da dove sei venuta e, per favore, lascia in pace me e papà." Continuò. "Ci hai già rovinato abbastanza la vita, ora dacci la possibilità di dimenticarti e rifarci una vita."
Le parole del suo unico figlio colpirono la donna, che in fondo sapeva di meritare tanto disprezzo da parte del ragazzo e sapeva di aver commesso fin troppi errori nei suoi confronti, più di quanto questa volesse dare a vedere e per un momento dovette appoggiarsi contro il muro chiaro per evitare di cadere.
-"Tu mi odi?" La voce di Francesca si abbassò fino a diventare un sussurro e abbassò la testa, incapace di affrontare lo sguardo del figlio in caso di una risposta positiva che non desiderava ascoltare.
Il più grande, contrariamente a quanto Francesca si aspettasse, scoppiò a ridere a quelle parole, ma non era una delle sue solite risate colme di gioie ma una risata che quasi spaventava chi l'ascoltava, e scosse la testa.
-"Se ti odiassi significherebbe che provo qualcosa nei tuoi confronti e non è il mio caso." Disse Benjamin. "Non provo niente nei tuoi confronti, voglio soltanto vederti sparire dalla mia vita." Aggiunse. "Sarà la cosa migliore per tutti noi."
-"Benjamin io sono tua madre, non puoi eliminarmi dalla tua vita."
-"Sei stata tu la prima a farlo, io seguo soltanto il tuo esempio." Controbatté il moro. "E ora vattene, non abbiamo più niente da dirci."
Francesca quella volta non rispose alle parole del figlio, preferì evitare di dargli nuovi motivi per attaccarla, ma si limitò ad annuire debolmente e sistemare la giacca che indossava.
-"Ti voglio bene." Sussurrò la donna per poi andare via, consapevole che non avrebbe ricevuto alcuna risposta da parte del figlio.

Non appena il ventiduenne rimase da solo si lasciò andare ad un grido colmo di rabbia e spinse via una sedia provocando un gran frastuono. Benjamin non aveva mai avuto un bel rapporto con sua madre, non era mai riuscito a perdonarla per averlo lasciato solo, per aver preferito il mondo intero anziché lui e il moro, con il tempo, aveva imparato a fare lo stesso con lei e aveva creato un muro tra di loro.
"Io non voglio mai più vederla." Pensò Benjamin e si sedette, o meglio si lanciò, sul divano e prese il suo cellulare perché c'era qualcuno che voleva assolutamente vedere. Il moro, velocemente, sbloccò il suo cellulare, aprì Whatsapp ed entrò in quella chat che ormai da giorni capeggiava su tutte le altre per poi inviare un messaggio.
«So che hai lezione ma, ti prego, vieni tra mezz'ora sul tetto della facoltà. Ho bisogno di vederti.» Il moro scrisse quel messaggio senza preoccuparsi di sembrare patetico o disperato, perché effettivamente lo era e aveva bisogno di rivedere Federico per potersi calmare.

Il ventiduenne non ricevette alcuna risposta da parte del minore ma ciò non lo frenò dal recarsi nuovamente in facoltà e raggiungere il posto in cui gli aveva chiesto di incontrarsi. Il ragazzo aveva guidato con il cuore che gli batteva all'impazzata e la mente invasa da pensieri discordanti riguardo quanto successo con sua madre, riuscì a sospirare sollevato soltanto quando arrivò al luogo stabilito, con una manciata di minuti di anticipo, e notò fosse deserto se non fosse stata per la presenza di un ragazzo biondo, e coperto da un pesante giubbotto nero nonostante non facesse ancora molto freddo, appoggiato contro la balconata in marmo con vari graffiti.
-"Federico." Il nome del minore scivolò dalle labbra di Benjamin con estrema dolcezza, in netto contrasto con il tono duro che aveva usato con sua madre.
Il biondo si voltò verso il ragazzo che lo aveva appena chiamato e gli sorrise quando i loro sguardi si incrociarono.
-"Sei in anticipo." Disse Federico e appoggiò la schiena contro il marmo.
Il moro si strinse nelle spalle, poco coperte perché nella fretta aveva persino dimenticato di prendere il suo giubbotto, e raggiunse il minore per poterlo stringere in un abbraccio.
-"Grazie per essere venuto." Sussurrò il moro e gli accarezzò la schiena. "Avevo, ho, bisogno di te."
-"Avrei fatto di tutto pur di sfuggire a quella noiosa lezione di archeologia." Ridacchiò il più piccolo e accarezzò la testa del maggiore poggiata sulla sua spalla. "È successo qualcosa?" Gli domandò.
Benjamin sospirò e strusciò la punta del naso contro il collo del biondo.
-"Mia madre." Si limitò a rispondere Benjamin, consapevole che l'amico avrebbe subito compreso che cosa fosse successo dato che nei giorni passati gli aveva raccontato la storia della sua famiglia pur evitando i dettagli.
-"Avete discusso?"
-"Come sempre." Sospirò Benjamin e si allontanò dal diciannovenne per guardarlo. "Non mi aspettavo di vederla." Aggiunse.
-"Che cosa ti ha detto?"
-"Non le ho dato il tempo di parlare, l'ho cacciata via."
-"Benjamin." Sospirò rumorosamente il biondo. "Avresti potuto darle la possibilità di spiegarti perché era lì."
-"Per chiedere altri soldi, come sempre." Replicò il più grande. "Lei non vuole altro da noi."
-"Ben, è pur sempre tua madre." Controbatté Federico. "Dovresti scusarti con lei." Aggiunse.
-"Non lo farò mai." Rispose, deciso, il moro e incrociò le braccia al petto. "Non mi scuserò per delle cose che sono successe soltanto per colpa sua."
-"Non credi di essere troppo duro con lei?"
-"Neppure un po'." Scosse la testa il ventiduenne. "Ma non voglio parlare di lei."
-"E allora perché mi hai chiesto di incontrarci?" Gli domandò il più piccolo e inclinò la testa da un lato.
Benjamin si morse il labbro e poggiò le braccia ai lati del corpo del minore,
-"Avevo bisogno di vederti per potermi calmare." Disse Benjamin.
-"E adesso ti sei calmato?" Gli chiese il biondo e allungò una mano per accarezzargli la guancia.
Il più grande annuì e si avvicinò ancora un po' al ragazzo biondo.
-"E per ringraziarti voglio proporti una cosa."
-"Dimmi pure."
-"Esci con me."
-"Ben io esco sempre con te." Ridacchiò il biondo. "Nell'ultima settimana non ho fatto altro." Aggiunse.
Benjamin scosse la testa.
-"Non intendo una semplice uscita." Disse Benjamin. "Intendo un appuntamento."
-"Un a- appuntamento?" Ripeté, incredulo, il più piccolo.
-"Ti va?" Replicò il moro e inclinò la testa da un lato.
Federico sorrise imbarazzato e allacciò le braccia al collo del ragazzo.
-"Mi va."

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Ehi🎈
Grazie per le duemila visualizzazioni e, come sempre, per il sostegno che quotidianamente mi dimostrate. Grazie per continuare a seguirmi anche in questa mia nuova avventura, mi rende immensamente felice. Grazie di cuore 💓
È entrata a far parte della storia anche la madre di Benjamin, che l'ha abbandonato quando era piccolo e lui non è mai riuscito a perdonarla, e sarà un personaggio molto importante per lo sviluppo di Benjamin ma potrebbe anche provocare dei problemi. Che cosa farà?
Passando a Benjamin e Federico, Benjamin ha chiesto all'altro di uscire con lui per un vero e proprio appuntamento e Federico ha accettato ma andrà tutto bene o si pentirà e si tirerà indietro?
Per qualsiasi cosa potete contattarmi su Twitter il mio nick è @fvedericoshvrt, o mi trovate anche su Instagram come @/fixhvrtx e, ovviamente, anche qui.
Baci, Michi🎈

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora