-"Io ho sempre pensato a te."
-"Certo, immagino quante volte pensassi a me mentre giravo per il mondo con i soldi di papà e un nuovo fidanzato."
-"Io ti voglio bene." Disse la donna, visibilmente ferita dal comportamento tanto duro del suo unico figlio.
-"Stai fuori dalla mia vita." Rispose il più grande. "Stai lontano da me, da papà e anche da Federico. Noi tutti stiamo meglio senza di te." Aggiunse. "Addio, mamma."
Il più grande pronunciò quelle parole con la voce colma di disprezzo verso la donna che lo aveva messo al mondo e che, da quel momento, lo aveva abbandonato al suo destino. Benjamin aveva tentato più di una volta di riavvicinarsi a sua madre, di instaurare un rapporto con lei ma, anni prima, all'ennesimo rifiuto della donna il moro aveva capito di dover vivere senza di lei. Quando anni prima aveva preso quella decisione, però, non avrebbe mai immaginato che le posizioni si sarebbero rovesciate e sarebbe stata sua madre a supplicarlo di passare del tempo insieme; Alessio, che non aveva mai smesso di pensare alla sua ex moglie e neppure di amarla, aveva tentato innumerevoli volte di convincere il figlio ad incontrare la donna e parlarle ma Benjamin sembrava non voler sentire ragione. Per lui sua madre aveva smesso di esistere.
-"Sei stato troppo duro con lei." Disse Federico e chiuse la portiera dell'auto con poca gentilezza.
-"È quello che si merita."
-"Mi avevi promesso che saresti stato gentile con lei." Rispose il diciannovenne. "O almeno non tanto duro."
-"E, infatti, ho mantenuto la promessa." Replicò il moro e mise in moto l'auto. "Non sono stato molto duro."
-"Ma stai scherzando?" Controbatté il più piccolo e inarcò un sopracciglio. "Le hai detto, e ripetuto più volte, di stare fuori dalla tua vita e non sei stato affatto gentile."
-"Sono cose che le ho già ripetuto tantissime volte." Disse Benjamin. "Lei sa benissimo che non voglio avere più nulla a che fare con lei."
-"Lo sa, è vero, ma continua a sperare che tu cambi idea."
-"Se in questi anni si fosse preoccupata di conoscermi, sa che non cambio idea."
Il biondo alzò gli occhi al cielo e sbuffò, infastidito dal comportamento del fidanzato.
-"Sei stato troppo duro con lei." Disse il biondo. "Dovresti andare a scusarti con lei."
-"Io non mi scuserò mai con lei." Rispose il più grande. "Voglio soltanto starle lontano." Aggiunse. "E voglio che lei stia lontano da me." Concluse.
-"Sei impossibile, Benjamin, sul serio." Borbottò Federico. "Pensavo fossi più maturo." Aggiunse. "Invece hai gestito malissimo questa situazione."
Il moro digrignò i denti e strinse le mani sul volante.
-"Non parlare di cose che non puoi capire." Rispose il ventiduenne. "Non puoi capire ciò che ho vissuto e non puoi sapere che cosa mi ha fatto mia madre."
-"Hai ragione, non posso capirlo." Annuì il più piccolo. "Ma posso capire quanto tua madre stia soffrendo."
-"Sì, immagino quanto stia soffrendo." Sbuffò Benjamin. "Si farà consolare dal suo nuovo fidanzato e futuro marito."
-"Non ti piacerebbe conoscerlo?"
-"Non mi interessa conoscere persone che fanno parte della sua vita."
-"Benjamin, dannazione, è tua madre!" Esclamò il biondo. "Sembra che te ne sia dimenticato."
-"È lei che lo ha dimenticato per anni."
-"E il modo migliore per fargliela pagare, secondo te, è fare la stessa cosa?"
-"Non voglio fargliela pagare." Scosse la testa il più grande. "Voglio solo che capisca come stanno le cose." Aggiunse.
-"E non sarebbe più facile cercare di aggiustare le cose?" Replicò Federico.
-"Forse, ma non voglio."
-"Cercare di ragione con te è impossibile." Rispose il più piccolo e incrociò le braccia al petto. "Non vuoi sentire ragioni."
-"E ti pregherei di non insistere ancora." Disse Benjamin. "Ho preso la mia decisione e non cambierò idea."
-"Come sempre del resto."
-"Esatto, come sempre." Annuì il ventiduenne. "Ma, adesso, preferirei parlare d'altro."
-"E di che cosa vorresti parlare?" Gli domandò, con tono irritato, il biondo.
Il più grande alzò gli occhi al cielo e, dopo pochi minuti, parcheggiò in un ampio spiazzato abbastanza isolato.
-"Puoi mettere da parte la rabbia e farmi un sorriso?"
-"Non sono arrabbiato." Rispose Federico. "Solo penso a come tua madre possa sentirsi e mi dispiace." Aggiunse e scrollò le spalle. "Mi piacerebbe vederti riuniti."
-"Ma non succederà." Replicò il moro. "Vuoi forse permettere a questo di rovinare la nostra relazione?"
Il più piccolo sospirò e scosse la testa.
-"Di che cosa vuoi parlare?"
-"Me lo fai un sorriso?"
Federico sospirò ancora una volta e abbozzò un sorriso.
-"Ora mi dici di che cosa vuoi parlare?"
-"Non è molto ma credo di dovermi accontentare, no?"
-"Devi accontentarti e ora parla, prima che decida di andarmene."
Il moro ridacchiò e annuì.
-"Voglio parlare del Natale." Disse il moro. "Ormai manca poco."
-"Che cosa c'è da dire sul Natale?" Gli domandò il più piccolo e inclinò la testa da un lato.
-"Che cosa farai in quel periodo?"
Il più piccolo si strinse nelle spalle.
-"Mangerò e studierò per gli esami, nulla di più." Rispose il più piccolo. "Perché me lo chiedi?"
-"Ti offro la possibilità di passare quei giorni in maniera diversa." Sorrise, entusiasta, Benjamin. "Una maniera molto, molto, più bella."
Il biondo aggrottò la fronte, per poi sorridere divertito.
-"Che cosa hai in mente?" Gli domandò e si voltò verso di lui.
-"Una settimana lontano da tutto e da tutti." Rispose il più grande. "O meglio, un po' più di una settimana."
-"Quanto poco di più?"
-"Non molto, dal 23 dicembre al 2 gennaio."
-"E con gli esami come facciamo?" Replicò Federico, che moriva dalla voglia di accettare quella proposta ancora prima di sapere dove sarebbero andati ma la sua parte razionale glielo impediva.
-"In qualche modo faremo." Scrollò le spalle il moro. "Non ho intenzione di passare il nostro primo Natale insieme a casa a studiare, per di più separati."
Il diciannovenne ridacchiò e allungò una mano sul ginocchio del fidanzato, coperto ancora dal suo pigiama.
-"E dove vorresti andare?" Gli chiese.
-"Courmayeur."
-"Courmayeur?" Ripeté il più piccolo. "Vuoi andare sulla neve?"
-"Voglio andare sulla neve con te, è diverso." Puntualizzò Benjamin sorridente. "È prima che tu possa trovare qualche problema, sappi che ho già organizzato tutto." Disse. "Devi solo accettare e prenoterò tutto."
-"Non sapevo di avere un fidanzato tanto efficiente." Ridacchiò il biondo e si sporse a dare un bacio a stampo sulle labbra del fidanzato. "Non sono mai stato in montagna." Sussurrò.
-"Davvero?"
-"Mio padre odia le vacanze e mia madre ama il mare." Rispose il diciannovenne. "Come puoi notare, non ho avuto molte possibilità di andare in montagna."
-"Questa è una buona occasione per rimediare allora." Sorrise il più grande. "Ti prometto che non te ne pentirai, ti divertirai tantissimo." Aggiunse e accarezzò la schiena del minore.
-"Non ne dubito." Annuì Federico. "Sono sicuro che sarà bellissimo."
-"Questo è un sì?" Replicò il moro. "Passiamo il Natale insieme?"
-"Assolutamente sì, non vedo l'ora."
STAI LEGGENDO
Lettere dal passato. || Fenji.
Fanfiction«2050, sono passati trent'anni da quando Federico ha spedito una lettera che ha cambiato per sempre la sua vita. Trent'anni da quando due opposti hanno trovato il modo di essere simili. Che cosa sarà successo in così tanti anni? Quella lettera sarà...