Il più piccolo fece ritorno a casa con il sorriso stampato sul volto, con il peso che continuava a sentire sul petto finalmente un po' meno pesante e la speranza che tutto potesse andare per il meglio.
Alessio, nonostante non ne fosse particolarmente felice e neppure del tutto convinto, aveva deciso di accettare nuovamente la relazione di suo figlio con il biondo e offrire loro il suo sostegno e, se fosse servito, anche il suo aiuto. Federico era felice che almeno qualcuno avesse deciso di credere in loro e non volesse separarli, come invece voleva suo padre.
Il biondo era intenzionato a far funzionare la sua relazione con il più grande, voleva davvero dargli tutto ciò di cui aveva bisogno, voleva amarlo e lasciarsi il passato alle spalle.
«Mi manchi.» Recitava il messaggio che il più grande gli aveva inviato dopo soli pochi minuti passati separati.
Federico, appoggiato alla parete mentre attendeva che arrivasse la metro, sorrise e si affrettò a rispondere.
«Credi di poter resistere qualche ora?» Digitò e si mordicchiò il labbro per reprimere l'ennesimo sorriso.
Come immaginava, la risposta di Benjamin non tardò ad arrivare.
«Assolutamente no, come puoi anche solo pensarlo?» Federico rise a quelle parole, attirando qualche occhiata su di lui, per poi coprirsi la bocca con una mano mentre il suo fidanzato continuava a scrivere. «E ti ricordo che non mi hai più dato nessun bacio, come pensi che io possa resistere?»
«Oggi pomeriggio rimedierò, promesso.» Inviò il più piccolo, mentre il vento provocato dalla metropolitana in arrivo gli scompigliava i capelli. Il biondo bloccò il suo cellulare, lo mise nella tasca dei suoi pantaloni neri - gli stessi della sera precedente - e si unì alla calca di persone che si stavano riunendo davanti alle porte aperte della metropolitana appena arrivata.
"Ci risiamo." Pensò Federico e sbuffò quando, come al solito, un uomo riuscì a rubargli l'ultimo posto a sedere libero pochi secondi prima che fosse suo. "Pazienza." Federico, quel giorno, era fin troppo felice per farsi rovinare la giornata da un posto a sedere, si appoggiò contro un palo d'acciaio e riprese il suo cellulare.
«E se ci vedessimo prima?» Gli aveva risposto il moro.
«Che cosa intendi per prima?»
«A pranzo.» Digitò Benjamin. «E se passassi a prenderti verso l'una?»
Federico strabuzzò gli occhi.
«Ma sono già le undici!»
«Hai due ore di tempo per prepararti. Non accetterò un no come risposta, ci vediamo dopo.»-"Sono a casa!" Gridò il più piccolo mentre rientrava in casa, dopo aver lasciato la giacca e le scarpe all'ingresso. "Mamma sei qui?" Domandò e, senza aver ricevuto alcuna risposta, raggiunse il salotto dove, con sua grande sorpresa, vide i suoi genitori intenti a fare colazione nonostante l'ora.
-"Buongiorno." Disse Federico e si passò una mano tra i capelli.
Andrea fece una smorfia disgustata quando vide entrare il figlio mentre Vanessa gli sorrise.
-"Buongiorno, Federico." Sorrise la donna. "Pensavo saresti tornato più tardi." Aggiunse.
-"Tra poco uscirò di nuovo." Rispose il biondo e si avvicinò ai due, evitando di incrociare lo sguardo del padre.
-"Per fortuna." Borbottò Andrea e tagliò il suo pancakes con lo sciroppo d'acero.
-"Andrò a pranzo con Benjamin." Disse Federico, assicurandosi di scandire per bene il nome del compagno e sorrise divertito davanti alla smorfia disgustata del padre. "E passerò con lui il pomeriggio."
-"Salutamelo." Rispose Vanessa. "Hai mangiato? Vuoi fare colazione con noi?"
Il più piccolo scosse la testa.
-"Ho già fatto colazione con Benjamin e suo padre."
-"Rammollito." Sbuffò Andrea. "Quell'uomo è più stupido di quanto pensassi se continua ad accettare questa situazione."
-"O, semplicemente, ha a cuore il benessere di suo figlio." Replicò Vanessa. "Dovresti invitarli qui, magari a pranzo o a cena." Disse, rivolta al figlio. "Mi farebbe piacere rivederli e chiarire quanto successo."
-"Quei due non metteranno piede in casa mia!" Esclamò Andrea. "Non voglio mai più vederli!"
-"Non è necessaria la tua presenza." Rispose la donna. "Possiamo divertirci anche senza di te." Aggiunse. "Anzi, ci divertiremo anche di più."
-"Sono certo che nemmeno Benjamin e Alessio vogliano vederti." Disse Federico. "O non ricordi com'è andata a finire l'ultima volta?"
Andrea sbuffò sonoramente e si alzò.
-"Ho delle commissioni da fare, ci vediamo a pranzo Vanessa." Disse e, senza aggiungere altro, uscì velocemente dalla sala.
Federico sospirò e si sedette di fronte a sua madre.
-"Non lo accetterà mai, non è vero?" Chiese, nonostante conoscesse benissimo la risposta.
Vanessa abbozzò un sorriso e si strinse nelle spalle, coperte da un maglione bianco.
-"Prima o poi lo farà, ne sono certa." Rispose lei, credendo ben poco alle sue parole. "Ha solo bisogno di tempo."
-"No, ha bisogno di un altro figlio." Sbuffò Federico. "Ha bisogno di un figlio che non abbia nulla in comune con me." Aggiunse. "Sono la sua più grande delusione." Concluse e si passò una mano sul volto.
La donna sorrise amaramente e scosse la testa.
-"Ti assicuro che la sua più grande delusione è un'altra." Sospirò. "Non è una persona cattiva." Disse. "È solo... - si morse il labbro inferiore e si passò una mano tra i capelli - convinto delle sue idee." Aggiunse. "Ci ha messo molto tempo per diventare la persona che è, per ottenere la sua posizione e purtroppo questo l'ha cambiato moltissimo." Continuò. "Ma non è cattivo, ti vuole bene."
-"Eppure fa di tutto per non dimostrarlo." Replicò il più piccolo. "Avrei bisogno di una pausa da lui." Aggiunse e sospirò. "Di sentirmi libero."
Vanessa sorrise e abbassò lo sguardo.
-"Anch'io ho avuto bisogno di un periodo del genere." Sussurrò. "Avevo bisogno di trovare il mio posto tranquillo."
-"E l'hai trovato?" Domandò Federico e inclinò la testa da un lato.
La donna annuì.
-"L'ho trovato." Rispose. "In Venezuela."
-"Quando ci sei stata?" Chiese il biondo. "Non lo ricordo."
-"Eri molto piccolo." Disse Vanessa. "E passavi più tempo a casa dei tuoi nonni che qui con noi." Aggiunse. "Era un periodo molto triste."
-"Non ricordo nulla." Scosse la testa il biondo.
Vanessa sorrise amaramente.
-"È meglio così." Rispose. "Non sono dei bei ricordi." Aggiunse. "Ma a te non servirà andare in Venezuela o in qualsiasi altra parte del mondo, tu affronterai i tuoi problemi qui a Roma."
-"E che cosa dovrei fare?" Domandò il biondo. "Non posso cambiare mio padre e nemmeno tu puoi."
-"Ma possiamo fargli capire che sta sbagliando." Rispose la madre. "Tu e Benjamin non state facendo niente di male, state insieme perché tenete l'uno all'altro e non per fargli un dispetto." Aggiunse.
-"E che cosa possiamo fare?" Replicò il più piccolo. "Lo costringiamo ad accettarlo?"
Vanessa sospirò e scosse la testa.
-"In qualche modo vi accetterà, te lo prometto Federico." Disse. "Non perderai tuo padre."
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Lettere dal passato. || Fenji.
Фанфик«2050, sono passati trent'anni da quando Federico ha spedito una lettera che ha cambiato per sempre la sua vita. Trent'anni da quando due opposti hanno trovato il modo di essere simili. Che cosa sarà successo in così tanti anni? Quella lettera sarà...