106. Mostro.

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Nonostante fosse notte nella villa posizionata nel viale alberato la vita era più attiva che mai. Le finestre e le porte erano spalancate, come se chi viveva in quella casa volesse inondarla di aria fresca per eliminare quanto di vecchio e negativo ci fosse in quella dimora.
Gli abitanti della villa continuavano ad andare avanti e indietro, come se fossero delle trottole, senza una meta ben precisata e senza un reale scopo.
Da circa un'ora - o forse poco di più - in quella casa sembrava regnasse il caos più totale, senza alcun freno e, apparentemente, senza alcun modo per contrastarlo.
Da: Vanessa.
"Ho bisogno di te."
Era bastato un semplice messaggio per capovolgere la situazione di quella serata, per distruggere la calma che regnava nella villa e che Alessio tanto apprezzava.
Quel messaggio, che poteva significare tante cose, aveva subito spinto Alessio nel panico più totale.
«È successo qualcosa?» Si affrettò a digitare l'uomo, spaventato dall'idea che potesse essere successo qualcosa alla donna a causa sua.
I minuti, non molti, che trascorsero subito dopo furono per Alessio un vero e proprio inferno, ogni secondo sembrava essere una tortura per l'uomo che riprese a respirare soltanto quando il suo cellulare vibrò nuovamente.
«Posso venire da te? Ho bisogno di allontanarmi da questa casa
E quelle parole non fecero altro che agitare ancora di più Alessio.
-"Dannazione." Sibilò a denti stretti Alessio e rispose al messaggio della donna.
«Ti aspetto

La situazione degenerò non appena Vanessa arrivò a casa del moro e di suo padre; la terribile sensazione di Alessio si trasformò in realtà e l'uomo sentì il mondo crollargli sulle spalle.
-"Che cosa cazzo è successo?!" Gridò Alessio non appena vide la donna. "È stato lui? È stato quel mostro?!"
Vanessa, con gli occhi colmi di lacrime e le labbra tremolanti, annuì lentamente e si sfiorò la guancia bagnata dalle lacrime e colorata da un livido che diventava sempre più scuro.
-"Io lo ammazzo!" Gridò Alessio e colpì con un pugno la libreria in legno accanto a lui, facendo sobbalzare la donna. "Ti giuro che io lo ammazzo!"
-"A- Alessio, n- no..." Singhiozzò la donna e scosse la testa. "L- lascia perdere..."
-"Come puoi chiedermi una cosa del genere?!" Replicò Alessio. "Non posso far finta di nulla!"
-"Che cosa sta succedendo qui?" La voce, assonnata, del più grande fece sobbalzare i due adulti ed Alessio si voltò verso di lui.
-"Benjamin vai in camera tua." Disse, usando un tono insolitamente duro, mentre il figlio si stropicciava gli occhi con una mano.
Benjamin, stranito dalle parole e dal tono di voce del padre, aggrottò la fronte e intravide la figura di Vanessa alle spalle del padre.
-"Che sta succedendo?" Chiese nuovamente Benjamin. "Perché Vanessa è qui?"
-"I- io posso a- andare via, non v- voglio d- disturbare..." Singhiozzò la donna e si asciugò gli occhi con una mano ma, subito dopo, gemette di dolore.
-"Tu non vai da nessuna parte." Rispose Alessio. "Non ritornerai mai più a casa di quel mostro!" Esclamò e si voltò verso la donna.
Il moro, in quel momento, vide il volto tumefatto di Vanessa e spalancò gli occhi.
-"È stato Andrea?!" Chiese il ragazzo, inutilmente dato che la risposta era proprio sotto i suoi occhi
Vanessa singhiozzò rumorosamente e annuì.
-"Lui n- non accetta che i- io veda tuo p- padre..." Spiegò lei. "V- voleva dimostrare d- di avere il controllo s- su di me..."
-"Lui non ha il controllo su nessuno!" Gridò Alessio e iniziò a camminare nella stanza. "Lui non è nessuno!" Aggiunse. "E qualcuno dovrebbe farglielo capire!"
-"Federico sa quello che ha fatto?" Chiese il più grande rivolto a Vanessa.
La donna scosse la testa.
-"Era g- già in camera s- sua."
-"È giunto il momento che lo sappia." Disse Benjamin. "Io vado da lui."
-"Benjamin, n- no, per favore!"
-"Vengo con te." Rispose Alessio. "È giunto il momento di chiarire la situazione."

Vanessa, alla fine, decise di accompagnare i due uomini a casa sua per evitare che la situazione con suo marito degenerasse ma non era affatto felice di doverlo rivedere dopo quanto era successo soltanto un paio d'ore prima. Andrea si era scatenato sulla donna come se fosse una furia, era entrato nella loro stanza furioso e aveva iniziato a dirle di tutto - gli insulti non era certo mancati - e la donna non aveva avuto modo di sottrarsi al primo colpo, neppure al secondo, al terzo e neanche a tutti i colpi successivi nonostante lo pregasse di smetterla. L'uomo si era allontanato da lei soltanto quando aveva sentito il rumore di una porta, temendo potesse essere Federico, ma aveva promesso alla moglie che non sarebbe finita in quel modo e che lei si sarebbe pentita di quanto aveva fatto negli ultimi anni.
-"Per favore andiamo via." Sussurrò Vanessa mentre Benjamin spegneva il motore dell'auto dopo aver parcheggiato. "Non voglio rivederlo."
-"Tu non sei costretta a venire con noi." Disse Alessio e si slacciò la cintura di sicurezza. "Ma noi non abbiamo alcuna intenzione di far finta di niente."
-"Anche Federico potrebbe essere in pericolo." Rispose il moro e aprì la portiera. "E io non ho alcuna intenzione di lasciarlo da solo con quel mostro."

In men che non si dica Benjamin e suo padre, seguiti da Vanessa che se ne stava un po' in disparte, entrarono nella casa quasi correndo e ben presto si ritrovarono faccia a faccia con Andrea, che stava bevendo del whisky.
-"Che cosa ci fate qui?! Andatevene subito v-" Gridò Andrea ma venne zittito da un pugno in pieno viso di Alessio.
-"Sei un pezzo di merda!" Strillò Alessio e lo spinse contro la parete. "Come riesci a guardarti allo specchio?!" Gridò e lo colpì nuovamente allo stomaco, facendolo piegare per il dolore.
-"Papà calmati, non siamo qui per questo." Gli disse Benjamin e restò accanto a Vanessa, che osservava la scena incapace anche di muoversi.
-"Ti sbagli, io sono qui proprio per questo." Ringhiò Alessio. "Sono qui per fargliela pagare!"
Sul volto di Andrea, in quel momento sporco di sangue, comparve un ghigno.
-"È per quella puttana, non è vero?"
-"Stai zitto, non devi parlare!" Gridò Alessio e lo colpì nuovamente. "Non sei degno nemmeno di guardarla!"
Nonostante i colpi che Andrea stava ricevendo, l'uomo, continuava a ghignare e il suo sguardo si spostava tra Alessio e sua moglie.
-"Dimmi, te la sei già scopata?" Continuò a parlare lui. "Tanto è una tradizione di famiglia, no?" Continuò. "Tuo figlio con mio figlio e tu con mia moglie. Dovete amare davvero tanto la mia famiglia." Rise lui, nonostante il labbro sanguinante.
-"Dov'è Federico?" Chiese Benjamin. "Lo porta via, non resterà qui."
-"Perché non posso restare qui?" La voce di Federico, dal piano superiore, che era stato svegliato dal fracasso fece tirare un sospiro di sollievo al maggiore. "Che cosa sta succedendo? Benjamin che cosa ci fai qui?"
-"Guardalo con i tuoi stessi occhi, Federico."

Lettere dal passato. || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora