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Avete mai vissuto nella città di New York? Dove ogni giorno, consiste in una faticosa lotta alla sopravvivenza, per restare al passo con quei folli chiamati yankee, che saltano come gazzelle da un taxi all'altro e si destreggiano fra il traffico newyorkese come equilibristi du cirque du soleil?
È un incubo, almeno che tu non sia un pazzo suicida o un contorsionista con dei nervi d'acciaio.
Ovunque tu vada, c'è sempre un folle che rischia di investiti o una mandria di persone, pronta a schiaccianti appena abbassi la guardia. Tutti vanno di fretta, tutti corrono, ma io mi chiedo, cosa ci sarà di così imminente da spingerli ad un tentato suicidio per attraversare la strada o saltare le code? Almeno che non ci sia del cibo gratis o una nuova pasticceria con un modello sexy ricoperto di cioccolato, secondo me non ne vale la pena.
Resto ferma al semaforo aspettando che sia verde per poter attraversare in tutta sicurezza.
Guardo il mio orologio:
" Cielo un ritardo di venti minuti, Simon mi ammazza!"
In modalità strega di hogwarts, cerco di controllare con la forza del pensiero il semaforo davanti a me e giuro che sembra proprio funzionare: finalmente è verde!
Dando un'occhiata veloce in giro, attraverso alla svelta e miracolosamente indenne la strada, per poi percorrere l'intero isolato fino alla rosticceria "da Mario", a detta di molti, una delle migliori qui in città.
-" Scusa, lo so sono imperdonabile!"- esclamo con tono dispiaciuto, appena varco l'ingresso del locale e gli occhi di Simon si posano su di me.
-" Santo cielo tesoro, ma dov'eri finita? Hai visto la coda di gente che c'è fuori? Mi staranno odiando con tutto il cuore, dato che sono più di venti minuti che ho occupato questo tavolo, senza ordinare ancora nulla."-
Mi sfilo alla svelta il soprabito sedendomi davanti a lui con aria colpevole.
-" Scusami Simon, è che prima di venire, sono passata a trovare un'amica che sembra avere un appartamento per me."-
Vedo il suo sguardo animarsi di colpo:
-" Davvero? Ma è un'ottima notizia cherie!"-
-" Lo so e credimi, io stessa faccio ancora fatica a realizzare."-
Ad un tratto alla mia sinistra, compare un esile ragazzo, con un grembiule immacolato, che sembra essere qui per le nostre ordinazioni.
-" Cosa posso portarvi?"- ci chiede con un finto accento italiano.
-" Dunque, per me un'insalata di noci e un frullato di verdure."- sentenzia Simon con savoir faire.
" Insalata di noci e frullato di verdure? Cosa siamo in ospedale?"
-" E per lei signora?"-
"Wow, com'è che mi sento una nonnetta di ottant'anni così, tutto d'un colpo?"
-" Signorina."- mormoro con aria imbarazzata.
-" Come?"-
-" Ho detto che può chiamarmi signorina, ho ventidue anni e nessuna palla al piede che la società chiama comunemente marito, quindi fino a prova contraria, sono ancora una signorina."- gli dico facendo finta di essere un'elegante donna in carriera, tosta ed emancipata.
-" Oh mi scusi allora."-
-" Si figuri."-
Lo sentite? Sentite il livello di ammirazione che questo giovane ragazzo dal finto accento italiano, sta provando per me?
Sono una dea ai suoi occhi, lo so.
-" Comunque io prendo un hamburger senza cipolla con patatine, una cola ed infine una ciambella con glassa al caramello."-
-" Ah ... Desidera altro?"- mi chiede perplesso.
-" Sì, due sandwich al pollo, un caffè italiano ed un capcake alla cannella da portare via."-
E con questo, posso anche dire addio all'immagine di dea statuaria che credevo di avere acquistato di fronte a questo esile ragazzo, il modo in cui mi guarda infatti, mi fa capire di avergli causato un leggero shock.
-" Pro- provvederò subito alle vostre ordinazioni."-
Lo guardo sparire fra i tavoli del locale per poi posare gli occhi su un Simon che sta ridendo ormai da cinque minuti buoni.
-" Io non capisco, cosa gli ho detto di così tanto strano?"-
Sorride:
-" Credo che a spaventarlo, sia stata la mole di cibo che hai ordinato."-
Rimango perplessa.
-" Perché cosa c'è di così tanto eclatante in un hamburger e delle patatine, siete newyorkesi, non dovreste essere abituati a mangiare questa roba?"-
-" Sì certo, ma il punto è che tu non ti sei limitata ad ordinare solo quello."-
" Ok, qui o sono io ad aver perso la testa, o è lui a non essersi spiegato bene."
-" Oltre all'Hamburger con patatine, la cola e la ciambella, hai ordinato altri due sandwich, un caffè ed un capcake alla cannella, non che io voglia giudicati tesoro, anche perché ti trovo splendida e lo sai, ma non ti sembra di aver esagerato?"-
Osservo lo sguardo imbarazzato di Simon è giuro che a stento riesco a trattenere le risate.
-" Ma quello è per Lucas, non per me!"-
-" Cosa?"- mi chiede confuso.
-" Prima di venire a pranzo, data la mole di lavoro che deve sbrigare prima di domani, mi ha chiesto di portargli qualcosa da mettere sotto i denti al mio ritorno e dato che non mi andava di prendergli un semplice hot dog, ho pensato di portargli un pranzo completo, tutto qui."-
Vedo il suo volto passare dal rosso al viola in una manciata di secondi.
-" Oh mio dio, Grace mi dispiace così tanto!"- mormora imbarazzato.
-" Tranquillo, non è una cosa che mi disturba, a me piace mangiare, di certo non mi nascondo dietro un dito."- dico con nonchalance, contemplando lo squisito hamburger che arriva al nostro tavolo con il resto delle ordinazioni.
-" Sì lo so, però avrei potuto evitare di ..."-
Non lo lascio nemmeno terminare.
" Poverino si sente davvero in colpa."
-" Simon, davvero è tutto ok! Tu piuttosto, a quanto pare con Lucas le cose non stanno andando molto bene ultimamente eh?"-
Mangio un paio di patatine, mentre vedo il suo sguardo, incupirsi ancora di più.
-" Ti ha detto tutto vero?"- mi chiede con voce sommessa.
-" Sì."-
-" Allora deve essere davvero arrabbiato, se ha preferito parlare con te e non con il diretto interessato."-
"Ancora quegli occhi cupi."
-" Io vorrei solo capire che succede fra voi due, tutto qui."- Ed è la verità, da quando ci siamo trasferiti a New York, la loro amicizia sembra peggiorare giorno per giorno.
-" Non riusciamo più a parlare come facevamo prima, tutto qui.
Quando mi disse che aveva ottenuto quella promozione, ero davvero felice di rivederlo dopo tanto tempo, l'ultima volta era stato al college e dio solo sa, tutte le cose che sono successe nel frattempo, ma quando ci siamo rincontrati, mi sono reso conto che il tempo lo aveva cambiato e questo mi ha destabilizzato.
È diverso, questo di oggi è un altro Lucas, una persona differente dal ragazzo che avevo conosciuto anni fa, prima riuscivano a parlare di tutto, mentre adesso invece, è come se si fosse creato un muro fra noi. "-
Lo guardo e non posso non restare dispiaciuta, da quanto la cosa lo faccia soffrire.
-" Hai provato a parlare con lui di questo? Magari può aiutarvi a ritrovare il legame di un tempo."-
-" Ci ho provato, ma ogni volta, la sua attenzione non fa che ricadere su di te. Prendi sabato ad esempio, ero andato da lui per dargli una mano, ma appena ho provato ad avviare una conversazione, lui ha cominciato a rinfacciarmi il fatto che perdo tempo dietro alle mie stupide cotte, invece di aiutare te, così abbiamo cominciato a litigare e alla fine ho preferito andare via, lasciando la discussione a metà.'-
"Beh, grossomodo è anche quello che mi ha detto Lucas."
Penso e ripenso alle parole di Simon:
" Sì, sicuramente il fatto di aver trovato un Lucas così cambiato deve averlo sconvolto, ma d'altro canto, abbiamo un ragazzo che ha visto morire, davanti i suoi occhi e giorno dopo giorno, sua madre, è ovvio che qualcosa in lui sia cambiato e per quanto riguarda me, credo che Lucas sia semplicemente preoccupato, tutto qui."
Lo guardo negli occhi, facendo un respiro profondo.
"Ok Grace, lo so che preferiresti fare finta di niente, ma non puoi tenerlo nascosto al resto del mondo per sempre.
È ora di dire la verità."

Perché Sei Tu [Vol.2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora