60. È successo altro?

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-"È meglio finirla qui." Aggiunse. "Per te sarà un problema in meno, no?"
-"Prima rispondi alla mia domanda." Replicò il più piccolo. "Tu mi ami?"
La vista di Benjamin si annebbiò per via delle lacrime e il ragazzo si affrettò a salire nella sua auto.
-"No, non ti amo." Sussurrò Benjamin e chiuse la portiera. "Addio, Federico."
Il moro aveva davvero temuto di sentirsi male mentre pronunciava quelle parole che mai, neppure nei suoi peggiore incubi, aveva pensato di pronunciare. Il ragazzo aveva passato gli ultimi giorni con il terrore di poter rovinare le cose rivelando al minore i suoi sentimenti. Benjamin era spaventato dai suoi sentimenti e il più piccolo gli aveva dato il colpo di grazia, gli aveva detto che non lo amava e che pensava fosse impossibile che lui lo amasse.
"Mi ha solo preso in giro." Pensò il più grande mentre schiacciava l'acceleratore della sua infiniti QX80 nera, guidando come un matto tra le strada di Roma con la vista annebbiata dalle lacrime. "Mi ha soltanto usato."
Benjamin non avrebbe mai voluto pensare quelle cose del suo ormai ex fidanzato, non era un illuso e sapeva benissimo che con Federico sarebbe potuta finire prima o poi ma sperava che, almeno, potesse conservare un buon ricordo del ragazzo.
"Che stupido che sei stato a credergli."
Il moro ripensava agli ultimi mesi passati insieme, ai loro momenti felici, e non riusciva a vedere altro se non un cumulo di bugie e prese in giro. Federico non era mai stato sincero con lui, non aveva mai tenuto a lui nel modo in cui il moro credeva, lo aveva soltanto usato per divertirsi, per ribellarsi a suo padre fino a quando questo non lo aveva rimproverato facendolo tornare il figlio obbediente di sempre.
-"Ti odio!" Gridò il moro e colpì il volante con una mano. Benjamin sapeva benissimo che quelle parole fossero dovute soltanto alla rabbia, lui non odiava il più piccolo e, probabilmente, non sarebbe mai riuscito a farlo.
Lui amava Federico e avrebbe continuato a farlo.

-"Benjamin finalmente sei tornato!" Esclamò, per poi sospirare sollevato, Alessio non appena vide il figlio rientrare. "Ho provato a chiamarti tantissime volte ma non hai mai risposto."
-"Non ho voglia di parlare." Borbottò, con voce roca, il moro e si tolse la giacca. "Vado a dormire." Aggiunse.
-"Tu non vai da nessuna parte." Rispose il padre e gli prese il braccio per fermarlo. "Hai pianto?" Gli chiese osservando il volto pallido e gli occhi arrossati.
-"Ti ho detto che non ho voglia di parlare."
-"Devi soltanto rispondere, non parlare." Replicò l'uomo. "Vieni a sederti sul divano, chiedo a Teresa di prepararti del latte caldo."
-"Non ho fame." Sussurrò Benjamin e andò a sedersi sul divano.
-"Hai bisogno di qualcosa di caldo, sei freddissimo. Torno subito."
Benjamin sospirò quando vide suo padre sparire oltre il corridoio, sapeva che sarebbe stato inutile tentare di fargli cambiare idea, Alessio non si sarebbe arreso fino a quando non gli avrebbe detto tutto quello che era successo con Federico.

Non molti minuti dopo suo padre ritornò nella sala con un vassoio con una tazza di latte al cioccolato e dei biscotti preparati da Teresa.
-"Ecco qua." Disse Alessio e poggiò il vassoio sul tavolo in vetro davanti a divano. "Prendi qualcosa, ti farà sentire meglio."
-"Per sentirmi meglio avrei bisogno di strapparmi il cuore dalla mente." Sospirò il moro. "O dimenticare di aver conosciuto Federico." Aggiunse per poi passarsi una mano sul volto stanco.
Il padre lo guardò intenerito e prese una coperta blu per poi sistemargliela addosso.
-"Sei riuscito ad incontrarlo?" Gli domandò, nonostante conoscesse già la risposta.
-"Sarebbe stato meglio non farlo." Rispose Benjamin. "Ma sì, l'ho incontrato."
-"È andata così tanto male?"
-"Peggio."
-"Avete litigato?" Domandò Alessio e gli accarezzò la testa. "Ha dato ragione a suo padre?"
-"No, ci mancherebbe." Mugolò il moro e si sporse per prendere un biscotto. "Ma continuava a ripetermi che io non potevo capirlo, che non è tutto così semplice come sembra. Sembrava fosse sul punto di dire che sono una persona egoista perché non mi metto nei suoi panni." Continuò, cercando di ricacciare indietro le lacrime. "Non mi ha neppure chiesto come stessi, non mi ha neppure chiesto scusa per la scenata di suo padre. Ti rendi conto?!" La voce del maggiore risultò incrinata mentre pronunciava le ultime parole e questo dovette mordersi il labbro per evitare di scoppiare a piangere.
Il padre sospirò e lo attirò tra le sue braccia.
-"Non avrei mai pensato che Federico fosse una persona del genere."
-"Lui non è una persona d- del genere." Singhiozzò il più grande. "Ma lo diventa p- per paura." Aggiunse. "S- suo padre lo terrorizza e d- diventa ciò che non è."
-"Capisco possa aver paura di suo padre, ma ciò non è un buon motivo per trattarti in questo modo." Replicò Alessio. "In questa storia non è solo a lui a soffrire ma anche tu." Aggiunse. "E forse tu stai soffrendo anche più di lui."
-"L- la cosa peggiore però non è q- questa..." Sussurrò Benjamin e abbassò la testa, mentre l'ennesima lacrima scendeva a bagnargli il volto. "Non è s- suo padre..."
-"È successo altro?"
Il ventiduenne annuì.
-"Gli ho c- chiesto se suo padre avesse ragione a d- dire che lui non prova niente per me e che m- mi sono soltanto i- illuso..."
-"E lui?"
-"L- lui non ha n- negato." Rispose il moro. "Mi ha d- detto che non mi a- ama..." Sussurrò, sentendo il cuore accartocciarsi solo ricordando quelle parole. "Secondo lui è i- impossibile amarmi, s- stiamo insieme da t- troppo poco tempo..." Singhiozzò il ragazzo e strinse gli occhi umidi, sperando di smettere di piangere.
Alessio sospirò ancora una volta e lo strinse.
-"E tu invece lo ami, non è così?" Gli chiese e gli accarezzò la schiena.
Il più grande osservò il biscotto che stringeva tra le mani e scrollò le spalle.
-"Non importa..." Sussurrò il più grande. "Lui non mi ama, è q- questo che c- conta..."
-"No, Ben, conta anche quello che provi tu." Disse Alessio. "In questa storia siete in due, non solo Federico."
-"Non c'è più n- nessuna storia." Replicò il moro e scosse la testa. "C- ci siamo lasciati." Aggiunse. "Io l'ho l- lasciato..."
-"Benjamin..." Sospirò il padre e scosse la testa. "Potevi prenderti un po' di tempo per pensarci."
-"Che senso h- ha continuare una storia senza amore?" Controbatté Benjamin. "S- sarebbe stato uno s- sbaglio." Aggiunse.
-"Su questo hai ragione." Ammise Alessio e annuì. "E adesso che cosa hai intenzione di fare?" Gli chiese.
-"C'è s- soltanto una cosa c- che posso fare." Rispose il moro e si sfregò gli occhi con il dorso della mano. "Devo dimenticare F- Federico." Aggiunse. "Lui per me non deve più esistere. È finita."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora